La Federazione Internazionale dell’Automobile comunica che non ci saranno ulteriori investigazioni in merito ai fatti che hanno coinvolto Red Bull negli ultimi giorni
L’ennesimo caso scoppiato in questa stagione di F1 piena di controversie si è chiuso molto velocemente, in nemmeno una settimana. A sentenziarlo è la FIA che dopo le dovute verifiche sul T-Tray della Red Bull – che secondo alcuni subisse degli interventi in regime di parco chiuso -, ha deciso che non effettuerà ulteriori investigazioni, mettendo un punto alla questione.
Durante il fine settimana del Gran Premio degli Stati Uniti, l’organo regolatorio insieme ad alcuni tecnici della squadra di Christian Horner ha verificato le modalità di intervento della stessa in merito alle modifiche sul T-Tray. In seguito alle proprie valutazioni, ritenendosi soddisfatta di quanto osservato, ha ritenuto che non fosse possibile la violazione del regolamento.
La FIA ammette però che non ha la certezza assoluta che il team anglo-austriaco abbia effettivamente utilizzato questo escamotage in passato e che sarebbe inutile continuare a scavare a fondo.
Il delegato della Federazione, capo del dipartimento monoposto, Nikolas Tombazis ha affermato: “Onestamente, posso dire di avere la certezza assoluta che ci sia stato qualcosa di irregolare? No. Posso definire chiusa la questione? Sì”.
Le parole del rappresentante della FIA derivano anche dalla richiesta di McLaren di continuare a condurre indagini approfondite, per capire se Red Bull abbia realmente adottato questi interventi. Per questo il greco ha continuato: “È difficile provare esattamente cosa sia accaduto esattamente in passato e non penso che abbiamo l’abilità di investigare quanto accaduto nei precedenti due anni. Di solito quando decidiamo di continuare andando dai commissari o in tribunale, vogliamo indicazioni ragionevoli e non basate su voci o speculazioni.
Il progetto in sé non è illegale e pensiamo che l’azione corretta da intraprendere sia che debba esserci una prova certa perché si possa fare qualcosa in futuro. Dobbiamo però porre un punto e pensare che certe cose non possono essere approfondite ulteriormente”.
Tombazis ha spiegato che nemmeno le telecamere di sorveglianza presenti all’interno di ogni box possono essere utilizzate come prova per definire un’irregolarità. Questo perché i team possono intervenire sulle vetture e siccome modificare questa componente è un processo abbastanza rapido, in mezzo a diverse operazioni sarebbe impossibile capire attraverso una videocamera se c’è stato un intervento o meno.
In merito alle richieste da parte di alcune figure del paddock di avere un incontro formale con Red Bull, la FIA – nelle parole di Tombazis – ha affermato: “Dobbiamo sempre considerare che abbiamo a che fare con delle persone, quindi bisogna sempre stare attenti a come si sviluppa una questione. Non possiamo fare interrogatori con riflettori puntati addosso e macchine della verità. Non siamo qui per questo.
Ho lavorato in diversi team in passato, ho assunto personale e penso che ci sia sempre la tendenza a dire ‘Da dove vengo si faceva così’. Talvolta bisogna interpretare le parole in modo davvero scrupoloso perché non si può mai sapere che cosa può nascere da commenti del genere”.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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