NASCAR | Cup Series: vittoria ineluttabile di Logano a Las Vegas!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 22 Ottobre 2024 - 10:00
Tempo di lettura: 21 minuti
NASCAR | Cup Series: vittoria ineluttabile di Logano a Las Vegas!
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Arriva la prima gara del Round of 8 di un anno pari e Joey Logano vince nuovamente a Las Vegas per diventare il primo qualificato per Phoenix. Reddick, Elliott e Blaney ko per incidente, errori ai box per Larson ed Hamlin, Bell beffato dalla #22


Ineluttabile. Sulla Treccani questo aggettivo ha la seguente definizione: “contro cui non si può lottare, a cui non si può contrastare, quindi inevitabile”. Non c’è altro modo per sintetizzare la vittoria di Joey Logano a Las Vegas. Domenica scorsa alle 23:41 al Roval di Charlotte era stato eliminato alla fine del Round of 12, lunedì alle 2:21 era stato ammesso al Round of 8 grazie alla squalifica di Bowman, sentenza poi confermata alle 23:00 dalla rinuncia all’appello da parte di Hendrick Motorsports. Sette giorni dopo, domenica alle 23:44, Logano vince e si qualifica alla Championship4, verdetto poi confermato dai controlli tecnici all’1:07 di lunedì. Una serie di eventi incredibili se visti tutti in sequenza.

Questa la settimana folle di Logano che piazza la sua stoccata tradizionale al momento decisivo dei playoff, la stoccata che gli altri sette piloti in lotta per il titolo, malgrado la stagione non ottimale della #22, avevano temuto per tutta questa settimana.

La gara

La settimana che porta a Las Vegas inizia, come noto, nella notte fra domenica e lunedì quando la #48 di Bowman al termine della gara sul Roval di Charlotte viene trovata sottopeso e quindi per il pilota dell’Arizona arriva la squalifica. Hendrick Motorsports medita per il lunedì, poi però non si trova spazio nel regolamento per presentare un appello e così alle 23:00 arriva la conferma ufficiale dei risultati del Round of 12 con Jeff Gordon che definisce quanto successo “imbarazzante”.

Bowman dunque fuori dalla lotta per il titolo mentre ci rientra clamorosamente Joey Logano. E per gli altri sette piloti arrivano molto probabilmente sudori freddi e la strana sensazione che il destino abbia giocato a tutti un brutto scherzo.

Già, perché quelli che il sottoscritto alcuni anni fa definì come “Teoremi di Logano” sono ormai diventati in modo autonomo parte della coscienza dei tifosi e degli addetti della NASCAR. Cosa dicono questi teoremi? Il primo dice che chi vince la prima gara del Round of 8 ha più del 25% di possibilità di vincere il titolo al gran finale. E nei dieci precedenti con questo format chi ha conquistato più volte la 33esima gara stagionale? Joey Logano, nel 2018 a Martinsville (la famosa damn war con Truex), nel 2020 in Kansas (strenua difesa sul re della stagione Harvick) e nel 2022 a Las Vegas (battaglia intensa con un Chastain in forma due settimane prima dell’Hail Melon).

Notato nulla sugli anni di questi successi? Su questo si basa il secondo teorema, quello degli anni pari: solo in queste occasioni Logano arriva alla Championship 4. Infatti questo è successo nel 2014 (il primo anno di questo format), 2016, 2018 (il primo titolo), 2020 e 2022 (secondo campionato vinto).

Siamo nel 2024 ma contro la cabala, almeno fino al taglio prima dei playoff, sembrava esserci poca carne al fuoco quest’anno visto il rendimento che metteva la #22 più in fondo alla top15 che nella top4. Poi però la vittoria ad Atlanta in apertura di playoff aveva ridato morale, ma solo poco di più fino all’eliminazione del Roval per appena quattro lunghezze e dovuta per Joey non per il big one di Talladega (potenzialmente una ventina di punti persi), bensì per la manovra di Austin Dillon a Richmond all’ultima curva e costata cinque playoff point. Poi però la squalifica di Bowman (mentre Alex stava lanciando il suo iPhone in piscina) nell’arco di poche ore aveva cambiato il prosieguo della stagione, sua e degli altri.

Nonostante questa notizia positiva Logano arriva al Round of 8 da ottavo in classifica a -11 (nemmeno troppo) dal taglio. Davanti alla #22 Elliott (-9), Hamlin (-8 e alla caccia di un reset totale) e Blaney (-4). Al di sopra della linea rossa invece Byron (+4), Reddick (+10 e che tira un grosso sospiro di sollievo), Bell (+14) e un Larson lanciatissimo addirittura a +34.

