Al Watkins Glen fa tutto Zilisch: domina dall’inizio, paga una caution al momento sbagliato, rimonta, si scontra con van Gisbergen, viene mandato largo da Hill, recupera nuovamente, vince, infine cade rovinosamente in victory lane facendo prendere un notevole spavento a tutti
Una di quelle giornate che vorresti dimenticare: un incidente fra i due fenomeni degli stradali, un big one evitabile nel punto peggiore della pista e un infortunio. Connor Zilisch ha sì vinto ancora al Watkins Glen, ma prima si è scontrato con Shane van Gisbergen al termine di un incredibile duello, poi è scivolato in victory lane cadendo rovinosamente fratturandosi la clavicola proprio poco dopo che tutti avevano tirato un sospiro di sollievo perché tutti erano usciti indenni dal pauroso incidente innescato da Austin Hill, sì quell’Austin Hill appena rientrato dalla squalifica di una gara, non il suo omonimo che in questa gara ha debuttato in NASCAR.
La gara
La NASCAR Xfinity Series prosegue la sua rincorsa ai playoff (siamo a quattro gare dal taglio) ammirando il recupero di Connor Zilisch che dopo Nashville era a 188 punti da Allgaier ed ora invece è alla pari di Justin, anzi davanti perché ha più vittorie della #7. E il fatto che si sbarchi al Watkins Glen fa propendere per un ulteriore allungo del 19enne.
Torna dopo la squalifica di una gara anche un Austin Hill che si professa ancora innocente (probabilmente gli crede in tutto il garage solamente Richard Childress) per l’incidente di Indianapolis con Almirola, ma torna anche il suo omonimo Austin (J.) Hill che è sulla #53 del team di Joey Gase e, dato che stavolta ci sono solo 38 iscritti, debutterà ufficialmente dopo la DNQ di Sonoma.
Il programma si svolge tutto al sabato e probabilmente la sessione decisiva è quella delle libere: nei 50′ a disposizione Zilisch balza subito al comando con un paio di decimi su van Gisbergen e tutti gli altri, ma Connor sente che qualcosa non va ai freni. Il giovane pilota della #88 ha ragione, infatti c’è un disco rotto. I meccanici del JR Motorsports lo sostituiscono e Zilisch scende in pista per una simulazione di qualifica che lascia, per qualche minuto, tutti ad 1.5″.
I guai in casa JRM però non sono finiti: dopo una bandiera rossa per detriti (qualcuno ha perso una radio in pista), una per fluidi per la rottura del motore di Austin J. Hill ed un testacoda per Allgaier in curva1, nei minuti finali c’è un incidente. Durante le simulazioni di qualifica, nella stessa curva c’è un contatto fra van Gisbergen (sulla #9) e Mayer.
La dinamica sembra sospetta, con il neozelandese che tira dritto e allarga Sam con un contatto fra le vetture. Mentre cercano di tornare in pista, SVG non si avvede dell’arrivo di Eckes e qui arriva un secondo contatto più pesante. Al rientro ai box né van Gisbergen, né Mayer lanciano accuse dirette all’avversario, sembra più un “d’accordo nel non essere d’accordo” dando l’unica colpa al fatto che entrambi stessero spingendo mentre erano troppo vicini.
Alla fine delle libere Zilisch (1’11.001″) guida con oltre sette decimi su Sammy Smith, poi ad oltre 1″ Love, Allgaier, Creed, Sanchez, Green, van Gisbergen, Eckes e Sawalich.
Poi si scende in qualifica senza Smithley (ammortizzatore, da notare solo la livrea bianca della #14 decorata sul muso solo con la lucertola meme del momento sui social), “l’altro” Hill ed Eckes che, senza colpe, è quello che ha rimediato più danni nell’incidente delle libere. Con una #9 ammaccata, Zilisch ha gioco molto facile nel conquistare la pole (1’10.884″) con oltre mezzo secondo su SVG, Gray, Mayer, Sawalich, S.Smith, Sanchez, Grala, Allgaier ed Hill.
Dopo aver retrocesso in fondo alla griglia Parsons, Eckes, Austin J.Hill e Smithley per modifiche in parco chiuso, può avere inizio la gara da 82 giri (20+20+42).
