Stoner – Lorenzo: il cortocircuito

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Gennaio 2017 - 17:30
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C’è una situazione a mio modo di vedere succosa che caratterizzerà più volte l’andamento di questa prima stagione di Lorenzo in Ducati: vale a dire l’aleggiante presenza di Casey Stoner, l’uomo dei miracoli, all’interno del box.

Sì perché il canguro mannaro, dall’anno scorso tornato nelle vesti di super collaudatore di Borgo Panigale dopo i successi in Honda, è una specie di Totem per i tifosi rossi a due ruote. Già vederlo, da ritirato, andare maledettamente, incredibilmente e spudoratamente forte ogni volta che prende anche un triciclo in mano, è roba da mangiarsi mani e polsi noi per Dall’Igna.

Figuriamoci quando, all’esordio dei test 2017, prende la sua Ducati e va a schiaffeggiare il resto della truppa al primo giorno, come se fosse niente, come se non avesse mai smesso. È arcinoto il mio tifo ventennale per Valentino, ma non riesco a capacitarmi del ben di Dio sprecato nel vedere l’australiano passeggiare forte quanto o più degli altri in questo modo. Che poi questo non cambiarebbe nemmeno se girasse, a livello di tempi, tra i primi cinque, sia chiaro: non è che queste considerazioni nascono unicamente dal primo tempo di stamattina.

Fino a quando, però, si trattava di fare da tutor ai due Andrea (Dovizioso e Iannone), il tutto poteva anche essere limitatamente comprensibile, visto che, con buona pace dei due, Casey rimane a mio modo di vedere di un altro livello. Il problema si pone quando, come immagine di copertina testimonia, si assiste ad uno Stoner che colloquia con Jorge Lorenzo: il quale stamattina, alla prima di rosso adornato, s’è beccato un secondo e sei secco-secco dal suo collaudatore pensionato. Con tutte le attenuanti del caso, sia chiaro: moto ancora poco conosciuta, confidenza da prendere all’anteriore, tempi poco importanti al primo giorno, chi più ne ha più ne metta.

Ma anche nel caso in cui Jorge avesse girato con lo stesso tempo di Casey (un decimo meglio del Dovi, per chiarirci), la domanda resta sempre la stessa: Casey, why?! Sì sì, lo so, se n’è parlato tanto anche per Rosberg, ma qui si tratta di altre questioni: Stoner diceva di essersi rotto gli zebedei più che altro dell’ambiente, non di aver raggiunto l’obiettivo top. Ecco, vederlo ancora così forte credo sia un rimpianto per tutto l’ambiente. E non voglio pensare a cosa potrebbe succedere se Jorge dovesse faticare nelle prime uscite. Come si sentirebbe se qualche ingegnere gli dovesse mai dire “Eh ma Casey ci ha detto così e cosà”? Mah.

È proprio quell’immagine che a me provoca una specie di corto circuito: cosa ci fa un ancora potenziale campione del mondo a chiacchierare amabilmente con un suo simile, ma soprattutto ad impartire consigli? Istintivamente mi viene da pensare che quello sia tutto tranne che il suo posto: e non cambierò idea fino a quando, ogni volta in cui ne avrà occasione, pesterà tempi da far piangere anche i sassi.

Immagine di copertina: Twitter Ducati Motor

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