Si va dunque a Las Vegas per una delle gare più importanti della stagione, quella che mette in palio il primo biglietto per Phoenix. Pronti via e nel secondo gruppo delle libere al secondo giro lanciato Blaney finisce violentemente contro il muro dopo un mezzo testacoda che lascia sul momento Ryan un po’ stordito, fatto che fa temere per una piccola commozione cerebrale, tuttavia il pilota del Team Penske viene ritenuto idoneo per proseguire il weekend dal centro medico. La causa della foratura da parte della Goodyear viene individuata in un detrito (a Las Vegas c’è vento forte) e quindi la responsabilità non è di un assetto troppo aggressivo del team #12.

Ad iniziare col piede giusto nelle prove non ufficiali è Reddick che ottiene il miglior tempo davanti a Truex, Gibbs, Chastain, Hocevar, Wallace, Smith, Stenhouse, Larson e Bowman; Bell 13°, Hamlin 18°, Elliott 20°, Logano solo 30° e Blaney 37° e ultimo.

Subito dopo ci sono le qualifiche e la classifica torna nel rango delle previsioni. Escluso Blaney, con i meccanici che iniziano a preparare subito il muletto, che salta le qualifiche, l’unico eliminato di peso è Elliott che scatterà 18°. A conquistare la pole position su una pista maledetta per questo onore (zero vittorie, l’unico tecnicamente è stato Kyle Busch nel 2009 ma scattò dal fondo per cambio del motore) è Christopher Bell (12esima partenza al palo, settima su un cookie cutter) che batte 0.013″ Reddick, a seguire Bowman, Hamlin, Larson, Hocevar, Chastain, Gibbs, Byron e Logano.

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In una tarda mattinata di sole a Las Vegas, dopo aver retrocesso – tecnicamente – in fondo al gruppo il solo Blaney (Suárez si salva dopo un guaio risolto al motore), la corsa può avere inizio. Bell dalla corsia interna mantiene il comando mentre Elliott apre subito il 3-wide cercando e trovando immediatamente la rimonta che lo riporta nei pressi della top10 da cui esce invece Byron. Dopo la buona qualifica Hocevar inizia a scivolare più indietro lasciando spazio ad una intensa battaglia fra Truex e Logano da cui la #22 ne esce vincitrice all’ottavo posto. Inizia invece una metodica rimonta per Blaney che lascia all’ultimo posto van Gisbergen (sottosterzo).

Bell intanto non ha avuto problemi in avvio e dopo una decina di giri ha 1″ di margine sulla coppia Reddick-Bowman. Chastain è quarto ma si è già staccato e sta facendo da tappo al gruppo di Hamlin, Larson e Logano che ha passato Gibbs vedendo Byron in recupero alle sue spalle. Il sorpasso di Elliott su Truex mette sette degli otto piloti dei playoff in top10.

Dopo che Reddick riesce a distanziare Bowman è chiaro che l’azione sarà alle loro spalle. Hamlin punta Chastain ma alla fine è lui ad essere passato da Larson. Non va meglio al suo compagno di squadra Gibbs che scivola fuori dalla top10. Larson al giro 19 fa saltare il tappo Chastain e lo seguono subito Hamlin e Logano, tuttavia Kyle si ritrova con 4.1″ di ritardo da Bowman e ben 7.6″ da Bell che sta scappando. Blaney raggiunge la top20.

Inizia ora la prima fase di doppiaggi, ma i cambiamenti sono dietro la #20: Elliott supera Byron, tuttavia un Cindric in sorprendente rimonta supera entrambi e sale all’ottavo posto. Non c’è nemmeno il tempo di iniziare il long run che al giro 33 McDowell va ai box. Non siamo lontani da metà stage (80 giri) però Michael in pochissimo tempo trascina tutto il gruppo in pit lane per il primo giro di soste.

Bell e Reddick si fermano al giro 36, al passaggio precedente era stata la volta di Hamlin ma la sosta della #11 era stata molto lenta (4-5″ persi) con rallentamenti sull’anteriore. Blaney tira dritto a pista libera e si ferma esattamente al giro 40; l’overcut, tuttavia, gli costa quattro posizioni e la #12 scende dal 19° al 23° posto. L’unica penalità è per un Briscoe (già in difficoltà come Preece e Berry mentre Gragson, malgrado qualche problema alla schiena, è in top20) a causa di una safety violation e la #14 scivola subito a -2.