Alla bandiera verde Zilisch scatta bene seguito da van Gisbergen, dietro di loro Mayer affianca Gray e lo supera dall’esterno della prima curva; Sawalich completa la top5. Il gruppo fila via tranquillo e la coppia del JR Motorsports allunga come da pronostico seguito dal terzetto dato che Sammy Smith non tiene il passo di Sawalich. Al terzo giro Gray si fa vedere in curva1, Mayer non chiude la porta subito, né insiste nella difesa all’ingresso delle Esses e così il neo-zio Taylor (il fratello Tanner in settimana è diventato papà) sale al terzo posto.
Più dietro è Sanchez a fare un po’ da tappo al gruppo, Allgaier decidere di smuovere la situazione e aggira Nick alla penultima curva salendo all’ottavo posto. Hill (tranne quando espressamente specificato si intenderà l’Austin del RCR, nda) ne approfitta e infila pure lui la #48 in curva1. Mentre Smithley rientra ai box con fumo che esce dagli scarichi (motore rotto e ritiro) e Sawalich supera Mayer per il quarto posto, arriva la prima caution.
Come successo in Iowa, Ryan Sieg è troppo aggressivo nelle primissime fasi di gara e stavolta a farne le spese in un tamponamento alla penultima curva è Bilicki che si insabbia dopo essere stato centrato. Nessun lucky dog (Smithley è già nel garage) mentre Josh perde un giro mentre viene trainato fuori. Soste solo per Sieg, Clements (speeding per entrambi), poi si riparte ai -13 nella prima stage con Zilisch davanti a SVG, Gray, Sawalich, Mayer, S.Smith, Grala, Allgaier, Hill e Sanchez.
Stavolta van Gisbergen scatta meglio, tuttavia Zilisch si difende fino alle Esses e alla fine la #9 si deve riaccodare. La velocità persa permette a Sawalich di arrivare di rincorsa e superare il neozelandese alla Bus Stop. Connor ringrazia e può allungare su questa coppia e su Mayer-Gray in lotta. Poco più dietro, Allgaier aggira Smith alla penultima curva. Grala, invece, ha toccato un rail con la posteriore destra e quindi perde progressivamente posizioni, la prima da Hill.
Basta un giro a Shane per riprendersi la seconda posizione, con Sawalich che non chiude al Carousel e poi non insiste nella difesa alla penultima curva. E così la #9 si trova a 1.5″ dalla #88. Le battaglie nel gruppo proseguono: Allgaier riprende Gray, Kvapil è in difficoltà nella difesa su Green alla Bus Stop (e poi verrà passato da Thompson), Annunziata sbaglia la frenata alla penultima curva e tampona Alfredo con entrambe le vetture che ripartono.
Mentre Sawalich si stacca venendo ripreso dal terzetto alle sue spalle e Pardus va nel garage con problemi meccanici, Allgaier supera Gray nella salita verso le Esses, tuttavia Taylor non si stacca. Si formano così le coppie Sawalich-Mayer (+5″), Allgaier-Gray (+7″) e Smith-Hill (+8″) alle spalle di Zilisch che ha 3″ su van Gisbergen.
Ai -6 Hill scavalca Smith alla penultima curva, ma poi non riprenderà seriamente la coppia davanti a sé. Intensa la battaglia poco fuori dalla top20 fra Jeb Burton, Kyle Sieg ed un Eckes in rimonta dopo la partenza dal fondo.
Ai -3 interviene la strategia: van Gisbergen (che era molto loose) va ai box con Sawalich, Mayer (blister), Smith, Green, Dye, McDowell (il sostituto del giorno in Kaulig sulla #11 e alla prima gara in Xfinity Series dalla vittoria a Road America nel 2016), Herbst (speeding), Jones, Grala, Kvapil, K.Sieg ed Eckes. Al giro successivo Zilisch si adegua e chiude la pit lane. Allgaier tira dritto, tiene a bada un Gray in ripresa (e che gli arriva sul paraurti all’ultimo Carousel) e non ha grossi problemi a fare bottino pieno in una giornata in cui Connor potrebbe anche vincere ma fare meno punti complessivi di Justin.
