WEC | Nuova festa Toyota al Fuji, vittoria mondiale per Porsche tra le GTE

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di Federico Benedusi @federicob95
14 Ottobre 2018 - 10:52
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Toyota ha rispettato nuovamente i pronostici dominando anche la 6h del Fuji. L’equipaggio #7 di Conway/Kobayashi/López ha conquistato il suo primo successo stagionale, che corrisponde anche alla prima vittoria dell’argentino nel WEC, precedendo di 11 secondi la #8 di Alonso/Buemi/Nakajima. Una vittoria che ha ripagato la #7 dopo l’ingenuità di ieri, costata una pole position e qualche posizione in griglia. Per Toyota è il successo numero 15 in totale su questo circuito. Sul podio è salita anche la Rebellion #1, mentre la gara della gemella #3 non è durata nemmeno un’ora a causa di un incidente.

La gara è iniziata su asfalto umido, che ha dato pepe alla prima ora prima che un timido sole facesse capolino sulla pista nipponica. Sotto la pioggia ha recuperato bene Kobayashi, partito in fondo al gruppo delle LMP1 ma capace subito di destreggiarsi al meglio nonostante una Toyota #7 apparentemente in difficoltà. D’altra parte, per tutte le sei ore di corsa la #8 ha lamentato problemi di sottosterzo, dovuto probabilmente ad un settaggio non ottimale del differenziale anteriore.

Le condizioni mutevoli della prima ora di gara sono costate carissimo alla Rebellion #3, che se dopo Silverstone era riuscita a riaprire il campionato oggi lo ha chiuso in maniera quasi definitiva. Subito dopo il passaggio alle gomme slick, in regime di safety car a causa dell’esplosione della posteriore destra della Ferrari #70, Gustavo Menezes è stato tradito dall’asfalto ancora viscido della prima curva finendo contro le barriere. Vettura distrutta e corsa finita con largo anticipo. Senza alcun problema invece la #1, che pur attardata di quattro giri ha conquistato il suo primo podio “sul campo” della stagione, dopo il secondo posto postumo di Silverstone.

Quarto posto tra mille difficoltà per la BR1 #11 del team SMP Racing. Nella prima ora di gara, Jenson Button ha azzardato un proseguimento “ad oltranza” su gomme da pioggia, ma la strategia non ha dato i frutti sperati quando il cielo si è schiarito ai piedi del monte Fuji. La vettura costruita da Dallara è comunque rimasta poco lontana dalla Rebellion #1 fino all’inizio della quinta ora, quando un non meglio precisato problema meccanico ha costretto l’equipaggio Aleshin/Button/Petrov ad una lunga sosta. Il campione del mondo 2009, una volta tornato in pista, è riuscito comunque a recuperare la quarta piazza scavalcando a pochi minuti dalla bandiera a scacchi la CLM ByKolles.

Non hanno visto il traguardo le altre due Dallara, la #17 della SMP e la #10 della DragonSpeed. Anche il secondo esemplare del team russo sarebbe stato un serio pretendente al terzo posto ma la perdita di una ruota durante la prima ora ha tagliato fuori anche Isaakyan/Orudzhev/Sarrazin; un doppio stop, forse a causa di problemi elettrici, ha chiuso definitivamente la gara della #17. La scuderia americana invece aveva ereditato il quarto posto a seguito dello stop della #11, ma pochi minuti dopo James Allen è stato costretto a parcheggiare la sua BR1.

Con 84 punti, Alonso/Buemi/Nakajima hanno conservato la leadership del mondiale ma il trio della #7 si è ora riavvicinato a quota 71. Fermi a 63 Beche/Laurent/Menezes, con Jani/Lotterer risaliti a 51.

Doppietta DC Racing in classe LMP2, con il primo successo della #37 di Jaafar/Jeffri/Tan davanti alla #38 di Aubry/Richelmi/Tung. Il trio malese ha dominato per tutte le sei ore, mentre la seconda vettura del team cinese ha dovuto recuperare dopo un testacoda di Aubry che era momentaneamente costato una posizione a vantaggio della Alpine #36. La vettura vincitrice di Le Mans ha chiuso comunque terza, mantenendo il comando della classifica generale seppur con un solo punto di vantaggio su entrambi gli equipaggi del team DC Racing. Niente da fare, anche in questo caso, per il team DragonSpeed, con Pastor Maldonado coinvolto nell’incidente che è costato la gara alla Ferrari in GTE-Pro, mentre la Dallara #29 è stata messa fuori gioco da tre testacoda di Frits van Eerd nella prima ora e un quarto di gara. Decisione quantomeno strana, quella di affidare la vettura al gentleman olandese nel primo stint, il risultato è stato una doppia giravolta alla prima curva, la prima addirittura in regime di safety car.

