WEC | 6h di Spa-Francorchamps 2018 – Anteprima

AnteprimeWEC
Tempo di lettura: 8 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
3 Maggio 2018 - 20:34
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Quella che ha avuto inizio oggi con le prime prove libere da Spa-Francorchamps è la settima stagione del WEC, la prima con il format della “superseason”. Da quest’anno, infatti, la FIA ha deciso di stilare il calendario del mondiale endurance su due anni, in modo che la 24h di Le Mans costituisca l’appuntamento finale (e magari decisivo) del campionato. Ecco dunque che la stagione 2018-2019, basata su otto appuntamenti, durerà la bellezza di 13 mesi, da questo fine settimana al 16 giugno 2019, giorno in cui si concluderà l’87esima edizione della 24h più prestigiosa al mondo.

Una stagione che per quanto riguarda la LMP1 rappresenta in toto gli enormi sforzi profusi dalla Federazione Internazionale e dall’ACO per uscire dal momento di crisi causato dal duplice ritiro dei giganti del Gruppo Volkswagen. L’abbandono di Audi e Porsche ha infatti ridotto quasi in fin di vita la categoria regina dei prototipi, e con la sola Toyota rimasta a rappresentare la tecnologia ibrida si è deciso di investire nuovamente sui privati, con piccole Case che si sono affidate a strutture esterne per la gestione dei loro nuovi prototipi.

Vetture a motore non ibrido dunque, aspirato o turbo non ha importanza. Ad aderire sono state Ginetta, BR Engineering (Dallara) e Oreca, che si sono aggiunte alla rinomata CLM. A sfidare la versione 2018-2019 della Toyota TS050 Hybrid, il prototipo destinato con tutta probabilità a dare l’ultimo assalto a quella 24h di Le Mans che sta diventando ormai un’ossessione per i giapponesi, saranno quindi la Ginetta G60 LTP1 dotata di motore Mecachrome 3.4 V6 turbo, la Dallara BR1 spinta sia da un motore turbo (AER 2.4 V6) che aspirato (Gibson 4.5 V8, evoluzione dell’unità LMP2), l’Oreca R13 rinominata Rebellion con motore Gibson analogo a quello sopracitato e la CLM P1/01 a motore Nissan 3.0 V6 turbo. Una discreta varietà di vetture che sarà ovviamente “gestita” da un’Equivalence of Technology stilato prima dei test di Le Castellet e successivamente modificato in vista della 6h di Spa-Francorchamps. Alle novità già imposte una settimana fa si è aggiunta proprio oggi la limitazione degli stint a 17 giri per le LMP1 non-ibride, mentre Toyota potrà spingersi fino a 19: scelta che ovviamente ha fatto storcere il naso ai team privati, ma sarà solo la pista a dare il responso finale su tutti i correttivi imposti dopo le prove collettive del Paul Ricard, che hanno visto la Toyota soffrire le non-ibride sia sul giro secco (senza ovviamente conteggiare i tempi realizzati “fuori regolamento”) sia sul passo gara.

La rinnovata sfida tecnologica della LMP1 non deve però lasciar passare in secondo piano i piloti. E l’asso calato da Toyota per vincere Le Mans e riportarsi a casa il mondiale già conquistato nel 2014 è forse quanto di più appetibile potrebbe esserci per il mondiale endurance: da qualche anno, specie con il sopraggiungere delle difficoltà dovute al matrimonio fallito tra McLaren e Honda, l’attenzione di Fernando Alonso si è spostata sulla Triple Crown, della quale ha già conquistato il Gran Premio di Monaco e per la quale ha già partecipato (con ottimi risultati ma senza tanta fortuna) alla 500 Miglia di Indianapolis; l’obiettivo dell’asturiano è ora quello di conquistare la 24h di Le Mans e Toyota gli garantirà ben due occasioni per imporsi in riva alla Sarthe. Il due volte iridato di Formula 1 è stato affiancato a Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima, rimpiazzando Anthony Davidson che è comunque rimasto in squadra con il ruolo di tester e riserva almeno fino a Le Mans. Sulla TS050 #7 è stato invece confermato il trio Conway/Kobayashi/López.

