[Video] Un quarto d’ora da pilota… al simulatore Ferrari

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
10 Febbraio 2017 - 20:30
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L’esperienza più forte per chi pilota non è e non ha tanto meno le risorse per provare una vera monoposto a quattro ruote è senza dubbio un giro di giostra su un simulatore.

D’altronde il mondo del Sim Racing è in costante crescita, con campionati nazionali e vari siti che sponsorizzano eventi online su diverse piattaforme di gioco.

Ho deciso quindi di mostrarvi come funziona uno dei simulatori che potete trovare attualmente nei Ferrari Store. Per la precisione, quello di Milano, situato in pieno centro. Per l’occasione mi sono armato di guanti e ventosa (di quelle da parabrezza, per intenderci) in modo da riprendere il turno con il cellulare e di mettervi al mio fianco durante la guida lungo le curve del Circuit de Catalunya.

Per iniziare, ecco come si presentano i simulatori. Sono prodotti dall’azienda italiana Wave Italy, riproducono le F1 dell’era ibrida e si basano su Assetto Corsa per quanto riguarda il software di gioco.

Tre monitor classici per avere una maggiore visione durante la guida e dimensioni simili a quelle di una scocca standard. Chi è ancora piccolo (sotto il metro e 50) non può salire perché non avrebbe abbastanza visibilità nonostante il sedile regolabile. Chi è invece molto grosso deve prima provare la posizione di guida. Nel mio caso (tutto tranne che un gigante, diciamo così) nessun problema da questo punto di vista.

Ecco ora l’abitacolo della nostra monoposto.

Il sedile è in vero carbonio: si tratta di una versione dalle misure standard, per permettere a persone di diversa corporatura di essere relativamente comode una volta sedute e fissate con le cinture. Sì perché su questo tipo di simulatore sono previste anche quelle: vere cinture OMP a cinque punti per fermare spalle e cosce durante la guida. Non si tratta solo di un abbellimento per calare meglio l’utente nella parte, ma hanno anche una loro utilità: durante la guida, infatti, la scocca si muove seguendo le sollecitazioni della pista e le direttive del pilota, puntando verso le curve. Nessun movimento a simulare il beccheggio, ma le azioni di frenata e accelerazione sono trasmesse dalla parte superiore del sedile, che si sposta indietro e in avanti in base a quanto gas diamo o a quanto premiamo sul freno: e qui, appunto, le cinture aiutano a simulare l’effetto.

Una volta infilati in vettura e fissati con le cinture, ecco ciò che si vede: poco! 

Noi siamo abituati ai cameracar dai quali possiamo apprezzare i piloti da qualche decina di centimetri di altezza in più. Ma la visuale da dentro l’abitacolo è questa. In molte curve bisogna andare quasi a naso.

Si provvede, ora, a regolare la profondità dei pedali, per essere sicuri di poterli premere correttamente e di non avere le gambe troppo piegate, altrimenti si rischia di toccare le ginocchia girando il volante. L’acceleratore è un pedale normale, il freno invece è fisso. Più kg di pressione si danno, più la monoposto rallenta. Per frenare davvero, bisogna premere forte: sulla nostra vettura stradale equivale letteralmente ad inchiodare ad ogni frenata.

Ora ecco il volante: il simulatore, come anticipato, riproduce le vetture dell’era ibrida: 8 marce, DRS, ERS e quant’altro. 

Il grande display fornisce le informazioni più utili: marcia inserita, DRS (se attivato tramite il pulsante verde in alto a destra la scritta si colora di giallo), tempo sul giro, giri motore, carica delle batterie. Più si preme sul freno più si ricaricano, e più cavalli avrà a disposizione la monoposto in accelerazione. Sopra il display i led di indicazione del cambio marcia. In sequenza si accendono, da sinistra verso destra, i led verdi, rossi e blu, questi ultimi ad indicare quando è il momento di salire col rapporto.

A fianco del display due tasti viola/giallo. Servono a modificare la ripartizione della frenata tra anteriore e posteriore. Ma ci vuole molta elasticità mentale per ricordarsi di usarli curva per curva, come vediamo fare ai piloti veri. In basso, quattro interruttori. Servono ad attivare/disattivare il controllo di trazione (TCR), l’ABS, la linea ideale sulla pista e il cambio automatico/manuale. Come sui volanti veri, dietro al volante sono poste le leve per scalare (sinistra) e salire (destra) di marcia. Nel mio turno ho girato con tutti i controlli disattivati e il cambio manuale.

Il volante pesa, sia a tenerlo stretto tra le mani sganciato dalla sua sede che durante la guida. Non ci si può rilassare nemmeno sul dritto perché altrimenti la monoposto inizia a muoversi incontrollata e, una volta persa, è irrecuperabile. Il volante va quindi tenuto davvero con forza in qualsiasi situazione. Risultato: durante la guida mi vedrete asciugarmi il sudore dalla fronte…

Ed ora passiamo al video. Ho fissato il cellulare ai lati del (finto) airbox in modo da poter riprendere sia la scena in pista che quella in abitacolo. Le vibrazioni sono parte integrante del gioco, ma per rendere il tutto più godibile (e per non ricevere lamentele di mal di testa o nausea…) è stata applicata la stabilizzazione del video. Ho tagliato la parte di ingresso in abitacolo: si parte quindi con la scelta della pista (come detto, Barcellona) e il turno filato di circa 15 minuti. 

Per commettere un errore o una sbavatura ci vuole davvero poco, e infatti nelle riprese ce ne sono diverse di imprecisioni: bisogna tener conto delle condizioni delle gomme (fredde) all’inizio, ricordarsi di premere fortissimo il freno altrimenti si va lunghi e di non esagerare col gas in uscita dalle curve perché è un attimo perdere il posteriore. Sul rettilineo un’icona DRS segnala quando si può premere il pulsante verde sul volante. Inoltre, bisogna considerare che dall’abitacolo si vede meno strada anche rispetto a questo video e, per finire, la stanchezza che si sente su mani e braccia: fattore assolutamente non indifferente che, su un turno prolungato, porta a deconcentrarsi e commettere imprecisioni.

Mettere insieme tutto questo e completare un giro buono non è semplice, soprattutto per chi come me a casa non si è ancora attrezzato e quindi ha occasione solo una volta ogni tanto di cimentarsi.

Alla fine il risultato non è neanche malaccio. un 1.24.2 al quarto giro cronometrato che mi porta in cima alla classifica del singolo simulatore, per soli 4 millesimi, in attesa di altri giocatori.

Considerate sbavature ed imprecisioni un tempo che, con più costanza, sicuramente potrebbe essere abbassato e non di poco. Non ho idea, infatti, di quali siano i tempi dei fenomeni del settore, ma non mi stupirei di essere andato almeno 3/4 secondi più lento.

Per stavolta, però, può bastare.

Via i guanti e si torna alla vita normale.

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