NASCAR | Truck Series, Bristol #1 2025: Chandler Smith vince e convince in Tennessee

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 12 Aprile 2025 - 23:00
Tempo di lettura: 13 minuti
NASCAR | Truck Series, Bristol #1 2025: Chandler Smith vince e convince in Tennessee
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Gara sotto controllo per Chandler Smith che soffre solo nel traffico, poi trova la strada verso la vittoria a Bristol precedendo Larson


Dover retrocedere di categoria non è mai bello, soprattutto quando si pensa di avere invece il talento per essere promossi. Nel 2025 della Truck Series, almeno, di storie così ce ne sono state già due e per entrambi i casi c’è già stato il passaggio in victory lane: dopo Daniel Hemric a Martinsville, a Bristol ha vinto con merito Chandler Smith. Il pilota del Front Row Motorsports ha controllato la corsa nella fase iniziale e poi ha rimontato nel finale non sbagliando alcuna mossa tattica e nei sorpassi.

La gara

È un venerdì grigio quello di Bristol, in tutti i sensi. Tre lutti, infatti, hanno colpito il mondo nella NASCAR negli ultimi giorni. Al Pearce, uno dei decani dei giornalisti, Shigeaki Hattori, ex pilota anni ’90 in monoposto e poi team owner con cui ha vinto il titolo nei Truck nel 2018 con Brett Moffitt, e Jon Edwards, PR dell’Hendrick Motorsports, si sono spenti lasciando tutti un grande vuoto nel mondo delle stock car. Il weekend di Bristol, dunque, diventa il modo ideale per onorarli e ricordarli.

Il problema però è un venerdì freddo e piovoso che non tira su il morale. Prove libere e ufficiali vengono infatti cancellate per un po’ di pioggia, non troppo forte ma costante. Per fortuna la perturbazione è in allontanamento, il vento aiuta ad asciugare il cemento e all’ora prefissata (le 19:30 locali) ci sono circa 8 °C (4 quelli percepiti) ed una umidità che si trasforma delle volte in leggera pioggerellina.

I 35 iscritti, dunque, vengono messi in griglia per la seconda tappa del Triple Truck Challenge (50k$ di premio, 100k qualora Hemric concedesse il bis dopo Martinsville) tramite algoritmo e lo stesso Daniel si prende la prima posizione davanti ad Ankrum, Chandler Smith, Heim, Garcia, Rhodes, Friesen, Majeski, Riggs e Perez con gli outsider Kyle Larson (sulla #07 di Spire) 11° e Brandon Jones (sulla #1 di Tricon) 13°. L’unica modifica è una competition caution fissata per il giro 30, circa a metà della prima stage (65).

Dopo alcuni problemi radio per Fenhaus (saranno in molti ad avere piccoli problemi tecnici non essendo ancora scesi in pista), la gara può avere inizio. Hemric scatta bene mentre alle sue spalle Heim e Rhodes infilano Ankrum partito male.

I problemi (eufemismo) seri sono però in coda al gruppo. Pronti via e Carroll va ai box (pure con speeding), poi Byrd bacia il muro e anche lui deve andare in pit lane, Mallozzi dopo quattro giri prende la via del garage e non ne uscirà più. Questo terzo indizio, dopo quelli di Las Vegas ed Homestead, porta alla prova: la #2 del Reaume Brothers Racing è uno start&park. E non sarà finita qui per i guai in questa zona.

Tornando davanti, si scatena Chandler Smith che recupera terreno, entra in top5, approfitta dell’attacco di Rhodes su Heim per infilare Corey e tenerlo all’esterno, fatto che farà perdere posizioni alla #11, e si lancia su Hemric andando al comando in appena nove giri. Dietro di lui, Ankrum ripassa Rhodes e così la classifica vede Smith davanti ad Hemric, Ankrum, Rhodes ed Heim che però già sotto la pressione di Majeski.

Iniziano già dopo 10 giri i doppiaggi e Benning, Muniz, Carroll tornato in pista, e Tomassi dimostrano di avere grossi problemi ed è tutto più evidente guardando la differenza di velocità dai leader. A metà strada verso la competition caution arriva la prima bandiera gialla e non arriva per Byrd che rischia di travolgere Rhodes, bensì con il testacoda di Mosack a centro gruppo in una zona parecchio trafficata. Muniz è il lucky dog e la direzione gara decide che questa sarà la competition caution.

