WEC | 24h di Le Mans 2019 – Anteprima

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di Federico Benedusi @federicob95
11 Giugno 2019 - 15:00
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La prima “superseason” del WEC arriverà alla sua conclusione questa settimana con la 24h di Le Mans, la competizione endurance più famosa al mondo, giunta quest’anno all’87esima edizione. Per la prima volta a sfidarsi sul Circuit de la Sarthe ci saranno 62 vetture in luogo delle consuete 60, mentre i titoli piloti in palio nel mondiale endurance sono ancora tutti da assegnare.

Il titolo assoluto, nel pieno rispetto dei pronostici prestagionali, è affare privato tra i due equipaggi Toyota. Dopo quattro vittorie e due secondi posti l’equipaggio #8 di Fernando Alonso, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima guida la classifica con 160 punti, 31 in più rispetto alla vettura #7 pilotata da Mike Conway, Kamui Kobayashi e José María López, reduci dal mezzo passo falso di Spa-Francorchamps e vincitori di due corse. L’unica gara del campionato 2018-2019 non conquistata dalla TS050 è stata la 6h di Silverstone, vinta dalla #8 poi squalificata (esattamente come la gemella) per l’eccessivo consumo del pattino sottoscocca. In caso di pole e vittoria della #7, alla #8 basta un settimo posto in virtù del punteggio maggiorato che viene riservato alla corsa francese.

La entry list della categoria LMP1 non presenta novità rispetto al resto della stagione, con otto vetture al via. A lottare per il terzo gradino del podio, a meno di sorprese negative in casa Toyota, saranno le Oreca-Rebellion R13 spinte da propulsore Gibson e le Dallara BR1 motorizzate AER, gestite dal team SMP. Per quanto il vantaggio in classifica degli svizzeri sui russi sia importante, la vettura italiana è cresciuta nelle ultime gare, risolvendo anche qualche problema di affidabilità. La vettura #11 è reduce da tre terzi posti consecutivi e a Le Mans riproporrà il trio Aleshin/Petrov/Vandoorne già visto un mese fa in Belgio; sulla #17 ci sarà nuovamente uno dei “signori di Le Mans”, Stéphane Sarrazin, insieme a Egor Orudzhev e Sergey Sirotkin. In casa Rebellion sarà l’ultima gara di Neel Jani, prima del passaggio in Formula E come pilota Porsche, di Thomas Laurent, promesso sposo di Toyota come riserva, e probabilmente anche di André Lotterer, che dovrebbe seguire lo stesso percorso di Jani nel campionato elettrico. Le vetture elvetiche scenderanno in pista con una livrea speciale disegnata dalla RocketByz, società che fa capo al produttore musicale Tomyboy.

A completare la lista sono la BR1-Gibson della DragonSpeed e la CLM del team ByKolles. Il team statunitense, che ha annunciato la sua dipartita dalla classe LMP1 per la prossima stagione, gareggerà con la leggendaria livrea Gulf in luogo della consueta colorazione bianco-blu; dopo avere saltato la 6h di Spa-Francorchamps, l’equipaggio sarà lo stesso visto lo scorso marzo a Sebring con Ben Hanley, Henrik Hedman e Renger van der Zande. Trio confermato anche per Kolles, con l’italiano Paolo Ruberti ad affiancare Tom Dillmann e Oliver Webb.

In attesa del primo EoT della gara, che dovrebbe “coprire” almeno prove libere e qualifiche, Toyota ha dettato la sua legge nei test infliggendo quasi due secondi alla migliore delle non ibride. La gara dovrebbe seguire questo copione nonostante l’abolizione dall’EoT delle endotermiche del parametro della massima energia sprigionabile ad ogni giro, fattore che ha aiutato le LMP1 non ibride soprattutto sul giro secco. Nonostante questo accorgimento, anche a Spa-Francorchamps si è notato come le Toyota abbiano ancora una marcia in più sul passo di gara.