Dopo il giro di soste, ai -35 Bell è ancora al comando con 2.3″ su Reddick, 5.7″ su Bowman, 7.6″ su Larson, 10.7″ su Logano, 11.4″ su Elliott, 12.2″ su Keselowski, 13.1″ su Cindric, 13.9″ su Chastain e 14.2″ su Byron, seguono Truex ed Hamlin che poco più tardi però viene superato da Gibbs. Sullo short run anche la #22 non va al meglio e così Elliott lo scavalca. Stessa sorte ai -30 per Byron ai danni di Truex per l’inizio di un altro duello che coinvolge la #19.

Ci si avvia verso il finale di stage, tuttavia ai -17 arriva la prima caution per un botto violento di Austin Dillon in curva3. Sul momento si crede che il pilota del RCR abbia perso il controllo da solo, poi però arriva la motivazione e anche l’on board incriminato con tanto di team radio: è stato toccato in ingresso di curva da dietro da Hemric che cerca di discolparsi dicendo “Dillon andava a sinistra e a destra senza scegliere una traiettoria e non sono riuscito ad evitarlo”.

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Forse Daniel avrebbe potuto rallentare di più, ma la sua versione è decisamente più credibile di quella di Dillon che prima dice che “Hemric mi ha mandato a muro” (da che pulpito dopo i fatti di Richmond) e poi “non so perché l’abbia fatto” (forse Austin dovrebbe pensare al fatto che Hemric sia stato scaricato in ottica 2025 a vantaggio di suo fratello Ty Dillon, reduce da una stagione nei Truck in cui è stato lasciato a piedi a metà anno, solo per rafforzare l’alleanza tecnica Kaulig-RCR). Il lucky dog va a Jones che in quel momento era 23°.

La breve distanza dalla fine della stage scombina ovviamente le strategie: Truex passa al comando cambiando solo due gomme precedendo Byron (2), Keselowski (2), Buescher (2), Reddick (4), Hamlin (2), Bell (4), Larson, Bowman, Busch, Elliott e Logano con Blaney 20°; per tutti i doppiati c’è la wave around che lascia Briscoe unico a -1. Ripartenza waved off per un altro momento iconico della stagione del Legacy MC: Jones ha appena recuperato un giro ma ne perde due perché la anteriore destra si stacca dopo la sosta e quindi arriva la penalità.

Bandiera verde ai -9 e Truex mantiene la prima posizione davanti a Byron, Keselowski, Reddick e Bell che riprende le posizioni perse ai box. Hamlin perde un paio di posti dopo un leggero contatto con Larson in curva2 mentre stavolta ad Elliott lo scatto va storto e scivola in fondo alla top15. Nei giri successivi anche Logano e lo stesso Larson rimbalzano leggermente.

La coppia Reddick-Bell avanza velocemente e ai -5 il blocco mancato di Truex manda Tyler al comando ma la #20 non riesce a riprendersi la prima posizione. Reddick vince la prima stage davanti a Bell, Truex, Byron, Keselowski, Gibbs, Buescher, Logano, Cindric e Larson. Fuori dai punti Hamlin, Elliott, Busch, Bowman, Chastain, Haley, Blaney, Gragson, Hocevar e Wallace. Briscoe lucky dog e torna a pieni giri.

Al break ci sono altre soste con una clamorosa sorpresa: Denny Hamlin per scelta strategica e per recuperare posizioni tira dritto. Questa decisione, unita alle sole due gomme cambiate poco prima, sarà un clamoroso autogol, l’ennesimo del team #11 in questi playoff.

Ma non sono finiti qua i colpi di scena: dopo le penalità per McDowell (falsa partenza dei meccanici), Suárez (interferenza), van Gisbergen (passato attraverso troppi stalli) e la ruota mal fissata di Wallace, in pit lane torna anche Kyle Larson. Il suo crew chief ha deciso di fermare la #5 perché sul lato sinistro del muso si è incastrato un pezzo di alluminio. Solo dopo la gara si scoprirà cosa era: il botto di Dillon era stato talmente violento che un pezzo del volante si era staccato e finito in pista, centrato ovviamente da Larson. E così Kyle finisce in coda.

La nuova classifica vede dunque Hamlin al comando davanti a chi ha cambiato due gomme, ovvero Gibbs, Elliott, Bowman, Logano, poi Bell di nuovo su sosta completa, Truex, Reddick, Keselowski, Buescher e Byron.

