P300.it ha intervistato Nyck de Vries, pilota di Toyota Gazoo Racing nel WEC e di Mahindra Racing in Formula E, durante la 6 Ore di Imola. Ecco come ha risposto alle nostre domande
da Imola – Nyck de Vries è un pilota intelligente, dinamico ed estremamente posato e professionale in tutto quello che fa. In quest’intervista l’olandese ci ha raccontato la sua carriera da una prospettiva diretta, senza escludere tecnicismi di vario genere.
Ciao Nyck, è un onore averti qui con noi. Per la prima domanda ti voglio portare indietro nel tempo. Come ti sei avvicinato al motorsport?
“Come molti dei piloti sono stato introdotto alle competizioni motoristiche da mio padre, che ha corso anche lui. Insomma, è stato lui a coinvolgermi in questo mondo fin da quando ero bambino. Tutto è cominciato così!”
Hai ottenuto un grande successo nelle formula, arrivando anche a vincere il titolo di F2. Puoi raccontarci di più riguardo a quel periodo?
“Ognuno si crea la sua strada, su cui cammina nel suo percorso. Quando ho cominciato io la Formula Renault era la principale categoria da cui partire dopo il karting, mondo nel quale mi sono trovato bene. All’epoca avevo firmato con McLaren. Lavoravo molto in quel periodo, come molti altri. Certo, è andata bene, ma, ripensandoci, le cose sarebbero potute andare meglio. Nonostante ciò è stato un bel periodo.”
Dopo che hai vinto la Formula 2 sei passato in Formula E. Come è arrivata questa opportunità?
“Ho vinto la Formula 2 nella mia terza stagione in quel campionato. Già durante quell’anno era chiaro che Mercedes volesse iniziare un nuovo progetto in Formula E. Ho avuto l’opportunità di considerarlo e loro hanno dimostrato interesse in me. L’anno precedente erano arrivati in Formula 1 molti piloti dalla F2, quindi non vedevo una chance realistica di salire di categoria. Mi sono quindi convinto che questo fosse il passo giusto per proseguire nella mia carriera.”
Nella stagione 2020-21 hai vinto la Formula E, diventando il primo campione del mondo olandese di automobilismo. Puoi raccontarci di più riguardo quella stagione?
“La stagione è stata caratterizzata da molti eventi. Insomma, è stata imprevedibile e molti piloti sono stati in lotta per il titolo fino alla fine. All’epoca c’era un format di qualifica che non sempre premiava il merito. Abbiamo avuto buon penultimo round a Londra, in cui abbiamo ottenuto due podi. L’ultima gara è stata un po’ caotica e abbiamo vinto il campionato. Sono stato felice di poter arrivare al successo assieme a Mercedes sia nella classifica piloti che in quella costruttori. Sicuramente è stata una bella annata!”
Inoltre sei riuscito ad avere la tua chance anche in Formula 1. Cosa ci puoi dire su quel periodo?
“Quando mi sono unito a Mercedes in Formula E sono stato coinvolto nella squadra e nella struttura del costruttore in tutto quello che riguarda il motorsport. Questo mi ha permesso di diventare pilota di riserva proprio di Merecedes e di diversi altri team in Formula 1. Fortunatamente per me e sfortunatamente per Alex (Albon n.d.r.) ho avuto la possibilità di guidare la sua vettura nel ruolo di sostituto a Monza. Visto che è andata molto bene, sono stato chiamato da Alphatauri per il 2023.”
Hai corso anche delle gare in Super Formula. Come è stato metterti alla prova su un’auto così particolare?
“Penso che la Super Formula sia la vettura più vicina alla Formula 1 tra quelle attualmente in circolazione. L’auto è velocissima e monta delle gomme buone. Penso che sia bello correre in Giappone. Apprezzo la loro cultura del motorsport. Ti dirò, il loro approccio alle competizioni è diverso rispetto a quello a cui siamo abituati in Europa. Sicuramente serve un po’ di adattamento, ma, a livello di guida, l’auto è riconoscibile perché, nonostante sia una monoposto veloce, è quello che c’è attorno a renderla speciale.”
Corri a tempo pieno nel WEC con Toyota dal 2024. Perché pensi abbiano scelto te?
“Dovresti chiedere a loro! Tornando seri, lavoriamo insieme già dal 2020. Ho passato 2 stagioni e mezzo nel ruolo di test driver con l’obiettivo di unirmi al team in seguito. Sfortunatamente non è andata in questo modo al primo tentativo, visto che ho fatto il mio piccolo ‘stint’ in Formula 1. Nonostante ciò siamo sempre rimasti in contatto. Toyota mi ha sempre supportato quando è arrivata l’opportunità di andare in F1 e mi ha riaccolto a braccia aperte quando è terminata. Li ringrazio per il sostegno. Sono molto felice di essere in questo ambiente.”
