NASCAR | Cup Series, Sonoma 2025: storico tris per Shane van Gisbergen!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 15 Luglio 2025 - 09:00
Tempo di lettura: 22 minuti
NASCAR | Cup Series, Sonoma 2025: storico tris per Shane van Gisbergen!
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Tre vittorie nella stagione da rookie, come lui nell’era moderna solo Stewart e Johnson. Anche a Sonoma van Gisbergen è imprendibile, malgrado il pronostico non fosse totalmente a suo favore


Gli avversari ci avevano sperato, ma non è bastato. Tutti i sogni degli altri 36 piloti al via si sono infranti vedendo la #88 al comando per 97 dei 110 giri in programma, lasciando la prima posizione solo in occasione delle soste. Shane van Gisbergen aveva perso al sabato la gara della Xfinity Series da Connor Zilisch e, nella stessa giornata, fra libere e qualifiche della Cup Series non sembrava così padrone. E invece il pilota Trackhouse ha espresso un dominio controllato, gestendo gli pneumatici e dando il 99.99% (nemmeno il 100%) solo quando serviva.

SVG cala dunque il tris dopo Città del Messico e Chicago. Tre vittorie nella stagione (formalmente) da rookie negli ultimi anni erano riuscite solo a Tony Stewart nel 1999 e Jimmie Johnson nel 2002. Ora il neozelandese non solo ha messo al sicuro i playoff, ma è balzato in vetta alla griglia playoff appaiando Larson, Hamlin e Bell. Justin Marks e Trackhouse hanno sfruttato “alla Logano” il format del campionato per trarne il massimo beneficio, ma ora il rischio per gli altri è che l’avventura di Shane non si fermi al Round of 16 visti i punti accumulati. Sorride, in un periodo grigio, anche Red Bull che torna alla vittoria in NASCAR, seppur ora solo come sponsor, dopo quasi 5000 giorni di distanza.

La gara

Dopo il dominio visto a Chicago da parte di Shane van Gisbergen, la NASCAR Cup Series arriva a Sonoma sì temendo un bis, anzi il tris, del neozelandese, ma il più del tempo viene speso discutendo ancora sulla caution chiamata tardivamente per l’incidente di Cody Ware a un giro e mezzo dal traguardo. Un incidente del quale in settimana escono anche gli on board e la lista dei danni per la #51, danni che rendono ancora più incomprensibile la scelta di non mostrare immediatamente la bandiera gialla.

Malgrado le botte, Cody è regolarmente in pista insieme alle altre 36 auto (l’unica Open è ancora la #78 di Katherine Legge). Sabato è tempo di libere e qualifiche su una pista che, seppur riasfaltata pochi anni fa, è già molto scivolosa e i numerosi errori dei piloti ne sono la testimonianza.

Pronti via e il primo a finire in testacoda in curva2 è Michael McDowell che, dopo Chicago, aveva promesso la rivincita a Sonoma. Dopo la #71 è la volta del compagno di squadra Haley (con conseguente veloce bandiera rossa per il polverone sollevato) e Keselowski; a fine gruppo1, in maniera strana in uscita dall’ultimo tornante, Hocevar finisce addirittura nella vecchia Gilligan’s Island per completare la tripletta Spire Motorsports. Nel gruppo2 leggeri fuori pista per Briscoe e Gibbs. Il più veloce alla fine della sessione è Allmendinger (1’15.950″) davanti a Gibbs ed un van Gisbergen che si dice tutt’altro che felice della vettura.

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Poi si scende in qualifica e piloti e team hanno capito che per ottenere il giro veloce ci vogliono due giri lanciati, anche su più tentativi e questo rende vivaci le prove ufficiali. Nel gruppo1 Suárez è a lungo al comando, poi nel finale viene superato da Byron, che si prende la pole provvisoria, e McDowell. La Legge salta la sessione per guai ai freni.

Il gruppo2 nei primi minuti è uno show che vede ben sei piloti infilarsi fra Byron e McDowell fino al momento in cui van Gisbergen scende in pista e sale al comando, ma lo fa per soli 0.011″ su Briscoe. E allora nel secondo tentativo, durante il rush finale, il neozelandese torna fuori dalla pit lane e, evitando il taglio di Logano in curva2 per evitare la #38 a rilento e poi il testacoda di Blaney in curva4, si migliora consolidando la pole position.

SVG dunque conquista – a livello NASCAR – la quarta pole consecutiva (equamente divise fra Cup e Xfinity Series) con un 1’14.594″ che batte di un quarto esatto di secondo Briscoe; a completare la top10 Byron, Chastain, Allmendinger, Gibbs, Blaney, Reddick, Bowman (bravo e coraggioso nel cercare di seguire la #88 nel giro lanciato) e Bell alla gara numero 200 in Cup Series.