Bandiera verde ai -78 nella seconda stage ed Hamlin perde subito tre posizioni mandando al comando Gibbs. Dopo due giri però arriva la caution che rischia di decidere il Round of 8.

C’è un 3-wide in curva4 con Truex, Elliott e Reddick leggermente più indietro. Martin non è assolutamente alla corda al punto che alla sua sinistra ci sarebbe anche spazio per un’altra vettura. In uscita la #19 si allarga sempre di più e tocca la #9. Tyler ovviamente sta arrivando di slancio e non si aspetta minimamente che Truex abbia insistito nella manovra e così Elliott lo stringe contro il muro. Le due vetture si intraversano e rimbalzano verso l’interno dove travolgono l’incolpevole Keselowski (che era effettivamente alla corda).

Mentre Martin prosegue quasi indenne, le altre tre auto finiscono nell’erba del trioval e qui Reddick ha la sfortuna di impuntarsi nel punto fra il prato e l’asfalto del miniovale delle Legends. La #45 così si ribalta completando un 360° che rimette Tyler sulle quattro ruote e il pilota è talmente lucido da svoltare immediatamente a sinistra per andare nel suo stallo. Non è finita qui però: nella carambola Keselowski torna in pista dove centra altre due auto incolpevoli, quella di Cindric e soprattutto quella di Blaney. Per entrambe le auto del Team Penske c’è la rottura di un tirante della convergenza.

Per Keselowski e Reddick il ritiro è immediato, per Cindric arriverà qualche giro più tardi. Elliott e Blaney invece tornano ai box con danni importanti. Ryan esce dai box staccato di due giri dopo la riparazione alla sospensione, la #9 è ridotta ancora peggio, rimane a pieni giri ma è solo un’illusione. Poco dopo la ripartenza ed essere uscito dalla DVP, Elliott andrà nel garage per lavori più seri sulla sua Camaro. L’assenza di altri ritiri lo costringerà ad un 33° posto finale staccato di 37 giri dopo essere rientrato nuovamente nel garage una volta constatata l’impossibilità di guadagnare altri punti.

La gara prosegue dunque senza tre piloti del Round of 8. La competizione continua con il lucky dog di Jones (che torna a -1) le soste sotto caution di LaJoie, Ware, Suárez, Briscoe, SVG, McDowell e Gilliland. Sembrano soste poco rilevanti queste che avvengono a 72 giri dalla fine della seconda stage e invece avranno un impatto fondamentale sulla corsa.

Davanti intanto ripartenza ai -69 (segnarsi anche questo numero) con Gibbs al comando su Logano, Bell, Truex, Bowman, Hamlin, Haley, Byron, Hocevar e Chastain, Larson invece 24° dopo essere uscito indenne dall’incidente.

Bandiera verde e Gibbs dall’interno viene seguito da Bell mentre Logano deve vedersela con Truex. Il leggero calo di Joey non si nota subito ma sarà progressivo nel corso dei seguenti 100 giri, anzi andrà sempre in peggio il sottosterzo della #22 con una Mustang sempre più imprevedibile, quello che si nota infatti è il crollo immediato e inesorabile di Hamlin. La track position conquistata di strategia è diventata un suicidio clamoroso che porterà la #11 dopo appena 15 giri addirittura al 27° posto in classifica. Larson invece inizia la sua notevole rimonta e già dopo una decina di tornate è in top10.

Chi recupera è anche Bell che, con la vettura più veloce della gara, ai -54 torna al comando. Ma, come anche in precedenza, la calma dura pochissimo dato che ai -49 (classifica con Bell a precedere Gibbs, Logano, Truex, Chastain, Byron, Buescher, Larson, Busch e Bowman) un Hamlin in crisi va ai box per la sosta di metà stage anche se anticipata.

Denny ovviamente, anche se in coda al gruppo, trascina tutti ai box anche se non immediatamente dato che Bowman pitta ai -46, poi ai -45 da Busch. Gibbs intanto sta crollando e questo apre la fuga di Bell. Ai -44 è la volta di Logano, Truex e Buescher, poi Gibbs, Chastain e Byron. Bell si ferma ai -41 seguito da Larson ai -40. Tutti ripartono regolarmente (tranne Gibbs e Chastain con uno speeding), ma arriva subito un altro colpo di scena.

