WEC | Fuji: Toyota rischia e vince, 1-2 Ford tra le GT

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
16 Ottobre 2016 - 20:06
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Prima vittoria nel WEC 2016 per Toyota, che proprio sul circuito di casa del Fuji si è imposta al termine di sei ore, come previsto, tiratissime. Mike Conway, Kamui Kobayashi e Stéphane Sarrazin hanno conquistato un importante successo grazie alla mossa azzeccata di non sostituire gli pneumatici durante l’ultima sosta ai box, beffando l’Audi di di Grassi/Duval/Jarvis che aveva dominato la gara sino a quel punto. La Casa giapponese non vinceva dalla 6h del Bahrain del 2014, anno dell’iride conquistato con la TS040 Hybrid.

Un’altra occasione sprecata, quindi, per Ingolstadt, sicuramente meno clamorosa rispetto a Silverstone o Austin ma, a questo punto della stagione, egualmente pesante in ottica campionato. Il secondo posto in campionato è ora appannaggio della Toyota #6 e il distacco dalla Porsche #2 si è ridotto di appena nove lunghezze. Una gara dominata dalla R18 #8 dalla bandiera verde fino al pit stop effettuato all’inizio dell’ultima ora; successivamente, la rimonta di Duval su Kobayashi a gomme fresche non si è concretizzata, con il francese che si è fermato ad appena un secondo e mezzo dal giapponese sotto la bandiera a scacchi.

Giornata deludente, almeno rispetto al solito copione, in casa Porsche. Terzo posto per la vettura #1 di Bernhard/Hartley/Webber, sempre vicina alle due avversarie ma mai davvero in grado di impensierirle sul passo di gara; la 919 Hybrid #2 ha corso un’altra gara di rimessa, complice anche un problema di bilanciamento, terminando in quinta posizione e racimolando altri punti importanti. Tra i due prototipi di Weissach si è piazzata la Toyota #5.

La gara dell’Audi #7 è invece durata poco più di mezz’ora per un guasto all’MGU-H che ha costretto il trio Fässler/Lotterer/Tréluyer ad una lunga sosta. Ai box, i meccanici hanno rimosso il semiasse anteriore della R18, costringendo i giudici di gara a fermarla pochi giri dopo la ripartenza perché non rispondeva più al regolamento tecnico del campionato.

Gara e titolo per il team Rebellion tra le vetture private. Successo ottenuto senza sforzi eccessivi, visto il ritiro della CLM ByKolles causato dall’ennesimo principio d’incendio all’inizio della terza ora di corsa.

La nuova situazione di campionato vede ora i piloti della Porsche #2 a 140 punti contro i 117 della Toyota #6 e i 111,5 dell’Audi #8. Ai leader della classifica bastano quindi due terzi posti per avere certezza matematica del titolo. Chiusa invece la pratica per il campionato costruttori, con Porsche campionessa del mondo per il secondo anno consecutivo.

Ancora più incerta la categoria LMP2. A scaldare l’ultima mezz’ora di gara ci hanno pensato Will Stevens e Bruno Senna, in lotta per il successo. Dopo l’ultimo giro di soste, il britannico si è ritrovato alle spalle del brasiliano, riuscendo a passarlo sul rettilineo del traguardo nonostante una chiusura contro il muretto da parte della Ligier #43. Obbligato dalla Direzione Gara a restituire la posizione, Stevens ha poi compiuto il sorpasso decisivo ad appena quattro giri dal termine, consegnando la prima vittoria stagionale al team anglo-russo G-Drive Racing. Ironia della sorte, il successo è arrivato proprio in assenza di René Rast, pilota che ha letteralmente dominato la categoria nel corso di questa stagione per quanto concerne l’individualità dei piloti, con quattro pole in sei gare: nelle gare precedenti però, l’Oreca #26 è stata bersagliata dalla sfortuna, specialmente a causa di ripetuti problemi ai freni risolti con il cambio di fornitore (in deroga al regolamento per ragioni di sicurezza) prima della 6h di Austin.

Podio completato dalla Alpine Signatech, che ha compiuto un ulteriore passo avanti verso il titolo di categoria. Quarta posizione per la Ligier #30 del team Extreme Speed, con Giovinazzi protagonista insieme a Gelael e van der Garde: problemi di accensione al termine della prima sosta sono costati alla scuderia statunitense una trentina di secondi risultati poi decisivi, insieme ai venti di penalità per speed limit, a fine gara.

Con la terza piazza odierna, Signatech conserva 38 punti di vantaggio sul team Morand. Fuori dai giochi Roman Rusinov, unico pilota del team G-Drive ad avere corso tutte le gare di quest’anno, attardato di 59 punti.

Magra di emozioni, invece, la GTE-Pro. Ford ha confermato la doppietta conquistata in qualifica ma a parti invertite, con la #67 di Priaulx/Tincknell davanti alla #66 di Mücke/Pla, comandando praticamente l’intera distanza di gara totalmente impensierita. L’inseguimento delle Ferrari 488 è stato decisamente vano e il muretto AF Corse, esattamente come al Nürburgring, non ha applicato alcun gioco di squadra lasciando arrivare la #51 di Bruni/Calado davanti alla #71 di Bird/Rigon, che in questo modo hanno recuperato appena un paio di punti all’Aston Martin di Sørensen/Thiim. Il duo danese mantiene dieci lunghezze in classifica generale sui piloti della Ferrari #71, mentre Darren Turner scivola a -15 con il sesto posto di oggi.

Anche la classe GTE-Am non ha regalato sussulti, almeno per quanto concerne la vittoria di tappa. Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Mathias Lauda hanno condotto l’Aston Martin #98 al trionfo con un giro di vantaggio sulla Ferrari #83 di Águas/Collard/Perrodo, giunta seconda nonostante 35 secondi di penalizzazione per eccesso di velocità in pit lane. Podio completato dalla Porsche #78 di Camathias/Henzler/Ried, che ha approfittato anche di un incidente tra Al Qubaisi e Wainwright, al volante delle altre due 911. Prosegue la rimonta Aston Martin in classifica generale, ma i punti da recuperare sono ancora 33 con 52 da assegnare nelle ultime due prove.

Il secondo appuntamento asiatico del WEC si terrà nel fine settimana del 6 novembre, con la 6h di Shanghai.

Classifica finale

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