Tecnica | Formula 1 vs Indycar, il confronto completo ad Austin

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Marzo 2019 - 16:50
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In questa analisi, il confronto diretto su stessa pista, il COTA di Austin tra la Formula 1 e la IndyCar

Il debutto della Indycar al Circuit of the Americas, con la gara andata in scena domenica e vinta da Colton Herta, rappresenta lo spunto atteso da tempo per mettere a confronto la serie americana con la Formula 1. Il Circus ha corso il Gran Premio degli Stati Uniti lo scorso mese di ottobre e quindi, considerato lo stesso layout della pista, P300.it ha colto l’occasione per analizzare i dati di qualifica e gara al fine di mettere a confronto le due categorie. Un confronto che non vuole premiare l’una o l’altra categoria ma far riflettere sulle differenze che caratterizzano le due serie più importanti per quanto riguarda le ruote scoperte.

Il tracciato di Austin, lungo 5.513 metri, conta tre settori molto diversi in termini di conformazione. Di conseguenza, le caratteristiche richieste alla monoposto variano di settore in settore. Grazie ai dati cronometrici reperibili in Rete, abbiamo quindi realizzato la nostra analisi.

ANALISI E NORMALIZZAZIONE DEI DATI

Il confronto è stato effettuato sia sulla base dei tempi delle rispettive qualifiche che dei giri veloci ottenuti in gara. Per quanto riguarda il sabato, abbiamo come riferimento la Pole di Lewis Hamilton ottenuta nel Q3 del GP degli Stati Uniti 2018, mentre per la Indycar il crono analizzato è quello di Felix Rosenqvist, fatto registrare nel Round 2 delle qualifiche della Indycar Classic del weekend appena trascorso: il tempo dello svedese, realizzato con la monoposto del team Ganassi (spinta dal motore Honda) è stato più veloce della pole di Will Power

Per un’analisi più accurata è stato necessario allineare i dati riportati dalla FIA e dall’Indycar. Le due categorie, infatti, non hanno in comune la linea del traguardo né durante il turno del sabato né alla domenica. Partendo dalla qualifica, in Indycar la linea di inizio/fine giro è posta, invece che sul rettilineo del traguardo, al termine del settore 17, poco prima di curva 19. In gara, invece, la linea usata in Indycar è quella della partenza dei GP posta sotto al semaforo, mentre la F1 utilizza quella posta poco dopo l’uscita dall’ultima curva. 

Per una maggiore precisione, pur mantenendo inalterato il tempo totale nell’infografica generale, i confronti sui tre settori della qualifica sono stati effettuati tenendo come riferimento il tempo di Hamilton e la suddivisione del circuito nei tre settori imposti dalla Formula 1, ricavando il corrispettivo crono Indycar di Rosenqvist sommando i tempi ottenuti nei vari microsettori nei quali è suddiviso il tracciato.

CONFRONTO GLOBALE

La seguente infografica (clicca per aprirla a tutto schermo) fotografa il confronto nella sua totalità. Seguono, poi, le analisi settore per settore.

I TEMPI

Qualifica | Il confronto basato sui numeri è nettamente a favore della Mercedes W09. In qualifica il tempo di Lewis Hamilton, 1:32.237, è 13 secondi e 217 millesimi più veloce dell’1:45.4542 (In Indycar si misurano anche i decimillesimi) di Felix Rosenqvist, il 13% in meno. Grande differenza (+12%) anche tra le velocità massime registrate alla speed trap: 323,8 km/h per la Mercedes, 290,5 per la Dallara DW12 in configurazione UAK18 (Universal Aero Kit 2018) per una media sul giro di 27 km/h in più in favore della Freccia d’Argento. Per fornire un altro metro di paragone, possiamo citare anche il giro più lento in qualifica nel GP di F1, realizzato da Stoffel Vandoorne (Mclaren) in 1:35.735. in questo caso si parla di 9,719 secondi tra la più lenta delle F1 e la più veloce delle Indycar.

Gara | Passiamo al confronto in gara: il miglior tempo del GP degli Stati Uniti 2018, fatto registrare sempre da Lewis Hamilton, è stato di 1:37.392. Quello più veloce della gara Indycar di domenica è stato del vincitore Colton Herta in 1:48.9853. La differenza in questo caso è dell’11% per un totale di 11 secondi e 503 millesimi. Sulla velocità media, la differenza è di 21 km/h.

