WEC | Austin: terza pole consecutiva per Rebellion

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di Federico Benedusi @federicob95
23 Febbraio 2020 - 11:48
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Con il ritiro dal WEC e dalle competizioni in generale ormai in vista, Rebellion Racing sta puntando tutto su una rimonta che avrebbe del clamoroso. I nuovi correttivi apportati al success ballast ad Austin e la pole position conquistata sul tracciato texano hanno candidato il trio formato da Gustavo Menezes, Norman Nato e Bruno Senna alla vittoria della 6h che si svolgerà nella notte italiana, gara in cui le Toyota si preannunciano relegate ad un ruolo di comparsa.

I risultati del Bahrain hanno ampliato il gap dei correttivi a 1,66 secondi per la Toyota #8 e a 2,22 per la #7 in confronto alla vettura del team svizzero, che a livello prestazionale partirà quindi con grande vantaggio anche in ottica gara.

Il riferimento delle qualifiche, in 1:47.387, è stato stabilito da Nato, più veloce di tre decimi rispetto a Menezes. Le Toyota hanno pagato rispettivamente 1.631 e 1.901 con la #7 davanti alla #8. Notevole la prestazione di Kazuki Nakajima, che con la #8 si è spinto a 1:47.891 ma non è stato “coadiuvato” da un’analoga prestazione di Brendon Hartley, che ha anche perso il suo miglior tempo per track limits.

Con l’assenza delle Ginetta, fermate dopo i problemi patiti in Bahrain, la griglia di partenza delle LMP1 si limita ad appena tre unità. Le vetture britanniche dovrebbero rientrare a Sebring, ma ad Austin il WEC raggiunge un minimo storico che ribadisce per l’ennesima volta la necessità urgente del cambiamento che arriverà dalla prossima stagione.

Pole position per Cool Racing nella classe LMP2, con Nicolas Lapierre e Antonin Borga che hanno stabilito il riferimento combinato di 1:49.910. Poco più di un decimo e mezzo sul team United Autosports, che gioca in casa e ha pagato pochi millesimi sia con Filipe Albuquerque che con Philip Hanson. Terzo posto per il team Signatech davanti alla DC Racing #37, che ad Austin difende una risicata leadership di campionato. Il miglior tempo assoluto della classe cadetta è andato a Nyck de Vries, con l’Oreca del team Nederland, in 1:48.695, ma la sua vettura non è andata oltre l’ottavo posto per il tempo molto alto registrato da Frits van Eerd. A chiudere la fila il team Cetilar con la Dallara #47, ad oltre quattro secondi dalla pole.

Le sei vetture della classe GTE-Pro hanno chiuso nello spazio di mezzo secondo nella solita qualifica al decimo di secondo. I leader del mondiale, Nicki Thiim e Marco Sørensen, hanno registrato la miglior prestazione combinata con il figlio d’arte capace di stabilire anche il giro più veloce in 2:00.725, ben due secondi e due decimi più rapido rispetto al record stabilito da Davide Rigon due anni fa. Staccati di due decimi Michael Christensen e Kévin Estre sulla Porsche #92, con l’Aston Martin #97 al terzo posto e la Ferrari #51, reintegrata nell’ordine d’arrivo di Shanghai, al quarto posto con Alessandro Pierguidi e James Calado. Molto arretrata, al suo debutto nel mondiale, la Corvette C8R guidata da Jan Magnussen e Mike Rockenfeller: oltre due secondi di distacco nell’aggregata, un secondo e mezzo di gap sul giro secco.

Parla in parte italiano la pole position della GTE-Am, con Matteo Cairoli che ha dato il solito grande contributo al risultato del team Project 1. La Porsche #56 guidata dal comasco e da Egidio Perfetti ha chiuso in 2:02.784 precedendo di 46 millesimi l’Aston Martin #98, che ha stabilito il miglior tempo assoluto in 2:01.281 con Ross Gunn ma non ha avuto una controprova altrettanto competitiva con Paul Dalla Lana. Quinto posto per la migliore delle Ferrari, la #83 del team AF Corse.

L’appuntamento con la 6h di Austin è per le 19:00 italiane.

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