Domenica, malgrado questa a Sonoma sia la prima gara della Cup Series organizzata a luglio e non a maggio/giugno, non fa caldo e la temperatura è piacevole. A cercare di alzare il fuoco ci pensano i quarti di finale dell’In-Season Challenge con i seguenti abbinamenti: Ty Dillon (dalla testa di serie #32) vs Bowman, i compagni di squadra in Legacy Nemechek vs Jones, Preece vs Reddick e Gibbs vs Smith.

Dopo un weekend tranquillo dal punto di vista tecnico (nessuna retrocessione in griglia) può partire la tradizionale corsa sui 110 giri (25, 30 e 55 giri per le stage) in cui gli occhi di tutti sono sull’asfalto molto insidioso e scivoloso.

Alla bandiera verde van Gisbergen non ha problemi e già in curva2 è da solo al comando seguito dalla coppia Briscoe-Byron mentre Chastain e Gibbs completano la top5 difendendosi da Allmendinger che arriva un po’ impiccato in curva4 ma che riesce a superare Reddick. Un po’ di ingorgo in coda con qualche piccolo contatto, ma nulla di rilevante a livello di danni (McDowell è un po’ preoccupato, ma viene rassicurato dal muretto) se si esclude il leggero fuori pista per Buescher.

Gli occhi di tutti sono sui primi giri di SVG perché, come ormai ben noto, il neozelandese non ha ancora capito come sfruttare al meglio gli pneumatici che – a freddo – hanno pressioni relativamente molto basse, al punto che Shane riceve feedback totalmente sballati fin quando la situazione si assesta. Inoltre, a Sonoma con la situazione di grip presente (o meglio, assente), una delle soluzioni più immediate per guadagnare aderenza sarebbe proprio quella di abbassare ulteriormente le pressioni, in sintesi un potenziale circolo vizioso soprattutto per la #88.

Già in chiusura di primo giro Briscoe riprende il leader, ma non arriva un vero e proprio attacco, i piloti in top10 si allungano in fila indiana e a pagare questo assestamento è Reddick che perde ulteriori posizioni. La battaglia vera è ai margini della top30 con Keselowski, Ty Dillon, Wallace, Hocevar e Gragson a scambiarsi favori e attacchi. A pagare dazio inizialmente è Bubba, poi però la prima vera crisi di assetto è quella di Carson. Lotta anche fra Preece e Nemechek e ad approfittarne è Suárez.

Ad aiutare ad assestare la situazione a favore del neozelandese ci pensa Byron che al terzo giro supera al tornantino Briscoe portandosi al secondo posto e regalando 3/4 di secondo di margine alla #88. Sotto a Chase all’improvviso in difficoltà arriva anche Chastain, al giro successivo Ross passa agilmente nello stesso punto. Al quinto passaggio in top10 è la volta del sorpasso di Blaney su Gibbs per il sesto posto approfittando del mancato superamento di Ty nei confronti di Allmendinger in curva7. AJ allora ci prova pure lui su Briscoe, ma si deve riaccodare.

Al sesto giro c’è il primo vero break (per rimanere in tema tennistico in una domenica trionfale per i colori italiani) di van Gisbergen che lascia Byron a 1.2″ e Chastain a 3.5″ di distacco. Se la corsa nelle prime posizioni si mantiene dinamica, a centro gruppo le manovre non mancano: in curva2 c’è un contatto fra Nemechek e Keselowski per restare in top20, Brad passa e pure Logano aggira la #42.

La fase positiva di Chastain, intanto, è già finita, Byron se ne va cercando di seguire il leader (gli dicono che è più lento di Shane solo in curva7) e così Briscoe lo riprende. Passano le curve ed i giri e arrivano anche i primi report via radio. Le parole d’ordine per quasi tutti sono “no grip” e “loose”. E uno di quelli che si intraversa di più è Gibbs che viene infilato da Bell in curva7 all’ottavo giro. Poco più dietro viaggia compatto il trio Hendrick con Larson ed Elliott che superano Bowman. Fra i piloti più in difficoltà, oltre al citato Hocevar, c’è anche Hamlin che esce dalla top20.

Inizia al giro 11 anche il crollo di Zane Smith che, dopo l’ottima qualifica in top10, vede Reddick aprire la porta venendo poi seguito da almeno un terzo di gruppo. In curva7, negli stessi istanti, Bell supera anche Blaney e si candida ad essere uno dei possibili avversari della #88 nelle fasi seguenti della gara. Briscoe, nel frattempo, al secondo tentativo supera nuovamente Chastain verso curva3 in pura accelerazione, Bell invece tenta il tuffo su Allmendinger in curva7, senza successo.

