Bubba Wallace e Austin Cindric si aggiudicano i due Duel a Daytona, caratterizzati da lotte accesissime. Chase Briscoe sopravvive malgrado un detrito centrato e conserva la pole position per la Daytona 500
Ancora una volta le tecnologie adottate dalla NASCAR si rivelano lo strumento più adatto per evitare qualsiasi controversia. Solo l’analisi parsimoniosa dei direttori di gara ha infatti permesso di scoprire il verdetto della seconda gara di qualificazione senza che ci potesse essere alcun tipo di equivoco. Il primo paragrafo di oggi è tutto dedicato al Deus Ex Machina di questa serie, che, nel bene o nel male, dovrà tentare di influenzare il campionato nel modo più consono possibile, ossia ricoprendo al meglio proprio ruolo.
L’appuntamento inaugurale della NASCAR Cup Series, come da tradizione, è la Daytona 500. Per qualificarsi alla corsa più prestigiosa del campionato, i piloti devono affrontare The Duel at Daytona, una gara dalla lunghezza ridotta che permetterà ai più veloci di “ricevere il pass” per la competizione della domenica sera.
La lunga stagione delle serie NASCAR inizia al Daytona International Speedway, uno dei due superspeedway presenti nel calendario. Il circuito, costruito nel 1959, non è mai cambiato radicalmente, rimanendo sempre un ovale a 4 curve dalla lunghezza di 2.5 miglia (o 4 km), da percorrere sempre a pedale destro abbassato. L’ampio banking e le folli velocità che vengono raggiunte rendono la pista più veloce della Florida famosa per la possibilità di assistere a grossi incidenti, soprattutto nel finale di gara.
Il The Duel at Daytona ha una storia davvero lunga, a dispetto di quanto si possa pensare. La presenza in calendario di una gara molto breve a Daytona continua ininterrottamente dal 1959, anno di costruzione dell’autodromo. I cambiamenti di format sono stati moltissimi, ultimo dei quali l’allungamento della prova alla sua lunghezza attuale di 150 miglia (60 giri), avvenuto nel 2005.
L’entry list della Daytona 500 2025 è la più corposa da molti anni a questa parte, visto che proveranno a qualificarsi ben 45 vetture. Oltre ai 36 titolari, sono ben 9 i piloti part time che si sono iscritti all’evento. Beard Motorsports, come da tradizione, decide di partecipare alla prima gara dell’anno. Il team, che continua ad utilizzare una Chevrolet, si affida per il secondo anno consecutivo ad Anthony Alfredo, impegnato a tempo pieno in Xfinity Series con Young’s Motorsports.
Anche altre squadre schierano una Chevrolet. Live Fast Motorsports e NY Racing Team porteranno a Daytona due piloti di esperienza, ossia B. J. McLeod e J. J. Yeley. Storia diversa per JR Motorsports, che debutta in Cup Series con il campione in carica della Xfinity, Justin Allgaier. Il veterano, quest’anno, proverà a difendere il titolo della classe di mezzo proprio su una delle vetture del team di Dale Jr.
L’ultima Chevrolet part time è gestita di Trackhouse Racing. La squadra di Justin Marks schiera per la prima volta dopo un anno e mezzo la #91, vettura destinata ad ospitare leggende del motorsport. La star di giornata è il brasiliano Helio Castroneves, al debutto assoluto in NASCAR.
Rick Ware Racing schiera la sua seconda vettura, destinata a Corey LaJoie. Anche Garage 66 iscrive una Ford che verrà fatta guidare a Chandler Smith, quest’anno impegnato a tempo pieno in Truck Series a bordo del F150 gestito da Front Row.
Sono presenti, inoltre, anche due Toyota part time, entrambe guidate da leggende di questo sport. Legacy Motor Club schiera una terza Camry, affidata al patron del team, nonché 7 volte campione della Cup Series, Jimmie Johnson. Tricon Garage, invece, debutta nella classe regina grazie alla volontà di Martin Truex Jr., vincitore del campionato 2017, di partecipare ancora una volta alla “Great American Race” nonostante il suo ritiro da pilota a tempo pieno.
