Stroll, seconda e (personalmente) ultima chiamata

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
5 Febbraio 2018 - 22:35
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Qualche giorno fa su Twitter abbiamo assistito ad un piccolo botta e risposta indiretto tra Lance Stroll e Felipe Massa: il primo ha rilasciato un’intervista ad Autosport nella quale ha smentito qualsiasi ruolo di mentore o coach del brasiliano nei suoi confronti. Il secondo non l’ha presa benissimo e si è limitato ad un “meglio non commentare” quotando il post della stessa Autosport.

Tra l’altro, andando indietro di un anno, Felipe era uno stato dei primi a difendere Stroll dopo gli innumerevoli errori d’inizio stagione, sia nei test invernali che nelle prime gare. Ma tant’è: il canadese secondo Autosport ha fatto il suo senza aiuto alcuno.

Ora: su Stroll vorrei fare una riflessione. O meglio, da riflettere ho ben poco. Per quanto mi riguarda, al netto del podio di Baku e della qualifica di Monza di cui parlerò più avanti, il ragazzo deve dimostrare ancora di meritarsi un posto di F1 per talento, oltre che per la stessa valigia che quest’anno gli metterà a fianco il criticatissimo Sirotkin.

Il ragazzo è infatti giunto in F1 con alle spalle una quantità di test su monoposto ibride pazzesca: più e più volte, nell’anno precedente al suo esordio, ha girato per conto suo qua e là supportato da un team di test messo a sua disposizione dalla Williams. Addirittura si parlava di 80 milioni di dollari spesi per farlo testare nel 2016, quando il budget annuale della Manor per tutta la stagione si aggirava attorno ai 100. Forse solo Lewis Hamilton, negli ultimi 15 anni, ha potuto giovare di tanti test prima di entrare nel Circus. I test, tra l’altro, sono continuati in varie occasioni tra un GP e l’altro, per mettere nel paniere quanti più chilometri possibile.

Con una quantità di test tale, sebbene con monoposto diverse rispetto a quelle entrate in vigore nel 2017, mi aspettavo tutto tranne che una fatica simile ad adattarsi alla F1. Con il passare delle gare sono sicuramente diminuiti gli incidenti (e meno male, mi viene da dire), ma tutta questa qualità io sinceramente non l’ho vista. Stroll, per com’è arrivato in Williams, aveva il dovere di fare meglio di un pilota, Massa, richiamato dal ritiro per mancanza di alternative dopo la partenza di Bottas e quindi sicuramente più scarico di dieci anni fa. Eppure, alla fine della fiera, tutta questa differenza non c’è stata per nulla, con il brasiliano che si è pure permesso il lusso di arrivare davanti al rampollo in classifica di tre punti, 43 a 40.

Di questi, quindici sono arrivati al fotofinish perso con Bottas a Baku. Molti la indicano come prova di forza del canadese, io sono d’accordo solo in parte. Vero è che Stroll, fino a quel momento preciso a picchiare qua e là, è riuscito a portare a casa la Williams in una gara da autoscontri. Non si può però non tenere conto di quanti piloti potenzialmente da podio sono rimasti a secco, con lo stesso Massa che fino al momento del suo ritiro gli era davanti. Hamilton e Vettel dietro tra sportellate e protezioni barcollanti, le Force India intente a sbattersi fuori a vicenda, Raikkonen ko grazie a Bottas, Verstappen grazie alla Red Bull. Voglio dire, bene il podio, ma finché arriva in una gara che fa da eccezione alla regola vale relativamente, e molto. In un campionato non possono esserci 19 Baku e una gara normale.

Per quello che è il mio parere, l’unico vero spunto della stagione è la qualifica sotto l’acqua di Monza, chiusa con un ottimo quarto posto diventato poi secondo per le penalizzazioni delle Red Bull. Giro portato a termine al momento giusto e unica scintilla dell’anno in cui Stroll ha dimostrato ciò che avrebbe dovuto fare, ripeto, in tutta la stagione per giustificare un ingresso così chiacchierato direttamente dalla F3.

E se Massa nel 2017, era, appunto, con la testa prossima al secondo ritiro, lo stesso non si potrà dire di Sirotkin. Il russo, dopo un bel po’ di attesa, ha finalmente la sua occasione per dimostrare il suo valore. Valigia o non valigia non importa, perché non mi pare proprio sia il primo a giungere in F1 spinto dal dinero, anzi. Dopo aver fallito (sempre a mio modo di vedere) il primo anno con il brasiliano, Stroll non può assolutamente permettersi di fallire contro il russo, che non è proprio un fermissimo. Nel 2018 il canadese deve batterlo senza se e senza ma. Se ce la farà sarò il primo a rivedere il mio giudizio, altrimenti per me la scommessa del salto diretto dalla F3 sarà persa già al secondo anno.

D’altronde non sono tutti Verstappen in giro.

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