A metà prima stage, van Gisbergen ha 1.1″ su Byron, 6.3″ su Briscoe, 7.3″ su Chastain, 7.7″ su Allmendinger, 8.1″ su Bell, 8.6″ su Blaney, 8.9″ su Gibbs (che dopo un attimo di difficoltà ha approfittato delle lotte davanti a lui per riagganciarsi), 11.6″ su Reddick e 12.7″ su Smith che è stato affiancato da Elliott.

È in questo momento che Allmendinger perde una grande occasione, perché vede Briscoe scappare davanti a lui (e girare meglio di Byron) mentre Chastain inizia a perdere terreno per il sovrasterzo e fare un po’ da tappo. Bell lo passa di forza in curva7 e Blaney lo segue al tornante. Per AJ un potenziale +1 diventa invece -2. Bell invece è più efficace ed ai -11 e infila Chastain sulla salita e anche qui Blaney è rapido nell’approfittarne in curva7, invece Allmendinger si deve ancora accodare.

A proposito di coda, in fondo al gruppo due i piloti preoccupati con Legge che pensa di avere problemi al motore e Jones che ha un detrito sulla griglia. Soffre anche un Busch silenzioso ma che precipita fuori dalla top20, passato da un Wallace in grande recupero, poi addirittura oltre la top30.

Van Gisbergen, intanto, è andato in progressione. Malgrado anche lui senta la posteriore sinistra andare progressivamente in crisi, ha portato il suo vantaggio su Byron ai -9 a 3.1″. Chi invece va all’improvviso in crisi nera è Kyle Larson, un Larson che conferma la flessione della forma e perdurante dalla deludente esperienza del Double Duty. Kyle quasi non sta in strada, il primo a passarlo è McDowell, poi è la volta di Logano, dunque Suárez (di forza) e molti altri.

Si entra nella fase strategica: ai -5 (quando SVG ha ormai 5.0″ su Byron, 7.8″ su Briscoe, 9.5″ su Bell e 10.3″ su Blaney) è Cindric, in quel momento 17°, il primo ad andare ai box, ai -4 è la volta di Blaney, Buescher, Nemechek, Larson e Smith, ai -3 (mentre Briscoe inizia a vedere Byron) in pit lane ci va una decina di auto. Ai -2 la pit lane viene chiusa da van Gisbergen, Byron e Briscoe. A tirare dritto è Ross Chastain.

Il finale di stage però regala sorprese: in uscita dai box Briscoe è davanti al compagno di squadra Bell che sta arrivando di slancio con gomme calde, Christopher ci prova in curva2 ma perde il controllo e rischia il patatrac con la #19. Bell finisce in testacoda e Allmendinger deve frenare per evitare la Toyota che sta rientrando in pista. Un’ulteriore sorpresa arriva all’ultima curva: van Gisbergen è uscito dai box agilmente al secondo (!) posto, sta gestendo le gomme negli ultimi metri e quasi non si accorge del ritorno di Wallace, che non ha pittato, al tornante. Si sfiora il contatto, ma le posizioni non cambiano.

Chastain vince dunque con ampio margine la prima stage davanti a van Gisbergen (+20.7″), Wallace (+21.5″), Stenhouse (+23.0″), Byron (+26.5″), T.Dillon (+26.9″), Briscoe (+30.4″), Blaney (+31.2″), Gibbs (+31.4″) ed Elliott (+34.9″); Bell è scivolato al 18° posto – ma le posizioni nette perse sono solo quattro – nessun lucky dog in quanto tutti a pieni giri, inclusi Hamlin, Hocevar e Legge.

Nell’intermezzo si completa il primo giro di soste senza azzardi strategici. Allmendinger via radio comincia con la sua completa autoflagellazione in cui si dice incapace di trovare una soluzione per l’assetto, Busch non riporta ancora nulla se non uno stringato “multiple adjustments”, Larson vede un “mostruoso” cambio di pressioni delle gomme nel pit stop, Bell accusa un piccolo problema al cruscotto, speeding per Custer e Legge.

Alla ripartenza van Gisbergen, dunque, precede Byron, Briscoe, Blaney, Gibbs, Elliott, Allmendinger, Bell, Reddick e Buescher con Chastain 24° dopo essere uscito per primo dalla pit lane. Bandiera verde con 26 giri netti da disputare nella seconda stage e SVG per poco in curva1 non è già solo al comando. Byron dall’esterno si difende su Briscoe che, a sua volta, è attaccato da Blaney. Ryan poi, verso curva4, viene tenuto largo proprio da Chase e deve mettere due ruote sull’erba in frenata. La #12 sbanda e così perde ben quattro posizioni.

