24H Daytona 2022 | Meyer Shank Racing trionfa, finale da brividi in GTD Pro

Motorsport
Tempo di lettura: 7 minuti
di Matteo Pittaccio
30 Gennaio 2022 - 23:07
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Acura firma il secondo successo consecutivo alla 24 Ore di Daytona grazie alla prestazione maiuscola di Meyer Shank Racing, prima squadra a passare sotto la bandiera a scacchi con alla guida Hélio Castroneves. Il brasiliano vince la 60esima edizione in compagnia di Simon Pagenaud, futuro compagno nel team IndyCar di Michael Shank e Jim Mayer, Tom Blomqvist e Oliver Jarvis. L’equipaggio numero 60, rallentato nel primo quarto di gara da una foratura, ha regalato a Meyer Shank il secondo successo a Daytona in occasione del decimo anniversario della vittoria ottenuta con Justin Wilson, A.J. Allmendinger, John Pew e Oswaldo Negri. Inoltre, Castroneves bissa il trionfo ottenuto con Wayne Taylor Racing nel 2021, anno in cui il 46enne di San Paolo ha vinto anche la quarta Indy500 della carriera.

La gara si è risolta nella mezz’ora finale, quando la competizione è ripartita al termine della diciassettesima neutralizzazione (causata dal ritiro della Lamborghini #19 TR3 Racing di classe GTD). Nei trenta minuti conclusivi Hélio Castroneves si è reso protagonista di una difesa strepitosa nei confronti dell’Acura Wayne Taylor Racing guidata da Ricky Taylor, in pista con pneumatici più freschi. Un vero attacco non c’è mai stato e, superato il caos scatenato dalle Porsche di classe GTD nella “Le Mans chicane”, Castroneves ha tagliato il traguardo davanti a tutti. WTR, la formazione più vincente degli ultimi anni, si è dovuta accontentare del secondo posto, risultato che consente ad Acura di realizzare una doppietta formidabile, la prima a Daytona. A completare il podio assoluto e di classe DPi troviamo la Cadillac numero 5 del team JDC-Miller Motorsports, prima vettura in classifica appartenente al marchio americano. Tristan Vautier, Richard Westbrook, Loic Duval e Ben Keating hanno fatto il massimo per vincere la gara ma nell’ultima ripartenza la difesa molto aggressiva di Pipo Derani ha fatto perdere molto tempo alla compagine vincente nel 2018.

Proprio Derani, alfiere di Action Express Racing impegnato a bordo della Cadillac numero 31, ha completato la 24 Ore di Daytona in quarta posizione soffrendo una generale mancanza di velocità nell’ultimo quarto di gara. L’altra auto di AER – la numero 48 sponsorizzata da Ally – è uscita dalla corsa per la vittoria in piena notte, quando Jimmie Johnson si è toccato in curva due con una vettura doppiata. Ancora peggio è andata a Cadillac Racing, squadra gestita da Chip Ganassi: entrambe le auto hanno messo in pista ritmi eccellenti ma sia la 01 sia la 02 hanno vissuto una notte travagliata restando ai box per parecchi giri e chiudendo la gara nelle due ultime posizioni di categoria.

Per quel che riguarda la classe LMP2 è DragonSpeed ad artigliare il successo con l’Oreca numero 81. Colton Herta ha portato l’intero equipaggio sul gradino più alto del podio grazie ad un magnifico sorpasso alla “Le Mans chicane” operato ai danni della LMP2 numero 8, in quel momento guidata da Louis Delétraz. Quest’ultimo era riuscito a portare Tower Motorsport in cima alla classifica prima della ripartenza conclusiva, salvo poi doversi arrendere alla furia di un Herta scatenato nel finale di gara. Grazie a quel sorpasso possono festeggiare anche Pato O’Ward, Devlin De Francesco ed Eric Lux, i quattro piloti scelti da DragonSpeed per la 60esima edizione della Rolex24. Agguanta il podio di categoria LMP2 il Racing Team Nederland, secondo al traguardo nonostante i problemi al motore Gibson accusati a circa ottanta minuti dalla bandiera a scacchi. La formazione olandese composta da Rinus VeeKay, Giedo van der Garde, Frits van Eerd e Dylan Murry precede il già citato Tower Motorsport, accontentatosi della terza posizione dopo il fuoripista causato dal sorpasso aggressivo di Colton Herta.

Decisamente migliore rispetto al 2021 la gara delle LMP3. La classe più piccola tra i prototipi ha creato meno problemi in pista e, ogni tanto, si è intravista qualche battaglia interessante. Ciò nonostante non cambia la squadra vincente che, come l’anno passato, prende il nome di Riley Motorsports. Il team di Fraga, Robinson, van Berlo e Cooper ha battuto Sean Creech Motorsport e CORE Autosport, giunti rispettivamente ad uno e due giri di distanza dalla vincente Ligier numero 74.