La cancellazione delle libere ha concesso un quarto set di gomme fresche e quindi c’è un po’ di spazio di manovra in più. Ai box vanno Caruth, Enfinger (due penumatici nuovi), Byrd, Muniz e Mosack e quindi si riparte con Smith al comando su Hemric, Ankrum, Heim, Majeski, Friesen, Jones, Rhodes, Larson e Riggs.

Si riparte con 41 giri da disputare nella prima stage inizia la saga di Norm Benning che si prende subito una penalità per cambio corsia, poi torna in pista rischiando di causare – stando alle voci dalla sala stampa – un big one “di dimensioni epocali”, poi viene richiamato ai box perché nello scontare la penalità ha commesso speeding, ma non sente la radio e quindi tira dritto rischiando la bandiera nera. Alla fine viene mandato nel garage e arriva il ritiro.

Davanti, nel frattempo, Chandler Smith scatta bene ed Ankrum torna secondo seguendolo, tuttavia Tyler non ne ha e deve più guardarsi (come a Martinsville) da Hemric alle sue spalle e così la #38 allunga; Majeski e Friesen completano la top5 mentre Heim finisce all’esterno e perde di nuovo terreno.

A sorpresa però è Hemric a cedere ai -30, Ankrum scappa via e Majeski lo infila seguito dal trenino alle sue spalle. Ricominciano anche i doppiaggi e la vista della #76 (senza servosterzo) e della #90 (ma anche la #02 e la #33) a passo d’uomo fa veramente impressione in confronto alle velocità dei leader. Sembra strano il report degli spotter che parla addirittura di fiocchi di neve, meno l’incidente che arriva poco più tardi.

Majeski ha raggiunto Ankrum per la seconda posizione e cerca di sfruttare i doppiaggi per il sorpasso, ma non capisce la manovra di Muniz, che rimane all’interno, e lo tampona. I due nella carambola si agganciano portiera contro portiera e nel viaggio contro il muro coinvolgono anche gli incolpevoli Friesen e Jones. Per Ty amaro ritiro, per gli altri pesanti danni. Tomassi è il lucky dog.

Siamo a poco da fine stage e ai box ci vanno Currey, Honeycutt, Gray, Heim, Ruggiero, Perez, Kligerman, Breidinger e Fenhaus. Si riparte per uno sprint di appena due giri sotto una leggerissima pioggerellina. La situazione non viene sconvolta troppo e Chandler Smith si prende il traguardo intermedio davanti a Rhodes, Ankrum, Riggs (sottosterzo e già in polemica con il PJ1 applicato sul cemento), Hemric, Larson, Crafton, Day, Garcia e Caruth. 23 a pieni giri in quanto il lucky dog è Mosack che recupera però solo uno dei due giri persi.

Al break vanno ai box solo Hemric (loose), Garcia e Tomassi (potrebbero andare in fondo alla gara tecnicamente da qui) poi si riparte per 53 giri netti. Green e subito caution: Caruth in uscita di curva si pianta non si capisce per quale motivo, Heim arriva sotto, tocca la #45 e Honeycutt non riesce ad evitare Rajah mandandolo in testacoda. Mosack ringrazia (meno Chandler Smith che aveva tentato la fuga immediata) e torna a pieni giri.

Dopo le soste di Day e Kligerman nuova ripartenza ai -45 con Smith ancora in controllo precedendo Ankrum e Currey che balza davanti a Riggs dopo un 3-wide con Rhodes; Heim ancora non convince e viene ripassato da Honeycutt.

Bayley si comporta bene, in pista è il migliore di quelli che hanno già cambiato gomme e, vista che la fase agitata della corsa sembra alle spalle, prova a guardare avanti. Non servirà, perché gli altri su gomme sempre più usurate e su un cemento non gommato, avranno un notevole degrado fino a rimanere sulle tele. Chi ovviamente è messo peggio con l’assetto di suo va prima in crisi e a sorpresa a precipitare subito sarà Riggs.

Chandler intanto è in fuga ed ai -25 ha 2″ di margine sulla coppia Ankrum-Currey mentre dietro di loro a cedere è ora Heim (ma Corey saprà gestire la situazione), poi sarà la volta di Larson. Ai -20 Bayley riesce finalmente a trovare il varco e si porta al secondo posto a 2.4″ dalla vetta, ma il suo vantaggio di gomme (61 giri più fresche) gli permette un facile recupero mentre Ankrum deve alzare il piede pure lui.