Ma i colpi di scena della seconda stage sono solo all’inizio: mentre Byron si incolla ad un van Gisbergen ancora prudente, tutto da solo al giro seguente Allmendinger finisce in testacoda in curva2, forse seguendo troppo l’aggressività di Briscoe e Gibbs davanti a lui. E AJ butta al vento così forse la chance più a portata a mano di vincere in questa regular season.

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Nella stessa tornata anche Nemechek finisce in testacoda, ma nelle Esses, vittima di un 3-wide con Herbst e Cindric che si vede sbeccare il muso.

Nuovo giro, altri fuori pista: Elliott mette pure lui due ruote sulla terra, sempre nella temibile curva2 che, oltre al poco grip, offre anche la differenza altimetrica come problema da affrontare. La crisi di Hocevar, intanto, prosegue con Carson che va ai box per cercare di salvare il salvabile, peggiorato da un bloccaggio per evitare Nemechek fuori controllo davanti a lui.

Al comando SVG non è ancora scappato, ma gli inseguitori provano involontariamente ad aiutarlo con Briscoe che si tuffa al tornante, tuttavia Byron si difende. Ad approfittarne al giro successivo è allora Gibbs che prima si fa vedere in curva4, poi supera il compagno di squadra nelle Esses. A pagare leggermente dazio ora in curva2 sono Haley ed Hamlin. Allmendinger ha iniziato una furiosa rimonta da fuori top30, ma si arena ben presto, anzi dietro a Busch rimbalzerà pure di nuovo indietro.

Mentre via radio arriva la conferma che van Gisbergen sta completamente gestendo le gomme posteriori, vista la stage più lunga di cinque giri, dietro c’è ancora molto movimento: Byron viene avvisato che Gibbs non lesina l’uso del muso in battaglia, Blaney inizia a pensare alla piccola vendetta nei confronti di Briscoe, Bowman fuori dalla top10 con qualche guaio ai freni crea un po’ di tappo e viene infilato da Preece e da un Reddick che ha perso anche in questa occasione posizioni preziose a inizio stage.

Ai -18 SVG piazza un altro minibreak e il vantaggio “aumenta” a mezzo secondo, sembra poco ma è l’inizio dell’inevitabile, anche se Byron è convinto di poter dare di più sulla salita di curva2-3. Briscoe, intanto, forse inizia a sentire la presenza di Blaney che sta attaccando Bell al tornante, quindi ai -15 controsorpassa Gibbs in curva7. Ryan non si lascia perdere l’occasione e in curva11 ai -14 supera pure lui Ty, ma Chase ha forzato il ritmo, riprende Byron e lo supera in curva7 ai -13. Gibbs va in difficoltà (loose) e viene scavalcato anche da Bell.

Anche van Gisbergen inizia a sentire puzza di bruciato, ai -12 inizia a dare tutto e allunga fino a 1.5″ su Briscoe, poi prosegue nella fuga. Ai -11 anche Blaney supera Byron e così non ci sono più auto fra la #19 e la #12. Ai -10 arriva quello che non ci voleva in casa Trackhouse visto il momento storico: Chastain, in rimonta e nella top15 dopo la strategia diversa, vede davanti poco lontano un Logano che procede non al meglio, ma sbaglia la frenata al tornantino e così colpisce mandando in testacoda la vettura che c’è fra la sua #1 e la #22. E questa vettura è quella del compagno di squadra Suárez che preferisce non parlare come reazione a caldo e a freddo.

Mentre Blaney non stacca Byron e soprattutto non recupera su Briscoe, ai -9, non inquadrato sul momento, è successo un fatto che avrà rilevanza in seguito: un Gibbs in forte difficoltà viene raggiunto dal gruppo che lo segue. Al tornante Buescher lo tocca e lo manda largo e così Ty viene infilato anche da Elliott (che rischia l’incidente) e McDowell. La #54 prosegue, ma – evidentemente – non dimentica, poi viene superata anche da Preece.

Si entra nuovamente in territorio strategico, ma questo non ferma Buescher dal superare in grande recupero anche Bell per il quinto posto. Intanto SVG ha guadagnato poco più di 3″ su Briscoe. Iniziano le soste: ai -5 apre le danze Custer, ai -4 è la volta di Bell, McDowell, Reddick, Bowman, Cindric, Smith e Ware, ai -3 Byron, Buescher (che forza l’ingresso in pit lane e arriva sul paraurti della #24, poi supera William in uscita), Elliott e molti altri fra cui Gibbs e Keselowski, ai -2 van Gisbergen, Briscoe, Blaney e (per un pelo prima della chiusura della pit lane) anche Chastain.

Chi ha proseguito, alla caccia di almeno qualcosa vista la situazione, è Kyle Larson. Il suo problema è che van Gisbergen è uscito dai box nella sua scia. Può un pilota pittare prima della fine della stage, rinunciando sulla carta ai punti in palio pensando alla ripartenza successiva, vincere ugualmente la stage? Sì, se il suo nome è Shane.

