A Baku un altro weekend di illusioni e cruda verità. Sarebbe ora di ammettere che quella 2025 è una stagione fallimentare
Tendenzialmente ci sono due modi di fare comunicazione nei confronti del pubblico o, nel caso del Motorsport, dei tifosi. Il primo è quello di raccontare le cose come stanno, senza troppi fronzoli, senza inventare aspettative che non ci sono, restando insomma allineati alla realtà dei fatti. Il secondo modo è invece quello di raccontare al tifoso ciò che lui vorrebbe sentirsi dire. Questa è la scelta della Ferrari da anni – troppi – a questa parte.
Ogni volta che la squadra di Maranello chiude una domenica in questa disastrata stagione 2025, il primo riferimento che mi viene in mente è quello dell’ormai fantozziana festa in Piazza Castello di inizio stagione. Quel ritrovo, più che un evento di saluto ai tifosi per l’inizio del nuovo anno, è sembrata – e non solo a me – una sorta di celebrazione anticipata dei due titoli mondiali, sull’onda dell’entusiasmo per i nuovi sponsor, per l’arrivo di Lewis Hamilton e per quel modo di fare che ormai conosciamo da anni, per il quale la Ferrari, sapientemente appoggiata da tantissimi media, a inizio stagione è sempre pronta a lottare per il titolo mondiale.
Da quella festa, che forse ha portato anche un po’ di sfiga, parte evidentemente tutto il giudizio sulla stagione della squadra che, incidentalmente, è una delle più deludenti degli ultimi lustri. Onestamente, fatico a ricordare un campionato unico in cui questa squadra sia stata squalificata con entrambe le macchine nello stesso Gran Premio (cosa mai successa), non sia entrata in Q3 a Imola con tutti e due i piloti e ne abbia uno eliminato più volte in qualifica o, come successo in Ungheria, doppiato.
Una squadra costretta a scambiare le posizioni per cercare di arrivare settimi invece che ottavi, con le comiche conseguenze di oggi di un Hamilton che “non riesce” a riconsegnarla a Leclerc sul traguardo. A tutto questo si aggiunge un team principal che, ormai, non sa più cosa dire per giustificare la situazione.
Ciò che è certo, e che forse qualcuno dovrebbe iniziare a capire, è che i titoli mondiali in Formula 1 non si vincono né con le feste in piazza, né con i titoloni, e tanto meno con i migliori tempi del venerdì, che stanno diventando ormai una barzelletta insostenibile. Non credo di essere l’unico a notare i titoli del venerdì sera, con grandi esaltazioni sulle doppiette della Ferrari nelle prove libere, sul super passo gara e sulle prospettive di vittoria che poi, puntualmente, vengono smentite non solo alla domenica, ma spesso già dal sabato.
Credo sia arrivato il momento di smettere di illudere i tifosi e iniziare a raccontare le cose come stanno. L’unico che ogni tanto ci prova è Leclerc ma, alla fine, viene accerchiato da una propaganda per la quale la Ferrari ha mille scuse che non le permettono mai, non per colpe sue, di essere al vertice. La favoletta è che il passo c’è sempre ma è inespresso: una volta è colpa del vento, un’altra delle gomme, un’altra degli errori, un’altra degli incidenti. Facile, così.
Vorrei capire se e quando, in questa stagione, qualcuno ai piani alti avrà il coraggio di ammettere che questo 2025 è un fallimento se rapportato alle aspettative di inizio anno. Per settimane ci si è vantati di essere secondi in classifica costruttori, dimenticando di sottolineare che si era doppiati dalla McLaren, mentre ora la Mercedes si è messa davanti e la Red Bull non è poi così distante, nonostante abbia corso quasi con un solo pilota. C’è quindi il concreto rischio di finire anche al quarto posto con ancora sette gare da disputare.
Consapevolezza, umiltà e lavoro. Solo così se ne esce. Ammesso che lo si voglia.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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