1994 – 2014: il tempo passa, Ayrton no

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Maggio 2014 - 01:05
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20 anni fa, a quest’ora, ero sicuramente avvolto dai miei sogni di 11enne. Chissà poi quali sogni. Non li ricordo praticamente mai.

Questa sera, in questo momento, sono in una stanza di albergo ad Imola. Portatile di fronte, cellulari a destra, una reflex a sinistra e un cappellino blu. Quello che ho fotografato e che vedete in copertina.

Domani, che poi è già oggi vista l’ora, è IL giorno. Quello del ricordo, dei ricordi. Mi sentirò un po’ a disagio, perchè purtroppo l’età non mi ha permesso di vivere consciamente se non gli ultimi 3 anni di Ayrton e sarò circondato da vere enciclopedie umane che sanno tutto di lui. Io ero piccolo, ma ricordo distintamente la perla di Monaco 1992, la meraviglia di Donington e l’ultima vittoria di Adelaide 1993. E, purtroppo, l’inizio del 1994.

Ricordo che seguivo la gara di Imola con mio papà, sdraiati entrambi sul letto. Assistemmo allo schianto. Rimasi in silenzio qualche secondo. Vidi il casco di Ayrton muoversi sul relitto della Williams e pensai ad un segnale positivo. Mio papà aveva già capito. Mia mamma capì poco dopo. Passai le successive 4 ore nella speranza di buone notizie. Il giorno prima era già stato terribile.
Poi il collegamento da Bologna e la fine di ogni flebile possibilità. Due morti in due giorni.

Tre giorni dopo, ancora insieme con papà a seguire in televisione il Brasile intero accompagnare il feretro del suo eroe, che da mito in terra era intanto diventato leggenda.

Immagini e ricordi indelebili. Ma solo due settimane dopo, quando il circus si ripresentò senza di lui a Montecarlo, il suo salotto preferito, mi resi conto davvero che non era stato uno scherzo, e che da lì in poi la F1 si avrebbe dovuto imparare a camminare da sola, senza la sua colonna portante.

Sono passati 20 lunghi anni da quei giorni, i sogni non me li ricordo nemmeno ora. Sono cambiate tantissime cose, ma il filo conduttore che mi lega a quei periodi è ancora collegato. Sono passati 20 anni eppure siamo tutti qui pronti a celebrare un uomo di sport. Per alcuni, un semplice uomo di sport.

Ma, se tutti ti ricordano ogni giorno, non puoi essere stato di certo una persona comune. E io, una mobilitazione del genere per un uomo di sport a 20 anni dalla sua scomparsa, credo di non averla mai vista.

Le premesse perchè ci sia una marea umana ci sono tutte. E non può essere altrimenti. Su Internet, da un’ora a questa parte, fioccano ovunque immagini, citazioni, pensieri e ricordi su Ayrton. Non solo da parte di siti specializzati, ma da qualsiasi provenienza possibile. Basta questo a rendere idea della grandezza di questo personaggio, che andava oltre i confini del suo abitacolo e della F1 con la sua personalità.

Domattina sarò, saremo, ad Imolayrton. La mostra dedicata ad Ayrton con tantissimi cimeli a lui appartenuti. Si terrà al Museo Checco Costa, all’interno dell’autodromo. Verrà inaugurata alle 15. Non mancherò di postare qualche foto. Cercherò di raccontare, a giornata conclusa, l’atmosfera che si potrà quasi toccare con mano, anche se non sarà facile.

Sarà una giornata intensa, speciale. Degna di chi, dopo 20 anni, è ancora sulla bocca di tutti.

Buonanotte.

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