La #88 riprende la #5 sulla salita all’inizio dell’ultimo giro, attacca in accelerazione da curva2 e, malgrado un piccolo contatto, passa in curva3. Van Gisbergen vince quindi la seconda stage davanti a Larson (+0.3″), Busch (+2.2″), Wallace (+4.3″), Stenhouse (+4.9″), Briscoe (+6.5″), T.Dillon (+6.7″), Buescher (+7.7″), Blaney (+10.4″) e Byron (+11.6″); lucky dog per Hocevar, unico doppiato in pista dopo la sosta fuori sequenza in precedenza.

Mentre si completa, anche qui senza sorprese, il secondo giro di soste (speeding per T.Dillon, lungo pit per Allmendinger), emergono dai social immagini di quanto successo poco prima in pit lane: una mezza rissa fra i meccanici di Keselowski e Gibbs. Cosa è successo? Alla sosta dei -3, Ty è entrato nello stallo in maniera molto aggressiva e facendolo tocca la ruota portata da un meccanico di Brad (che poi completerà il pit malgrado una storta al polso) che sta arrivando anche lui nello stallo.

Si capisce fin da subito che Gibbs abbia un po’ esagerato nella manovra (non è la prima volta che Ty si comporta in maniera sregolata in pit lane), forse alla ricerca di una qualche vendetta nei confronti di RFK vista la toccata subita poco prima da Buescher. Alla fine però tutto si placa, con i meccanici che vengono separati e la NASCAR che, vedendo le immagini, clamorosamente dice che Gibbs nell’ingresso nello stallo non ha violato alcuna regola (potrebbe essere anche vero, ma Ty non ha fatto nulla, anzi, per evitare il contatto) e quindi non ci sono penalità in arrivo per la #54.

Alla ripartenza, dunque, van Gisbergen guida su Briscoe, un arrembante Buescher, Blaney, Byron, Elliott, Bell, un McDowell in recupero metodico, Preece e Gibbs, con Larson (primo in uscita dai box) 24° così come lo era Chastain in precedenza.

La ripartenza arriva a 51 giri dalla fine (quando un pieno ne dura circa 40) e con un leader un po’ preoccupato dal numero di marbles fuori dalla traiettoria e che potrebbero complicare la sua difesa della prima posizione. E infatti Briscoe scatta meglio della #88, i due rimangono affiancati fino a curva3, poi il neozelandese mantiene il comando. Dietro di loro Buescher si deve difendere da Blaney mentre a centro gruppo Gragson viene toccato (forse da Larson) e finisce nelle gomme fra curva3 e 4 riuscendo a ripartire.

Anche in questa fase van Gisbergen controlla la situazione generale più che gli avversari dato che questi sono più impegnati a lottare fra di loro che seguire la #88 che, comunque, non vuole forzare ancora. Elliott prova ad entrare sulla scena attaccando Byron al tornantino ma si deve riaccodare mentre Preece poco prima era stato mandato largo in curva2 in un contatto con Gibbs e un’altra vettura.

Subito dopo, però, arriva la caution ai -49. La solita fortuna colpisce Blaney che, dopo aver attaccato Buescher al tornantino, affianca la #17 sul traguardo. In curva1 Chris finisce loose e perde leggermente il controllo forse un pochino stretto dalla #12, quel tanto che basta a toccare Blaney che finisce fuori strada appena dopo la fine del muretto esterno e termina la corsa in posti mai esplorati forse da una vettura dalla fine degli anni ’90: sulla scarpata, spiaggiato e impossibilitato a ripartire. In attesa dei commissari, Blaney perde un giro e ancora una volta mastica amaro per l’imprevedibilità degli incidenti in cui viene coinvolto. Per sua fortuna, il diffusore non è stato troppo danneggiato.

Nei pochi secondi che trascorrono fra l’incidente di Blaney e la bandiera gialla era avvenuto un altro guaio: in curva2 Wallace perde il controllo in un incontro ravvicinato (forse senza contatto) con Suárez e per evitare l’ingorgo improvviso a finire in testacoda è Hamlin che quasi si tocca con il suo dipendente.

Manca ancora troppo al traguardo, ma qualcuno ha già capito che bisogna seguire una strada diversa per vincere: ai box vanno McDowell (dal sesto posto), Cindric, Suárez, T.Dillon, Jones, Legge, Hamlin e Gragson a fare il pieno fino all’orlo e a sperare in alcune caution che li portino fino al traguardo senza ulteriori soste.

