30 anni dalla MP4/4, la macchina perfetta

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
1 Gennaio 2018 - 10:00
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La storia della Formula 1 è meravigliosa perché permette a tutti noi appassionati e non solo di poter ricercare e vedere nelle sue infinite sfaccettature i vari componenti ed argomenti che ne hanno fatto parte. Esattamente 30 anni da Woking usciva la monoposto di F1 perfetta, quella che permise ad un giovane Ayrton Senna di vincere il suo primo mondiale: la MP4/4 motorizzata Honda.

È paradossale pensare che il trentennale di questa vettura arrivi proprio nell’anno della separazione tra la Honda e la stessa Mclaren dopo tre stagioni deludenti. Quel binomio nacque nel 1987 quando Ron Dennis riuscì a strappare alla Williams, che si apprestava a diventare campione del mondo, la fornitura del turbo Honda per il 1988 (insieme alla Lotus) e del motore aspirato che sarebbe ritornato in F1 con i nuovi regolamenti nel 1989.

La MP4/3 ibrida

Dopo un 1987 abbastanza deludente, con solamente tre vittorie all’attivo e la conclusione della partnership con Porsche, la Mclaren decise di anticipare la concorrenza già sul finire del 1987 con i primi test del nuovo V6 turbo Honda. Una MP4/3 appositamente modificata nel posteriore per permettere l’alloggiamento del motore giapponese venne portata in pista per una prima sessione di test a Silverstone da Alain Prost, seguita da altre prove sul circuito lusitano di Estoril in Portogallo. Ron Dennis aveva deciso di affidare il progetto della MP4/4 a Steve Nichols e quella della MP4/5 aspirata a Neil Oatley. Ovviamente il supervisore dei due progetti era quel mago di Gordon Murray, che soprattutto nella vettura del 1988 avrà modo di mettere la sua firma. Il nuovo arrivato nel team, Ayrton Senna, forte anche dell’esperienza accumulata con Honda nel 1987 alla guida della Lotus, avrebbe dovuto attendere per questioni contrattuali l’inizio del nuovo anno per provare il nuovo V6 nipponico.

La vera sfida per i progettisti in quel 1988, oltre alle motorizzazioni, fu quella di progettare le nuove monoposto con la pedaliera dietro all’asse delle ruote anteriori. La Ferrari tra le big era l’unica a partire con un vantaggio rispetto alla concorrenza. Infatti la Casa di Maranello, conservando lo stesso motore e lo stesso telaio dell’anno precedente, non avrebbe dovuto stravolgere completamente il progetto. Al contrario, chi aveva già in dotazione un motore aspirato oppure un nuovo turbo doveva riprogettare completamente una nuova vettura. Per Gordon Murray però questo “obbligo” non rappresentava un problema: già la sua Brabham BT53 campione del mondo del 1983 aveva la pedaliera dietro all’asse anteriore.

Nel frattempo Prost in una Silverstone “polare” metteva a referto un tempo di 1’15”3 tra la soddisfazione generale del team che non aveva riscontrato nessun problema tecnico nel motore e nel cambio della MP4/3 ibrida. Gli avversari, con il passare dei test e anche in assenza della nuova monoposto, iniziarono a temere la Mclaren. Harvey Postlethwaite disse: “La Mclaren mi sembra un gigante, ha due piloti fantastici e Honda con il motore turbo sta lavorando benissimo per essere al vertice”.

Il primo squillo della Mclaren con ancora la MP4/3 ibrida arrivò a Jerez ad inizio 1988, quando Prost con apparente facilità e senza problemi ottenne la miglior prestazione ma soprattutto diede dimostrazione della potenza e dell’ottimo consumo del V6 Honda. Lo stesso francese dopo questo test mise le mani avanti dichiarando di sentirsi il favorito al titolo per la stagione che era alle porte.

Finalmente, dopo un lungo inverno di riposo, anche Senna si mise al volante della Mclaren-Honda. Lo fece nei primi giorni di Marzo del 1988 a Suzuka in un test segretissimo organizzato dalla factory giapponese che venne “scoperto” grazie a qualche fotografo appostato sul circuito giapponese.

La MP4/4

Il tanto atteso debutto della nuova nata di casa Woking avvenne nei test di Imola a poche settimane dall’inizio del mondiale. Per gli avversari quello che Senna e Prost riuscirono a fare durante le giornate di prove fu un vero shock. La MP4/4 era una monoposto diversa dalle altre, simile nelle forme alla sfortunata e tragica Brabham BT55 disegnata sempre da Gordon Murray due stagioni prima. La capacità di affrontare da subito le curve del circuito del Santerno da parte dei due piloti senza nessun problema strutturale oppure di affidabilità era disarmante. Il brasiliano ottenne il miglior tempo in 1’27”80 davanti al compagno di squadra Prost che fermò il cronometro a 1’27”94. Il primo degli inseguitori “turbo” fu Berger con la Ferrari, staccato di oltre 2″, mentre il primo degli aspirati fu Patrese con la Williams a quasi 3″.