La prima ricostruzione è grottesca, la seconda basata sui fatti lo è ancor di più. Larson è protagonista di una sosta eterna, si crede che abbia la posteriore destra bloccata e poi debba tornare nuovamente ai box al giro successivo per la posteriore sinistra mal fissata, tuttavia la realtà trascende la finzione. Cosa succede nella pit crew #5? Effettivamente la posteriore destra fa fatica a svitarsi e questo getta nel panico il meccanico addetto che prima va verso la posteriore sinistra per proseguire intanto il suo compito, poi torna indietro gesticolando e in effetti cambia quella ruota, ma intanto a Larson viene dato l’ok per ripartire. Con tre ruote nuove e una usurata. Dunque, Kyle viene richiamato ai box nuovamente per completare la sosta.

Intanto però il giro di soste non si è chiuso. Ci sono dei piloti, infatti, che hanno tirato dritto e ovviamente sono quelli che erano andati ai box durante l’ultima caution. La classifica ai -35 nella seconda stage vede Suárez al comando con 5.0″ su McDowell, 5.7″ su LaJoie, 8.1″ su Briscoe, 11.0″ su SVG, 11.9″ su Ware, 15.2″ su Gilliland, poi Bell a 17.5″, Truex a 18.6″, Byron a 20.1″, Buescher a 21.6″, un Logano in calo a 22.5″ e Bowman a 22.5″, Hamlin 23° a -1, Chastain 29°, Gibbs 30°, Larson addirittura 31° a -2. Blaney intanto ha perso un terzo giro.

Bell inizia così la sua rimonta su chi deve gestire gomme e benzina, anche se ci sono dei piloti che si arrendono prima del termine come van Gisbergen e Gilliland ai -30. Daniel viaggia più lentamente e permette due momenti chiave, ovvero gli sdoppiaggi di Hamlin e Larson. Tuttavia l’attenzione è rubata da questi fatti e non da altri potenzialmente più importanti come Truex che è riuscito a stare insieme al compagno di squadra al punto che ai -15 riesce ad attaccare la #20. Martin non riesce a completare la manovra e così Bell al giro successivo può pensare a passare di slancio uno Suárez ormai raggiunto.

Truex non molla, tuttavia non avrà un’altra chance, anzi dovrà sempre dare uno sguardo nello specchietto perché nemmeno Byron è distante. Mentre c’è curiosità sul vedere il destino dei cinque audaci rimasti in pista, l’ultima occasione per la #19 è fra penultimo e ultimo giro quando Christopher raggiunge alcuni doppiati, ma anche qui nulla da fare.

Bell vince con merito la seconda stage precedendo Truex (+0.4″), Byron (+0.8″), Buescher (+4.5″), Logano (+5.0″), Bowman (+9.5″), un bravo Haley (+11.0″), Suárez (+12.3″), Wallace (+13.1″) e Preece (+13.9″). A seguire Busch, LaJoie, Nemechek, Hemric, Smith, McDowell, Burton, Gragson, Hamlin (19° a 29.0″), Ware, Hocevar e Chastain che rimonta dopo la penalità fino a tornare a pieni giri staccando invece Gibbs. Berry 23° è il lucky dog, Larson è 30° ma, cosa più importante, con solo un giro di ritardo. Giri che invece ha perso Gilliland per una foratura all’ultimo tuttavia quattro degli audaci (Suárez, LaJoie, McDowell e Ware) sono riusciti nel loro intento con una strategia relativamente di successo.

Nuovo giro di soste e, prima ancora di annunciare la nuova classifica, c’è da annotare un nuovo disastro in casa #11. Posteriore sinistra mal fissata ed Hamlin riparte per poi fermarsi immediatamente, fare retro e completare il pit stop precipitando nuovamente in fondo. Bell rimane al comando su Truex, Byron, Buescher, Logano, Haley, Bowman, Wallace, Busch, Wallace, Busch e Smith, Hamlin 22°, Larson 27° che ha nel mirino Gibbs 24° e virtuale lucky dog.

Si riparte con 95 giri da disputare e ancora una volta Truex rimane incollato a Bell mentre Logano inizia ancora col piede sbagliato venendo passato da Wallace, Haley e Bowman. Per Joey sembra un’occasione sprecata, era stato secondo con tre rivali per il titolo ko ed ora invece si ritrova, con tutto il rispetto, dietro alla #7 e a Bubba che non si era visto fino a questo momento a Las Vegas.

Hamlin tenta la risalita ma non è rapida, anzi Denny avverte via radio di avvertire una forte vibrazione e che vorrebbe pittare. Consueto falso allarme per lui? Non si sa per ora, ma la #11 prosegue guadagnando qualche posizione. Alla fine si scoprirà la causa: si è staccato uno dei piccoli contrappesi posti sui cerchi. Dunque l’attenzione passa poco più dietro con una battaglia intensa fra Gibbs ed un Larson arrivato di rincorsa. Ty regge per un paio di giri, poi Larson lo scavalca diventando ai -90 virtuale lucky dog.

