WEC | Silverstone: Porsche pasticcia, Audi ne approfitta

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di Federico Benedusi @federicob95
17 Aprile 2016 - 21:04
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Audi ha vinto la 6h di Silverstone per la settima volta. Anche quest’anno, la Casa degli Anelli si è aggiudicata l’apertura stagionale del WEC sullo storico tracciato britannico grazie a Marcel Fässler, André Lotterer e Benoît Tréluyer, i quali hanno colto il loro terzo successo assoluto nella corsa di durata del Northamptonshire ed ora si trovano ad una sola vittoria di distanza dal terzetto composto da Jacky Ickx, Jochen Mass ed Allan McNish.

Vittoria viziata anche dall’autentica débâcle di cui si è reso protagonista il team Porsche: Brendon Hartley ha centrato la 911 del team Gulf all’inizio della terza ora, distruggendo la sua 919 Hybrid #1 nella via di fuga, mentre la vettura #2 è stata sopravanzata dall’Audi poi trionfatrice proprio al termine del regime di full course yellow dovuto al suddetto incidente, non riuscendo più a riprendersi il comando e venendo poi rallentata da uno scontro con una Ford GT e da una foratura all’inizio dell’ultima ora.

La corsa dell’Audi #7 è stata, d’altra parte, molto solida. Lotterer ha cercato di imporre un ritmo forsennato nei primi giri, venendo però presto raggiunto da Mark Webber con la Porsche campionessa in carica. L’australiano ha condotto abilmente la corsa per la prima ora e mezza, cedendo poi il volante a Hartley. Il neozelandese si è confermato tuttavia tanto veloce quanto falloso, schiantandosi contro la 911 della Gulf Racing (pilotata in quel momento da Michael Wainwright) in un goffo tentativo di doppiaggio.

Il conseguente regime di full course yellow ha, come detto, riportato l’Audi #7 al comando. Marc Lieb, alla guida della 919 #2, nel tentativo di doppiare una Rebellion R-One è finito largo alla curva Copse (dove, peraltro, era anche esposta una bandiera gialla), aprendo un varco a Tréluyer che si trovava subito alle sue spalle. La resistenza del pilota francese si è rivelata quasi eroica, nei confronti di una Porsche che nelle libere e nelle prime fasi di gara aveva mostrato un passo ben superiore alle R18 di Ingolstadt. Il vento sembrava cambiato quando al posto di Lieb era tornato Romain Dumas alla guida, ma un contatto con la Ford #67 durante un doppiaggio al termine della quarta ora (ed il conseguente testacoda) ha costretto la seconda vettura di Weissach a ricominciare daccapo l’inseguimento. La foratura della gomma anteriore destra subìta da Neel Jani ad una cinquantina di minuti dalla conclusione ha chiuso definitivamente le ostilità.

Chi invece non ha passato certo una domenica di passione sono i piloti dell’Audi #8. Dopo avere subìto l’iniziativa di Dumas nella prima ora di corsa, Oliver Jarvis ha lasciato la macchina a Lucas di Grassi, il quale si è fermato poco dopo l’incidente di Hartley con il cambio piantato in sesta marcia e un problema al sistema ibrido.

Il ritiro di una Porsche e di un’Audi ha permesso alla nuova Toyota TS050 di conquistare un podio all’esordio. Sul terzo gradino sono infatti saliti Mike Conway, Kamui Kobayashi e Stéphane Sarrazin, autori di una gara in ombra ma conclusa con un risultato buono quanto insperato. Peggio è andata invece all’altra LMP1 giapponese, vittima del dechappamento della gomma posteriore destra che ha distrutto l’intero retrotreno dell’auto, che in quell’istante vedeva Kazuki Nakajima al volante.

Ai piedi del podio hanno quindi concluso le Rebellion R-One, con la #13 di Imperatori/Kraihamer/Tuscher davanti alla #12 di Heidfeld/Piquet jr/Prost. Notevolmente attardata, a causa di problemi tecnici, l’ultima LMP1 non-ibrida, ossia la CLM ByKolles #4.

Nella classe LMP2, il verdetto del campo di Silverstone dice doppietta Ligier, con la #43 del team Morand di Albuquerque/González/Senna vincitrice sulla #31 della Extreme Speed guidata da Cumming/Dalziel/Derani. Esattamente come a Daytona e Sebring, Derani si è reso protagonista di una gara eccelsa, tuttavia non coadiuvata da compagni di equipaggio all’altezza, con Cumming finito anche in testacoda durante il doppiaggio di una GT. A chiudere il podio della classe minore dei prototipi è la combattiva Alpine del team Signatech di Lapierre/Menezes/Richelmi. Discreto debutto per il team Manor, con il quinto posto di classe conquistato dalla #45 di Bradley/Merhi/Rao.

Per quanto riguarda le GT, dominio assoluto delle debuttanti Ferrari 488 della AF Corse. Sam Bird e Davide Rigon non sono stati minimamente impensieriti durante tutto l’arco della corsa, mentre Gianmaria Bruni e James Calado hanno terminato al secondo posto nonostante una penalità di tre minuti dovuta alla sostituzione del motore, in seguito ai problemi accusati in qualifica. L’unica vettura davvero in grado di contrastare la doppietta rossa è stata l’Aston Martin #97 di Rees/Stanaway, fermatasi a mezz’ora dal termine con il motore in fumo dopo avere anche scontato uno stop & go per non avere rispettato i limiti del tracciato.

Gara sfortunata anche per la Porsche del team Proton, che ha perso diversi minuti ai box dopo il cedimento della sospensione anteriore destra. Michael Christensen ed il campione in carica, Richard Lietz, non sono andati oltre un 26mo posto assoluto e sesto di classe. Il podio è stato dunque completato dall’altra Aston Martin Vantage, la #95 di Sørensen/Thiim/Turner, rendendo così ugualmente positivo il debutto del binomio tutto britannico composto da Aston Martin e Dunlop, per quanto riguarda la fornitura degli pneumatici.

Più in difficoltà, soprattutto sul passo gara, le Ford gestite dal team Ganassi. Quarto posto di classe per la #67, anch’essa finita in testacoda dopo lo scontro con la Porsche #2 di Dumas, davanti alla #66. I volti soddisfatti nel box dell’Ovale Blu lasciano comunque presagire qualche miglioramento prestazionale nel corso della stagione, dopo avere risolto i guai di affidabilità che hanno penalizzato le nuove GT durante le prove di Daytona e Sebring nei mesi scorsi.

Trionfo Ferrari anche nella classe GTE-Am, complice anche il doppio kappaò a 30 minuti dalla bandiera a scacchi (e nel giro di dieci minuti da una vettura all’altra, per giunta) in casa Porsche. Si è imposta la 458 Italia della AF Corse, guidata da Águas/Collard/Perrodo, che sul podio di classe ha preceduto l’Aston Martin #98 di Dalla Lana/Lamy/Lauda e la Corvette Larbre #50 di Ragues/Ruberti/Yamagishi. Come detto poco sopra, sono state private di un podio sicuro le 911 del team Proton e del team KCMG: la prima è rimasta a lungo ferma ai box dopo un’escursione nella quale è stato imbarcato molto sporco nelle prese d’aria, la seconda è stata invece rallentata da una foratura dell’anteriore destra.

Dopo una scoppiettante prova d’apertura, il mondiale endurance tornerà in pista il 7 maggio, con l’ultima prova generale prima della grande kermesse di Le Mans: la 6h di Spa-Francorchamps.

Classifica finale

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