PRIMO SETTORE | AERODINAMICA

Il T1 del COTA, dalla linea del traguardo a curva 6, è caratterizzato dalla prima staccata in salita e da una sequenza di curve veloci che ricordano la serie Maggotts-Becketts-Chapel di Silvestone. In questo tratto sono fondamentali aerodinamica e bilanciamento nei cambi di direzione a medio/alta velocità.

Qualifica | Il confronto su questo primo tratto di 1,647 km, coperto da Lewis Hamilton in 24.729, vede la Mercedes W09 in vantaggio di 4,233 secondi su Felix Rosenqvist. L’inglese è il 15% più veloce dello svedese per una velocità media più alta di ben 35 km/h.

Gara | La differenza alla domenica scende a 3,762 secondi, con la Indycar di Colton Herta che “recupera” 471 millesimi su Hamilton rispetto al tempo di Rosenqvist. La differenza sulla media è di 29 km/h.

SECONDO SETTORE | MOTORE

Il secondo settore, lungo 2,288 km, comprende le curve dalla 7 fino alla 12. Escluse le curve lente 8/9 il tratto mette sotto stress al massimo il motore, data la presenza di un primo allungo verso il tornantino di curva 11 ed il lungo rettilineo che porta al secondo piccolo tornante di curva 12.

Qualifica | Qui la Mercedes fa valere la sua potenza con una velocità massima di 323,8 km/h contro i 290,5 della Dallara di Rosenqvist. Un vantaggio che, tradotto in tempo sul settore permette a Lewis Hamilton di coprire il tratto centrale in 36,845 secondi, ben 5,835 in meno rispetto a Rosenqvist. Siamo al 14% in meno e a 30 km/h di velocità media in più.

Gara | Hamilton ha coperto il T2 di Austin in 39,011 secondi. Herta, anche in questo caso, recupera qualcosa rispetto al giro in qualifica: il suo 44.0757 è più lento di 5 secondi e 65 millesimi. Nonostante la differenza in termini di velocità di punta il distacco, rispetto al sabato, cala di otto decimi. Il giro di Hamilton è più veloce dell’11%, la media è superiore di 24 km/h.

TERZO SETTORE | TELAIO

Il T3 del COTA è un settore dove contano prevalentemente telaio e trazione. Si va da curva 13 fino al traguardo incontrando una serie di curve lente (tornantini 13/15) dove sono importanti reattività e maneggevolezza a basse velocità. Segue la sequenza 16/17/18, formata da curve verso destra di alta velocità raccordate tra loro che ricorda la famosa curva 8 dell’Istanbul Park. Per finire abbiamo due curve a sinistra che riportano sul rettilineo principale, con la 19 oggetto di discussione per la questione dei track limits. Ricordiamo che in Indycar questi non esistono ed è per questo motivo che, durante il weekend, abbiamo visto più volte i piloti andare larghi ben oltre il cordolo esterno.

Qualifica | Il T3 è settore dove la DW12 soffre “meno” rispetto alla W09. Il tratto, lungo 1,551 metri, è stato completato da Hamilton in 30,663 secondi, mentre Rosenqvist ne ha impiegati 33,8121. L’inglese è stato più veloce del 9% per un distacco di 3,149 secondi ed una media superiore di 17 km/h.

Gara | Dal punto di vista del distacco tra tempo di qualifica e gara la DW12 nel T3 si è comportata in modo simile al T1. La differenza tra il tempo di Hamilton, 32,317, e quello di Herta, 34,9931, è di 2,676 secondi per un 8% di scarto, il valore più basso tra tutti quelli analizzati. Rispetto alla qualifica, il divario accusato dalla Dallara nei confronti della Mercedes si riduce di 473 millesimi, un dato sostanzialmente identico (superiore di soli 2 millesimi) all’omologo riscontrato nel primo settore, il quale è più lungo di 96 metri rispetto all’ultima parte della pista. 

FORMULA 1 vs INDYCAR | le DIFFERENZE TECNICHE

Come detto, le differenze dei tempi in qualifica e gara a prima vista premiano senza se e senza ma la Formula 1. Tredici ed undici secondi sono, d’altronde, un grande divario. 

Quali sono però i motivi tecnici dietro a queste differenze di tempi? Andiamo a vedere:

Motore | Le Formula 1 montano dei V6 turbo ibridi da 1.6cc che, grazie al contributo dell’elettrico, raggiungono valori stimati tra i 950 ed i 1000cv. Niente a che vedere con le Dallara DW12, spinte da propulsori biturbo (prodotti da Honda e Chevrolet), 2.2 V6, da 675cv nel caso di tracciati come quello di Austin. Vale a dire indicativamente dai 275 ai 325cv in meno.