Mentre Gibbs continua a dare tutto, sfiorando il muro, rimettendo il muso davanti alla #5 per qualche metro, Bell inesorabilmente allunga sul migliore Truex da parecchie settimane (incidente precedente escluso). Ai -75 un Christopher in apparente gestione ha 2.3″ su Truex, 3.5″ su Buescher, 4.2″ su Byron, 6.1″ su Bowman, 7.2″ su Wallace, 7.9″ su Haley, 9.1″ su Logano, 9.5″ su Chastain e 9.7″ su Preece, Hamlin è 16° a 13.4″, Larson come detto 24° e di nuovo nella posizione giusta.

Al giro successivo arriva però il regalo di Natale con un paio di mesi di anticipo: Ty Gibbs è forse non un buon compagno di squadra nei confronti della #20 e della #11 perché è lui stesso a regalare il lucky dog a Larson finendo in testacoda completamente da solo in curva2.

La sosta generale arriva a 73 giri dalla fine, la ripartenza arriverà ai -69. Sono numeri noti vero? Certamente, sono gli stessi dell’ultima caution della seconda stage e quindi tutti vanno ai box per quattro gomme fresche e pieno. Bell mantiene il comando su Truex, Byron, Bowman, Buescher, Haley, Busch, Logano, Chastain e McDowell, Hamlin 17° e Larson (ovviamente) 24° ma a pieni giri.

Torniamo però sui numero anticipando conversazioni che avverranno nel corso dei minuti seguenti. Molti dei crew chief delle auto nelle prime posizioni sembrano categorici: “siamo 3-4 giri a corto di carburante” oppure “credo che nessuno possa farcela” sembrano a freddo (ma anche a caldo) frasi incomprensibili, come se gli stessi crew chief non avessero guardato quanto successo poche decine di minuti prima con quattro vetture che, seppur non di testa, sono riuscite a completare la stessa identica distanza con un pieno, nel caso di Suárez senza nemmeno crollare in classifica. Come avrete capito, questo è un tema che tornerà in seguito.

Alla ripartenza Bell mantiene la prima posizione, tuttavia a seguirlo stavolta non c’è Truex bensì Byron, seguono poi lo stesso Martin, Bowman, Buescher, Chastain, Haley, Busch, Suárez e Logano che ha perso ancora posizioni sullo short run. Larson invece è scatenato ed ai -65 è già 18° e, soprattutto, davanti ad Hamlin.

Come la #19 in precedenza, nei primi giri anche la #24 rimane vicina alla #20, tuttavia la sensazione è la stessa: Bell ha la vettura migliore e sul long run allungherà. William ha una chance ai -55 all’interno di curva1, tuttavia Christopher chiude la porta. Logano invece cede ancora e lo stesso Joey via radio dice che l’assetto non è migliorato e Wallace lo esclude dalla top10. La #22 tocca il punto più basso poco più tardi quando viene passato persino da un Harrison Burton in forma in questo stint.

L’ultimo screenshot da tenere d’occhio è quello dei -45 quando Bell ha 1.3″ su Byron, 1.6″ su Bowman, 4.0″ su Truex, 4.5″ su Buescher, 5.2″ su Chastain, 6.6″ su Suárez, 8.9″ su Busch, 9.2″ su Wallace e 9.8″ su Burton, Logano è 11° a 10.2″ dato che ha superato un Haley in crollo verticale e precede Preece, Nemechek e la coppia Hamlin-Larson in battaglia feroce per la 15esima posizione.

Tutti i piloti sembrano girare su tempi al massimo delle loro possibilità, nessuno pare in fuel saving, nemmeno un Haley a cui hanno già detto “puoi andare fino in fondo”. Ah ma allora qualcuno ci crede! Non è una strategia nata morta questa. Però prevale la prudenza e la lotta contro assetti non ottimali come quelli di Byron che ai -43 si vede superato da Bowman. Buescher apre il giro di soste finale ai -41 seguito da Truex e Larson al giro successivo, Haley si arrende alla vettura ai -39, Bowman, Burton e Smith ai -38.

Ai -37 il momento decisivo della gara: proprio mentre Christopher Bell si ferma ai box dalla prima posizione, Paul Wolfe, crew chief di Logano, apre la radio e dice al suo pilota: “Non ci fermeremo”. E la #22 entra nella mentalità del fuel saving di Nashville, ma senza girare su ritmi troppo prudenti. Byron copre Bell andando ai box ai -36 insieme a Wallace.

