Il cavillo di Austin è lo stesso che inguaia Verstappen nella difesa in Messico, con il tentativo di riprendere la posizione su Norris troppo azzardato
Come ci si poteva attendere il GP Città del Messico 2024 ha ripreso e ampliato le polemiche post Austin. Questa volta, però, Max Verstappen ha dovuto fare i conti con i commissari che sono stati inflessibili nei due corpo a corpo avuti con Lando Norris, rifilando al leader della classifica 10 secondi per ognuna delle infrazioni, avvenute tra l’altro a pochi secondi di distanza.



L’olandese, lo diciamo subito, è indifendibile su entrambe le manovre. Il primo tentativo di sorpasso di Norris lo porta ad essere davanti, all’esterno, all’ingresso di curva 4. Il margine è ridotto ma il muso della McLaren è avanti quanto basta per avere diritto di passare. L’olandese si porta verso l’esterno, paradossalmente più di quanto fatto ad Austin (sebbene negli USA fosse finito fuori anche lui). Lo si capisce da quanto la Red Bull si sposti rispetto rispetto alla Ferrari di Sainz. Tra le due monoposto c’è anche una piccola toccata.
Piccola parentesi: curva 4 dell’Autodromo Hermanos Rodriguez si presta molto a manovre di difesa e attacco aggressive, si è visto ripetutamente negli anni con polemiche simili e penalità varie: la soluzione, come per altri luoghi, sarebbe quella di sostituire la striscia esterna con della ghiaia, un deterrente che fa quasi sempre il suo dovere.

Christian Horner, nel dopo GP, ha mostrato ai giornalisti delle telemetrie per dimostrare che Norris è arrivato molto più veloce del solito (circa 15 km/h rispetto al miglior giro) e che difficilmente avrebbe completato la curva. Dimostrazione poco utile ed evitabile: le immagini chiariscono che l’inglese sarebbe stato al limite, forse fuori con le ruote di destra, ma non ha comunque senso lamentarsi della velocità in sé: lo stesso Verstappen porta spesso più velocità in curva quando attacca o difende, sfruttando al 100% quanto permesso dai regolamenti.



Se, comunque, la prima manovra rientra nelle difese durissime dell’olandese (Fosse arrivato lui alla corda per primo ci saremmo ritrovato in una nuova situazione alla Austin), la seconda va oltre. Dopo aver probabilmente valutato (erroneamente) che Norris avrebbe dovuto restituirgli la posizione, Verstappen è incorso nella classica chiusura di vena in curva 8, con il tentativo di riprendersi la posizione di forza su Norris ma senza ragionare l’attacco. Il risultato è stato un sorpasso avventato, che ha portato entrambi fuori pista con piccolo contatto annesso, il secondo in quattro curve. Una manovra decisamente evitabile e da nervi saltati.
Entrambi gli episodi hanno meritato la penalità. Sì può probabilmente discutere sull’entità, con la prima infrazione meno grave della seconda nelle intenzioni. In ogni caso, Verstappen ha chiuso a 11 secondi dalla coppia Mercedes: una sanzione più leggera per il primo caso non avrebbe comunque cambiato il corso della gara per l’olandese.
Se nelle precedenti occasioni Verstappen ha viaggiato sul filo dei regolamenti, che ha dimostrato più volte di conoscere alla lettera, questa volta le infrazioni sono inappellabili. Se si fosse limitato solo alla prima, il tutto sarebbe stato archiviato rapidamente come una restituzione di quanto successo ad Austin, sulla base tra l’altro della stessa regola applicata negli USA.
La seconda infrazione, invece, è più grave e porterà sicuramente altre polemiche sulla condotta di gara dell’olandese, già di suo storicamente contestato (spesso a torto, rispetto ad esempi passati di colleghi attualmente in pista) per il suo stile di guida.
Nelle ultime gare, comunque, è auspicabile il non ripetersi di certe situazioni dato che, soprattutto dopo Città del Messico, ogni sbavatura del campione in carica sarà messa ancor di più sotto la lente di ingrandimento.
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