La sfortuna non ha abbandonato la Ferrari nemmeno in Giappone. Nella seconda metà di gara, come quasi consuetudine, la 488 ha mostrato un ritmo inavvicinabile e la #71 di Bird/Rigon era ormai indirizzata verso la vittoria, ma un doppiaggio forse troppo avventato da parte di Maldonado dopo circa quattro ore e mezza ha danneggiato la sospensione posteriore sinistra della Rossa, restata ai box per circa sette minuti e alla fine decima e ultima. Vittoria per la Porsche #92, che ha rifilato un’autentica mazzata al campionato delle GTE-Pro recuperando dall’ultima piazza in griglia. Christensen/Estre hanno lasciato sfogare le Aston Martin sotto la pioggia e la BMW #82 fino a metà gara, poi si sono portati in seconda posizione e hanno atteso che il destino si divorasse nuovamente la Ferrari al comando. Nell’ultima ora, Estre è stato molto abile nel resistere al ritorno della BMW #82, finalmente protagonista anche del WEC dopo le due vittorie conquistate nell’IMSA: Blomqvist e soprattutto da Costa si sono resi protagonisti di una gara tutta all’attacco, senza mollare mai l’obiettivo del primo podio stagionale. Sul gradino più basso del podio una Ford #67 che invece ha corso una gara piuttosto incolore. Quarta la Porsche #91 davanti alla Ferrari #51, ottima nelle ultime due ore con James Calado ma rimasta troppo attardata nelle prime fasi; il sesto posto ha arriso alla Ford #66, dopo essere stata vittima di una grave disattenzione di Weng Sun Mok che ha centrato l’incolpevole Olivier Pla alla prima staccata, mentre Martin Tomczyk ha gettato via un paio di posizioni con un testacoda a cinque minuti dalla bandiera a scacchi chiudendo ottavo con la BMW #81. Solo settima l’Aston Martin #95, partita dalla pole ma ancora troppo debole dal punto di vista del passo gara.

96 punti per Christensen/Estre in campionato, ora il loro vantaggio ammonta a ben 31 lunghezze su Mücke/Pla. Seguono Calado/Pierguidi a quota 55,5, poi Bruni/Lietz a 52 e Priaulx/Tincknell a 35.

Successo Porsche anche in GTE-Am, con la 911 #56 del team Project 1 guidata da Bergmeister/Lindsey/Perfetti arrivata subito in scia alla #92 trionfatrice in GTE-Pro. La doppietta di Weissach è stata concretizzata da Matteo Cairoli, che negli ultimi minuti di gara ha concluso il suo lungo inseguimento superando l’Aston Martin della TF Sport guidata da Jonathan Adam, terza al traguardo. Scelta infelice da parte del team Spirit of Race, che non ha effettuato il pit stop durante l’unica full course yellow di giornata perdendo di conseguenza molte posizioni: la Ferrari #54 ha chiuso sesta dopo un lungo duello tra Giancarlo Fisichella e la 488 gestita dal team Clearwater, pilotata da Matthew Griffin; il romano ha preceduto l’irlandese di appena due decimi e mezzo. Ottava ed ultima al traguardo la Porsche #77 del team Proton, costretta ad un lungo stop ai box nelle prime battute.

Con questi quattro punti, Andlauer/Campbell/Ried hanno conservato la prima posizione di classifica a quota 80, ma i vincitori odierni si sono portati a 66 riducendo di molto il gap. Terza posizione per Eastwood/Yoluç con 51 punti, due in più degli equipaggi di Ferrari Clearwater e Aston Martin #98, quest’ultima in quarta posizione oggi.

Tra poco più di un mese, il WEC correrà la sua ultima gara del 2018 prima del ritorno in pista a Sebring. L’appuntamento è per il 18 novembre, con la 6h di Shanghai.

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