Ai -10 Currey raggiunge il leader mentre Ankrum approfitta della lotta alle sue spalle fra Rhodes, Crafton, Honeycutt ed Heim per difendere al momento il terzo posto. Il cambio di leadership arriva al giro 122 quando, nel traffico dei doppiati, Currey trova un varco dall’esterno, sfrutta il tappo involontario di Mills e passa Smith. Ankrum, invece, galleggia fino ai -2, poi Honeycutt apre il varco in cui si infilano tutti.

Currey vince la sua prima stage in carriera davanti a Smith (+1.6″), Honeycutt (+3.9″), Heim (+4.2″), Gray (+4.4″), Ankrum (+4.6″), Crafton (+5.7″), il teammate Garcia (storie tese fra i due via radio, +5.9″), Rhodes (+6.8″) e Day; a pieni giri solo altre otto vetture e sono Enfinger, Larson, Caruth, Hemric, Ruggiero, Perez, Kligerman e Wood. Breidinger è la lucky dog mentre Riggs è addirittura 23° dietro a Sutton, Mosack e Mills.

Al break altro scenario strategico: tutti vanno ai box tranne Caruth (che aveva cambiato gomme dopo il testacoda) e alla ripartenza precede Currey, Heim, Honeycutt, Gray, Smith (sosta non perfetta), Ankrum, Enfinger, Rhodes ed Hemric mentre in casa Spire si mastica amaro per lo speeding di Perez e, soprattutto, Larson.

Ripartenza con 109 giri da disputare e la curiosità sta nel capire finché reggerà Caruth con pneumatici più usurati di 54 giri, soprattutto pensando al fatto che gli altri sono andati in crisi dopo circa 100-120 giri mentre lui ha pittato con 169 tornate da disputare.

Alla bandiera verde Currey punta subito Caruth, ma non trova il varco, Rajah (che dopo la gara volerà a Homestead per la Formula E dove c’è stato uno scambio di vetture con Jamie Chadwick fra monoposto elettriche e l’omologo prototipo NASCAR) resiste e così Bayley decide di aspettare sulla riva del fiume. Dietro di loro c’è Heim, poi Gray ed Honeycutt, tuttavia Kaden ne ha di più, apre la porta e si infila anche Chandler Smith che rientra in top5.

Inizia così una fase di gara decisamente tranquilla e di attesa a gestire gli pneumatici su una pista non ancora gommata. Non manca ovviamente il movimento, ma è limitato e più indietro come il recupero di Enfinger che supera Hemric ed è sesto o quello di Ankrum su Rhodes per il nono posto. Larson, invece, è ancora 16°, bloccato dietro a Dye e ai doppiati.

Ai -91 una nuova caution: Friesen, in quel momento staccato di quattro giri, va all’interno della Breidinger, scivola e travolge la #5 che finisce a muro rovinandole una gara discreta dopo un brutto inizio di stagione. Toni uscirà dal garage dopo le riparazioni, ma ha perso la concentrazione e si rende protagonista di un involontario filotto: penalità per ingresso in pit lane chiusa al momento dell’incidente (il male minore quando si hanno dei danni), speeding nello scontare questa prima penalità, speeding nello scontare la seconda penalità, speeding nello scontare la terza penalità.

Riggs ringrazia con il lucky dog e va ai box con Rhodes, Wood, Larson, Mosack e Kligerman, tutti piloti alla ricerca di una scossa e di un rischio per un recupero finale. Si riparte ai -83 con Caruth ancora al comando su Currey, Heim, Honeycutt, Smith, Enfinger, Hemric, Gray, Ankrum e Ruggiero.

Caruth non deve nemmeno impegnarsi stavolta: la lotta fra Currey ed Heim (vinta da quest’ultimo) lancia la mini-fuga di Rajah che viene ovviamente ripresa poco più tardi; Honeycutt ed Enfinger completano la top5 con Grant che vive la fase migliore della sua corsa sorpassando Kaden poco più tardi. Larson si divincola alla perfezione e nel corso di una manciata di giri rientra in top10.

