MotoE: non serve la benzina per gare infuocate

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 6 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
25 Giugno 2022 - 22:43

Solo otto giri la Gara 1 di Assen, otto giri di adrenalina pura, di lotte, di sportellate, di sorpassi. Di motorsport.


Che il passaggio all’elettrico nel settore automobilistico e motociclistico sia sempre stato visto come qualcosa di straniante, di alieno, di semplicemente “non corretto” nella concezione che l’appassionato “puro” ha dell’auto e della moto è vero, sia che si tratti della vita di tutti i giorni, sia che si parli di motorsport. Una paura del nuovo per motivazioni quantomeno discutibili.

Sul primo punto, la vita di tutti i giorni, i temi per sviscerare questo argomento si sprecherebbero e questo non è il lido adeguato per discuterne. Sul secondo, invece, più che presentare dati, argomentazioni, motivazioni per cui i più scettici debbano rivalutare il motorsport 100% elettrico, propongo loro una semplice sfida: guardare la Gara 1 di Assen svolta oggi per la categoria MotoE e poi dire la propria su ciò che hanno appena visto.

Le opinioni personali possono essere differenti e ciò è sacrosanto, ma sfido chiunque abbia guardato gli otto giri della gara olandese a dire di essersi annoiato. Forse potrei sembrare esagerato, ma mi sento di dire che la prima manche del GP Olanda 2022 sia stata una delle più belle gare mai viste ad Assen in anni recenti e non. E ricordiamo che stiamo parlando del tracciato van Drenthe, dove lo spettacolo non è quasi mai mancato.

In una brevissima gara di trentasei chilometri circa, le azioni degne di essere ricordate sono state tantissime, quasi da rendere impossibile elencarle tutte. Vuoi perché era la prima gara della categoria ad Assen, vuoi per la necessità di spingere al massimo sin dal primo metro essendoci così pochi giri, vuoi anche per le stesse Energica Ego Corsa che, riviste quest’anno nel peso, sono diventate più maneggevoli da guidare permettendo certi tipi di manovre, ma la corsa vista oggi ha emozionato, lasciato col fiato sospeso fino all’arrivo sotto la bandiera a scacchi nella volata finale. La corsa di oggi ha divertito.

Quest’ultimo dettaglio è una cosa da non sottovalutare. Categorie di altissimo livello ce ne sono nel panorama a due ruote e chi ad oggi cerca qualcosa di nuovo da vedere avrebbe l’imbarazzo della scelta tra Motomondiale, SBK, CEV, CIV, BSB, Endurance e quant’altro; tuttavia, non tutte sanno regalare gare emozionanti o combattute, vuoi per il dominio di un pilota o particolari regolamenti tecnici che avvantaggiano una Casa piuttosto che un’altra. Perciò, dare una chance alla MotoE proprio in quanto categoria genuinamente divertente potrebbe fare al caso sia di chi comincia a guardare motociclismo da poco, sia per chi vorrebbe una categoria di motorsport pura e semplice.

E’ questo il vero vantaggio della categoria finora: l’essere priva di artifizi. Facendo il confronto diretto con la controparte a quattro ruote, la Formula E, la MotoE non ha voluto acchiappare pubblico facilone per fare cassa o ascolti, ma ha mantenuto un approccio diretto, evitando qualunque tipo di aggiunta superflua e che strizza l’occhio più alla becera spettacolarità (o alla casualità se si preferisce), facendosi bastare… il necessario.

Niente FanBoost, niente Attack Mode, niente regolamenti cervellotici e a tratti incomprensibili sulla gestione dell’energia disponibile o il risparmio della stessa, niente cambi di moto in corso per tentare di allungare le manche. Tutti elementi presenti (o che sono stati presenti) nella Formula E e che speravo venissero prima o poi abbandonati una volta fatta “maturare” la serie ed il pubblico annesso, per di più con l’arrivo di grandi marchi da tutto il mondo pronti ad investire parecchio su questo campionato. Tutto ciò non è accaduto e questi elementi sono rimasti, con mio sommo dispiacere, immutati per la maggioranza, portandomi all’abbandono della serie.

Anche quando parlo di divertimento, non intendo che una gara dev’essere oltre i limiti del sicuro e della follia. Ultimamente trovo ben più piacevole vedere le brevi gare della categoria elettrica piuttosto che quelle di Moto3 e SSP300, dove l’essenziale è l’effetto scia e che si sono trasformate in dei veri e propri “tritacarne” negli ultimi anni, con piloti giovanissimi, poco più che ragazzi, che hanno perso la vita in situazioni in cui, a volte, sarebbe stato possibile un esito differente. Il tutto anche causato sia dalla poca “educazione sportiva” di questi piloti alle prime armi (basti pensare ai rallentamenti in piena traiettoria o allo zigzagare in pieno rettilineo per rompere la scia di chi segue), all’abbassamento dell’età media e alla presenza di un limite massimo d’età, scelta sbagliata e che non permette ai più esperti di rimanere a lungo nel giro.

Anche nella MotoE sono presenti i giovanissimi, ma la loro presenza è bilanciata da piloti più esperti e che hanno potuto disputare più stagioni anche in altre serie. Corridori dal modo di gareggiare più ragionato, magari meno garibaldino ma pur sempre estremamente competitivo, da cui anche un talento emergente, seppur di un’altra squadra, può imparare.

Torniamo però all’argomento principale, la MotoE in quanto categoria. Nonostante la bella stagione 2022 a cui stiamo assistendo ed il livello notevole di piloti presenti (certo, non stiamo parlando dei nuovi Rossi, Stoner, Márquez o Quartararo, ma pur sempre protagonisti capaci anche di vincere titoli negli anni passati), lungi da me definirla una categoria perfetta. Seppur estremamente vivaci, le gare da otto giri rimangono fin troppo corte e bisognerebbe cercare di allungare almeno di un tot la durata delle stesse, anche a vantaggio d’immagine dello stesso elettrico.

Il limite però più grosso della MotoE è, per quanto mi riguarda, il monomarca. Certo, esso permette di avere una competizione incredibilmente equilibrata e fornisce a tutti, squadre e piloti, mezzi identici e col quale non è possibile equivocare il risultato finale in termini di bravura, preparazione o capacità; però avere più Case interessate a quest’avventura proporrebbe una sfida tecnica d’altri tempi, capace di attirare anche piloti di blasone maggiore legati a suddette Case. Il prossimo anno ci sarà l’arrivo di Ducati, ma in forma di sostituta di Energica.

Che sia una scelta di FIM e Dorna per evitare che le moto elettriche calpestino i piedi al loro giocattolo preferito, la MotoGP? Può essere, ma senza dover fare sempre il complottista posso intanto dire di esser soddisfatto, da spettatore ed appassionato, di ciò che sto vedendo dalla MotoE ultimamente, con però la consapevolezza che molti, comportandosi da retrogradi ignoranti, ignoreranno la categoria soltanto perché non ci sono motori endotermici che bruciano benzina. Quasi come se non venisse considerata una categoria di motorsport.

Nella speranza, probabilmente vana, che questi soggetti cambino mentalità, chiudo qui la bloggata. In fondo sono loro che si perdono delle belle gare, non io.

Fonte immagine: intactgp.de

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