WEC | Sfida decisiva in Bahrain, titoli piloti ancora in gioco

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di Federico Benedusi @federicob95
19 Novembre 2015 - 10:00
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Sabato alle 13:00 prenderà il via la 6 Ore del Bahrain, ultimo e decisivo appuntamento del WEC 2015. Un campionato senz’altro spettacolare, che ha proposto una sfida tecnologica senza eguali nell’attuale panorama mondiale del motorsport. Tutti i titoli riservati ai piloti sono ancora in palio, dunque si preannuncia una gara molto calda.

La classe LMP1 ha vissuto quest’anno un confronto serratissimo tra due marchi appartenenti, peraltro, allo stesso gruppo: Porsche e Audi si sono spartite piuttosto disegualmente le sette gare già affrontate (5-2 per Weissach), ma lo “zero” incassato a Silverstone ha costretto l’equipaggio formato da Timo Bernhard, Brendon Hartley e Mark Webber ad una furiosa rimonta, culminata in quattro vittorie consecutive nelle ultime quattro uscite. Il trio alla guida della 919 Hybrid #17 comanda la classifica con 12 punti di vantaggio su Marcel Fässler, André Lotterer e Benoît Tréluyer, che tutto hanno già vinto nel panorama delle corse di durata ma altrettanto sembrano ancora intenzionati a vincere. Un’impresa che pare comunque disperata per l’Audi #7, poiché la stessa Porsche ha dimostrato una superiorità notevole col passare della stagione (emblematiche le doppiette in Giappone e Cina), fermo restando che una gara di sei ore può riservare qualunque sorpresa. Porsche intanto si è già aggiudicata, a Shanghai, un meritatissimo titolo costruttori, mentre il titolo dei privati è andato a Mathias Beche e Nicolas Prost con la Rebellion R-One.

Nella LMP2 si è assistito ad un autentico ribaltone: il team KCMG, già dominatore a Le Mans, è stato clamorosamente costretto al ritiro nelle ultime battute al Fuji, a seguito dello scontro tra Richard Bradley e Gustavo Yacamán (apparentemente dovuto ad una manovra scorretta del colombiano, si è scoperto poi che era stato proprio Bradley ad anticipare una frenata). Leadership del campionato ereditata dunque dalla G-Drive Racing, con Sam Bird, Julien Canal e Roman Rusinov, che guadagnando altri quattro punti di vantaggio in Cina si sono portati a +16 sulla coppia formata dallo stesso Bradley e da Matthew Howson. Questi ultimi, dunque, avranno più che mai bisogno dell’ausilio di Nick Tandy (anch’egli vincitore al Circuit de la Sarthe, ma con la Porsche 919) per recuperare un simile ritardo, impresa comunque non infattibile data la complessiva superiorità mostrata dall’Oreca nei confronti della Ligier. Importante, tuttavia, anche il ruolo che può assumere l’altra JSP2 del team anglo-russo, guidata da Pipo Derani, Ricardo González e dal suddetto Yacamán.

Il mondiale delle GTE-Pro vivrà del probabile ultimo atto della rivalità Porsche-Ferrari. La 911, infatti, dall’anno prossimo potrebbe non essere più affidata in forma ufficiale alla squadra di Olaf Manthey, che lascerebbe spazio a Patrick Dempsey e al suo team (in collaborazione con Proton Competition) “satellite”. Richard Lietz, vincitore al Nürburgring, ad Austin e a Shanghai, ha 18 lunghezze di vantaggio sul compagno di equipaggio Michael Christensen (dovuti all’assenza del danese a Spa-Francorchamps): il primo avversario vero per l’austriaco è dunque la Ferrari #71 pilotata da James Calado e Davide Rigon, ancora a secco di vittorie ma staccati di 20 punti; in gioco c’è anche l’altro equipaggio della AF Corse, costituito da Gianmaria Bruni e Toni Vilander, con 22,5 punti di svantaggio e dunque chiamato ad una “mission impossible”. Ferrari però si trova ancora al comando della classifica costruttori, con Porsche in ritardo di quattro lunghezze soltanto.

Sembrava già chiusa la questione della GTE-Am, ma a Shanghai una corsa sciagurata è costata dieci punti ad Alexey Basov, Andrea Bertolini e Viktor Shaitar, dominatori della stagione che dovranno tuttavia correre al massimo anche l’ultima gara per portarsi a casa il titolo di categoria. La Ferrari del team SMP dovrà difendere 19 punti sulla gemella del team AF Corse, guidata dagli esperti Rui Águas ed Emmanuel Collard e dal gentleman francese François Perrodo. Fuori dai giochi, invece, la sfortunatissima Aston Martin pilotata da Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Mathias Lauda, partiti con una doppietta ma poi clamorosamente fuori gara a Le Mans a 45 minuti dalla bandiera a scacchi con la terza vittoria praticamente in pugno.

Trattasi della quarta edizione della 6 Ore del Bahrain. La prima venne vinta dall’Audi con Fässler/Lotterer/Tréluyer, mentre nelle ultime due stagioni ha primeggiato la Toyota. A proposito della Casa giapponese, questa gara sarà l’ultima della carriera di Alexander Wurz e segnerà anche il pensionamento della vittoriosa (nel 2014) TS040, la quale lascerà posto alla nuova TS050 dopo i test di domenica. Tra le GT, invece, Ferrari è ancora imbattuta dal 2012, ma la sensazione purtroppo è che quest’anno tutto ciò potrebbe non bastare.

Alle 13:15 di oggi prenderà il via la FP1, alle 17:40 vi sarà la FP2. Venerdì, semaforo verde alla FP3 dalle 9:00, mentre le qualifiche inizieranno alle 15:00. La gara partirà, come detto, sabato alle 13:00.

Immagine copertina: fiawec.com

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