Ungheria 2006: la prima di Jenson e l’ultima di Honda

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
26 Luglio 2017 - 09:00
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Honda, nel corso della sua lunga storia in Formula 1 come costruttore, ha vinto tre GP. Il primo nel 1965 con Ginther in Messico, il secondo nel 1967 con Surtees a Monza e l’ultimo in ordine di tempo, undici anni fa, con Jenson Button a Budapest. Una vittoria storica, che ha sancito la fine del “digiuno” di Honda stessa, dopo 39 anni, e anche di Button che ha colto la sua prima affermazione in carriera dopo 113 partenze.

Quel successo sembrava potesse persino essere il primo di una nuova era per Honda, invece si rivelò l’ultimo anche come motore dopo i disastri datati 2007-2008 (come team) e i risultati attuali dal ritorno in F1, come motorista della Mclaren, nel 2015. La Honda RA106 progettata da Geoff Willis, che venne sostituito a stagione in corso da Shuhei Nakamoto, era spinta da un V8 aspirato da 2,4 litri che durante la stagione diede diversi problemi di affidabilità.

Dopo una prima parte di stagione complicata con Barrichello e Button, escluso un podio a Sepang del pilota inglese, la macchina migliorò sensibilmente dal GP di Germania che precedeva in calendario l’appuntamento magiaro.

Budapest 2006 viene ricordata anche per il duello tra Alonso e Schumacher, che in quella stagione si contesero il titolo. I due, dopo una serie di “scorrettezze” regolamentari tra libere del venerdì e del sabato, furono costretti a partire da metà schieramento, con Schumacher 11° e Alonso 15°. Button arrivò in Ungheria dopo una buona prestazione in Germania, culminata con il quarto posto finale. In quel GP vennero introdotte delle sostanziali modifiche alla sospensione anteriore, all’aerodinamica e al motore che migliorarono subito le prestazioni della vettura.

Nonostante questo, all’inizio del week-end ungherese il motore di Button necessitò di un intervento in parco chiuso a causa di un problema. Nelle libere del sabato mattina la stessa unità esplose in una nuvola di fumo, costringendo Jenson a dieci posizioni di penalità sulla griglia per la sostituzione di questa dopo il quarto tempo ottenuto nelle qualifiche.

L’unica possibilità per poter recuperare e ottenere un buon risultato era quella di sperare nella pioggia alla domenica. Pioggia che arrivò, dando vita ad un GP spettacolare e ricco di colpi di scena. Con Raikkonen in pole position e scattato in testa dalla prima curva, nelle retrovie Alonso, Button e Schumacher recuperarono alla grande e si ritrovarono dopo appena sette giri di gara rispettivamente in terza, quarta e quinta posizione.

Da quel momento Button iniziò la sua grande giornata, lasciando che la corsa gli “venisse incontro” come poi ha fatto intelligentemente in altre gare della sua carriera. Con un ritmo tra i più veloci in pista e sfruttando al massimo le intermedie Michelin che davano molto più grip rispetto a quelle Bridgestone, Jenson passò al comando al 52° giro sfruttando l’ingresso in pista della SC dopo l’incidente di Raikkonen e il pit stop di Alonso.

Lo spagnolo, grande protagonista della corsa fino a quel momento, venne messo sotto pressione da Button fino al pit stop, vedendo ridurre in poche tornate il vantaggio da 8″8 a 0″5. Un cambio gomme che fu fatale per Fernando, che subito dopo fu costretto al ritiro a causa di un problema al dado della gomma posteriore destra. Con pochi giri da completare e con un grande vantaggio sugli inseguitori, tra cui Schumacher che si fermò a pochi giri dal termine per un guasto al tirante dello sterzo, Jenson tagliò il traguardo tra l’euforia del box Honda e non solo.

A completare un podio “inedito” ci pensarono De la Rosa, secondo con la Mclaren e sostituto da 2 GP di Montoya, e Nick Heidfeld con la BMW. L’immagine di Jenson sul podio, raggiante per la prima vittoria, con papà John (con l’inseparabile camicia rosa) commosso è una delle più belle della carriera del campione del mondo 2009.

A fine gara Button disse: “A 20 giri dal termine ho capito che potevo farcela, anche se la pista via via che si asciugava poteva favorire altre vetture. Gli ultimi 10 giri sono stati fantastici, perché un pilota vorrebbe che la gara finisse il prima possibile, mentre io me li sono goduti e li ricorderò per sempre.”

“Su di me hanno detto e scritto tanto, con le critiche che iniziavano ed evidenziavano ogni GP a cui avevo preso parte senza vincere. Ora questo non potranno più farlo”.

La carriera e gli anni daranno ragione a Jenson, che da quella gara ha costruito il suo percorso culminato con la vittoria del titolo nel 2009 e successivamente con gli anni in Mclaren. 

Budapest 2006, l’ultima vittoria Honda e la prima di Jenson Button.

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