WEC | Shanghai: Porsche #1 domina, Toyota tiene aperti i giochi

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di Federico Benedusi @federicob95
6 Novembre 2016 - 10:53
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Porsche ha dominato la 6h di Shanghai, penultimo appuntamento del WEC 2016, ma il titolo piloti si deciderà solamente in Bahrain nel round conclusivo della stagione. Questo perché la 919 trionfatrice è stata ancora una volta “quella sbagliata”, ossia la #1 di Bernhard/Hartley/Webber, che ha preceduto le due Toyota TS050 con la #6 davanti alla #5.

Gioco di squadra perfetto nel box nipponico, con Conway/Kobayashi/Sarrazin capaci alla fine di chiudere al secondo posto nonostante una doppia foratura al termine della penultima ora. Porsche ha invece pagato la netta differenza di competitività tra la #1 e la #2, quest’ultima ancora non all’altezza della sua situazione di campionato: un altro quarto posto per l’equipaggio Dumas/Jani/Lieb, che dopo la vittoria nella 24h di Le Mans non è più riuscito a salire sul podio, superato nell’ultima ora da entrambe le TS050 che hanno risparmiato un cambio gomme.

Sono pertanto solo 17 i punti di vantaggio del trio Porsche su quello della Toyota #6. La 6h del Bahrain si preannuncia quindi entusiasmante ed incerta esattamente come quella che l’anno scorso consegnò a Weissach il titolo al termine di una gara al cardiopalma. 

Chiusi i giochi nella classifica costruttori, con la Casa tedesca trionfatrice per il secondo anno consecutivo. Questo grazie all’ennesima gara sfortunata del team Audi: la R18 #8 è stata rallentata da problemi al dispositivo di rifornimento, che hanno reso necessario un tempo quasi doppio per effettuare un pieno ad ogni sosta; ad aggiungere il carico da 90 ci ha pensato Oliver Jarvis, che negli ultimi minuti della quarta ora ha colpito la vettura gemella di Tréluyer danneggiandole il fondo e un condotto dell’aria. La vettura #8 ha concluso così al quinto posto (staccata di tre giri), perdendo ogni residua possibilità di conquistare il titolo piloti, mentre la #7, dopo una lunga sosta, ha avuto ragione della CLM ByKolles solo nelle ultimissime tornate per la sesta posizione.

Team ByKolles per la prima volta vincitore tra le LMP1 non ibride, visto il problema ad un iniettore che ha costretto ai box la Rebellion R-One ancora nella prima metà di gara. Successo comunque importante per una vettura molto fragile, destinata peraltro a rimanere l’unica LMP1 privata in griglia dall’anno prossimo.

In LMP2 sono partiti i festeggiamenti in casa Signatech, poiché con il quarto posto il titolo è andato matematicamente a Nicolas Lapierre, Gustavo Menezes e Stéphane Richelmi. Il francese ha trascorso l’ultima ora e mezza di gara nella scia della diretta avversaria di campionato, la Ligier del team Morand, dopo che le due barchette erano giunte addirittura al contatto quando Bruno Senna ha mandato in testacoda Menezes nel corso della terza ora. Il team svizzero-messicano ha concluso sul podio nonostante la conseguente penalità.

La vittoria di categoria è andata al team G-Drive con Brundle/Rusinov/Stevens. Successo messo in discussione solo dalla Ligier #30 del team Extreme Speed nelle prime due ore di gara, grazie ad un eccelso stint ad opera di Antonio Giovinazzi: una giornata non particolarmente di grazia da parte di Sean Gelael ha negato al team statunitense (con capitali indonesiani in occasione delle ultime tre gare della stagione) un possibile successo, poiché l’indonesiano è uscito nettamente battuto dal confronto con Roman Rusinov a metà corsa.

Seconda doppietta consecutiva per il team Ford di Chip Ganassi in GTE-Pro. Come al Fuji è stata la vettura #67 di Priaulx/Tincknell a trionfare davanti alla #66 di Mücke/Pla, quest’ultima rallentata da una foratura lenta dopo circa due ore e mezza di gara. La netta superiorità della GT statunitense ha comunque permesso all’equipaggio #66 di recuperare le due posizioni perse a vantaggio della Ferrari #51 e dell’Aston Martin #95.

Per il Cavallino Rampante è stata una giornata a due facce, dopo la restituzione degli otto millibar di pressione del turbo tolti in qualifica: da una parte la gara regolare della #51, che ha concluso terza, dall’altra il disastro della #71. La 488 di Bird/Rigon è stata costretta subito ad una sosta per sostituire la gomma posteriore sinistra, bucata dal passaggio sui detriti lasciati dall’Oreca Manor #45, giratasi alla prima curva e centrata dall’Aston Martin #97: la sosta in regime di Safety Car, tuttavia, è consentita solo per effettuare interventi urgenti sulla vettura, mentre in occasione del pit stop è stato effettuato anche un rifornimento. Messi sotto investigazione e costretti ad una lunga rimonta, il britannico e il vicentino hanno concluso al quinto posto di classe solo dopo avere scontato un drive through dovuto ad una disattenzione di Rigon, che poco prima di un cambio pilota si è sganciato le cinture di sicurezza a vettura ancora in movimento.

Con il quarto posto odierno, Sørensen/Thiim hanno aumentato a 12 i punti di vantaggio su Bird/Rigon, mentre Bruni/Calado e Mücke/Pla sono ora appaiati a 21 lunghezze di distacco. Fuori dai giochi sia i vincitori di Shanghai che Darren Turner, costretto subito al ritiro dal sopracitato incidente con la LMP2 di Beche/González/Graves alla prima curva.

Grazie ad un’altra netta vittoria, la quinta stagionale, l’Aston Martin di Dalla Lana/Lamy/Lauda ha tenuto aperti i giochi della GTE-Am. La Ferrari #83 di Águas/Collard/Perrodo non è andata oltre il terzo posto, alle spalle della Porsche del team KCMG con la quale si è scontrata all’ultimo giro, vedendosi ridotto il vantaggio a 22 punti: margine buono ma non di totale sicurezza con 26 ancora da assegnare.

Il gran finale del WEC è quindi previsto per il 19 novembre, con la 6h del Bahrain sul circuito di Sakhir.

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