La qualifica è formata da due fasi. Nella prima tutti i piloti dovranno cercare il miglior tempo possibile nell’unico tentativo che hanno a disposizione. I migliori 10 passeranno al secondo turno, in cui dovranno definire la propria posizione di partenza grazie a un altro giro lanciato. Chase Briscoe, alfiere della Toyota #19 di Joe Gibbs Racing, riesce grazie a un buon 49.249″ a ottenere la pole position, la prima in assoluto per la casa nipponica per la gara più prestigiosa dell’anno. Il nuovo arrivato sarà affiancato al via dal rivale Austin Cindric, appena 76 millesimi più lento di lui. Il portacolori della Ford #2 del Team Penske inizia con grinta il 2025.
Il format unico della Daytona 500 permette alle due vetture part time più veloci di qualificarsi direttamente alla gara della domenica. Ad ottenere questo privilegio sono le leggende Martin Truex Jr. e Jimmie Johnson, rispettivamente ventiduesimo e ventinovesimo nella lista dei tempi.

Duel 1
Briscoe non scatta benissimo dalla corsia interna. Questo permette a Preece, esterno, di recuperare terreno sul polesitter fino a superarlo in uscita da curva 4 anche grazie alla spinta di Austin Dillon. Il nuovo arrivato in JGR, però, non vuole essere lasciato indietro.
Già al secondo giro, difatti, Briscoe si butta all’interno e riesce a recuperare terreno su Preece. Il pilota di RFK viene travolto in curva 3 dalla carica del polesitter che torna a guidare la gara, anche se lo farà per pochi secondi.
Al terzo giro entra in pista la pace car. Zane Smith perde il controllo della propria Ford in curva 4 e sbatte contro il muro probabilmente a causa di uno pneumatico dechappato. I danni sono evidenti e il giovane di FRM è costretto a ritirarsi. Moltissimi piloti sfruttano la caution per effettuare uno splash.
Briscoe scatta male al restart. Berry approfitta della situazione favorevole e, anche grazie alla spinta da Austin Dillon, si porta davanti al polesitter in uscita da curva 2. Il nuovo arrivato in Wood Brothers si porterà poi sulla corsia interna, tappando ogni possibilità di rivalsa dell’alfiere Toyota.
Berry tornerà poi esterno assieme ad Elliott alla prima curva del passaggio successivo, lasciando Austin Dillon a capo dell’inner lane. Il campione 2020 ha sfruttato il cambio di corsia per mettere nel mirino il leader della corsa che verrà circumnavigato proprio dall’alfiere in questione al termine dell’undicesima tornata.
Caution al giro 14: Chandler Smith si muove verso l’interno in curva 2 con un tempismo pessimo, probabilmente dovuto a una visuale limitata. Il nativo della Georgia, difatti, tocca la parte anteriore della vettura di Haley venendo sbalzato con forza contro le barriere poste a bordo pista. La Ford di Garage 66 rientrerà poi leggermente in traiettoria, andando a toccare Gibbs e Castroneves.
Le conseguenze dell’errore di Chandler sono nefaste anche per gli altri avversari citati, visto che Haley perderà il controllo della vettura pochi centesimi di secondo più tardi, andando a sbattere contro le barriere, mentre Castroneves verrà tradito dallo sbalzo presente tra la pista e il suo interno, che lo porterà, anche se a velocità piuttosto ridotta, contro le SAFER. Dei quattro, solo Gibbs potrà proseguire la corsa, anche se con grossi danni estetici.
Le possibilità di Chandler Smith di partecipare alla Daytona 500 si spengono così definitivamente. La stessa cosa, però, non avviene con Castroneves. Il brasiliano, difatti, può sfruttare una nuova regola che permette ad un pilota proveniente da un’altra serie di prendere parte ad un evento casomai non riesca a raggiungere la qualificazione per le vie tradizionali. Di fatto saranno quindi in 41 a prendere il via alla Daytona 500 2025 (anche se la #91 non otterrà alcun premio in denaro).
Tutti i piloti sfruttano la caution per riempire il serbatoio della propria vettura con l’obiettivo di raggiungere la fine senza compiere ulteriori pit stop. Alcuni, come, ad esempio, Briscoe, Preece e Allgaier, cambiano pure gli pneumatici durante il secondo periodo di neutralizzazione delle posizioni.
