Ukyo il grande

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
25 Novembre 2015 - 10:00
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Quando Ukyo Katayama esordiva in Formula 1, nel 1992, il sottoscritto aveva 6 anni. Ma grazie ad un papà appassionato di corse (anche lui), le gare facevano parte già della mia vita.

Ricordo benissimo la Larrousse Venturi tutta colorata con un pilota giapponese alla guida, che oltre ad un nome e cognome “simpatici” muoveva in maniera quasi “innaturale” da sinistra a destra il casco mentre guidava. Questa cosa, così curiosa, mi aveva fatto “innamorare” sportivamente parlando di Katayama.

Pilota velocissimo, campione di Formula Nippon, esordì appunto nel 1992 con il team Larrousse. La vettura, poco competitiva ma bellissima, mise comunque in evidenza le doti del giovane Ukyo, che anche grazie alla Japan Tobacco firmò per la Tyrrell un contratto per il 1993.

Proprio nella squadra inglese Katayama ottenne gli unici risultati di rilievo in F1, concludendo la stagione 1994 con 5 punti. Durante quell’anno ad Hockenheim sfiorò il podio, costretto al ritiro per la rottura del cambio.

Sempre nel 1994 al pilota giapponese venne anche diagnosticato un cancro, che soprattutto sul finire della stagione gli procurava dolore e ne limitava le prestazioni in pista. Completamente guarito Ukyo rimase in Tyrrell anche nel 95 e 96, ma senza ottenere risultati di grande rilievo.

In occasione del Gp del Portogallo del 1995 fu vittima di un brutto incidente durante la partenza. La sua monoposto entrò in collisione con la Minardi di Luca Badoer, capottandosi un paio di volte. Fortunatamente non ci furono conseguenze gravi per il pilota.

Concluse la sua carriera in Formula 1 con la Minardi nel 1997. Negli anni successivi partecipò anche ad una Parigi Dakar e a due edizioni della 24 ore di Le Mans, chiudendo al secondo posto nel 1999 alla guida della Toyota.

Questo risultato dà la dimostrazione comunque della bontà di questo pilota, bravo anche a sapersi adattare ad altre categorie.

Ora Ukyo ha 52 anni e non si accontenta di essere un telecronista della Fuji Tv. Infatti si è dedicato con passione all’alpinismo, scalando gli ottomila metri sparsi nel mondo. L’ultima impresa sul monte Fuji, oltre che faticosa, è stata anche tragica. I suoi due compagni di scalata sono morti mentre ad Ukyo si sono congelate le dita dei piedi.

Katayama non è entrato nella storia della Formula 1 in generale, ma nella “mia” classifica un posto per lui ci sarà sempre.

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