Numeri che non lasciavano spazio alle interpretazioni. Nichols e Murray avevano creato una monoposto incredibile, capace di adattarsi ad ogni tipo di situazione. Subito dopo i test di Imola, Prost non riuscì a trattenere la gioia: “La nuova macchina non ha nulla a che vedere con la vecchia, si guida in maniera differente. Questa è la miglior monoposto che io abbia mai guidato e sono sicuro che se avessimo simulato un GP avremmo dato un giro secco alla Ferrari”.

Parole forti, difficili da sentire soprattutto da un pilota equilibrato come Prost ma che presagivano quello che sarebbe successo in quel 1988.

Il progetto MP4/4, per stessa ammissione di Nichols, nacque nell’estate del 1987 ad accordo firmato tra Honda e Mclaren. Lui e Murray con diverse prove in galleria del vento provarono parecchie soluzioni aerodinamiche con cui “vestire” la nuova monoposto.

La stagione 1988 della Mclaren-Honda ha numeri clamorosi e probabilmente irripetibili per qualsiasi altra squadra anche in epoca moderna. Su 16 gare Senna e Prost conquistarono 15 vittorie con il brasiliano che vinse a Imola, Montreal, Detroit, Silverstone, Hockenheim, Budapest, Spa e Suzuka. Il francese ottenne le sue vittorie a Jacarepagua, Monaco, Città del Messico, Le Castellet, Estoril, Jerez e Adelaide.

L’unico successo lasciato agli avversari fu quello di Monza, con la Ferrari che ottenne una clamorosa doppietta con Berger davanti ad Alboreto qualche giorno dopo la morte di Enzo Ferrari. Quella vittoria arrivò grazie ad uno dei rarissimi problemi di affidabilità di quella stagione del motore Honda che costrinse Prost al ritiro ma soprattutto al contatto della prima variante tra Senna, leader della gara, e il francese Schlesser al volante della Williams, che mise fuori gara il brasiliano involato verso la vittoria.

Anche in qualifica i numeri della MP4 furono sensazionali. 15 pole position su 16 gare, con Senna che ne ottenne ben 13 e Prost due. Anche in questo caso fu la Ferrari a rovinare il filotto della squadra di Woking con una prima fila tutta rossa proprio a casa della Mclaren a Silverstone.

Sempre a Imola, dove la MP4/4 durante i test diede una grande prova di forza, nelle qualifiche del sabato Senna e Prost distanziarono gli avversari con dei distacchi imbarazzanti. Le prima tre file vennero composte da:

Anche la gara fu un monologo bianco-rosso con Senna vittorioso su Prost staccato di circa 2″ e Piquet terzo a un giro. La previsione di Alain di qualche settimana prima si rivelò azzeccata. La Mclaren vinse il titolo costruttori con 199 punti in classifica su un massimo di 240 (sistema di punteggio 9-6-4-3-2-1) e le doppiette stagionali furono ben 10. La Ferrari seconda nel mondiale terminò con meno della metà dei punti ottenuti dal team inglese, ovvero 65.

A Suzuka, dove nel 1987 Honda subì proprio in casa l’onta della sconfitta da parte della Ferrari, il mondiale venne vinto da Senna dopo una rimonta epica e un sorpasso fantastico su Prost a seguito di una brutta partenza. Sembrava un finale quasi scritto dai vertici Honda, proprio per avere il duello finale tra i due piloti Mclaren sulla loro pista e davanti alla loro gente. Infatti diversi ex piloti dell’epoca sostengono che Senna venne “sfavorito” di motore rispetto a Prost sia ad Estoril che a Jerez per permettere appunto di avere una sorta di finalissima a Suzuka.

Non ce n’era per nessuno, quella vettura così “bassa” e filante rispetto alle altre era totalmente su un altro pianeta. La MP4/4 ottenne l’82,92% dei punti disponibili e se avesse corso con l’attuale sistema di punteggio in uso nella F1 moderna avrebbe conquistato 576 punti disponibili su un massimo di 688. Una vettura che ha “ballato” solo in quella stagione di 30 anni fa ma che grazie ad una organizzazione irripetibile e a risultati clamorosi è entrata di diritto nella storia della Formula 1.

La MP4/4, la macchina perfetta.

 

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