Alla ripartenza dei -45 van Gisbergen guida su Briscoe, Byron, Buescher, Elliott, Bell, Gibbs, Preece, Bowman e Reddick, dunque con Tyler a sorpresa dietro alla #60 per il Challenge. Stavolta la #88 scatta meglio, ma deve ricorrere lo stesso ad un po’ di malizia in curva2 allargando in uscita con Chase che quasi mette due ruote sull’erba. Mentre il neozelandese scappa, Elliott ne approfitta con un sorpasso di forza immediato che Byron, dietro di lui, non riesce a replicare in curva4 e 7. Chase, però, reagisce e nel corso dello stesso giro si riprende la seconda posizione e così SVG ringrazia. Deve andare all’attacco anche Reddick che ci prova tre volte su Gibbs e all’ultima, in curva7, favorisce il sorpasso di Bowman su entrambi.

Per una volta van Gisbergen va all’attacco fin da subito, accumula quasi immediatamente 1.5″ di margine, ma poi non esagera e cerca di mantenere questo margine su Briscoe. Con un occhio sicuramente il muretto tiene sotto attenzione McDowell, ancora fuori dalla top20 e già staccato di 14″. I giri seguenti sono di attesa, anche per cercare di capire se arriverà una nuova caution a scombussolare tutto.

Ai -38 Custer apre il vero ultimo giro di soste, ma non viene seguito. Mentre van Gisbergen continua nella sua lenta progressione e Briscoe stacca Byron, un Keselowski in rimonta supera un Reddick a corrente alternata e che così favorisce indirettamente il compagno di squadra Preece. Ai -36 in curva7 prima Keselowski finisce nel panino fra Gibbs e Bowman con la #48 che finisce larga (Larson ne approfitta al tornante), poi Busch omologa la sua corsa finendo in testacoda tutto da solo. Kyle mestamente rientra ai box per il cambio gomme seguito al passaggio successivo da Herbst. Intanto Preece cede pure lui e nell’arco di quattro curve viene scavalcato da Gibbs e Keselowski, ma allo stesso tempo ringrazia il sorpasso di Chastain su Reddick.

La progressione di SVG è tornata inesorabile, ha accumulato 3″ su Briscoe e 6″ su Byron. Ai -31 Preece decide di smuovere la sua situazione e va ai box insieme a Nemechek. In questo passaggio di colpo van Gisbergen perde metà del suo vantaggio: sbaglia l’approccio in curva4, arriva ad un leggero bloccaggio, sbanda e finisce largo, ma tiene il controllo e riprende subito ritmo fin dal giro successivo.

Ai -30 si entra nel vivo e, mentre Elliott supera Byron, pittano Bowman, Smith e A.Dillon, ai -29 tocca a Buescher, Reddick e Logano, ai -28 ad Elliott, Keselowski, Allmendinger e Jones, ai -27 è la volta di Stenhouse e soprattutto Briscoe. Con McDowell a 28.6″ e metà stage alle spalle, van Gisbergen è chiamato a non osare ulteriormente e dunque al giro successivo va ai box per la sua ultima sosta. Né Shane, né la pit crew della #88 rischiano troppo, ma tanto basta a van Gisbergen di tenere la leadership virtuale.

Dopo le soste di Bell e Chastain ai -25, la prima posizione passa nelle mani di Larson, tuttavia gli occhi di tutti sono sulla #88 che è uscita dai box circa 3″ dietro a McDowell e 4″ davanti a Briscoe, ma la differenza più importante è che se fra Michael e Shane c’è solo Chastain, fra SVG e Chase ci sono ben cinque auto. Che il neozelandese non abbia avuto il bisogno di forzare al 100% finora lo dimostra il fatto che Elliott, uscendo dai box, firma il giro più veloce rubandolo a Shane per un solo millesimo.

Il giro di soste prosegue, ai -24 “si arrende” Ty Dillon, ai -23 Larson, Hocevar ed Hamlin (speeding), ai -22 Berry. McDowell ha preso il comando con van Gisbergen in recupero, ma comunque più lento di un Briscoe obbligato a forzare il ritmo. Il più veloce in pista, tuttavia, è Buescher che toglie il punto addizionale ad Elliott di quasi due decimi.

Ai -20 va ai box Haley, il quale riparte dopo una lunga sosta. Lunga sosta che si rivelerà fruttuosa a suo modo, dato che Justin prenderà il testimone del giro veloce da Bell (che aveva tolto qualche millesimo al tempo di Buescher) per tenerlo fino al traguardo grazie al suo 1’15.988″ (in confronto, SVG ha come miglior tempo un 1’16.163″ registrato poco dopo ai -16).