Allgaier vince la prima stage davanti a Gray (+0.4″), Creed (+3.5″), Sanchez (+4.6″), Love (+6.7″), H.Burton (+12.2″), Thompson (+13.2″), Retzlaff (+14.6″), R.Sieg (+21.5″) e DiBenedetto (+24.3″); Zilisch è ancora leader virtuale davanti a Sawalich e van Gisbergen che ha avuto una sosta più lenta, soprattutto alla posteriore sinistra, per risolvere i problemi di assetto, lucky dog per Bilicki.
Al break si completa il primo giro di soste e Zilisch torna al comando su Sawalich, van Gisbergen, Mayer, Hill, Smith, Jones, McDowell, Grala, Kvapil, Green, Dye, Eckes e poi Allgaier dal 14° posto. Sosta lenta per Gray che stalla ripartendo, penalità per Perkins per falsa partenza dei meccanici.
Bandiera verde ai -16 nella seconda stage e Sawalich scatta bene, tuttavia Mayer sospinge Connor che in curva1 resta davanti. In questa dinamica rimane attardato SVG che scende al quinto posto dietro anche a Smith che nelle Esses si era fatto vedere su Sam. Alla Bus Stop rischio fra i compagni di squadra McDowell e Dye. All’ultima curva Annunziata perde il controllo e finisce a muro; per lui danni pesanti e ritiro, ma niente caution perché prende subito la via dei box poco distanti.
Zilisch allunga subito sulla coppia Sawalich-Mayer, poi Smith perde terreno e in poco scivola a 3″. Recupera solo un paio di posizioni Allgaier che fatica nella rimonta, poi ai -14 peggiora la sua situazione finendo larghissimo in curva1 e scivolando in zona H.Burton-Green-Sanchez. Al giro successivo, mentre la coppia SVG-Hill supera Smith, Perkins fora la anteriore sinistra e va ai box, prendendosi pure un’ulteriore penalità e perdendo nel complesso delle sue difficoltà addirittura quattro giri (poi al rientro in pista cinque).
È passato relativamente poco dalla ripartenza, eppure dal box dicono a Zilisch di andare in fuel saving, infatti si ragiona già sulla stage finale, impossibile da completare con un solo pieno, e questo team radio forse può già far intuire la strategia della #88. Se Connor è tranquillo al comando, il suo amico Love sta passando invece una giornata spenta e la prima vera inquadratura per lui è il sorpasso su DiBenedetto ai -11 per la 20esima posizione. Allgaier, invece, ripassa un Dye che si sta spegnendo come, nuovamente, Grala. Si sta comportando relativamente bene invece Jones, non un drago negli stradali ma che è settimo vicino a Smith che ha un detrito incastrato nello splitter e che svolazza.
Mentre c’è ancora battaglia in zona H.Burton-Sanchez-Dye-Gray, davanti la situazione è molto tranquilla e Zilisch è andato via in progressione. Ai -5 Connor ha 4.6″ su Sawalich, 5.3″ su Mayer, 5.8″ su van Gisbergen, 6.7″ su Hill, 10.7″ su Smith, 10.9″ su Jones, 12.1″ su Kvapil che ha appena passato McDowell (+13.2″) e 13.3″ su Creed che nella prima stage aveva un po’ di problemi ai freni; Allgaier è risalito all’11° posto.
Al giro successivo Mayer cade nella difesa sul neozelandese e SVG passa in accelerazione da curva1. Ai -3 vanno ai box Sawalich, Jones, Grala e Gray. I leader, invece, tirano dritto anche alla chiusura della pit lane. Chiusura che taglia le gambe a qualche pilota che accusa problemi tecnici: Eckes ha il muso danneggiato, Dye fora la anteriore destra, Smith crolla e viene passato da Kvapil, Jeb Burton (altra giornata no a livello meccanico) accusa pure lui una foratura alla anteriore destra, Alfredo rimane senza potenza all’ultimo giro (pompa della benzina ko) e pure Herbst accusa problemi al motore.
Zilisch alza il piede nel finale e vince la seconda stage davanti a van Gisbergen (+4.3″), Mayer (+5.2″), Hill (+5.9″), Kvapil (+13.4″), McDowell (+14.4″), Creed (+14.6″), Allgaier (+17.1″), Smith (+21.8″) e Green (+22.9″); nella confusione, il lucky dog va nuovamente a Perkins (che passa da -5 a -4) perché Dye nel tornare ai box ha commesso uno speeding e, dunque, essendo sotto penalità non ancora scontata, non può ricevere questo beneficio. Pardus, invece, torna in corsa staccato di 30 giri.
