Il CEO della F1 a Sky Sport UK parla della possibilità di aumentare le gare corte in campionato
Il primo weekend Sprint del 2024 è andato in scena a Shanghai nel GP della Cina e, tra dieci giorni, si ripeterà subito a Miami. L’esperimento con il nuovo formato, con qualifiche Sprint e Sprint al posto di FP2/FP3 e parco “aperto” tra gara corta e qualifica della gara vera, è sembrato positivo rispetto al passato almeno come linearità del weekend. Lo stesso Max Verstappen, il pilota più critico riguardo l’introduzione delle Sprint, ha ritenuto migliore il format così com’è stato concepito per il 2024.
L’olandese, però, si è detto contrario al rovescio della medaglia, ovvero la possibilità che le Sprint aumentino in futuro. Stefano Domenicali, il CEO della F1, parlando con Sky Sport UK si è detto infatti fiducioso che questo possa succedere e pronto a discutere dell’aumento delle gare corte alla prossima F1 Commission.
“La Sprint Qualifying in Cina, in condizioni incredibili, ha portato a tanti giri sulla pioggia e questo ci ha ricordato che uno dei nostri doveri è fare in modo che ogni giorno ci sia azione, per rispetto dei fan che vengono in pista e vogliono divertirsi. Aumentare le Sprint sarebbe grandioso perché manterrebbe alta la tensione tutti i giorni ed è un qualcosa che discuteremo in futuro. Vedremo come andrà quest’anno, ma sarà sicuramente argomento di discussione nella prossima F1 Commission”.
Nel 2021, anno della loro introduzione, le Sprint erano tre con punteggio assegnato ai primi tre al traguardo. Nel 2022, il punteggio è stato allargato ai primi otto classificati mentre, dal 2023, le gare corte sono raddoppiate diventando sei. Ora una nuova proposta di ampliamento in arrivo.
Su questo, Verstappen e anche Lando Norris hanno espresso qualche critica. L’olandese ha chiamato in causa il fatto che “Il format è stato migliore, ma non dobbiamo esagerare, perché abbiamo già 24 gare e sei di queste sono con Sprint. Capisco che così siano più vendibili e ci siano numeri migliori in TV, ma c’è più stress per i meccanici Dobbiamo averci a che fare, ma non pensiamo di averne bisogno 12 perché avrebbe un impatto negativo soprattutto sulle persone”.
L’inglese ha confermato il tutto: “Non penso sia così pesante per noi piloti, o meglio non credo dovremmo essere gli unici a lamentarsi. È per le centinaia di meccanici ed ingegneri che viaggiano e lavorano così tanto. Per loro non è salutare e non è sostenibile. Non bisogna guardare solo ai piloti ma anche al resto del team”.
Attendiamo quindi le prossime riunioni della F1 Commission per capire se ci saranno sviluppi in merito.
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