La prestazione maiuscola dell’australiano fa capire che per il Mondiale sarà, probabilmente, una corsa a due
Se qualcuno si fosse chiesto, dopo l’Australia, se Oscar Piastri potesse davvero rappresentare il solo ed unico avversario di Lando Norris nella rincorsa al titolo del campionato di F1 2025, il GP della Cina ci ha sicuramente fornito una risposta lampante. L’australiano non ha battuto ciglio dalla partenza fino al traguardo, involandosi verso un dominio incontrastato e incontrastabile, con una sicurezza e una fluidità alla guida da 10 in pagella.
Il suo fine settimana, nel complesso, è stato il migliore in assoluto, soprattutto se paragonato a quello di Norris. Dove l’inglese ha sempre sbagliato, nelle due qualifiche, Piastri ha prima rimediato un terzo posto, nella manche breve del venerdì, e ha poi conquistato la prima Pole Position della carriera al sabato. La partenza al palo è arrivata dopo una Sprint convincente, nella quale ha chiuso al secondo posto alle spalle del solo Lewis Hamilton, per cui c’era da aspettarsi un Oscar piuttosto combattivo anche nel corso della gara domenicale.
Così è stato, anche se, in realtà, le battaglie Piastri le ha osservate probabilmente sui maxischermi del circuito. Fin dal via, nessuno è riuscito ad impensierire il nativo di Melbourne, che ha rimesso in campo doti già ammirate durante la sua crescita nelle formule minori, come ad esempio la capacità di prendere e scappare via lasciando gli avversari senza possibilità di replica. Se le sue due precedenti vittorie, ottenute entrambe l’anno scorso, sono arrivate in circostanze piuttosto discusse (l’ordine di squadra impartito a Norris in Ungheria e la famigerata ala posteriore McLaren a Baku), quella cinese è un’affermazione “pura”, senza appello alcuno, ma frutto semplicemente di una fiducia col proprio mezzo e di un livello di competitività irraggiungibili per chiunque.
Vittorie come queste, si sa, fanno bene soprattutto moralmente. Alla batosta dell’Australia, sua gara di casa, Piastri non avrebbe potuto rispondere in maniera migliore. Questo, però, non dovrebbe stupire più di tanto. Il classe 2001, da sempre, ha mostrato una forza mentale e una capacità di rialzarsi dopo una brutta sconfitta superiori alla media. La prima qualità, specialmente, è osservabile nei suoi comportamenti, sempre pacati e mai sopra le righe, che hanno già fatto scattare in passato il paragone con un altro “freddo” della F1: Kimi Raikkonen. Se il confronto con “Iceman” non può ancora reggere sul piano del curriculum, può calzare ed è interessante a livello caratteriale.
La velocità pura, in ogni caso, non è certo mancante. La testa, però, in molte circostanze fa tanto di più e questo Piastri lo ha dimostrato nel corso di tutto il weekend. Era infatti Norris a venire dallo champagne di Melbourne, nonché colui che si presentava all’avvio della trasferta asiatica da leader del Mondiale. Al contrario, l’australiano si era leccato le ferite dopo un nono posto deludente, frutto principalmente della sua uscita di pista e successivo rientro dopo però numerosi secondi. A Shanghai, quasi tutto si è ribaltato. Benché non perfetto al 100% nel complesso, Oscar è risultato assai più efficace di Lando, mancando sì una Pole al venerdì, ma raccogliendo praticamente il massimo dei punti tra sabato e domenica.
Per questo motivo, unito ovviamente alla straordinaria McLaren a sua disposizione, Piastri si presenta come il vero ed unico antagonista di Norris nella corsa al titolo 2025. La superiorità tecnica del team di Woking, al momento, impedisce a chiunque di tentare anche una timida rimonta nei suoi confronti, lasciando i propri alfieri soli al comando e liberi di lottare tra di loro. Quanto, poi, lo capiremo nel corso della stagione. Tanto passerà ovviamente dalle loro prestazioni, da quanto l’uno o l’altro dovesse dimostrarsi dominante oppure più incline all’errore sotto pressione. Di certo, Oscar non è il tipo che cede facilmente alle emozioni. E la sua freddezza, insieme all’esperienza accumulata negli ultimi due anni, potrà rivelarsi determinante in un assalto al Mondiale che si preannuncia, salvo scioccanti sorprese, a fortissime tinte papaya.
Immagine di copertina: Media McLaren
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