Il team radio di Zilisch torna chiaro a tutti quando la #88 tira dritto al break con van Gisbergen, Mayer, Hill, McDowell, Creed, Allgaier, Green, Sanchez ed Eckes, in sintesi dei big a pittare ci sono solo Smith, Kvapil e Love oltre ai cugini Burton e Ryan Sieg (sosta lampo, ma c’è uno speeding plateale da scontare) sempre in lotta per l’ultimo posto ai playoff. Si creano dunque tre strategie: chi ha pittato prima del break al giro 37, chi lo fa ora al giro 41 e chi invece vuole esaurire il pieno a disposizione e fermarsi nel corso della terza stage, sperando però che non arrivi una caution veloce che tagli le gambe sulla fuga.
La nuova classifica vede dunque Zilisch al comando su van Gisbergen, Mayer, Hill, McDowell, Creed, Allgaier, Green, Sanchez ed Eckes, poi il gruppo di Sawalich, Jones, Gray, Grala e poi il terzo di Kvapil, Smith, Love, H.Burton e via via gli altri con 31 auto a pieni giri, tre doppiate (Dye -1, Perkins -6, Pardus -30) e quattro nel garage o ritirate, fra di esse anche Herbst col motore rotto.
Bandiera verde ai -38 e van Gisbergen scatta bene, tuttavia Zilisch si difende sia in curva1, sia nell’incrocio in accelerazione. Hill supera Mayer mentre McDowell rimane in top5. Austin nei primi giri rimane vicino al neozelandese, poi però l’inerzia rimane quella precedente. Sawalich è salito all’ottavo posto, favorito anche da una sosta imprevista (foratura) per Eckes, Green invece ne ha approfittato ed ora gioca in difesa su Allgaier. Justin, tuttavia, non ne ha in questa fase ed ai -36 viene superato da Sanchez in curva1; ai -34 sarà la volta anche di Smith.
Chi se la passa peggio è però Jeb Burton: la precedente foratura alla anteriore destra ha mandato alcuni detriti nell’impianto frenante e quindi ora il pilota deve condurre la #27 con estrema cautela sperando in una caution per sistemare la vettura. La classifica si va ancora assestando: Sawalich supera McDowell e Gray lo segue poco più tardi, DiBenedetto finisce largo alla penultima curva e prende la via dei box ritirandosi poi per la rottura della sospensione, Allgaier commette un errore e scivola al 13° posto mentre accusa dei problemi anche Sanchez.
Ai -32 si apre, più o meno, la finestra per l’ultimo pieno con Zilisch che ha 2.6″ su van Gisbergen, 4.3″ su Hill, 6.0″ su Mayer, 6.4″ su Sawalich, 7.3″ su Gray, 8.3″ su McDowell, 8.9″ su Kvapil, 9.9″ su Smith e 11.3″ su Green. Van Gisbergen è il primo ad andare ai box ai -31 e lo seguono McDowell e Love. Zilisch vorrebbe probabilmente seguirlo al giro successivo, ma una caution ferma la sua idea e così la strategia di Connor salta.
In uscita dal Carousel c’è un leggero contatto fra Retzlaff e Creed con Parker che tocca da dietro Sheldon, la #00 si intraversa e finisce contro le barriere nel punto peggiore della pista e quando si ferma è quasi distrutta. Pilota incolume ma, ovviamente, arrabbiato. C’è da annotarsi questa dinamica, perché tornerà più tardi con un pilota che cerca di tenersi sul passaruota di chi ha davanti in un punto critico della pista, nella via di fuga in asfalto tutt’altro che liscia (anzi, con delle rigature per ridurre il grip) e che si restringe bruscamente verso l’imbuto (sotto passa la strada che conduce all’infield) che porta alla penultima curva.
Mentre Dye si prende il lucky dog, c’è da capire quanto perderà ai box Zilisch. La risposta è: meno del previsto perché in moltissimi lo seguono ai box. La nuova classifica rimescolata vede Retzlaff al comando (unico a non aver pittato) davanti a Love, van Gisbergen (altra sosta lenta per correggere il sovrasterzo), McDowell, Sanchez, Kvapil, Gray, Hill, Zilisch (nono e con tre posizioni perse perché il suo rifornimento è dovuto essere più lungo), Sawalich, Mayer, Smith, Jones, Thompson, Grala, Allgaier, H.Burton, R.Sieg, Poole e K.Sieg. Durante la caution Dye rischia grosso verso la Bus Stop quando si infila fra una vettura a rilento ed un pace truck che viaggia in retromarcia.