Berry scatta meglio di Elliott, situato nella corsia interna, e, grazie all’aiuto di Chastain, riesce a rubargli lo scettro. Il pilota Wood Brothers, difatti, prende la testa della corsa sul backstretch e, addirittura, blocca fisicamente il rivale di Hendrick in curva 4 portando il corpo della sua vettura davanti a quella guidata dall’avversario.
Berry tornerà poi all’esterno, lasciando a Elliott la possibilità di rispondere. Il campione 2020 si affianca al rivale in curva 2, ma la spinta di Chastain sulla Ford #21 non permette all’alfiere della Chevy #9 di tenere il passo del leader della corsa.
Al giro 22, però, Berry sembra sofferente, visto che zigzaga per una buona metà di giro fino a farsi raggiungere da Elliott, che, addirittura, la spunterà di pochi centimetri sulla linea del traguardo. I due restano affiancati per qualche miglio.
Sarà poi Elliott a mettere la parola fine a questa guerra di nervi. Nel corso del ventiquattresimo passaggio il ragazzo nato in Georgia si sposta verso l’esterno, costringendo Berry ad alzare il piede e ad uscire dalla scia. Austin Dillon conquista così la testa dell’inside lane che avanza a grandi passi. Il campione 2020 prova a difendersi dal rivale zigzagando.
Ci sono tutti i segnali dell’inizio di una battaglia all’ultimo respiro. Peccato che un detrito in curva 4, sull’asfalto da un paio di giri, costringa la direzione gara ad interrompere momentaneamente la lotta sul campo. Caution al giro 25. Allgaier e Gibbs decidono di sfruttare il momento di pausa per fermarsi sulla propria piazzola. Briscoe, invece, che ha centrato il detrito e danneggiato il muso, non avendo nulla da guadagnare e tutto da perdere, decide di ritirarsi nei box. Con questa mossa, non dovendo ricorrere al muletto, conserva la pole position per la Daytona 500.
Elliott viene nuovamente battuto al restart. Il leader della corsa, che ha scelto di partire interno, viene sopraffatto dalla forza del duo Chastain-Byron che, dopo averlo superato in curva 2, riesce addirittura a coprirlo fisicamente all’ingresso del frontstretch prima di tornare nella linea più vicina alle barriere.
Chastain pensa che l’inside lane sia più redditizia di quella in cui si trova all’inizio del trentesimo giro e, per questo motivo, ci si sposta. “Watermelon Man”, però, incappa in un errore importante visto che, nonostante la spinta di Elliott, è costretto a cedere lo scettro della corsa a Byron, prima suo alleato e ora suo principale rivale.
Nei superspeedway le amicizie cambiano rapidamente. Il vincitore della scorsa Daytona 500, difatti, subito dopo aver preso la testa della corsa, si muove verso l’interno sul backstretch, lasciando che sia Wallace a prendere le redini della corsia più veloce e, quindi, a condurre la gara. La leadership cambia nel corso del giro 31.
Le corsie si rimescolano nel corso del trentaduesimo passaggio e Wallace, impegnato a cercare di mantenere intatta la propria posizione di vantaggio muovendosi come un forsennato sul piano orizzontale, si ritrova a fine giro di nuovo a fianco di Byron.
I due si scrutano, si annusano, continuano a superarsi a vicenda per diverso tempo. Sul traguardo l’uomo di Charlotte è sempre davanti, ma nelle varie parti dell’ovale i due si scambiano più e più volte la testa della corsa per diverso tempo.
Il guizzo che cambia le carte in tavola avviene al giro 36, nel quale Wallace riesce ad allungare moltissimo sul backstretch, tanto da permettere a Preece e Reddick, i suoi diretti inseguitori, di passare sulla linea del traguardo davanti a Byron, oramai attardato.
Subito dopo Preece svolta verso l’interno. L’obiettivo è uno solo: strappare a Wallace la corona. Il nuovo acquisto di RFK si fa subito vedere aggressivo. In curva 3 è già appaiato al rivale e, alla seconda piega della tornata successiva, riesce definitivamente a imporsi sulla Toyota #23.
