WEC | 6h del Fuji – Anteprima

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
13 Ottobre 2016 - 09:00
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Con la 6h del Fuji, il WEC sbarca in Asia per il rush finale della stagione 2016. La corsa nipponica è senza dubbio quella maggiormente storica delle tre previste, in quanto la prima edizione risale addirittura al 1967 e, durante gli anni ’80, per diverse stagioni se ne sono disputate addirittura due all’anno: la prima era valida per il campionato del Fuji, la seconda proprio per il mondiale endurance. Molto più recenti, ovviamente, sono le 6h di Shanghai e del Bahrain, che per giunta si disputano su due tracciati di recente costruzione.

Nonostante un doppio quarto posto nelle due gare americane, il vantaggio in classifica generale della Porsche #2 si è pressoché consolidato, in quanto sono ben 38 le lunghezze di vantaggio di Dumas/Jani/Lieb sui piloti della Toyota #6 e su quelli dell’Audi #8. Dunque, è possibile che i giochi iridati si possano chiudere anche al termine del weekend giapponese, qualora i piloti alla guida della 919 Hybrid dovessero guadagnare 15 punti su entrambe le avversarie.

Le ultime tre gare sono state conquistate dalla vettura gemella dei capoclassifica, la #1 che ormai è prossima ad abdicare dal trono. Bernhard/Hartley/Webber sono tornati prepotentemente alla carica dopo un inizio anno sciagurato, rubando anche punti preziosi alle avversarie della #2. L’ultima vittoria è stata però propiziata da una Full Course Yellow che ha negato invece un meritato primo posto all’Audi, che ad Austin è stata protagonista assoluta dell’intero fine settimana. La corsa statunitense ha ribadito, forse definitivamente, come la vettura “di classifica” di Ingolstadt sia la #8, terza in classifica a pari merito con la Toyota.

Proprio Toyota, che questa gara l’ha vinta per ben dodici volte tra team ufficiali e non, è ancora in caccia della prima vittoria stagionale, e quale migliore occasione per conquistarla se non sul circuito di casa? Dopo la grande delusione di Le Mans, la Casa nipponica non è più riuscita a giocarsi davvero un successo di tappa, complice anche la scarsa competitività della TS050 nella sua versione ad alto carico aerodinamico. Una pista da medio-alto carico come il Fuji potrebbe riportare il team giapponese sui livelli (alti) di inizio stagione. Va ricordato che, su quattro edizioni valevoli per il WEC dal 2012, Toyota ne ha vinte ben tre.

Quasi chiuso il conto per quanto riguarda il trofeo riservato ai privati, Rebellion Racing ha dichiarato chiusa anche la sua avventura nella categoria LMP1. Dal 2017, il team svizzero sarà uno dei riferimenti del marchio Oreca nella classe LMP2. A nulla è servito, dunque, il nuovo regolamento per le LMP1 non ibride annunciato da FIA e ACO durante il weekend di Le Mans, che a quanto pare non ha attratto sufficientemente Rebellion da proseguire con la R-One anche per la prossima stagione.

A proposito di LMP2, quello del Fuji potrebbe essere l’appuntamento decisivo per le sorti del campionato. Il team Signatech ha 41 punti di vantaggio sul team Morand e guadagnandone altri 11 sulla scuderia svizzera-messicana chiuderebbe i giochi. Lapierre/Menezes/Richelmi hanno vinto quattro gare su sei, con un secondo ed un quarto posto, e il titolo della categoria prototipi “più piccola” sarebbe alquanto meritato.

La entry list della categoria subirà un profondo rinnovamento in Giappone, con tante novità interessanti. Su tutte, ovviamente, il debutto nel WEC di Antonio Giovinazzi, leader della GP2 e atteso al volante della Ligier #30 del team Extreme Speed: la scuderia statunitense (che per l’occasione tornerà alle gomme Dunlop dopo tre gare con Michelin) ha accantonato il trio Brown/Sharp/van Overbeek, abbastanza inconcludente quest’anno, in favore del pugliese, di Sean Gelael e di Giedo van der Garde. La vettura, inoltre, non sarà più dipinta con il classico nero-verde ma sarà giallo-rossa in virtù dello sponsor Jagonya Ayam. Ma nel mondiale endurance debutterà anche Alexander Lynn, anch’egli proveniente dalla GP2 e già protagonista di un test con Toyota l’anno scorso in Bahrain: il britannico guiderà l’Oreca #45 del team Manor assieme a Tor Graves e al rientrante Shinji Nakano. Inoltre, Will Stevens rimpiazzerà René Rast (impegnato nel DTM a Hockenheim) nel team G-Drive, mentre Mikhail Aleshin si aggiungerà a Minassian e a Mediani sulla BR01 #27.

