SBK | GP Australia: Bautista domina e vince con quindici secondi di vantaggio su Rea!

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
23 Febbraio 2019 - 09:47
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La prima manche del Gran Premio d’Australia ci ha consegnato uno scenario a dir poco surreale. Certamente Álvaro Bautista, vincitore di questa prima gara, era tra i favoriti d’obbligo alla vigilia, ma nessuno si aspettava una prestazione del genere, su una pista del genere e soprattutto su una moto apparentemente ancora grezza. Lo spagnolo è stato il dominatore assoluto sin dal primo giro, nel quale ha lasciato al palo le due Kawasaki ufficiali e ha poi cominciato a martellare tempi sotto il muro dell’1:31 senza troppi complimenti, senza nessun cedimento dello pneumatico. Jonathan Rea, secondo su Kawasaki, non ha potuto fare nulla stavolta.

A fronte della prestazione della prima Ducati fa spavento vedere dove sono le altre V4 R, ai margini della top ten o anche più in giù indipendentemente dalla natura factory o satellite. Davies, dopo delle qualifiche terribili, ha sì rimontato ma a metà gara non è riuscito a riprendere ritmo, concludendo decimo dietro a Rinaldi sulla moto gestita dal team Barni. Tornando sulle posizioni che contano, Marco Melandri ha ottenuto il suo primo podio al ritorno con Yamaha, battendo sul traguardo il compagno di marca Alex Lowes con un gran sorpasso all’ultima curva; gara d’attesa del ravennate, scatenatosi poi nell’ultimo terzo di gara.

SUPERPOLE

Il mondiale Superbike riparte da dove si era fermato, ovvero dalla dominanza di Jonathan Rea e della Kawasaki. In un turno unico di qualificazione per decidere la griglia di partenza, il quattro volte campione detta subito legge, alzando ulteriormente l’asticella della competizione e segnando il tempo record di 1:29.413. Superpole perfetta per Kawasaki, che con la nuova versione della ZX-10RR si piazza in prima e seconda posizione, grazie alla performance di Leon Haslam: due decimi lo separano dal caposquadra.

Completa il filotto dei “favoriti” del round australiano Álvaro Bautista. Lo spagnolo centra l’obiettivo della prima fila rimanendo vicino alle due “Verdone”, nonostante lo schiaffo di tre decimi preso dal campione del mondo. Il #19 è, per largo margine, la prima Ducati in griglia, perché per trovare una seconda V4 R bisogna scendere fino all’ottava posizione, con la moto gestita da Barni e guidata da Michael Rinaldi.

Seconda fila che mostra già qualche sorpresa in più: in quarta posizione la BMW con Tom Sykes, che si conferma velocissimo sul giro secco ma con molte più incognite per il passo gara, seguito da un filotto di Yamaha R1. Alex Lowes si classifica quinto ed è l’ultimo dei qualificati a scendere sotto il muro dell’1:30 (seppur a mezzo secondo da Rea). Buona prestazione di Sandro Cortese alla sua prima qualifica nella categoria maggiore, che completa la seconda fila davanti anche al ben più esperto, anche sulla R1, Michael van der Mark. Nono Marco Melandri, dietro anche al connazionale Rinaldi; il ravennate è staccato dal suo compagno italo-tedesco di poco meno di tre decimi.

Chi pare proprio l’ombra di sé stesso è Chaz Davies. Per tutta la durata del turno il gallese non si schioda dalle retrovie e, mentre tenta di migliorare negli ultimi secondi, commette un errore all’ultima curva, andando largo e buttando via il suo ultimo giro buono. La Ducati #7 scatterà addirittura 16a, con un distacco dalla testa e dal rivale Rea di 2.1 secondi.

Le ultime tre posizioni dello schieramento sono occupate da tre Honda Fireblade, due delle quali sono quelle “fisse” in campionato di Ryuichi Kiyonari e Alessandro Delbianco. Un ritorno difficile quello del giapponese, che testimonia come la montagna da scalare, sua e di Honda, sia molto alta e in salita. Fuori dal 107% la wildcard locale Herfoss con una Honda privata, che però si schiererà per aver segnato un tempo valido nella FP1. Salva in corner la Honda Leon Camier, che occupa l’ultimo spot in top ten.

GARA

La scelta degli pneumatici al posteriore pare chiara per tutti: SC1, la gomma media, su tutte le moto, mentre all’anteriore le Kawasaki montano delle SC1 di misura leggermente più elevata, al contrario di Cortese in sesta posizione che opta sempre per una SC1 ma più piccola e maneggevole. Melandri e Bautista con delle SC2 più dure.