Green ai -27 ed Hill va subito 3-wide all’interno, van Gisbergen invece attacca Love in frenata, Retzlaff viene fagocitato e quindi SVG si ritrova già al comando nelle Esses. Zilisch deve invece frenare leggermente in un 4-wide in cui è tutto all’interno, ma si divincola bene e alla fine il bilancio per lui sarà positivo. Nel frattempo, SVG e Love allungano approfittando del 3-wide di Hill, Retzlaff e Sanchez in cui Austin ha la meglio. Alla fine del primo giro, McDowell e Sanchez completano la top5 mentre Zilisch è salito al sesto posto.
Connor si scatena a questo punto: Sanchez viene passato, McDowell è infilato alla Bus Stop, Love crolla all’improvviso e cede alla penultima curva, dunque ai -25 la #88 è già al terzo posto ed il trio di testa è racchiuso in meno di 1″. Sawalich, invece, in un contatto ha rimediato un enorme tire rub alla anteriore sinistra, ma prosegue.
Zilisch non perde tempo con Hill ed ai -24 si tuffa all’ultima curva completando poi il sorpasso alla piega successiva al traguardo. I due compagni di squadra da qui in poi allungano leggermente su Austin e si capisce che Connor sia più veloce di un van Gisbergen ancora senza grip. Zilisch si fa vedere alla Bus Stop ai -22, poi il duello si fa vedere con altri piccoli attacchi in curva1 (dove i due si sfiorano), nelle Esses e alla Bus Stop ai -20.
Questo duello molto intenso e bello da vedere permette il rientro di Hill e questo mette alle strette Zilisch che capisce che deve passare entro brevissimo tempo. Nello stesso giro prova l’attacco a sorpresa all’ultima curva, poi ai -19 ci riprova sulla salita delle Esses, ma deve alzare il piede e ciò permette alla #21 di affiancarlo, ma Connor riesce a tenere l’interno alla Bus Stop. A questo punto persino McDowell recupera ed è a 1.7″ dalla vetta.
Ai -18 il patatrac: Zilisch riesce ad affiancare van Gisbergen in uscita dal Carousel e prova l’attacco alla penultima curva, ma arriva lungo e finisce nella via di fuga, poi rientrando in pista tocca la #9 sulla posteriore destra e così Shane finisce violentemente contro le barriere dell’ultima curva. E arriva ovviamente la caution.
Di chi è la colpa? Di sicuro più di Zilisch che è rientrato troppo bruscamente verso la pista, forzato perché l’asfalto stava finendo ma in ogni caso senza rallentare. Sicuramente poi sia Connor che Shane avevano perso i riferimenti spaziali reciproci, inoltre – forse – SVG non ha potuto o voluto portarsi più a sinistra per la presenza della vettura di Hill. Se proprio si deve trovare un colpevole, a mio avviso bisogna pensare anche all’eccessiva via di fuga in asfalto che permette azioni del genere, un po’ come al Carousel.
Mentre Perkins si prende un altro lucky dog (da -4 a -3), si guarda il passaruota anteriore destro della #88 danneggiato nel contatto e si pensa se Hill possa approfittare a sorpresa di questo incidente. La classifica vede, dopo le poche soste di Sanchez, Kvapil, Love e Retzlaff ed altri, Zilisch al comando su Hill, McDowell, Sawalich, Gray, Smith, Mayer, Allgaier, H.Burton e Thompson con Sanchez 20° e primo di chi si è fermato in questa occasione.
Si riparte a 14 giri dalla fine e, le dichiarazioni della vigilia di Hill che aveva detto che non avrebbe cambiato stile di guida (in quanto lui “non aveva commesso niente di male”), diventano realtà: Zilisch scatta bene e si mette davanti alla #21, ma in frenata è fin troppo prudente ed offre il fianco, anzi il paraurti, ad Austin che non si lascia sfuggire l’occasione e con un bump (preciso, efficace e non scorretto ad essere onesti), manda Connor largo.