La leadership di Preece prosegue indisturbata fino al giro 40, nel quale avviene l’impensabile. Il pilota Ford, difatti, si sposta verso l’interno, ma il tempismo sbagliato lo fa quasi collidere con Wallace. Nel frattempo la testa della corsia esterna viene presa da Byron, che non lascia spazio al rivale. La Ford #60 scivola così in fondo al gruppo.
Wallace guadagna così la prima posizione. Il pilota Toyota, nonostante degli attacchi ben piazzati da parte di Byron, riesce a mantenere intatto lo scettro della corsa grazie al grande aiuto fornitogli da uno scudiero di eccezione, il compagno di squadra Reddick, sempre pronto a dare una mano (o, per meglio dire, una spinta) nelle situazioni di pericolo.
Dei detriti all’altezza del backstretch bloccano l’azione durante il giro numero 43. Berry, Truex Jr. e Hocevar sfruttano l’occasione per compiere una sosta rapida. Tutti gli altri, invece, sono concentrati a terminare la gara senza compiere alcuna deviazione verso la pit lane.
Al restart Wallace, spinto da Reddick, ruba la testa della corsa a Byron in curva 2 nonostante quest’ultimo si trovi all’interno. “Willy B”, però, non si arrende e sfrutta la velocità di Chastain per mettere il muso davanti a quello del rivale alla 3.
La corsia interna regredisce e Wallace ha un vantaggio sempre più ampio nei due giri successivi. Il nativo dell’Alabama e Reddick formano una coppia perfetta, in grado di battere la concorrenza di Byron, che, nel frattempo, ha lasciato la testa della corsia interna a Ty Dillon.
Il fratello di Austin recupera in fretta terreno e, già all’inizio del giro 51, è in grado di mettere il paraurti della propria Chevrolet davanti a quello della Toyota di Wallace. Sul traguardo, dopo qualche botta e risposta, Dillon è davanti.
Wallace, però non ci sta. Il pilota Toyota riesce, anche grazie al push delicato di Reddick, a superare Ty Dillon in uscita dalla quarta curva del giro 52. Non passano nemmeno due miglia e già si assiste alla risposta, con la #10 spinta da Byron che mette le ruote davanti a tutti all’ingresso di curva 3.
I passaggi successivi vedono il continuo botta e risposta tra Wallace e Ty Dillon, con quest’ultimo che riesce a rimanere davanti al rivale senza troppa fatica. Il nativo dell’Alabama riuscirà a tornare in testa solo per pochi metri tra il cinquantaseiesimo e il cinquantasettesimo giro.
Al giro 58 il duello fra Wallace e Ty Dillon diventa bollente. I due si scambiano più volte la leadership nel corso dei due passaggi successivi (anche se sul traguardo è sempre Bubba a terminare davanti), nel corso dei quali l’intero gruppo si prepara per l’ultimo assalto.
Bandiera bianca. Le posizioni davanti vengono stravolte da un piccolo impatto che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. Ty Dillon, difatti, viene toccato e spinto contro le barriere dal compagno di squadra Allmendinger. Il fratello di Austin, però, è autore di una manovra fenomenale che gli permette non solo di restare in pista, ma, addirittura, di continuare a lottare per i piazzamenti di alta classifica.
Bubba Wallace, pilota della Toyota #23 di 23XI Racing, vince così il primo Duel a Daytona. Byron, Ty Dillon, Chastain, Reddick, Allmendinger, Austin Dillon, Elliott, Allgaier e Busch completano la top 10 della prima gara di qualificazione.
Bubba Wallace conquista un risultato incredibile che gli vale la possibilità di partire dalla Daytona 500 in alta classifica. Certo, non avrà comunque nessuna certezza sul risultato finale, ma, nonostante ciò, potrà stare più tranquillo nel corso dei primi due stage.
Justin Allgaier, nono sul traguardo, conquista in pista la partecipazione alla Daytona 500. Saranno in pista anche Truex Jr. (miglior Open in qualifica) e Castroneves, grazie alla nuova regola delle vetture provisional, già spiegata nei paragrafi precedenti. Si conclude, invece, il weekend per Yeley e Chandler Smith.