Mentre la rimonta di Mosack viene vanificata dalla batteria che si scarica con conseguente sosta ai box, Heim sembra mettersi pure lui in attesa e in gestione, conscio di non avere la vettura migliore per una volta. Il problema per lui è che Chandler Smith, ancora in difficoltà nel traffico, riesce a passare ai -65 Honeycutt. In coda altri guai: Byrd bacia il muro, Boyd riceve la bandiera nera per il passo gara troppo lento.

Il long run si fa sentire dopo una ventina di giri di calma ai -40: Caruth ormai non pitta da 130 giri… e invece a crollare è Enfinger passato in successione da Smith ed Honeycutt dopo una battaglia molto dura con due larghi che quasi mandano a muro la #38 e la #45. Grant non riesce a chiudere la porta e deve lasciare strada anche ad Hemric (sorpasso “alla Zonta” insieme ad Honeycutt), Larson ed Ankrum dopo che Kyle ha faticato tanto a superare Tyler.

Questo passaggio risveglia Chandler Smith che lascia sul posto Honeycutt e torna sotto ai leader formando un quartetto al comando. Il momento di svolta è nei giri seguenti ai -30: Heim passa all’attacco e trova il varco all’esterno proprio mentre alle sue spalle Smith supera Currey. Corey chiude il sorpasso su Caruth che non ha il tempo nemmeno per reagire che di slancio arriva Chandler e supera pure lui. Ormai per Rajah non c’è più nulla da fare e nell’arco di un paio di tornate perde anche la terza piazza.

Dietro di loro Hemric è stato balzato da Larson ed Ankrum, ma non ce se ne accorge perché, proprio mentre Smith sta preparando in fretta l’attacco anche ad Heim (che si salva col doppiato Mills), ecco che ai -23 arriva la caution a sorpresa. Cosa è successo? Tutti non capiscono, ma pare che qualcuno capti il fatto che la pioggerellina (mai del tutto andata via) si sia trasformata in due gocce di pioggia vere e proprie. Nel complesso però la situazione generale non è cambiata, la pista è ancora a posto, il radar non vede grosse nuvole e quindi è più che comprensibile la rabbia di Smith per una caution inutile (lucky dog per Sutton dalla 20esima posizione).

È l’ultima chance per ribaltare la corsa: Caruth ovviamente va ai box ma lo seguono Hemric, Enfinger, Day, Crafton (penalità), Gray, Wood, Perez e Kligerman, dunque tirano diritto in 11.

Bandiera verde ai -14, caution praticamente invariata: tutto fila dritto per mezzo giro, poi – purtroppo – la trasmissione di Currey (grande protagonista della corsa) salta e la #44 rallenta. Nel parapiglia Perez rimedia danni al muso che non giustificherebbero una caution per detriti che invece arriva. Raramente due decisioni sbagliate ne fanno una giusta, ma oggi succede invece questo perché Smith era partito molto bene e alla bandiera gialla era davanti a Corey per questione di centimetri.

Si riparte per uno sprint di sette giri con Chandler al comando su Heim, Larson, Riggs, Ankrum ed Honeycutt. Smith non sbaglia, Larson lo segue ma non ne ha per la #38 che va a prendersi una meritata vittoria.

Chandler Smith vince a Bristol prendendosi anche i 50’000$ di bonus del Triple Truck Challenge, ma soprattutto la vittoria che rilancia definitivamente la carriera dopo il ritorno nei pick up; Larson è secondo al traguardo davanti ad Heim, Ankrum, Rhodes, Riggs, Garcia, Honeycutt, Caruth e Ruggiero. Gara molto selettiva ma da dietro: 19 auto a pieni giri, poi Mills a -1, Tomassi a -4, Fenhaus a -7, Currey (DNF) a -13, Mosack a -16, Breidinger a -23, Carroll a -28, gli altri ritirati.

I risultati odierni

La classifica della “Weather Guard Truck Race at Bristol”

La classifica generale

Così in campionato dopo 6 delle 26 della NASCAR Truck Series 2025

I prossimi appuntamenti

La gara della Xfinity Series a Bristol inizierà fra pochi minuti mentre domani alle 21:00 ci sarà quella della NASCAR Cup Series con Alex Bowman in pole position. La Truck Series non si fermerà a Pasqua e venerdì prossimo farà il grande ritorno sull’ovale di Rockingham.


Immagine: Media NASCAR

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