Cambio | Otto marce più retro per le F1, sei marce più retro per la DW12.

Peso | Le F1, dal 2019, pesano 743 kg pilota incluso e carburante escluso. Da quest’anno, però, esiste un peso minimo del pilota separato rispetto a quello dell’auto, fissato in 80 kg, raggiungibili tramite zavorra se il pilota è più leggero. Per le Indycar in configurazione da circuito stradale/permanente il peso minimo è di 1630 libbre, ovvero 739 kg. In questo caso, però, sono esclusi sia il pilota che il carburante. Per quanto riguarda questo aspetto, quindi, c’è un vantaggio per le F1 di diverse decine di kg.  

Cerchi e Gomme | Tredici pollici per la F1, gomme larghe 305 mm all’anteriore e 405 mm al posteriore. Le DW montano cerchi da 15, con gomme da 254 millimetri all’anteriore e 355 al posteriore. Siamo quindi sui 5 cm in meno per gomma, che si traducono in minore impronta a terra sui quattro pneumatici.

Misure | Le F1 dal 2017 hanno carreggiata da 2 metri e sono lunghe indicativamente oltre 5 metri (una misura precisa non è reperibile), con un passo per quanto riguarda la W09 di 376 cm. Le Indycar possono essere larghe tra i 191,5 e i 194 cm, sono lunghe 5,10 metri e con un passo variabile tra i 298 ed i 308 cm. Si parla di ben 70 cm di differenza.

CONSIDERAZIONI

La Mercedes W09 è più veloce del 15%, 14% e 9% rispettivamente nei tre settori del tracciato di Austin. Nel T1 la W09 fa valere le sue doti aerodinamiche ed il passo più lungo di 70cm, che permette una stabilità decisamente superiore nella sequenza di curve veloci a sinistra e destra. Nel T2 la Power Unit Mercedes mostra i muscoli grazie all’ausilio dell’elettrico, che spinge fino a 33km/h in più rispetto al biturbo Honda della DW12 di Rosenqvist. Il passo allungato che favorisce la Mercedes nel T1 diventa, invece, un punto leggermente a sfavore nel T3. Nonostante sia più pesante, la DW12 è leggermente più agile nello stretto e così, nell’ultimo settore del COTA, la Indycar perde “solo” il 9% rispetto alla Formula 1. Un altro punto a favore della Mercedes è il cambio ad otto marce, che permette rapporti più corti e migliore trazione in uscita dalle curve.

Nonostante le nuove regole aerodinamiche introdotte nel 2019 le F1 si sono mostrate già più veloci dello scorso anno. Questo, unito allo sviluppo continuo durante la stagione, lascia presagire che per il Gran Premio degli Stati Uniti 2019 la forbice tra F1 ed Indycar si possa ulteriormente ampliare. 

I COSTI

C’è un altro parametro molto importante nella comprensione delle due categorie: i costi. Come sappiamo i budget milionari della Formula 1 sono da tempo in discussione. Si parla di budget cap e si cerca da tempo un modo per ridurre le spese dei team per la gestione di un’intera stagione. Ancora, però, si è lontani da una soluzione che possa accontentare tutti. Sono diverse le stime che riguardano soprattutto i budget dei top team in Formula 1: nel 2018 si presume che Mercedes, ad esempio, abbia speso approssimativamente 450 milioni di euro per progettare, costruire, sviluppare e far correre le sue due W09, quindi circa 225 milioni per singola monoposto. Un dato che fa impallidire il costo di una squadra Indycar. Prendendo ad esempio il team Andretti, uno dei più importanti, si parla di circa 7/7,5 milioni di dollari (6,2/6,6 milioni in Euro) ad ogni vettura fornita da Dallara.

Si tratta ovviamente di due filosofie completamente opposte ma la differenza è comunque enorme. Arrotondando, Mercedes spende per una vettura circa 220 milioni di euro in più per farla girare più veloce di 13 secondi e 217 millesimi su un circuito da cinque chilometri e mezzo. Parliamo di due secondi e quattro decimi al chilometro in meno rispetto alla DW12.

È proprio a fronte di questo ultimo dato che il divario tra le due categorie assume un aspetto completamente diverso.

(Con la collaborazione di Andrea Gardenal, Federico Benedusi e Francesco Ferraro)

FONTI

Budget F1 2018
Budget Indycar 2018
Dati Dallara DW12 
Dati tracciato FIA 
Dati tracciato Indycar
Timing information GP Stati Uniti 2018

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