Una Williams V10 TWR-Hart

F1Storia
Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
28 Luglio 2019 - 11:20
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La Williams FW20 del 1998 è stata una vettura rivoluzionaria per la scuderia britannica, per diverse questioni. Prima macchina del post Adrian Newey, passato alla McLaren dopo otto anni a Grove, primo numero 1 sul musetto dopo quello di Keke Rosberg nel 1983, colorazione Winfield rossa successiva a quella iconica Rothmans durata dal 1994 al 1997 e… prestazioni piuttosto mediocri, anche a causa della fine della partnership con la Renault, che nel frattempo si era presa una pausa dalla F1 e aveva costretto la squadra ad affidarsi al V10 Mecachrome. Tre i podi in quella stagione, tra cui quello di Hockenheim 1998 dove il nuovo passo lungo della vettura e, paradossalmente, anche la velocità di punta del motore (350.300 km/h al sabato) furono decisivi nella conquista del terzo posto con l’allora campione del mondo in carica Jacques Villeneuve.

La questione motore tenne banco in casa Williams per diverse settimane, fino alla scelta del V10 Supertec per la stagione 1999. Durante le trattative per ottenere la fornitura dei motori gestiti da Flavio Briatore il team inglese entrò in contatto anche con Tom Walkinshaw, proprietario della TWR e della Arrows, per avere i V10 TWR-Hart che spingevano le meravigliose vetture “black” guidate da Pedro Diniz e Mika Salo. Una partnership che avrebbe avuto del clamoroso se fosse andata in porto e che molto probabilmente avrebbe cambiato soprattutto la storia di Walkinshaw, che con un team come la Williams a supportarlo poteva sviluppare al meglio il “suo” V10 made in UK.

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