Quindi, anche senza personali record, van Gisbergen raggiunge McDowell ai -21 ed il sorpasso è quasi immediato in curva7. Il neozelandese ha perso metà del vantaggio su Briscoe (ora di 2.2″), ma nella manovra, nel complesso, guadagna qualcosa su Chase che scavalca la #71 al giro successivo in curva2. Michael proseguirà nei giri seguenti a perdere ulteriori posizioni. Briscoe prova a forzare ancora, ma è qui che Shane firma il proprio giro veloce.

Ai -15 van Gisbergen guida con 2.4″ su Briscoe, 5.0″ su Elliott, 7.2″ su Buescher, 9.8″ su McDowell, 10.2″ su Byron, 10.7″ su Bell, 13.9″ su Keselowski, 15.8″ su Gibbs e 17.9″ su un Cindric che è sulla stessa strategia della #71. Nei metri seguenti McDowell viene superato anche da Byron e Bell, poi arriva la caution a riaprire tutti i giochi. Proprio mentre viene in quadrato dalle telecamere parlando di quanto successo a Chicago, a due giri dalla sosta si stacca sulla salita di curva3 la posteriore destra di Cody Ware, il pilota tiene il controllo della #51 mentre la ruota rotola giù dalla collina. La beffa per Blaney è che il lucky dog sarebbe stato proprio Ware e invece non viene assegnato.

Manca relativamente poco al traguardo e dunque in molti cercano di ribaltare il possibile di una gara che sembrava già scritta. Van Gisbergen, ovviamente, è costretto a tirare dritto, Briscoe finta l’ingresso ai box, poi invece prosegue. Elliott dal terzo posto, invece va a cambiare gomme seguito da due terzi del gruppo.

Tirano dritto in 13 e sono van Gisbergen, Briscoe, Buescher, Byron, Bell, Smith, Hocevar, Stenhouse, Berry, Jones, Gragson, Haley ed Hamlin, a seguire con gomme fresche Elliott, Gibbs, McDowell, Keselowski, Preece, Larson, Cindric, Reddick e via via tutti gli altri. Unici doppiati Blaney (-1) e Ware (-3 dopo la penalità).

Bandiera verde ai -11, caution ai -11: mentre van Gisbergen rimane al comando da curva2 in poi su Briscoe con i due che allungano su Buescher e Bell, in curva7 c’è un ingorgo in cui, dopo un divebomb tentato su Berry, Gragson viene mandato in testacoda e nel parapiglia viene toccato da Haley, Preece (passaruota molto danneggiato), Larson, Jones (finito già in testacoda davanti a loro) e Gilliland. L’unico a finire ko, perdendo anche fluidi, è Noah che si ritira amaramente, mandato fuori pista due volte in pochi giri. Blaney è il lucky dog, ma non è fortunato nemmeno in questa fase perché recuperando il giro viene toccato da Busch che non si avvede della #12 in fase di sorpasso.

https://twitter.com/NASCAR/status/1944524236363911639

Malgrado la pulizia necessaria della pista, si prosegue dietro la pace car e così gli inseguitori perdono tempo prezioso. La nuova classifica vede SVG davanti a Briscoe, Buescher, Bell, Byron, Hocevar, Smith, Berry, Stenhouse, Haley, Elliott (+3 rispetto a prima), Reddick, McDowell, Logano, Gibbs, Busch, Hamlin, Suárez, Preece e Larson.

Bandiera verde ai -7, caution ai -7: van Gisbergen scatta leggermente peggio di prima, ma in curva3 mantiene la prima posizione; dietro di loro Bell supera Buescher ed è terzo. L’incidente arriva nelle Esses dove Stenhouse finisce nel panino fra Reddick e Gibbs e poi termina la sua corsa nelle gomme. Ware è il lucky dog mentre Cindric va ai box tutto solo.

Mentre anche in questo caso, malgrado la necessaria riparazione delle barriere, non viene esposta la bandiera rossa e quindi Elliott perde la chance buona. Van Gisbergen guida ancora su Briscoe, Bell, Buescher, Hocevar, Byron, Smith, Elliott (anche qui +3), Berry, McDowell, Reddick, Gibbs, Haley, Logano, Busch, Preece, Suárez, Keselowski, Hamlin e Larson. In ottica Challenge è ancora tutto apertissimo: Smith è davanti a Gibbs di cinque posizioni, Reddick di sei su Preece mentre JHN-Jones e clamorosamente Bowman-T.Dillon sono separati da appena pochi centimetri.

Si decide tutto in uno sprint di quattro giri. Alla terza ripartenza di fila, Briscoe riesce a prendere le misure a van Gisbergen e scatta meglio, la #88 riesce a prendere velocità solo grazie al deciso bump di Bell. I due viaggiano affiancati lungo la salita e ancora una volta vince la leggera malizia di SVG che in uscita di curva2 si allarga e costringe Chase a mettere due ruote sull’erba. La #88 scappa via.

