Toyota, una 24h senza parole

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
20 Giugno 2016 - 15:30
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Ieri insieme a tanti appassionati ho assistito al dramma sportivo della Toyota a Le Mans. Perdere a 4 minuti dalla fine una gara di 24h praticamente dominata è qualcosa che io personalmente non avevo mai visto e che rende bene l’idea di come il motorsport possa nel giro di pochi minuti farti passare dalla gioia più totale alle lacrime più dolorose.

Ho pensato subito ad episodi simili accaduti negli ultimi anni e mi sono venuti in mente quelli di Massa ad Interlagos nel 2008 e di JR Hildebrand nel 2011 ad Indianapolis, quando il pilota americano andò a sbattere all’ultima curva dell’ultimo giro consegnando la vittoria al compianto Dan Wheldon. Ma la “sconfitta” della Toyota credo sia diversa per motivazioni e storia. Il team giapponese ha sacrificato il 2015 per preparare questa edizione, cercando di ottenere finalmente quel successo che mai è arrivato e che manca ad un team del sol levante dai tempi della Mazda 787B.

I tweet di festa erano già pronti ed invece sono arrivati quelli di desolazione come il “i literally no words” di Davidson subito dopo lo stop di Nakajima sul traguardo, oppure le lacrime della stesso pilota giapponese che via radio lo aveva comunicato al suo box.

La forza di Toyota sta nelle parole arrivate dopo la gara che in sintesi hanno confermato che da oggi parte ufficialmente per loro la caccia alla Le Mans 2017, sperando possa essere una rivincita sportiva dopo quello visto in pista ieri.

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