Nella settimana che celebra i 75 anni di Motomondiale, con tutte le celebrazioni che vedremo a Silverstone, il 2024 ci impone un altra ricorrenza trentennale. Era appunto il 1994 quando Michael Doohan conquistava il primo di cinque mondiali consecutivi nella classe 500cc, aprendo una delle dinastie motoristiche più importanti della storia. Un vero e proprio dominio che si sarebbe interrotto a Jerez nel 1999 a causa di una caduta che mise KO definitivamente il pilota australiano.
Un dominio che sarebbe iniziato già nel 1992 senza il terribile incidente di Assen, con tutte le conseguenze a livello fisico che anche nel 1993 Doohan aveva dovuto affrontare nonostante un ritorno ad altissimo livello. Per tutti questi motivi l’alfiere della Honda non era considerato il primo favorito per il titolo 1994, preceduto nelle previsioni dal campione del mondo in carica Kevin Schwantz (che però si era infortunato durante la pausa invernale), da Luca Cadalora che aveva acquisito lo status di prima guida nel team Roberts in Yamaha dopo il dramma di Wayne Rainey a Misano e dalla Cagiva di John Kocinski, velocissimo nei test invernali e “facile” vincitore nella prima gara stagionale ad Eastern Creek con Doohan al terzo posto.
Honda in quella stagione si era presentata al via con una versione aggiornata della mitica NSR spinta dal motore “big bang”, priva però della sponsorizzazione Rothmans che aveva preferito la F1 al Motomondiale. Nacque però una delle livree più iconiche della storia, con la NSR numero 4 dipinta con i colori HRC senza sponsorizzazione. Una moto che sia nella versione con i cerchi bianchi sia in quella con il classico nero ha segnato un epoca, anche a livello di design.
Tornando a quel mondiale, dopo la gara australiana Doohan è protagonista di una stagione praticamente perfetta, sempre sul podio nelle 14 gare di campionato. I numeri, anche a distanza di 30 anni, sono letteralmente impressionanti: nove vittorie, tre secondi posti e due terzi per un totale di 317 punti, con Cadalora vicecampione del mondo fermo a quota 174. Le pole conquistate furono sette e i giri più veloci altrettanti a conferma di un dominio clamoroso, come i distacchi superiori ai 10 secondi rifilati agli avversarsi in gare come Salisburgo e Hockenheim.
Prima del 1994 Doohan aveva conquistato dieci vittorie dall’esordio nel 1989, in un’epoca dove il livello degli avversari (americani e australiani come lui) era altissimo. Dal 1994 Mick ha inanellato 44 successi, fino al ritiro arrivato dopo la caduta di Jerez. In totale sono 137 gare le gare disputate con 54 vittorie, 58 pole position e 95 podi, oltre ai cinque mondiali portati a casa: numeri che dopo Assen 1992 erano totalmente inimmaginabili ma che successivamente hanno reso il ragazzo arrivato da Brisbane uno dei piloti più forti nella storia del Motomondiale.
Immagine copertina: Ansafoto
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