Tre equipaggi si giocheranno il titolo della classe LMP2, che a Le Mans proporrà una griglia di 20 vetture. In testa alla classifica c’è l’equipaggio detentore in carica del trofeo della Sarthe, quello del team Alpine Signatech composto da Nicolas Lapierre, André Negrão e Pierre Thiriet, mai sceso dal podio durante tutta la stagione. Staccati di appena quattro lunghezze sono i piloti che guideranno l’Oreca #38 del team DC Racing, team che ha piazzato entrambe le vetture sul podio assoluto nella rocambolesca edizione 2017: Gabriel Aubry, Stéphane Richelmi e Ho-Pin Tung hanno vinto due gare e spesso si sono mostrati più veloci del team al comando della generale, ma è mancata la costanza soprattutto nelle due corse più lunghe (Le Mans 2018 e Sebring). Con poche speranze, ma matematicamente inclusi nella lotta, sono Roberto González e Pastor Maldonado in rappresentanza del team DragonSpeed, vincitori a Spa-Francorchamps e attardati di 26 punti con 39 da assegnare; il messicano e il venezuelano saranno affiancati ancora una volta da Anthony Davidson.

I test di dieci giorni fa hanno parlato di un’Oreca nettamente avvantaggiata rispetto alle avversarie, perciò a ricoprire il ruolo di favorite saranno le undici 07 iscritte in rappresentanza del marchio che fa capo a Hugues de Chaunac. La differenza la faranno la preparazione del team ma soprattutto i piloti impiegati, pertanto al di là dei tre equipaggi in lizza per il titolo bisogna inserire tra le favorite assolute la G-Drive #26, in gara con il marchio Aurus, pilotata dal campione Formula E in carica Jean-Éric Vergne, dall’esperto Roman Rusinov e dal giovane Job van Uitert. Sulla #28 del team TDS ci saranno Loïc Duval e Matthieu Vaxivière insieme al gentleman François Perrodo, la seconda DC Racing schiererà Jordan King e Ricky Taylor con David Heinemeier Hansson, Duqueine Engineering punterà su Romain Dumas e Nicolas Jamin al fianco di Pierre Ragues e il team RLR si affiderà a due ex-Formula 2 come Norman Nato e Arjun Maini insieme all’amatore canadese John Farano.

Tra gli altri equipaggi più in vista si annoverano la Dallara del team Nederland, rivelazione della stagione 2018-2019 con Giedo van der Garde e Nyck de Vries insieme a Frits van Eerd, ma anche la Ligier #22 del team United Autosports con Filipe Albuquerque, Philip Hanson e Paul di Resta. Fari puntati anche sull’equipaggio tutto italiano del team Villorba, con il rientrante Andrea Belicchi al fianco di Giorgio Sernagiotto e Roberto Lacorte sulla Dallara P217 #47 giunta ormai alla terza Le Mans consecutiva e pronta per il suo debutto full-time nel WEC a partire dalla prossima stagione.

I test ufficiali hanno anche visto una lotta al millesimo tra le GTE-Pro, che per il titolo vedrà un duello tra le due Porsche ma per la vittoria assoluta sarà aperta a molte più possibilità. L’unica vettura apparsa in ritardo è la BMW, giunta qui alla sua ultima presenza nel WEC dopo una stagione piuttosto deludente, ma non è da escludere un lavoro di “pretattica” in attesa del Balance of Performance.

A primeggiare è stata la Corvette C7R, anch’essa arrivata alla sua ultima Le Mans prima del debutto della nuova C8 previsto per Daytona 2019. Equipaggi confermati per la Casa americana, con García/Magnussen/Rockenfeller sulla #63 e Fässler/Gavin/Milner sulla #64. Le Mans di addio, almeno in forma ufficiale, anche per la Ford GT, che dopo questa gara chiuderà il suo programma ufficiale nel WEC e a fine 2019 abbasserà le serrande anche sul campionato IMSA; l’unica variazione di equipaggio per quanto riguarda il marchio di Detroit sarà quella di Jonathan Bomarito sulla #67 al posto di Tony Kanaan, mentre le altre tre vetture riproporranno i piloti già visti in azione dodici mesi fa. Anche le vetture gestite da Chip Ganassi saranno dipinte con una livrea particolare, per celebrare i successi passati dell’Ovale Blu in riva alla Sarthe: la #66 sarà nera come la GT40 vincitrice nel 1966, la #69 sarà azzurra come la seconda classificata di quella stessa edizione e la #67 sarà rossa come la vettura vincitrice nel 1967.