Quest’anno corri a tempo pieno sia nel WEC che in Formula E. Cosa cambia nell’approccio al weekend di gara?
“Ti dirò, sono sempre gare. Certo, le auto sono diverse, visto che si passa da un’elettrica a una Hypercar. Le endurance, generalmente, ti portano ad utilizzare un’ottica basata sul lungo periodo, quindi il modo in cui calcoli i rischi è diverso. Ti dico, gli elementi sportivi interni sono la principale differenza. In Formula E devi salvaguardare l’energia in gare prevalentemente di gestione, in cui bisogna sfruttare la scia e l’attack mode a proprio vantaggio. Il modo di correre in Formula E è più vicino a quello di una sprint.”
TI voglio porre una domanda complessa sul lavoro di squadra. Quale pensi sia l’ingrediente segreto per creare buone relazioni all’interno di un team?
“Penso sia ovvio che questo sia uno sport di squadra, indipendentemente dal fatto che guidi la tua macchina da solo o meno. In questo campionato, in cui devi condividere l’auto con dei compagni, è ancora più importante collaborare come una squadra per trovare il miglior compromesso fra tutti noi. Penso stia andando molto bene. Sarò sincero, è un privilegio poter condividere la macchina con Mike (Conway n.d.r.) e Kamui (Kobayashi n.d.r.), che hanno un ‘CV’ incredibile e che hanno scritto la storia. Mi sta piacendo molto il viaggio che sto compiendo con loro perché credo sia bello poter condividere con i miei compagni e con la squadra i nostri alti e bassi. Sicuramente siamo qui nell’interesse della macchina e della squadra, quindi non c’è ego e collaboriamo per mettere la #7 davanti a tutti.”
Torniamo un attimo alla Formula E. Cosa cambia, a livello di guida, fra la Gen 2 e la Gen 3 Evo, che è la macchina su cui corri ora?
“Sono abbastanza diverse! Nella Gen 2 avevamo il freno rigenerante sono sull’asse posteriore, mentre nella Gen 3 c’è anche davanti. Questo rende la macchina un po’ meno intuitiva perché ci sono molti più sistemi che interagiscono e che sono costantemente operativi sia durante i giri lanciati che durante la gara. Anche lo stile di gara è cambiato significativamente. L’effetto della scia è diventato maggiore, quindi guidare il gruppo è diventato ancora più penalizzante. Ti dirò, questa caratteristica è venuta un po’ meno quest’anno, visto che non tutte le gare sono state così ‘ciclistiche’, anche se a Miami è andata in quel modo. La Gen 2 permetteva uno stile di gara un po’ più tradizionale, mentre ora le corse stanno diventando più ‘ciclistiche’.”
Quest’anno ci sarà una concomitanza fra WEC e Formula E. Puoi già dirci quale a quale campionato parteciperai?
“Il tempo ti risponderà! So già cosa farò, ma non è mio il compito di parlarne in questo momento.”
Hai corso su molte auto diverse nel corso della tua carriera. Qual è la più bella che hai mai guidato?
“Penso che la LMP2 sia la miglior auto che abbia mai guidato, almeno per quanto riguarda l’esperienza completa, perché tutte le vetture sono molto simili e ogni squadra ha la possibilità di vincere, così come le varie lineup. Quando ho corso in LMP2 la griglia era molto competitiva e l’auto era gradevole da guidare. Sicuramente anche la classe Hypercar, che permette a moltissimi costruttori di combattere per la vittoria a Le Mans e nel WEC, è qualcosa di molto eccitante e divertente.”
Il tempo è tiranno, quindi abbiamo tempo solo per un’ultima domanda. Che obiettivi ti sei posto per questa stagione? Hai ancora qualche sogno nel cassetto?
“Non è un segreto che quest’anno proveremo a difendere il campionato costruttori nel WEC. Anche vincere a Le Mans è in alto nella nostra lista delle priorità. Se saremo così privilegiati, ci piacerebbe conquistare anche il titolo piloti. In Formula E abbiamo fatto dei grandi progressi, ma non sono certo di poter dire che stiamo lottando per i campionati. L’obiettivo è quello di migliorare costantemente per lottare nelle posizioni in top 10 e, perché no, in top 5.”
Ringraziamo Nyck per la disponibilità e Yannick di Toyota per aver organizzato l’incontro con il pilota.
Media: Toyota Gazoo Racing
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