Duel 2
Cindric scatta benissimo dall’esterno e subito si impone fisicamente sul compagno Logano. Le due Penske lavorano di squadra e decidono di spostarsi all’esterno a fine giro dopo aver fatto un po’ di vai e vieni sulle due corsie.
Questa manovra lascia lo spazio necessario a Hamlin per guidare la corsia interna. Il veterano, alla fine del secondo giro, è davanti al polesitter, e ci rimarrà per molto tempo nonostante qualche timido tentativo di attacco da parte dell’alfiere della #2.
Cala la quiete su Daytona fino al giro numero 16, nel quale si crea una terza corsia, guidata da Jones. Il pilota di Legacy Motor Club, aiutato dal patron Johnson, riesce entro la linea del traguardo a rubare a Hamlin lo scettro della competizione. Dopodiché i due compagni di squadra si sposteranno all’interno.
Blaney, passato alla guida della corsia esterna, riuscirà a recuperare i quasi omonimi quasi in tempo zero. Difatti, al termine del diciottesimo passaggio, il campione 2023 è già riuscito a mettere il paraurti davanti a quello della Camry #43.
Un cambio di corsia errato pochi metri dopo, però, permette a Jones e Johnson di tornare a guidare il gruppo senza preoccupazioni per molto tempo. I due, addirittura, avranno pure la possibilità di spostarsi all’esterno al giro 23.
A metà gara si accende un timido duello per la leadership fra Jones e Suarez, con il pilota Toyota che riesce stabilmente a imporsi sul messicano. La lotta per la testa della corsa resta su questi regimi fino alla comparsa della terza corsia.
Blaney, difatti, si mette a capo di questa serie di piloti “ribelli” e riesce a recuperare molto terreno e altrettante posizioni. Nel frattempo la leadership di Jones tentenna, tanto da venire avvolto a panino dal campione 2023 e da Suarez sul backstretch. Alla fine del giro 33 il messicano, inseguito da Hamlin, si trova in prima posizione.
Blaney, però, non si arrende. Il leader della corsia esterna attacca Suarez alla quarta curva del giro 34 e mette le ruote davanti prima della linea del traguardo. La situazione resta stabile per 4 passaggi, al termine dei quali sarà il messicano a mettere le ruote davanti al rivale.
Durante questo duello, al giro 35, Johnson inaugura la serie di soste in bandiera verde. Il 7 volte campione, però, compie la sosta in solitaria e rientra in pista ben distante dal resto del gruppo e senza scia. Sarà una mossa geniale dettata dall’esperienza oppure un errore clamoroso?
La risposta non si fa attendere molto. Già al giro 39, difatti, Jimmie Johnson viene doppiato dal gruppo di testa, che comprende il resto dello schieramento, formato da ben 21 partenti. Certo, gli altri devono ancora sostare, ma, per il momento, tutto sembra andare storto per la leggenda vivente.
Al giro 44 l’intera inside lane, formata da piloti del calibro di Suarez, Hamlin, van Gisbergen, Larson, Bowman, Herbst e Nemechek, decide di anticipare gli avversari e svolgere il pit stop. Blaney diventa quindi leader della corsa in solitaria.
La situazione di vantaggio in casa Penske dura poco, visto che l’intero team decide di fermarsi al termine del passaggio successivo assieme a molti altri piloti. Keselowski prende le redini della corsa per 2 miglia e mezzo, al termine delle quali svolgerà il pit stop assieme agli altri, ossia Buescher, Custer e Ware.
Il pilota della Ford #17 è il più rapido a svolgere la sosta e rientra in pista in cima al gruppo. Keselowski, suo compagno di squadra, lo segue a ruota. Questo gioco di scie permetterà al duo RFK di restare davanti a tutti fino alla caution.
Al giro 48, difatti, il flow naturale della competizione viene interrotto da un incidente. Cindric spinge male Buescher sul backstretch, causando una perdita di controllo (e di qualche miglio orario di velocità) a entrambi. L’effetto catena vuole che più indietro Bowman, che non si è accorto di ciò che è successo davanti, tocchi Suarez. Il messicano termina la corsa nelle barriere esterne, mentre il pilota di Tucson, Arizona, devia verso l’interno, colpendo nel frattempo pure il malcapitato Keselowski, unico ad occupare l’inside lane.