Anche Porsche porterà in gara quattro vetture, due delle quali si giocheranno il titolo di categoria. A dividere Michael Christensen e Kévin Estre da Gianmaria Bruni e Richard Lietz ci sono ben 36 punti, ma Le Mans è sempre ricca di sorprese e nessun finale è ancora scritto. La prima coppia, alla guida della #92, sarà affiancata da Laurens Vanthoor, mentre gli inseguitori sulla #91 correranno insieme a Frédéric Makowiecki. Per quanto riguarda le 911 del team CORE Autosport, a guidare la #93 saranno nuovamente Bamber/Pilet/Tandy mentre sulla #94 ci sarà l’inedito equipaggio Jaminet/Müller/Olsen.

Ferrari spera di concludere al meglio una stagione che non ha mai visto la 488 veramente protagonista. Oltre alla vittoria di Silverstone, le Rosse non sono andate oltre un paio di podi a causa di un BoP spesso molto penalizzante, ma i primi test sulla Sarthe sono stati piuttosto incoraggianti. AF Corse schiererà le solite due vetture, con Daniel Serra al fianco di James Calado e Alessandro Pierguidi sulla #51 e Miguel Molina sulla #71 insieme a Sam Bird e Davide Rigon, mentre Risi Competizione tornerà a Le Mans con l’equipaggio formato da “Pipo” Derani, Jules Gounon e Oliver Jarvis.

Ultima chiamata stagionale per la nuova Aston Martin, molto altalenante nei risultati di questo campionato d’esordio, e appunto per BMW, che cercherà quantomeno di lasciare il mondiale con un piazzamento di prestigio dopo il disastro dell’edizione 2018.

La sfida titolata più incerta è sicuramente quella della GTE-Am, dove gli equipaggi matematicamente in corsa sono addirittura cinque. Il trio da battere è quello del team Porsche Project 1, a caccia di un clamoroso titolo alla prima stagione nel WEC, con alla guida Jörg Bergmeister, Patrick Lindsey ed Egidio Perfetti. La scuderia tedesca si è ritrovata ad affrontare anche delle autentiche odissee in questo campionato, come l’incendio nei test di Sebring che ha portato all’arrivo di una nuova 911 in tempo record per la gara.

Staccati di 23 punti ci sono Francesco Castellacci, Giancarlo Fisichella e Thomas Flohr sulla Ferrari del team Spirit of Race. Per quanto riguarda Aston Martin sono in corsa sia Charlie Eastwood e Salih Yoluç (a -26), affiancati a Le Mans da Euan Hankey sulla #97 del team TF Sport, sia il solito trio Dalla Lana/Lamy/Lauda (a -36) sulla #98 nei colori “factory”. La storia più sorprendente è però quella del team Proton, squalificato da ben quattro gare per la non conformità del sensore che rileva il tempo di sosta ai box ma ugualmente in corsa per il campionato poiché Matthew Campbell e Christian Ried sono usciti vincitori dagli ultimi tre appuntamenti. Sulla Porsche #77 a Le Mans tornerà anche Julien Andlauer, per aiutare i due compagni di equipaggio a completare un’incredibile rimonta da -30 punti.

Saranno molte le Ferrari in azione nella classe dedicata ai gentleman e nei test le 488 hanno messo a segno addirittura una cinquina. Il team Weathertech-Scuderia Corsa ha staccato il miglior tempo grazie a Toni Vilander, affiancato da Cooper MacNeil e Robert Smith, ma tra i protagonisti ci sarà anche il team Clearwater, impegnato in tutto il campionato con Matthew Griffin che gareggerà nuovamente con Luis Pérez Companc e Matteo Cressoni. Guiderà una Ferrari anche l’unico equipaggio tutto femminile al via di questa edizione: la vettura #83 sarà gestita dal team Kessel Racing e pilotata da Rahel Frey, Michelle Gatting e Manuela Gostner; la storica compagine elvetica schiererà anche un team tutto italiano sulla #60 con Sergio Pianezzola, Andrea Piccini e Claudio Schiavoni.