A giudicare dai riferimenti di Le Mans e anche dalle prove libere di Spa, la prima avversaria di Toyota sarà Rebellion Racing, di ritorno in LMP1 dopo una stagione di “purgatorio” in LMP2 conclusasi però con il titolo di categoria. Il team svizzero non ha badato a spese per l’assalto al mondiale e schiererà due equipaggi di altissimo livello: gli esperti Jani/Lotterer/Senna sulla R13 #1, i giovani Beche/Laurent/Menezes sulla #3. Caso particolare quello del francese, oggetto di un contenzioso poi risolto con il team DC Racing di Jackie Chan, struttura che lo ha portato agli onori delle cronache del WEC nel corso dell’ottima stagione 2017.

Il team russo SMP Racing, che utilizzerà due Dallara BR1-AER, ha puntato principalmente su piloti di casa che saranno accompagnati da due grandissimi nomi dell’automobilismo internazionale. Anche in questo caso si propone una bella contrapposizione tra vecchia guardia e nuove leve, con Mikhail Aleshin e Vitaly Petrov sulla #11 e l’accoppiata Matevos Isaakyan-Egor Orudzhev sulla #17; al fianco dei due giovani, SMP si è avvalsa dell’esperienza di Stéphane Sarrazin, in uscita da Toyota, mentre ad accompagnare i due esperti a Le Mans ci sarà Jenson Button, a sua volta al debutto sulla Sarthe. Ancora non è noto il nome del terzo pilota post-Le Mans, qualora questo dovesse esserci, a Spa saranno i soli Aleshin e Petrov ad alternarsi alla guida della prima BR1. Una terza BR1, a motore Gibson, è schierata dal team DragonSpeed con Fittipaldi/Hanley/Hedman, grazie ad una speciale deroga che permette allo svedese (categorizzato Bronze) di correre su una LMP1; al posto del nipote d’arte brasiliano, impegnato anche in IndyCar, da Silverstone in poi gareggerà Renger van der Zande.

Le Ginetta saranno invece schierate dal team Manor, in due esemplari. Forte prevalenza inglese negli equipaggi, con Charlie Robertson (anch’egli sotto deroga, essendo Silver) e Dean Stoneman sulla #5 insieme al veloce francese Léo Roussel e il trio Brundle/Rowland/Turvey sulla #6. Nonostante le solite difficoltà, anche quest’anno l’inossidabile team di Colin Kolles sarà al via con il suo prototipo motorizzato Nissan guidato da Tom Dillmann, Dominik Kraihamer e Oliver Webb.

Saranno solo sette le LMP2 che parteciperanno a tutto il campionato, con quattro Oreca contrapposte ad una Ligier e ad una Dallara. Dopo avere perso il titolo per una manciata di punti l’anno scorso, DC Racing ritenta l’assalto al titolo cadetto con due 07: sulla #37 gareggerà un equipaggio tutto malese con Jaafar, Jeffri e Weiron Tan che si alterneranno con il giovane Afiq Yazid; sulla #38 ci sarà il trio Aubry/Richelmi/Tung. Molto rodato il trio Alpine, con Nicolas Lapierre e André Negrão raggiunti da Pierre Thiriet, mentre TDS Racing punta tutto sui piloti francesi con l’equipaggio Duval/Perrodo/Vaxivière. DragonSpeed ha puntato tutto su Pastor Maldonado, velocissimo nei test collettivi, che correrà insieme a Nathanaël Berthon e Roberto González mentre da Silverstone  sarà proprio Anthony Davidson a rafforzare l’equipaggio sostituendo Berthon, già impegnato nel WTCR. Giedo van der Garde sarà la punta di diamante della Dallara del team Nederland, che dopo Le Mans vedrà alla guida anche Nyck de Vries, mentre la Ligier del team Larbre è stata abbandonata da Fernando Rees e al suo posto ci sarà il campione in carica Julien Canal, insieme a Ricci e Creed.