La beffa per Zilisch è una caution che arriva pochi secondi più tardi per il dado di una ruota perso in pista. La #88 è scesa al quinto posto dietro anche a McDowell, Gray e Smith, ma durante la bandiera gialla torna momentaneamente seconda perché Connor, in un impeto di rabbia, scavalca le altre tre auto, rifila una piccola tamponata in risposta ad Hill e poi si rimette al suo posto. Perkins si prende un altro lucky dog e passa a -2.
Non ci sono soste di rilievo, dunque alla ripartenza dei -11, dietro ai cinque citati, ci sono Mayer, Allgaier, Sawalich, Thompson e Green. Hill scatta bene, poi però Smith spinge McDowell che torna al livello di Austin. Hill finisce largo nella via di fuga e porta con sé Michael che tiene giù il piede e passa al comando seguito da Hill, Smith e Zilisch con una doppia coppia che si forma.
Hill non ci sta e già al Carousel infila di forza il muso all’interno della #11. I due arrivano affiancati alla penultima curva e, in un’altra escursione nella via di fuga, si scambiano anche un po’ di vernice. Sul traguardo sono ancora affiancati così come lo sono Smith e Zilisch. Mentre Connor passa Sammy, Hill e McDowell finiscono larghi in coppia per una terza volta. Zilisch ringrazia questo duello più oltre la linea bianca che dentro, infila subito Hill e Michael alla Bus Stop, tornando in testa in appena un giro e mezzo.
Non ci sono battaglie solo per la testa, c’è lotta anche per la top5 con Mayer e Gray in lotta alla Bus Stop, con Taylor che deve tagliare sulla terra e tornando in pista costringe Allgaier a rallentare. Zilisch ai -9 tenta la fuga, ma non durerà nemmeno un giro.
Vi ricordate l’incidente fra Retzlaff e Creed? Bene, fate copia e incolla con molto più peperoncino e polvere da sparo. Hill sta cercando il controsorpasso su McDowell in uscita dal Carousel, i due finiscono larghi per l’ennesima volta, poi però bisogna tornare in pista ed è qui che Austin tocca sulla posteriore sinistra la #11 e per Michael c’è in pratica un replay del botto pauroso del 2014 con la vettura che picchia prima a sinistra e poi rimbalza a destra. Nella strettoia si crea un ingorgo, in un punto cieco per gli spotter, che innesca un terribile big one.
Forse è più facile contare chi ne esce completamente indenne (Zilisch) in quanto tutti gli altri almeno un graffio lo ricevono. Per fortuna tutti i piloti ne escono indenni, ma le condizioni delle vetture di McDowell e di Ellis (con Ryan Sieg che tampona Bilicki, fa sollevare la #91 col retrotreno che ricade sul parabrezza della #71) sono impressionanti. A finire ko sono i fratelli Sieg, Ellis, Bilicki, Sawalich (che centra una ruota volante della #11) e McDowell, con danni più o meno pesanti Sanchez, Gray, Love J.Burton e l’auto #15 che nemmeno è in gara a far capire la confusione generale ma probabilmente è invece Thompson oppure Clements. Altro lucky dog per Perkins.
Mentre McDowell dice subito che Hill lo ha girato, viene esposta inevitabilmente la bandiera rossa perché sì bisogna liberare la pista, ma anche riparare il guard rail danneggiato. La lunga interruzione permette una intervista via radio allo stesso Austin (che si prende la responsabilità dell’incidente in quando avrebbe dovuto frenare in quella posizione, ma in fondo aveva promesso che non avrebbe cambiato modo di guidare), ma anche a Zilisch di pensare alla successiva ripartenza per evitare un bis di quanto successo in precedenza con la #21. Facilmente intuibili, invece, le reazioni di social e non solo all’incidente che ha visto protagonista Hill.
Si riparte dopo ben 45′ di bandiera rossa (ma di tempo ce n’è ancora a disposizione, ben 1h45′ prima del tramonto) con una classifica che a seconda delle soste per le riparazioni si va assestando. Dall’incidente emergono in 23: Zilisch, Hill, Smith, Mayer, Green, Eckes, Kvapil (che ha gomme più fresche del leader di ben 13 giri), Jones, H.Burton, Poole, Retzlaff, Clements, Parsons, il secondo Austin Hill, Dye e poi gli ammaccati.