Tra i protagonisti azzurri ci sarà ovviamente anche Matteo Cairoli, che dividerà la Porsche #88 con Giorgio Roda e Satoshi Hoshino, mentre Edward Cheever III gareggerà sulla Ferrari #70 con Motoaki Ishikawa e Olivier Beretta. Curiosità anche per la Ford GT privata del team Keating, che vedrà alternarsi al volante il proprietario della squadra, Ben Keating, il brasiliano Felipe Fraga e l’olandese Jeroen Bleekemolen.

Oltre al programma di gara, l’attenzione sarà puntata anche sulla consueta conferenza stampa del venerdì. In questa occasione, FIA e ACO esprimeranno forse la parola definitiva sul regolamento hypercars che dovrebbe entrare in vigore a settembre 2020. Stando ad alcuni rumors usciti ieri, si sta pensando di allargare il cerchio anche a vetture non spinte da motori ibridi, per attirare il maggior numero possibile di costruttori verso il mondiale endurance. Oltre alla conferma di ByKolles e Glickenhaus come scuderie private, la lista di adesioni al regolamento hypercars dovrebbe vedere al momento solo Toyota e Aston Martin per quanto riguarda le Case ufficiali. Verrà inoltre ufficializzata la entry list della stagione 2019-2020, che si preannuncia peraltro abbastanza ricca, oltre a qualche novità regolamentare come il success ballast per le LMP1, sistema che attribuirà zavorre di peso in base ai risultati ottenuti in gara.

Come ormai consuetudine, la copertura live della 24h di Le Mans sarà appannaggio di Eurosport, che trasmetterà tutte le sessioni di prova e l’intera gara sui propri canali.

87ème 24 Heures du Mans – Circuit de la Sarthe
Round 8/8
12-16 giugno 2019

INFO CIRCUITO

Lunghezza del circuito: 13,626 km
Tempo di gara: 24 ore
Numero di curve: 21
Senso di marcia: orario

RECORD

Distanza di gara: 24h01:23.694 (397 giri, 5410,713 km) – Timo Bernhard/Romain Dumas/Mike Rockenfeller – Audi – 2010
Giro gara LMP1:
 3:17.475 – André Lotterer – Audi – 2015
Giro prova LMP1: 3:14.791 – Kamui Kobayashi – Toyota – 2017
Giro gara LMP2: 3:27.200 – Nathanaël Berthon – Oreca – 2018
Giro prova LMP2: 3:24.842 – Paul-Loup Chatin – Oreca – 2018
Giro gara GTE-Pro: 3:49.448 – Jan Magnussen – Corvette – 2018
Giro prova GTE-Pro: 3:47.504 – Gianmaria Bruni – Porsche – 2018
Giro gara GTE-Am: 3:52.600 – Benjamin Barker – Porsche – 2018
Giro prova GTE-Am: 3:50.728 – Matteo Cairoli – Porsche – 2018

Vittorie pilota: 9 – Tom Kristensen
Vittorie costruttore: 19 – Porsche
Pole pilota: 5 – Jacky Ickx
Pole costruttore: 18 – Porsche
Podi pilota: 14 – Tom Kristensen
Podi costruttore: 52 – Porsche

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Mercoledì 12 giugno
16:00-20:00 Prove Libere – Eurosport 1 (16:45)
22:00-0:00 Qualifiche 1 – Eurosport 1 (22:55)

Giovedì 13 giugno
19:00-21:00 Qualifiche 2 – Eurosport 1
22:00-0:00 Qualifiche 3 – Eurosport 1

Sabato 15 giugno
15:00 Gara – Eurosport 1

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