Una chiacchierata con Andrea Cola

FocusKolo9ty9
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Febbraio 2019 - 09:00
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Segue una piccola intervista che abbiamo realizzato per farvi conoscere meglio Andrea Cola, uno dei protagonisti della nostra sezione “Focus” per il 2019. In attesa di svelarvi a breve i suoi piani per il futuro, ecco un po’ di domande alle quali Andrea ha risposto con puntualità!

Ciao Andrea. Innanzitutto: cinque premi in due anni, una bella media. Come ti senti dopo questo importante biennio?

È vero. Gli ultimi due anni in F.3 (che sono anche i miei primi due) sono stati pieni di emozioni e di soddisfazioni sia per le vittorie in gara che per i risultati finali: è sempre molto bello concludere le stagioni con un titolo di Campione, vincerne cinque è stato fantastico.

La pausa invernale: come l’hai trascorsa? Come pilota la utilizzi per staccare completamente e rilassarti o il focus è sempre lì, alle corse?

Nella pausa invernale cerco di staccare la spina, e senza la pressione che ho addosso durante il campionato riesco a rilassarmi. Poi durante gli allenamenti penso al campionato che sta iniziando, e non vedo l’ora di ricominciare… Diciamo che durante la sosta invernale sicuramente mi rilasso, ma 3/4 della mia testa è sempre lì, dentro l’abitacolo della mia monoposto, Toruk. 

In quale momento hai capito che avresti voluto fare il pilota e quando che avevi le qualità per farlo?

Ho capito che avevo le qualità per fare il pilota dopo la mia prima gara in F.Abarth a Misano nel 2016: volevo non finisse mai, non volevo più scendere da quella monoposto.

Nelle tue fotografie appari sempre con l’indice alzato. Un riferimento a Sebastian Vettel o solo coincidenza?

Ammiro molto Vettel e lo seguo da sempre, ma il mio indice alzato non è un riferimento a lui: è solo un modo per ricordare a me stesso che sono il N.1 nel momento in cui ho vinto qualcosa. Quando non salgo sul gradino più alto del podio sono uno degli altri, quelli che hanno perso. Quindi niente indice alzato…

A proposito di piloti top: immaginiamo che ci siano dei punti di riferimento nel mondo dei motori. Quali sono i tuoi preferiti, quelli ai quali guardi con maggiore ammirazione?

Premesso che ho rispetto e ammirazione per tutti i piloti che sono riusciti ad arrivare in F.1, il mio punto di riferimento assoluto, sia a livello mentale che di guida, è uno solo: Ayrton Senna. Secondo me Ayrton è il pilota più grande di sempre.

Nella tua giovane carriera hai strappato a Keke Rosberg il record del tracciato di Grobnik e c’è un giro veloce a Vallelunga al quale tieni particolarmente…

I record… beh, i record sono il premio più ambito, la meta più alta a cui puntano tutti gli atleti in qualsiasi sport. Il record è il top perché il recordman diventa un punto di riferimento. Io ho ottenuto a Vallelunga il record sul giro del 2017, ed a Grobnik quello assoluto All-Times, che apparteneva a Keke Rosberg su F.1 McLaren-Honda e resisteva dal 1988. Ora: delle decine di migliaia di motociclisti e automobilisti amatoriali che gireranno in quei circuiti, praticamente nessuno ricorderà che ho vinto 5 titoli tra 2017 e 2018, ma sicuramente paragoneranno i loro tempi sul giro a quello di Andrea Cola.

Quali pensi che siano i tuoi punti di forza come pilota? In cosa pensi di poter ancora migliorare?

I miei punti di forza sono la concentrazione, la costanza e tanta determinazione. In cosa posso migliorare? Non c’è qualcosa in particolare in cui posso fare meglio, perché i limiti sono fatti per essere superati: posso migliorare in tutto e ogni giorno mi impegno per riuscirci. Quando sono in pista do il 110% di me stesso. La concentrazione, la grinta, la carica emotiva che sento dentro, sono dovute all’irresistibile voglia di arrivare davanti a tutti e di vincere. 

Parliamo degli affetti. Mamma e papà ti seguono sempre e poi hai un tuo fanclub: quanto sono importanti e quanta spinta ti danno?

Quando corro voglio vincere non solo per la mia soddisfazione personale, ma anche per regalare una grande gioia agli uomini eccezionali del mio Team Monolite Racing  e ai miei tifosi, i #9ty9supporter, che non mi hanno mai fatto mancare il loro importantissimo sostegno.

Per quanto riguarda papà, mamma, mia sorella Martina, i miei quattro nonni… sarò breve: senza il loro aiuto, senza l’immensa fiducia che hanno in me, io non avrei mai provato l’emozione indescrivibile di salire sul gradino più alto del podio. E mi sarei perso tanto. 

Grazie ad Alessandro ed un saluto a tutti i lettori di P300.it.

Ciao!!

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