Mi sono imbattuto in questi giorni nella petizione su change.org con la quale si stanno raccogliendo, virtualmente, 150.000 firme per chiedere alla Dorna di eliminare la penalità inflitta a Valentino a Sepang.
Siamo un paese meraviglioso.
Mi fa sorridere quando leggo di certe sommosse popolari per questioni tutto sommato futili, come quella di cui si sta parlando. Ma anche per altre, insomma. Ricordo manifestazioni di vario tipo per retrocessioni calcistiche, per campagne acquisti inadeguate, uova marce tirate sui pullman delle squadre per una partita persa e via dicendo.
Mi viene da pensare che, tutto sommato, meritiamo quello che abbiamo. Riusciamo a provare indignazione per le sorti di miliardari in calzoncini o tuta e casco, seguiamo assiduamente processi mediatico/televisivi e, appunto, lanciamo petizioni a sostegno del nostro idolo. Ma, quando c’è da prendere in esame il nostro futuro, quello che graverà sulla nostra pelle, tutti piegati a novanta a lasciare rivettati alle poltrone i soliti noti: quelli che, Valentino Rossi o meno, ci guardano da lassù e ci prendono per scemi 365 giorni all’anno.
Non mi interesso di politica per scelta consapevolemente volontaria, ma non sono così cieco da non notare questa incredibile e assurda differenza nelle priorità della vita delle persone. Per le quali l’importante è ormai unicamente l’apparire, il farsi notare, essere alla moda. Dei perfetti cartonati che mangiano.
Quindi avanti con le petizioni, con gli striscioni, con la difesa dell’indifendibile, con il seguire quello che i media ci indicano e via dicendo.
E lo dico, lo sapete, da tifoso di Valentino. Queste sceneggiate fanno male anche alla sua immagine, non solo a quella di chi si impegna a morte per sostenere tesi inesistenti.
Per quanto MM si sia comportato da perfetto bambino delle elementari, un grande passo avanti sarebbe quello di riconoscere un errore. Provocato, certo, ma sempre di errore si tratta. E di sostenere Valentino, in quella che potrebbe essere l’ultima impresa della sua carriera, come e più di prima, perchè ne avrà molto bisogno.
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