Con dieci vetture ufficiali al via, la GTE-Pro si preannuncia essere la classe più competitiva di tutto il lotto. La Ferrari campionessa in carica (con i quattro piloti del 2017 confermati) dovrà difendersi dall’attacco delle “solite” Ford e Porsche, con la GT americana gestita dal team di Chip Ganassi giunta ormai al canto del cigno, ma anche dalle nuovissime BMW e Aston Martin. La Casa bavarese porterà in gara due M8 schierando in forze quattro dei suoi migliori piloti ufficiali, Catsburg/Tomczyk sulla #81 e Blomqvist/da Costa sulla #82, mentre al volante della nuova Vantage si alterneranno i confermati Thiim, Sørensen, Turner e Adam e i nuovi acquisti Martin e Lynn. Per quanto riguarda i colori italiani si segnala anche il ritorno nel WEC di Gianmaria Bruni, che dopo la mezza stagione di “gardening forzato” nell’IMSA potrà gareggiare anche nel mondiale da pilota Porsche: il romano correrà con Richard Lietz, mentre Christensen ed Estre formeranno l’altro equipaggio di Weissach. 

Nove auto saranno al via della GTE-Am, con un pronostico alquanto incerto e diversi nomi italiani in griglia: Giancarlo Fisichella e Francesco Castellacci piloteranno la Ferrari del team Spirit of Race, Eddie Cheever III la 488 del team MR Racing, Matteo Cairoli e Giorgio Roda la Porsche del team Proton. Ferrari impegnata anche con il Clearwater Racing e un equipaggio (Griffin/Mok/Sawa) confermato rispetto al 2017, mentre tra i favoriti per il titolo non bisogna dimenticare il team Aston Martin e l’ormai storico trio Dalla Lana/Lamy/Lauda.

In occasione del primo round della superseason, Eurosport 1 trasmetterà l’ultima ora di gara in diretta.

2018 WEC 6 Hours of Spa-Francorchamps
Round 1/8
3-5 maggio 2018

INFO CIRCUITO

Lunghezza del circuito: 7,004 km
Tempo di gara: 6 ore
Numero di curve: 19
Senso di marcia: orario

RECORD

Distanza di gara: 6h01:08.896 (176 giri, 1232,704 km) – Marcel Fässler/André Lotterer/Benoît Tréluyer – Audi – 2015
Giro gara LMP1:
 1:57.638 – Brendon Hartley – Porsche – 2017
Giro prova LMP1: 1:53.658 – Stéphane Sarrazin – Toyota – 2017
Giro gara LMP2: 2:05.950 – Mathias Beche – Oreca – 2017
Giro prova LMP2: 2:00.945 – Jean-Éric Vergne – Oreca – 2017
Giro gara GTE-Pro: 2:17.045 – Kévin Estre – Porsche – 2017
Giro prova GTE-Pro: 2:14.938 – Davide Rigon – Ferrari – 2017
Giro gara GTE-Am: 2:19.074 – Matteo Cairoli – Porsche – 2017
Giro prova GTE-Am: 2:16.217 – Pedro Lamy – Aston Martin – 2017

Vittorie pilota: 5 – Jacky Ickx
Vittorie costruttore: 10 – Ferrari
Pole pilota: 4 – Jacky Ickx, Mauro Baldi
Pole costruttore: 12 – Porsche
Podi pilota: 9 – Jacky Ickx, Derek Bell
Podi costruttore: 32 – Porsche

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Giovedì 3 maggio
12:00-13:30 Prove Libere 1
16:25-17::55 Prove Libere 2

Venerdì 4 maggio
11:00-12:00 Prove Libere 3
15:00-16:00 Qualifiche

Sabato 5 maggio
13:30-19:30 Gara – Eurosport 1 (18:30)

Immagine copertina: fiawec.com

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