F1 | Caos scorrettezze e penalità (o meno): Suzuka 2015, quando Hamilton diceva “Devi essere duro, io non sono qui per farmi amici”

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 23 Ottobre 2024 - 19:00
Tempo di lettura: 2 minuti
F1 | Caos scorrettezze e penalità (o meno): Suzuka 2015, quando Hamilton diceva “Devi essere duro, io non sono qui per farmi amici”
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Anno 2015, quando l’allora fresco tre volte iridato dava la sua opinione sul correre duramente in pista dopo la partenza di Suzuka con Nico Rosberg

Nel ricercare documenti per l’analisi su quanto successo domenica ad Austin, oltre a trovare materiale utile per un altro articolo, è emerso un frammento della Season Review 2015 della BBC (potete trovarla qui) in cui Lewis Hamilton commenta la partenza del GP del Giappone, quando in curva 2 allargò i gomiti per assicurarsi che Nico Rosberg non gli girasse all’esterno.

Il minuto di video dedicato a quell’episodio è molto attinente alle polemiche di questi giorni (ma anche di questi mesi) in merito a comportamenti più o meno scorretti da parte di qualche pilota, con Verstappen primo candidato. È curioso sentire cosa pensava il sette volte iridato del suo comportamento in pista in relazione ai colleghi, perché ricalca fondamentalmente gli stessi concetti espressi oggi dall’olandese, con una netta differenza in termini di percezione delle dichiarazioni da parte del pubblico e considerazione del pilota in questione.

“Puoi chiedere a qualsiasi campione del mondo: se sei all’esterno, devi alzare il piede. È stata dura, ma devi essere così, non puoi essere gentile in pista. Non puoi dire ‘Hey, qui c’è un po’ di spazio’ e ‘Ok grazie me lo prendo’. Io sono qui per fare il mio lavoro, non per farmi amici. Non sono qui per finire la gara e dire ‘Che bella gara collega, sei stato così amichevole con me, mi hai fatto vincere’. No”.

Nella season review si parla anche di Austin, dove la prima curva vide addirittura un contatto tra i duellanti per il titolo, vinto proprio da Hamilton al COTA con tanto di cappellino lanciato addosso al compagno nel retropodio.

La FIA di quel periodo era un’altra organizzazione rispetto a quella odierna, ma non mancavano comunque polemiche per le decisioni degli steward spesso incoerenti. In tre anni di rappresaglie tra i due piloti della Mercedes, tra l’altro gli unici contendenti al titolo vista la superiorità delle varie W05, W06, W07, la Federazione mise mano all’elenco delle penalità una sola volta e con manica larga. Fu il caso di Austria nel 2016, quando Rosberg fu ritenuto colpevole del contatto in curva 3 con il compagno di squadra.

Le dichiarazioni di Hamilton, di quasi dieci anni fa, fanno sorridere se si pensa che la maggior parte delle polemiche contro l’attuale campione in carica sono legate a comportamenti sostanzialmente appoggiati dall’inglese al tempo; e, in diversi casi, considerati come prova della corazza da campione. Da tutto questo, insomma, non emerge solo una FIA con qualche problema (perpetrato nel tempo) nella gestione degli episodi e delle penalità, ma anche un pubblico e un comparto media sostanzialmente mutato a parità di episodi e situazioni complicate. Come se oggi, l’aggressività che un tempo forgiava leggende e campioni, sia considerata un punto negativo.

Qualcosa, evidentemente, è andato storto nel corso degli ultimi anni.

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