Alle sue spalle c’è ancora lotta molto intensa: Hocevar punta Bell, ma si deve riaccodare e viene infilato da tutti quelli che aveva appena sorpassato poco prima, recupera allora Elliott con gomme fresche e passa Byron. La giornata sfortunatissima di Blaney ha come epilogo in curva4: Larson finisce in testacoda, forse toccato, forse no, ma in ogni caso Kyle non ha motivo per non tenere premuto il pedale del freno. Invece Larson preferisce andare d’inerzia all’indietro verso la pista, forse sperando in una rapida ripresa, tuttavia così facendo centra l’incolpevole Blaney che, da un possibile furioso recupero, è costretto al contrario all’ennesimo ritiro del 2025.

Ai -3 Shane guida con 0.9″ su Briscoe, 1.3″ su Bell e 1.7″ su Elliott, tutti gli altri sono praticamente fuori dai giochi. La #9 non è tanto distante, tuttavia dovrebbe sorpassare velocemente due auto per sperare nella vittoria. O almeno in una caution. La bandiera gialla non arriva quando in curva2 Berry tampona platealmente Hocevar (non si capisce se ci sia stato un precedente recente fra i due, ma dall’intensità del contatto è come se Josh si sia caricato sulle spalle tutte le lamentele dei colleghi nei confronti di Carson e le abbia condensate in una singola speronata) mandando all’aria l’insperata rimonta della #77.

Intanto Elliott ha superato Bell in curva4 ma nel complesso del giro perde un decimo dal leader: ai -2 van Gisbergen guida con 1.2″ sul primo Chase e 1.8″ sul secondo Chase. L’epilogo arriva pochi istanti più tardi: Elliott sbaglia incredibilmente curva2, mette due ruote fuori pista in uscita e viene ripassato da Bell. Il pilota Hendrick controsorpassa in curva7, ma ormai il guaio è stato fatto ed il neozelandese deve solo controllare l’ultima tornata.

Shane van Gisbergen vince pure a Sonoma, mettendo in bacheca un altro stradale della collezione dopo Chicago e Città del Messico, balzando anche in vetta alla griglia playoff a quota tre insieme a Larson, Bell ed Hamlin. SVG sul traguardo precede Briscoe (+1.1″), Elliott (+2.2″), McDowell (+3.4″) e Bell (+5.1″), a seguire Reddick, Gibbs, Byron, Logano e Busch. Keselowski 11°, Suárez 14°, Buescher 16° dopo aver perso molto terreno, Allmendinger 18°, Hamlin 20°, Chastain 24°.

Per quanto riguarda l’In-Season Challenge le emozioni durano fino al traguardo: Smith è finito nei guai al penultimo giro e quindi Gibbs ha avuto vita facile, Preece nel finale non ha avuto il modo di riprendere e passare Reddick, in casa Legacy non c’è grande gioia per un 28° e un 29° posto, ma Nemechek avanza ai danni di Jones. Per l’ultimo semifinalista l’esito arriva dall’ultimo tornantino: Ty Dillon mette in scena un perfetto bump&run sulla #48 che vale ben di più di un 17° posto, infatti Bowman viene eliminato dal tabellone mentre prosegue la favola della testa di serie #32.

4991 giorni dopo Kasey Kahne, una vettura sponsorizzata Red Bull torna a vincere in NASCAR e lo fa grazie ad un maestro degli stradali e dei burnout, in questo caso meno del punt dato che il pallone da rugby finisce corto nel garage e non arriva in tribuna. Fin dove può arrivare Shane van Gisbergen e solo Connor Zilisch potrà fermarlo? Solo il futuro ha le risposte pronte. Ora il neozelandese (solitario in vetta alle classifiche di tutti i tempi per i non americani) fa paura a tutti visti i playoff point guadagnati finora. Sugli ovali è in progressiva crescita e nelle ultime settimane dopo la top25 ha iniziato ad avvicinare la top20. Gli americani dicono che “The sky is the limit”, ma credo che la frase – a questo punto – valga persino per i kiwi.

I risultati odierni

La classifica della “Toyota/Save Mart 350”

La classifica generale

Così in campionato a 6 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2025

Il tabellone del NASCAR In-Season Challenge dopo il terzo round:

Le altre categorie

Xfinity Series: Zilisch è perfetto e batte van Gisbergen in un duello durato tutta la gara!

I prossimi appuntamenti

Mentre la Truck Series osserverà ancora un turno di riposo, NASCAR Xfinity e Cup Series nel prossimo weekend saranno impegnate sull’ovale di Dover. Appuntamento sabato per la categoria cadetta e domenica per la top class.


Immagine: twitter.com/RaceSonoma

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