Che tu possa ritrovare tuo figlio Henry: buon viaggio, John Surtees

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
11 Marzo 2017 - 11:30
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Ieri si è spenta una leggenda del nostro sport: John Surtees aveva 83 anni, era nato nel 1934 e rimane, e rimarrà, l’unico in grado di conquistare titoli su due ruote (ben 7 tra 350 e 500) e uno in Formula 1, nel 1964 con la Ferrari.

Figlio del vento, lo chiamavano, ma soprattutto figlio di un’epoca nella quale l’estro e l’istinto del pilota la facevano da padrone. Un’epoca nella quale la specializzazione non era ancora arrivata ai livelli che conosciamo, e questo permetteva a John così come ad altri piloti di passare da una categoria all’altra pur rimanendo vincenti, in alcuni casi a partecipare a gare di serie diverse contemporaneamente. Ora sarebbe impossibile, perché il binario è unico già da piccoli e non si può sgarrare dal percorso, dagli allenamenti, dall’ufficio stampa e via dicendo.

L’ultimo che avrebbe potuto tentare un passaggio dalle due alle quattro ruote è Rossi: si è tanto parlato dei suoi test, tra chi dice che ne aveva e chi bolla tutto come trovata pubblicitaria come altre che si vedono negli anni. Resta il fatto che il record di Surtees è destinato a restare unico, irripetibile, imbattibile.

Lo porterà con sé nel paradiso dei piloti, là dove troverà il suo adorato figlio Henry, vittima di una tragedia a Brands Hatch il 19 luglio del 2009. Aveva scelto le quattro ruote e aveva appena conquistato un podio in gara 1, prima di trovare una ruota assassina sulla sua giovanissima strada da diciottenne. Il suo incidente, abbinato a quello di Felipe Massa una settimana dopo a Budapest, ha contribuito ad alzare la soglia d’attenzione sulla sicurezza dei piloti nella zona dell’abitacolo. Da quella settimana sono partiti gli studi sui cupolini che ancora procedono, in attesa di una soluzione definitiva. In un mondo nel quale spesso sono i figli a piangere i genitori, questa volta la scena si è ribaltata: ma John non ha perso il sorriso e la voglia di apparire nel suo mondo.

Nel 2014, a Goodwood, a cinquant’anni dalla conquista del suo titolo, è sceso in pista con la sua 158 davanti a Kimi Raikkonen, ultimo campione del mondo Ferrari a bordo della F2007, per un giro di gloria e di ideale passaggio di consegne. Ed è così che lo voglio ricordare: sempre davanti, anche al presente.

Buon viaggio, John.

Immagine: internet (per segnalare il copyright info@passionea300allora.it)

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