La categoria GTD-Pro è indubbiamente la protagonista della gara. Scelta per sostituire la GTLM (GTE), la nuova classe basata sulla piattaforma GT3 e dedicata esclusivamente ai piloti Pro ha regalato momenti di tensione ed emozione unici, anche grazie ad un BoP tutto sommato bilanciato. Per tutta la gara si sono alternate al comando Lamborghini, Mercedes, Lexus, Ferrari e Porsche, con quest’ultimo marchio al centro della fantastica battaglia finale. Nel corso dell’ultimo giro le 911 GT3R di Pfaff Motorsport e KCMG hanno duellato senza sconti fino a giungere al contatto alla Le Mans chicane, per giunta proprio davanti ai primi due della classifica assoluta. La battaglia è partita a circa due ore dalla bandiera a scacchi, quando Laurens Vanthoor, secondo con la Porsche KCMG numero 2, ha iniziato a recuperare terreno sulla vettura gemella gestita da Pfaff Motorsport e guidata da Mathieu Jaminet.

La battaglia si è infiammatta appena dopo l’ultima ripartenza e, per circa trenta minuti, i due hanno continuato a passarsi e contro-sorpassarsi senza risparmiare contatti e sportellate. A tre giri dal termine Vanthoor ha passato Jaminet in curva 3 ma il francese è rimasto vicino al belga e i due hanno iniziato il giro finale a breve distanza. Uscito molto vicino dalla prima curva, Jaminet ha attaccato Vanthoor tamponando il pilota KCMG, spinto lungo e subito dopo superato dallo stesso Jaminet. A questo punto, scenario dell’ultimo scontro diventa la curva “Bus Stop”, da ieri denominata “Le Mans”: Vanthoor prende la scia nella sopraelevata (curva 7) e sceglie l’esterno di curva 8 per passare Jaminet. Quest’ultimo non molla e, allungando la frenata, porta Vanthoor sull’erba. Dopo svariati contatti la Porsche KCMG del belga finisce in testacoda, viene passata dalla Ferrari Risi Competizione e riparte con le ruote fumanti, il tutto appena davanti a Hélio Castroneves e Ricky Taylor. Qualche istante dopo la 911 GT3R di Mathieu Jaminet, Matt Campbell e Felipe Nasr taglia per prima il traguardo di fronte alla 488 Ferrari GT3 di Pier Guidi, Calado, Rigon e Serra, auturi di una gara molto consistente. Vanthoor, invece, tra desolazione e qualche lacrima scesa nel giro di rientro deve accontentarsi della terza posizione, risultato che condivide con Patrick Pilet, Alex Imperatori e Dennis Olsen. Delusione presente anche nel garage di TR3 Racing, squadra partita in prima posizione dopo la splendida gara di qualifica corsa da Mirko Bortolotti e Andrea Caldarelli. I due, aiutati da Marco Mapelli e Rolf Ineichen, hanno corso con regolarità le prime due ore ma durante la terza sono stati coinvolti in un incidente multiplo tra le curve 6 e 7. L’equipaggio numero 63 ha provato a continuare ma i danni sono diventati via via sempre più insostenibili ed il team ha deciso di ritirare la vettura.

Decisamente più ordinata la gara della GTD, la classe più numerosa viste le ben ventidue auto iscritte. Al termine delle 24 Ore la vittoria viene assegnata alla Porsche numero 16 di Wright Motorsports guidata da Richard Lietz, Zacharie Robichon, Ryan Hardwick e Jan Heylen. Questo equipaggio ha battuto l’Aston Martin numero 44 del team Magnus Racing e la Mercedes AMG GT3 numero 32 gestita da Gilbert Korthoff Motorsports. Da sottolineare la penalità drive through comminata alla Ferrari AF Corse numero 21 nella mezz’ora finale per un sorpasso effettuato in bandiera gialla. Questa sanzione ha spostato la 488 della formazione di Amato Ferrari dal secondo al quarto posto. Poco da fare anche per Raffaele Marciello, mai sceso in pista poiché costretto al ritiro insieme a tutta la propria squadra (SunEnergy1 Racing #75) per un incidente verificatosi a circa tre ore dall’inizio della gara, quando a bordo della Mercedes si trovava Kenny Habul. Non è andata meglio a Cetilar Racing, in lizza per il podio fino al testacoda di Roberto Lacorte, giratosi in curva 1 nella seconda ora di gara. Da quel momento in poi la 488 di Lacorte – Sernagiotto – Fuoco – Rovera ha incontrato parecchie difficoltà, tra contatti e inconvenienti tecnici che hanno allontanato i ragazzi di Cetilar dalla parte più alta della classifica. La formazione 100% italiana ha comunque chiuso la gara transitando sul traguardo in 14esima posizione di classe GTD.

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Immagine di copertina – Tom Blomqvist Twitter

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