Mentre Preece sbanda in curva1 e bacia il muro, la classifica dei -35 rende espliciti i nomi degli audaci di questa gara: al comando c’è nuovamente Suárez che ha 3.3″ su Logano, 4.7″ su Hamlin (e questa sarà invece una decisione giusta del muretto della #11), 5.4″ su JHN, 13.2″ su LaJoie, 13.4″ su Gragson, 17.7″ su McDowell, 18.1″ su Ware. Sono dunque in otto, poi Bell a 29.2″ ancora leader virtuale su Bowman (+29.6″) e Truex (+30.8″), momentaneamente doppiati Byron, Buescher, Chastain e Larson ma che, ovviamente, passeranno la #99 nei giri seguenti.

Inizia così un finale al cardiopalma con Bell che si trascina dietro senza riuscire a staccarli Bowman, Byron e Truex con William che ha ripassato Martin. I fuggitivi perdono 0.8-1″ al giro dunque il ricongiungimento sembra possibile. Non certo, ma plausibile. Contro Bell ci sono solo il traffico ed il degrado delle gomme dovendo forzare.

Per brevità, visto l’esito finale, si seguiranno nel finale si seguiranno d’ora in poi i valori di tre auto, la #99, la #22 e la #20. Ai -30 il messicano (che punta a replicare lo stint precedente) ha 2.4″ su Logano e 23.4″ su Bell (nono), ai -25 Suárez ha sempre 2.4″ sul pilota Penske e 19.1″ su Christopher (settimo), ai -20 Logano recupera qualcosa ed è a 2.1″ da Daniel, tuttavia Bell è sesto a 15.0″ dalla vetta e ancora in media potenzialmente vincente.

Due team radio di Wolfe in questi giri sono la chiave: “Ora come ora siamo a posto con quello che stiamo facendo” e “Tireremo finché Bell ci raggiungerà, poi andremo in fuel saving”. Ai -15 Suárez riguadagna terreno ed ha 2.3″ su Logano, 6.7″ su Hamlin, 7.8″ su JHN e 10.8″ su Bell che ha staccato ora il trio alle sue spalle in cui nuovamente ai -13 Bowman supera Byron.

Bell supera Nemechek ai -12, ma la fotografia ai -10 vede uno scenario molto diverso. Logano si è messo a tirare ed ora ha dimezzato il ritardo dalla vetta piazzandosi a 1.27″ dalla #99, Hamlin è a 6.6″ ed ha Bell (+6.9″) negli scarichi, ma soprattutto Joey ha trovato sulla strada un Ryan Blaney che è sì 32° a otto giri, ma ha riparato la vettura e gira con un buon ritmo. La #12 si mette in scia alla #22, un po’ come successo a Phoenix nel 2022, e il tandem inizia a viaggiare veloce senza ostacolarsi. In rettilineo Joey guadagna forse quel paio di km/h in più, in curva Ryan segue una traiettoria diversa per non disturbare aerodinamicamente il compagno di squadra. La formula funziona alla perfezione.

Il sorpasso in casa JGR arriva ovviamente al giro successivo. -9: Logano recupera ancora ed è 0.9″, Bell con la manovra non guadagna ed è a 6.6″, -8: Joey rosicchia ed è a 0.6″ con Bell a 5.8″ dunque la vittoria sembra leggermente sfuggirgli di mano. -7 e Chris riprende ritmo dato che si porta a 5.0″ da Suárez che deve difendere mezzo secondo sulla #22. Stesso trend ai -6: 0.46″ e 4.2″ i divari.

Ai -5 la svolta: Suárez oscilla leggermente in curva3 e Logano trova il varco in curva4 affiancando Daniel all’interno sul traguardo dove la #22 è davanti alla #99 di 0.023″. Bell ovviamente ne approfitta, recupera oltre un secondo ed è a 3.1″. Logano completa il sorpasso e di slancio sia doppia Hemric, sia Blaney riesce a mettersi pure lui davanti a Suárez che ai -4 è staccato di 0.47″. Bell è invece a 5.6″ ma deve doppiare pure Preece. La strada per Chris è in salita.

