WEC | Toyota domina i test di Le Mans

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di Federico Benedusi @federicob95
5 Giugno 2017 - 11:13
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Il prologo della 24h di Le Mans, terzo e più importante appuntamento del WEC 2017, ha lasciato spazio a ben poche interpretazioni: Toyota è candidata più che mai ad ottenere il suo primo successo assoluto in riva alla Sarthe. Le TS050 Hybrid hanno letteralmente dominato la giornata di test collettivi, con Kamui Kobayashi che ha già abbassato di un secondo e sei decimi la pole position dell’anno scorso, pur rimanendo piuttosto lontano dal record assoluto stabilito da Neel Jani due anni fa. La simulazione di qualifica della #7 si è conclusa con un tempo di 3:18.132 sui 13629 metri del circuito francese.

Alle spalle del giapponese hanno concluso due piloti della #8, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima, staccati di 1.1 e 1.8 rispettivamente, mentre José María López ha conquistato il miglior tempo per la #9, non svolgendo però una simulazione di giro secco. Le tre vetture giapponesi hanno portato a termine, in tutto, ben 304 giri.

Volti non certo sorridenti in casa Porsche, dove già si parlava del Nürburgring come vero inizio di campionato. Una giornata peraltro segnata dai problemi occorsi alla vettura #2: in mattinata si è resa necessaria la sostituzione del fondo, a causa di un cono colpito da Brendon Hartley, mentre nella pausa tra le due sessioni è stato cambiato il motore dopo che i meccanici del team tedesco hanno riscontrato una perdita d’olio. Nel pomeriggio, Earl Bamber ha segnato il miglior tempo per i campioni in carica, distante però 3.380 da quello di Kobayashi, mentre Neel Jani con la #1 si è fermato a 3:22.100. Porsche, con le due 919, ha accumulato 156 giri.

Dominio Oreca in classe LMP2, con 13 vetture nelle prime 13 posizioni. Miglior crono per la Alpine Signatech #35 con Nelson Panciatici, che con il crono di 3:28.146 ha abbassato di otto secondi e mezzo il primato di categoria appartenente a René Rast. I nuovi motori Gibson hanno destato grandissima impressione, stabilendo picchi di velocità sull’Hunaudières ben superiori a quelli delle LMP1: la Dallara di Roberto Lacorte è arrivata a 341,3 contro i 336,0 di Marco Bonanomi (sostituto di James Rossiter) con la CLM ByKolles e i 330,8 di Kazuki Nakajima con la Toyota.

Tornando alla classifica dei tempi, Panciatici si è lasciato alle spalle persino Dominik Kraihamer, al volante dell’unica LMP1 non ibrida in griglia. Distante quasi sette decimi Jean-Éric Vergne con la Manor #24, che ha preceduto Alex Brundle con la DC Racing #37 e Alexander Lynn con la G-Drive #26. Per quanto riguarda gli altri marchi in gara, 14esimo tempo per la prima Ligier, quella del team United Autosports, con Filipe Albuquerque distante 3.761 dal leader; alle spalle del prototipo francese ecco la prima Dallara, quella del team Villorba, spinta da Andrea Belicchi ad oltre sei decimi dalla Ligier. In grossa difficoltà l’unica Riley in pista, con Ricky Taylor che ha concluso a dieci secondi e mezzo da Panciatici.

Queste nuove LMP2 sembrano comunque in grado di dare un tocco di pepe anche alla lotta per la vittoria assoluta, perché i doppiaggi sull’Hunaudières da parte delle LMP1 ibride in gara saranno pressoché impossibili, a meno di facilitazioni da parte dei piloti della categoria più bassa.

La classifica GTE-Pro invece ha suscitato non pochi dubbi sul reale potenziale delle vetture, visti gli imminenti aggiornamenti del Balance of Performance. Oliver Gavin, al volante della Corvette C7R, ha stabilito il miglior tempo in 3:54.701, riferimento più alto di ben 3.6 rispetto alla pole di Dirk Müller dell’anno scorso. Alle spalle della Corvette #64 hanno concluso le due Porsche, separate da appena tre millesimi con Frédéric Makowiecki sulla #91 davanti a Kévin Estre sulla #92. Distante mezzo secondo la prima Aston Martin. quella contrassegnata dal #95 e guidata da Nicki Thiim. Si sono mantenute su un buon livello competitivo le Ferrari, che contano sullo stesso Balance di un anno fa, con Davide Rigon che ha portato la #71 a poco meno di sette decimi dalla Corvette. Davvero poco indicativi, invece, i riferimenti delle Ford, più pesanti di 15 chili rispetto a Spa e di 20 rispetto all’anno passato: la #69, con Richard Westbrook, ha pagato qualcosa come 2.835 da Gavin, mentre le altre tre “gemelle” si sono mantenute oltre i tre secondi di ritardo, segno che probabilmente il ritmo è stato tutt’altro che forzato all’interno della scuderia capitanata da Chip Ganassi, che si è pure presentata in forma ridotta visti gli impegni di Scott Dixon e Tony Kanaan (sostituto dell’infortunato Sébastien Bourdais) in IndyCar.

Aston Martin padrona in GTE-Am con il solito Pedro Lamy che ha chiuso in 3:58.250, 52 millesimi più lesto rispetto a Fernando Rees sulla rientrante Corvette del team Larbre. Terza piazza, a due decimi di ritardo, per Matteo Cairoli sulla Porsche #77 del team Proton, davanti al compagno di equipaggio Marvin Dienst e a Townsend Bell, sulla Ferrari della Scuderia Corsa.

Conclusi i test collettivi, appuntamento tra due settimane con la grande kermesse di Le Mans. Prima dell’inizio del programma verrà stilato il nuovo Balance delle GTE, mentre il venerdì precedente la corsa si terrà una conferenza stampa nella quale si tratterà in particolar modo del nuovo regolamento riguardante le LMP1 non ibride in versione 2018.

Classifica per equipaggi
Classifica piloti

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