Attesa ad un altro weekend di fuoco la GTE-Pro, dopo il recente annuncio dell’arrivo di BMW a partire dal 2018. In testa al campionato, dopo il netto successo di Austin, c’è il duo danese dell’Aston Martin formato da Nicki Thiim e Marco Sørensen, ma le Vantage dovranno fronteggiare una revisione del Balance of Performance che impone ora un air restrictor più piccolo e un gurney di 30 millimetri all’ala posteriore, per penalizzare una vettura che nelle Americhe ha letteralmente distrutto la concorrenza. Cercherà di approfittarne la Ferrari, specialmente con Bird/Rigon che devono recuperare un passivo di 12 lunghezze, ma in gioco c’è anche Darren Turner con l’altra Aston Martin, che al Fuji ritroverà Richie Stanaway dopo l’assenza dello scorso round. Ben più distanti le Ford, reduci da una doppia trasferta americana davvero deludente: Mücke/Pla sono rimasti fuori dalla top ten sia a Città del Messico che ad Austin, ora sono attardati di 36 punti e nulla lascia presagire un recupero in ottica iridata; sulla #67 invece non ci sarà più Marino Franchitti, dopo le deludenti performance di questa stagione. Più leggera di 20 chilogrammi la Porsche 911 del team Proton, con Christensen/Lietz che ancora inseguono il primo podio del campionato 2016.

Chiamata ad uscire da un tunnel di difficoltà è la Ferrari #83 in classe GTE-Am. La vettura gestita da Amato Ferrari ha perso punti nelle ultime due gare, a favore della Porsche del team Proton Competition (che in Giappone ritroverà anche Patrick Long) riportatasi a -33 in classifica generale. Certamente i giochi iridati potrebbero anche chiudersi al Fuji, ma il trend è in negativo per la GT italiana pilotata da Águas/Collard/Perrodo. Nessuna novità per quanto riguarda i piloti, eccezion fatta per Yutaka Yamagishi che tornerà sulla Corvette del team Larbre dopo avere saltato Austin.

La gara prenderà il via alle ore 4:00 italiane, mentre il collegamento televisivo di Eurosport inizierà alle 8:30, con l’ultima ora e mezza di corsa.

2016 6h of Fuji – Fuji Speedway
Round 7/9
14-15-16 ottobre 2016

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INFO CIRCUITO

Lunghezza del circuito: 4,563 km
Distanza da percorrere: 6 ore
Numero di curve: 16
Senso di marcia: orario

RECORD

Distanza di gara: 6h00:39.367 (236 giri, 1076,86 km) – Anthony Davidson/Sébastien Buemi – Toyota – 2014
Giro gara LMP1:
 1:25.621 – Loïc Duval – Audi – 2015
Giro prova LMP1: 1:22.639 – Mark Webber – Porsche – 2015
Giro gara LMP2: 1:33.453 – Nelson Panciatici – Oreca – 2012
Giro prova LMP2: 1:31.225 – Gustavo Yacamán – Ligier – 2015
Giro gara GTE-Pro: 1:40.532 – Stefan Mücke – Aston Martin – 2014
Giro prova GTE-Pro: 1:38.145 – James Calado – Ferrari – 2015
Giro gara GTE-Am: 1:40.766 – Nicki Thiim – Aston Martin – 2014
Giro prova GTE-Am: 1:39.397 – Patrick Long – Porsche – 2015

Vittorie pilota: 4 – Hiroshi Fushida, Kazuyoshi Hoshino
Vittorie costruttore: 12 – Toyota
Pole pilota: 4 – Hiroshi Fushida
Pole costruttore: 10 – Porsche
Podi pilota: 8 – Vern Schuppan
Podi costruttore: 32 – Porsche

ALBO D’ORO

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PROGRAMMA

Venerdì 14 ottobre
10:45-12:15 (3:45-5:15) Prove Libere 1
15:30-17:00 (8:30-10:00) Prove Libere 2

Sabato 15 ottobre
10:00-11:00 (3:00-4:00) Prove Libere 3
14:00-14:50 (7:00-7:50) Qualifiche

Domenica 16 ottobre
11:00-17:00 (4:00-10:00) Gara – Eurosport 1 (8:30)

NB: tra parentesi gli orari italiani.

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