I 23 in vista della ripartenza dei -5 rimangono in 22 al restart dei -4, infatti a poco dalla bandiera verde lo sterzo di Sanchez si rompe definitivamente dopo il big one e la #48 finisce nelle gomme al Carousel. La proiezione mentale di Zilisch, intanto, è stata cancellata, infatti al choose cone a sorpresa Hill decide di mettersi all’interno della #88 lasciando la prima fila a Smith.
Bandiera verde e Connor scatta male, al punto che viene aggirato all’esterno dalla coppia Smith-Mayer mentre Hill non affonda il colpo in frenata (cosa che fa invece Clements che manda in testacoda Retzlaff). I due finiscono larghi in uscita di curva e quindi Zilisch, ringrazia ancora: torna secondo subito davanti a Sam, poi in accelerazione verso le Esses ripassa anche Sammy.
Vanno in fuga in tre, ma Zilisch prova subito l’ulteriore allungo. Dietro di loro c’è battaglia alla Bus Stop Eckes-Kvapil e Green-Allgaier. A pagare dazio è Eckes che viene mandato largo al Carousel. Nei primi metri Smith riesce a tenere il passo della #88, che poi forza per davvero e lo si vede nel bloccaggio alla Bus Stop ai -3. Nello stesso passaggio, Mayer infila il muso all’interno di Smith al Carousel e completa il sorpasso. Alla penultima curva Allgaier cerca di aggirare Kvapil, ma finisce troppo largo. Da qui in fondo non succedono più incidenti di rilievo se non Allgaier che taglia sull’erba alla Bus Stop, ma il sorpasso ancora non arriva su Kvapil.
Connor Zilisch, per farsi perdonare l’incidente con van Gisbergen, doveva fare solo una cosa, vincere. E lo ha fatto. Il sesto successo stagionale e l’11esima top5 consecutiva valgono l’allungo in classifica. Sul traguardo la #88 precede Mayer, Smith, Hill, Kvapil, Allgaier, Green, Eckes, Jones ed Harrison Burton che vola nella griglia playoff a +30 sul cugino Jeb e +38 su Ryan Sieg. A seguire Grala, Poole, Thompson, Love, Clements, J.Burton, Dye, Gray, Parsons ed Austin J. Hill.
La gioia per Zilisch si trasforma in pochi minuti, tuttavia, in dramma. I piloti NASCAR, come spesso succede, in victory lane festeggiano salendo sul tetto della vettura. Connor, scendendo, scivola e si incastra con le gambe nel finestrino, cadendo rovinosamente e senza preavviso, al punto che il giovane non riesce a reagire mettendo avanti le mani.
La caduta è violenta e Zilisch rimane fermo a terra per qualche secondo praticamente immobile, al punto che si teme davvero qualche conseguenza fisica seria. I festeggiamenti vengono annullati e Connor viene prima caricato in barella e sul golf cart verso il centro medico, da qui viene spostato in ambulanza (dove viene dichiarato cosciente e in grado di parlare con i sanitari dopo essersi messo in posizione seduta) e portato in ospedale.
Dopo che la vittoria viene dichiarata ufficiale ai controlli tecnici, arriva invece il bollettino medico: se in molti temevano una commozione cerebrale, paradossalmente la notizia di una clavicola fratturata fa tirare un sospiro di sollievo. Zilisch in questa stagione ha commesso più di qualche errore da rookie, l’incidente con van Gisbergen è l’ultimo della lista, ma ciò non gli ha impedito di ottenere ben sei successi. Ecco, probabilmente questa disattenzione in victory lane rischia di essere quella che pagherà più cara in ottica playoff perché rischia di perdere qualche punto bonus, in attesa di sapere quando tornerà al volante. Per sua fortuna avrà due settimane di tempo prima della prossima gara.
I risultati odierni
La classifica della “Mission 200 at The Glen”
La classifica generale
Così in campionato a 3 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Stasera alle ore 20:00 al Watkins Glen ci sarà la gara della NASCAR Cup Series, terzultima della regular season; a partire dalla pole position sarà Ryan Blaney davanti a Shane van Gisbergen. La Xfinity Series salterà Richmond e tornerà nella notte fra venerdì 22 e sabato 23 agosto sul superspeedway di Daytona.
Immagine: Media NASCAR
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