24 ore di Le Mans: l’Audi fa 13, a Le Mans è doppietta

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
15 Giugno 2014 - 18:05
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Non sono bastati il cambio dei regolamenti, l’arrivo di un nuovo costruttore come la Porsche e l’attesa esplosione in termini di competitività della Toyota a scalfire il dominio Audi sul Circuit de la Sarthe: al termine dell’82ª edizione della 24 Ore di Le Mans l’Audi ha piazzato due delle sue tre vetture schierati ai primi due posti della classifica con la #2 di Fassler/Lotterer/Treluyer che ha preceduto di 3 giri la #1 di Di Grassi/Gene/Kristensen dopo una gara che, soprattutto nella sua seconda metà, ha visto un colpo di scena dietro l’altro visto che tutti i prototipi fino a quel momento impegnati in corsa hanno subìto problemi tecnici, più o meno gravi, di varia natura. Nulla da fare nè per la Toyota, velocissima ma non ancora dotata della necessaria affidabilità per portare a termine tutte le 24 ore di gara, nè per la Porsche. Quella di oggi è la 13ª vittoria Audi negli ultimi 15 anni nella classicissima francese.

L’unico vero colpo di scena occorso nella prima metà della corsa è stato l’arrivo della pioggia che ha portato ad alcuni incidenti, uno dei quali ha visto per protagonisti la Audi #3 di Albuquerque/Bonanomi/Jarvis e la Toyota #8 di Davidson/Lapierre/Buemi e che ha portato al ritiro della vettura della casa tedesca mentre il prototipo giapponese è stato portato al box per le riparazioni, scivolando comunque lontano dalle posizioni di testa.

Si è così arrivati a metà gara con la Toyota #7 di Wurz/Sarrazin/Nakajima saldamente al comando davanti alle Audi #2 e #1 e alle Porsche #20 e #14, con quest’ultima che aveva sofferto un problema tecnico già nella prima ora di gara.

Nelle successive ore la classifica è stata rivoluzionata: dapprima un problema ad un iniettore durante la 13ª ora ha costretto la Audi #1 ad una lunga sosta ai box dalla quale è ripartita al 4° posto alle spalle della Porsche #20, poi è stato il turno della Toyota di testa che nel corso della 15ª ora ha subìto un problema elettrico vedendosi così costretta al ritiro; infine, nel corso della 17ª ora, è stata l’Audi #2, passata nel frattempo al comando dopo il ritiro della Toyota, a fermarsi ai box per la sostituzione del turbo, intervento non da poco ma che i meccanici della casa tedesca sono riusciti ad effettuare in circa un quarto d’ora.

Alle prime luci dell’alba la situazione di classifica vedeva al comando l’Audi #1 con quasi un giro di vantaggio sulla Porsche #20, che nel frattempo era riuscita a scavalcare, e con due giri sulla gemella #2.Dopo alcune ore di relativa tranquillità ecco un altro colpo di scena poco dopo la 20ª ora di gara quando l’Audi di Kristensen, leader della gara in quel momento, si è fermata all’uscita della prima delle due chicane che spezzano il lungo rettilineo di Mulsanne; dopo alcuni secondi di sosta il danese è ripartito lentamente, ma dopo aver effettuato una prima sosta ai box è stato costretto a rientrare nuovamente per sostituire il turbocompressore sulla sua Audi, proprio come poche ore prima era successo all’Audi #2.

A seguito dei problemi dell’Audi #1 si è così ritrovata in testa la Porsche #20 di Bernhard/Webber/Hartley, davanti alle due Audi, con la #2 davanti alla #1, ma è a questo punto che è salito in cattedra André Lotterer, forse il miglior pilota di questa 24 Ore di Le Mans: con un ritmo gara notevole, in due ore e mezza il pilota tedesco dell’Audi #2 ha progressivamente ridotto i due minuti di ritardo dalla Porsche di testa fino a superarla durante i pit stop.

A meno di due ore dalla fine però, quando ormai il podio sembrava un obiettivo assolutamente alla portata del prototipo #20, Mark Webber è rientrato ai box per ritirarsi a causa di un problema al motore lasciando la seconda posizione all’Audi #1 e la terza alla rediviva Toyota #8, complessivamente la vettura più affidabile tra quelle arrivate al traguardo e rallentata solamente dalla collisione con Bonanomi ad inizio gara; pochi minuti dopo anche l’altra Porsche, la #14, è stata costretta a rientrare ai box a causa di alcuni problemi tecnici salvo poi ripartire a meno di 5 minuti dalla fine.

Le ultime due ore di gara non hanno visto particolari sconvolgimenti in classifica: le due Audi di testa, ormai saldamente al comando sia pur con la #2 avanti di tre giri rispetto alla #1, hanno chiuso in parata tagliando il traguardo davanti alla Toyota #8, giunta al traguardo con 5 giri di ritardo dalla #2. Quarta posizione finale per la Rebellion #12 di Prost/Heidfeld/Beche, l’unica vettura tra le LMP1 non dotata di propulsione ibrida ad aver tagliato il traguardo. Solamente 4 vetture della classe LMP1 sulle 9 iscritte hanno tagliato il traguardo: non si sono classificate le due Porsche, la Toyota #7, la Rebellion #13 e l’Audi #3.

Nella classe LMP2 la vittoria è andata alla Zytek-Nissan #38 del team Jota guidata da Dolan/Tinckell/Turvey ha preceduto di un minuto e 20 secondi la Ligier-Nissan #46 della TDS Racing di Thiriet/Badey/Gommendy. Per Turvey in particolare questa vittoria assume un significato speciale, visto che è stato chiamato al volante della Zytek per sostituire Marc Gene, dirottato sull’Audi #1 per sostituire l’infortunato Duval dopo il botto nelle libere della scorsa settimana.

La classe GTE Pro ha invece visto la vittoria in solitaria della Ferrari 458 Italia di Bruni/Vilander/Fisichella con un giro di vantaggio sulla Corvette #73 di Magnussen/Garcia/Taylor e due giri sulla Porsche 911 #92 di Holzer/Makowiecki/Lietz; proprio la gara delle GT è stata la più combattuta, visto che per parecchie ore di gara la Ferrari di Bruni/Vilander/Fisichella si è trovata a lottare a stretto contatto con la Corvette #74 di Gavin/Milner/Westbrook e con la Aston Martin #97 di Turner/Mucke/Senna, entrambe poi uscite di scena a causa di problemi tecnici.

Quinto posto tra le GT, primo assoluto tra le GTE Am, per la Aston Martin di Poulsen/Heinemeier-Hansson/Thiim che precede di due giri la Porsche 911 #88 di Ried/Bachler/Al Qubaisi; terzo posto di classe per la Ferrari #61 di Perez-Companc/Cioci/Venturi.

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