L’impatto contro le barriere è decisamente importante, tant’é che tutti e tre i piloti coinvolti saranno costretti al ritiro. Larson, Johnson e Nemechek sfruttano la quiete in pista per svolgere una sosta aggiuntiva.
La ripartenza premia il gioco di squadra di casa Penske. Cindric, difatti, nonostante sia interno, riesce a conquistare saldamente la leadership della corsa grazie all’aiuto di Logano che lo spinge nelle fasi iniziali. Buescher, leader dell’outside lane, termina il primo passaggio sotto bandiera verde il terza posizione.
“La stella di Prosper”, però, può contare su un alleato temibile. LaJoie, difatti, spinge il pilota di RFK Racing, che, al termine del cinquantacinquesimo passaggio, prende le redini della competizione. Cindric e Logano, chiaramente, non ci stanno e, nel corso del giro successivo, tentano con successo di strappare la corona a Buescher.
I due si scambieranno la leadership più volte (anche sul traguardo) nel corso dei passaggi successivi, creando molto spettacolo per i fan sulle tribune. All’inizio dell’ultimo giro, però, Cindric è stabilmente in vantaggio. Riuscirà il pilota Penske a vincere il secondo Duel?
Nella prima parte delle ultime due miglia e mezzo si crea una terza corsia vicino alle barriere, ma i piloti che la compongono non riescono a risalire. Jones, nel frattempo, si butta esterno e copre Buescher. Il pilota Toyota, già leader della corsa per molti giri, riesce a mettersi in pari con Cindric prima di superarlo a pochi centimetri dal traguardo.
Nel frattempo, più indietro, diversi cambi di corsia dell’ultimo secondo mettono fuori dai giochi Larson, van Gisbergen, Herbst, Alfredo e Ware. La direzione gara chiama la caution pochi istanti prima dell’arrivo sul traguardo.
Il live timing segna Erik Jones in prima posizione, ma sarà sua la vittoria? A quanto pare no. Dopo i festeggiamenti e l’esultanza dell’alfiere della #43, la NASCAR comunica il verdetto finale. La Ford #2 è ancora davanti alla Camry del rivale nel momento in cui la direzione gara ha neutralizzato la corsa.
Di conseguenza è Austin Cindric, in forza al Team Penske, ad aggiudicarsi il secondo Duel a Daytona. Jones, Buescher, Hamlin, Logano, LaJoie, Gilliland, Blaney, Nemechek e Bell completano la top 10 della gara di qualificazione del giovedì in prima serata (orario americano).
Austin Cindric ha deciso di dare il massimo nel Duel nonostante avesse già la matematica certezza di partire in prima fila nella gara della domenica. Il ventiseienne nato a Columbus, Ohio, è in formissima, e lo ha dimostrato ampiamente nel corso del weekend. Da vedere se riuscirà a mantenere lo stesso ritmo anche nella corsa principale, che si terrà questa domenica.
La sesta posizione permette a Corey LaJoie di strappare l’ultimo pass per la Daytona 500. Johnson, diciannovesimo e ultimo sul traguardo, non deve rammaricarsi, visto che ha già ottenuto la qualificazione grazie al ventinovesimo tempo ottenuto in qualifica. Il weekend in Cup Series di Alfredo e McLeod, invece, è ufficialmente terminato con ben 3 giorni di anticipo.

I risultati delle gare
I risultati del Duel 1 e del Duel 2 a Daytona
La griglia di partenza della Daytona 500 2025
La classifica generale
La classifica della NASCAR Cup Series 2025 dopo i Duel
I prossimi appuntamenti
Il programma del venerdì riparte nel pomeriggio americano. Alle 21.00 si terranno le qualifiche di NASCAR Craftsman Truck Series, seguite dalle prove libere di NASCAR Xfinity Series alle 22.35 e dalle Prove Libere 2 di Cup Series alle 23.35. La classe regina svolgerà una terza sessione di prova alle 21.05 di sabato. Il weekend si concluderà con la partenza della Daytona 500, in programma per le 20.30 di domenica.
Immagini: Media NASCAR
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