Leclerc e Ferrari, quando la toppa è peggio del buco. E l’adrenalina c’entra poco…

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
18 Giugno 2023 - 01:48
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Sappiamo benissimo tutti quanto l’immagine sia importante al giorno d’oggi. Ci sono, però, momenti in cui pur di mantenere un certo tono si rischia di peggiorare la situazione. Esattamente quanto successo questa sera dopo le qualifiche di Montréal.

L’antefatto è l’ennesimo misunderstanding tra Leclerc ed il suo muretto. All’inizio del Q2 Leclerc esce per l’out lap, chiede di rientrare per passare subito dalle intermedie alle soft, gli viene detto di stare in pista. Al momento di montare le soft il meteo peggiora e Charles ha un solo colpo buono per far segnare un tempo. Lo sbaglia, andando lungo all’ultima chicane. Risultato: undicesima posizione (diventerà poi decima con la penalità a Sainz) ed eliminazione.

Non è la prima volta che succede e che si sottolinea come ci sia una profonda mancanza di comunicazione. La differenza è che stavolta Leclerc non ci sta e, al media pen dopo le qualifiche, si lascia andare allo sconforto e ad una critica diretta nei confronti del team. Critica che potrebbe anche essere comprensibile e/o condivisibile, ma che resto dell’idea dovrebbe essere mantenuta all’interno delle mura di casa piuttosto che sbandierata ai quattro venti, cosa che Charles fa usando gli stessi torni con Sky Italia, Sky UK e con Canal+, alla quale dice che “spera di essere più ascoltato in futuro”.

La critica è chiara e arriva su più fronti, a diversi minuti dalla fine delle qualifiche. Ma ciò che lascia basiti è il dietrofront di una mezz’oretta più tardi. Vasseur è intervistato da Sky Italia e sta confermando la strategia scelta dal team di volere un giro con le intermedie: “In quel momento avevamo bisogno che lui facesse un giro, che facesse un tempo per proteggersi dalla bandiera rossa. Credo che tutti lo abbiano fatto. E anche se in quella fase la pista era un pochino più veloce con le soft però era importante mettere in cascina un giro”.

All’improvviso ecco sopraggiungere Leclerc che fa dietrofront rispetto a quanto detto poco prima, ricordando che anche lui ha sbagliato e smorzando nettamente i toni, forti a causa “dell’adrenalina”.

“Alla fine dopo la qualifica io ho l’adrenalina, ho la voglia di fare bene ovviamente. Non è stato facile, però alla fine anche io non ho fatto un grande lavoro perché ovviamente eravamo in tanti con questo plan e alla fine non ce l’ho fatta io rispetto agli altri. Si può sempre migliorare. Sicuramente parleremo insieme per migliorare perché non è una giornata bella. Però sì dai, mi sono forse lasciato un po’ andare perché… c’è tanta passione, c’è tanta voglia di fare bene. Oggi non… non è andata come volevamo tutti”

Onestamente non ricordo negli ultimi anni un pilota ritrattare in tempo di mezz’ora una dichiarazione rilasciata ai media e, perdonate la sincerità, vedo tutto questo come un tentativo maldestro di porre rimedio ad una polemica scappata dal garage. Da chi sia partita l’eventuale volontà, lo ignoro.

L’adrenalina, per quanto mi riguarda, conta fino ad un certo punto e, anzi, a volte è l’elemento che ti fa parlare con più sincerità in determinate occasioni. Al media pen ci si arriva alcuni minuti dopo essere sceso dalla macchina e dopo aver scambiato, magari, le prime veloci parole con chi ti sta attorno. E, se almeno a tre televisioni si rilascia la stessa dichiarazione, l’intenzione per me è quella di dire proprio certe cose. Non scambiamo l’adrenalina con gli asini che volano…

Non è la prima volta che ci si trova di fronte ad indecisioni di questo tipo tra Leclerc ed il suo muretto. Così come mi stupisce come, con le previsioni del tempo che indicavano la pioggia per le qualifiche da giorni, non si sia pianificato un piano di azione in caso di pista in rapida evoluzione. Possibile che si debba contrattare sul momento se rientrare subito a cambiare gomme o stare in pista in una fase “definita” come l’inizio di una sessione di qualifica?

L’elenco degli errori quindi è ben lungo: primo, mancata pianificazione. Secondo, ferma intenzione a non ascoltare il pilota (già successo più volte, l’ultima a Barcellona). Terzo, l’errore del pilota che, con un solo giro a disposizione, sbaglia e resta escluso. Quarto, la critica pubblica al team (che ripeto, non si dovrebbe mai fare, parere assolutamente personale). Quinto, il dietrofront dopo mezz’ora che si identifica come la classica toppa peggio del buco, perché onestamente è difficile crederci dopo gli ultimi eventi.

Sembra ormai difficile completare un weekend senza un problema di comunicazione. E trovo onestamente avvilente che il pilota considerato da tutti “di punta” della Ferrari non abbia sufficiente potere al quinto anno per assumersi, a suo rischio e pericolo, la responsabilità di una decisione su una gomma da montare. Soprattutto quando le scelte che subisce si rivelano poi spesso sbagliate. Se la Ferrari vuole che Leclerc sia il suo futuro campione deve dargli fiducia sempre. E non mi pare stia accadendo da tempo.

Immagine: Media Ferrari

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