-3: Logano stacca Suárez e lo mette a 0.8″, Bell raggiunge la #41 ma guadagna soli tre decimi ed è a 2.3″. Il doppiaggio di Preece in curva2 non è dei più agevoli tuttavia ai -2 riesce a recuperare nuovamente: 1.6″ da Logano e soprattutto soli 0.7″ da Suárez. Il pensiero per il leader in curva1 è Hemric che tenta di sdoppiarsi all’esterno, Joey non si scompone e lascia andare. Alla bandiera bianca Logano deve gestire (oltre a Blaney non registrato nei suoi scarichi) 0.839″ su Suárez e 0.968″ su Bell che si è lanciato da curva4, sta attaccando il messicano e completando il sorpasso in curva1.

Bell ha ancora inerzia, tuttavia all’approccio di curva3 la distanza fra #22 e #12 è ancora minore di quella fra #12 e #20. Logano insiste con l’interno, Blaney ovviamente va dal lato opposto lungo il muro, Bell segue Ryan tuttavia compare nell’inquadratura una macchia nera a velocità doppia.

È Ty Gibbs, è 30° staccato di tre giri, eppure fa un divebomb su Suárez completamente inutile e che pare quasi disorientare il compagno di squadra che (forse) non sa se seguire Blaney disturbato dalla turbolenza oppure se rischiare di andare alla corda con la #54 che potrebbe essere troppo vicina a lui. Ovviamente quella della #54 non è la manovra decisiva per la corsa, tuttavia bastano pochissimi secondi per capire la differenza fra un teammate che ha capito fino in fondo la situazione in corso ed uno che invece forse ha ancora la testa alla piroetta di 70 giri prima con la quale ha buttato definitivamente al vento la sua gara.

0.662″, tanto basta a Joey Logano per ribaltare ancora una volta questa griglia playoff. Sette giorni fa era (metaforicamente) a casa, ora prende un volo diretto per Phoenix con due settimane di anticipo. E lo fa con un altro finale in fuel saving (ma non troppo) come a Nashville dove salvò la sua stagione, lo fa ancora a Las Vegas, lo fa ancora vincendo per la quarta volta in carriera la gara di apertura del Round of 8.

Bell mastica amaro ma è secondo e chissà se il suo crew chief e quelli di molti altri piloti si pentiranno della troppa prudenza dimostrata non credendo probabilmente ai numeri della seconda stage. Suárez rafforza la tesi del vincitore chiudendo al terzo posto (+1.1″) davanti a Byron (+2.6″), Bowman (+5.4″), Truex (+6.0″), Chastain (+6.7″), Hamlin (+8.3″, altra gara disastrosa non per colpa del pilota salvata in corner), Nemechek (+10.4″, e qui il salvataggio potrebbe essere in ottica 2025) e Buescher (+12.3″), Larson è 11° dopo uno spento ultimo stint (+13.1″). Più staccati Wallace, Busch, LaJoie, Burton, Smith, Haley, Gragson, Hemric, McDowell e Ware.

Mentre Logano festeggia, incredulo sul momento ma pieno di fiducia nei propri mezzi come sempre, parte l’amarezza generale per il risultato di Las Vegas. perché come spesso succede la #22 sfrutta a proprio favore il format ad eliminazione che altrimenti lo avrebbe visto escluso dalla lotta per il titolo da diverse settimane. Ma, come si suol dire, chi vince festeggia e chi perde spiega. E questo vale, in questo caso, più per i tifosi che per i piloti.

I piloti devono pensare più alla classifica infatti: Joey ha aperto una voragine fra quarto e quinto posto in classifica, un baratro di addirittura 27 punti che vede Bell (+42), Larson (+35) e Byron (+27) in attivo mentre Hamlin (-27), Reddick (-30), Blaney (-47) ed Elliott (-53) in forte deficit, praticamente obbligati a vincere a Miami o Martinsville. La pressione incombe su di loro mentre Logano mette un altro sigillo sui suoi teoremi. La speranza per gli altri è che uno dei cavilli del secondo teorema sia valido, cioè che questo sia l’anno pari bisestile (come 2016 e 2020) con Championship4 ma senza titolo a differenza di quanto successo nel 2018 e nel 2022.

I risultati odierni

La classifica della “South Point 400”

La classifica generale

Così in campionato dopo la prima gara del Round of 8 della NASCAR Cup Series 2024

La classifica completa

Le altre categorie

Xfinity Series, Las Vegas: Allmendinger conquista la prima vittoria stagionale al momento giusto

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa a Miami-Homestead per l’ultimo ovale da 1.5 miglia della stagione. In pista tutte e tre le categorie, Truck e Xfinity Series sabato, Cup Series domenica sera (19:30, diretta su Mola).


Immagine: Media NASCAR

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