Alla partenza il migliore allo scatto in prima fila sembra Haslam dalla prima inquadratura ma “Pocket Rocket” viene risucchiato dall’accelerazione della Ducati di Bautista, che si mette subito in mezzo alle “Verdone”. Rea comanda fino al curvone Stoner, ma anche qui Bautista si fa largo sfruttando la potenza della sua moto e portandosi già in testa alla corsa, che non mollerà più per il resto della gara. Nelle retrovie Rinaldi finisce largo sul cordolo della prima curva perdendo posizioni, mentre Davies ne recupera ben sei portandosi in top ten. La classifica alla fine del primo giro vede Bautista davanti a Rea, Haslam, Lowes, Sykes e Melandri, che però viene sfilato da Razgatlioğlu.

Se Ducati è la moto che ne ha di più sul dritto, la BMW pare quella messa peggio, con Sykes che diventa facile preda di Melandri e del giovane ragazzo turco. Davanti intanto Haslam sorpassa Rea e tenta di prendere il fuggitivo al comando, ma Johnny risponde al cambio di direzione 8-9 con un sorpasso da maestro. Alla fine del secondo giro Bautista ha già 1.2 secondi di vantaggio, mentre Melandri viene superato anche da van der Mark alla 1, finendo largo. Alla fine del terzo passaggio Bautista guadagna un secondo e tre decimi su Rea.

La gara delle due moto della Casa di Akashi sembra d’attesa, nella speranza che le gomme comincino a soffrire più avanti nel tempo sulla Ducati V4. Haslam intanto supera Jonathan Rea e conduce il filotto di Kawasaki che lo segue, con Razgatlioğlu risalito in quarta posizione. Si accodano Lowes sulla prima Yamaha e Sykes che tiene comunque un ottimo ritmo; più indietro Davies risale nono, ma è insidiato da Camier sulla prima Honda Moriwaki.

Mentre Sandro Cortese scivola in 14a posizione, Lowes continua a impensierire il #54 che però continua a resistergli di forza. E’ una situazione tranquilla e sono tutti costanti sul proprio ritmo, tranne Melandri e van der Mark impegnati nella loro scaramuccia. Si assiste anche alla caduta di Camier, poco dopo aver superato Davies, che inizia male la nuova avventura di Honda, rimasta con i soli Kiyonari e Delbianco, nelle ultime due posizioni. A tredici giri dal termine, Bautista ha sette secondi di vantaggio sugli inseguitori.

Sykes comincia a soffrire in sesta posizione, perdendo terreno dal quartetto di “jappo” davanti. Sembra che il momento d’attesa sia finito e Rea passa all’attacco, superando il compagno Haslam alla curva Doohan. I due piloti della Kawasaki non sembrano più collaborare, tanto che due giri dopo “Pocket Rocket” risorpassa al curvone Stoner il campione del mondo, resistendo al contrattacco alle Lukey Heights. A questo punto il campione del BSB prova ad allungare, ma allunga troppo la frenata all’Hairpin perdendo l’anteriore e finendo per terra; riuscirà a ripartire ma in 15a posizione.

Rea ora è più sereno, nonostante la minaccia ancora presente di Alex Lowes. I due britannici hanno staccato il connazionale Sykes e Razgatlioğlu, impegnati in una durissima lotta nella quale le staccate della BMW fronteggiano il motore della Kawasaki. I due rischiano persino il contatto sul Gardner Straight e di questo ne approfitta un rientrante Melandri che si prende il quinto posto.

Il ravennate piega anche Sykes alla Southern Loop, cosa che permette anche a van der Mark, rientrato insieme a Marco, di salire in quinta posizione superando Sykes. Si accende così negli ultimi cinque giri la lotta per l’ultimo gradino del podio, in lizza tra ben tre Yamaha ufficiali: due secondi tra Lowes e la coppia Melandri-van der Mark.

L’italiano recupera circa quattro decimi al giro sulla R1 del team Crescent, fino a completare l’aggancio e passare Lowes alla curva 2, proprio come prima con Sykes. L’ultimo giro è tutto sulla loro battaglia, con Melandri che resiste a un affondo durissimo del #22 alla Southern Loop, riuscendo però a farsi spazio alla curva 4. Melandri compie un sorpasso capolavoro all’ultima curva, andando a conquistare il terzo gradino del podio.

Tutto questo succede quasi venti secondi dopo al successo spaziale di Álvaro Bautista, che festeggia a velocità ridotta la sua prima vittoria in campionato, al debutto e con una moto totalmente nuova sfornata dalla Ducati. Rea giunge secondo davanti ai duellanti per il terzo posto, a van der Mark e a Razgatlioğlu. Sykes è settimo in una gara comunque più che positiva per la Casa dell’Elica. Ottavo Cortese, rimontante dalle retrovie in cui era finito, davanti alle Ducati di Rinaldi e di un deludente Davies.

Qui i risultati di gara-1 e la classifica iridata.

Fonta immagine: worldsbk.com

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