Il Rocky Balboa della SBK

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
6 Aprile 2017 - 11:30

I timori che avevo per quanto riguarda il weekend di Aragon, e che ho espresso in uno dei miei primi articoli, sono stati confermati, ma solo al 50%. E per fortuna direi. Chaz Davies purtroppo si è dimostrato ancora una volta capace di gare spettacolari, fantastiche, da farti stare in piedi sul divano (cit.), ma si è dimostrato anche uno sprecone, e non solo.

Al Motorland di Aragon il gallese con la Ducati numero 7 ha messo in scena, insieme al suo primo rivale Rea, uno spettacolo da antonomasia, sia in gara-1 che in gara-2. Il circuito in terra spagnola era probabilmente l’unica pista in cui a essere il favorito era proprio Chaz e non Jonathan, ma l’affinità che il numero uno ha trovato con la Ninja gli ha permesso di combattere appieno contro il rivale in rosso, al contrario invece dell’anno scorso.

Il primo scontro, come nel 2015, è stato vinto dalla Kawasaki dopo il ko di Davies; il secondo da Chaz dopo aver resistito, manco fosse Rossi a Laguna Seca, agli attacchi durissimi del bicampione del mondo. Di certo i fan della categoria se la saranno spassata durante l’ultimo weekend, sia a casa sia sulle tribune.

Il punto focale di quest’articolo non è però il weekend o Johnny Rea, giacché di quest’ultimo conosciamo benissimo le capacità e l’incredibile abilità strategica. L’articolo è proprio sul pilota della Panigale. Poniamoci questa domanda: si può essere soddisfatti dal weekend di Chaz?

Se questo weekend fosse stato uno qualunque su una pista qualunque, l’errore dell’inglese potrebbe anche esser visto come uno dei tanti, come quelli fatti nella scorsa stagione; il problema è che stiamo parlando della pista di Aragona, dove lui ha vinto e stravinto più e più volte, e da dov’era obbligato ad andarsene con il bottino pieno per dare un freno alla marcia di Rea. Ma la sua incapacità di gestire questo carico di pressione l’ha portato al disastro (che poteva diventare una catastrofe in gara-2, con l’errore all’ultimo giro in curva 5).

In tutto ciò, quelli che ridono sono Rea, la Kawasaki e, forse, Marco Melandri. Il ravennate ha disputato sulla pista spagnola, dove aveva vinto al debutto con la Yamaha, il suo miglior weekend, segno che un Melandri vincente alla fine della stagione lo possiamo avere. L’italiano è però consapevole della velocità e dei punti forti di Chaz (erano già stati compagni in BMW nel 2013), e vederlo sotto pressione può solo dare una mano a Melandri per quanto riguarda il suo futuro con Ducati.

La squadra italiana, vedendo anche ciò che sta succedendo in MotoGP con Jorge Lorenzo, non mi sembra intenzionata ad aspettare anni e anni per riottenere un titolo che manca dal 2011 (col “ToreroCarlos Checa, tra l’altro su una Ducati privata di Althea), soprattutto con due campioni simili come alfieri. Finché sarà solo Chaz a portare le coppe dorate, di certo può star tranquillo… circa. Farebbe però bene a guardarsi le spalle da Marchino.

Su Davies però ho capito anche un’altra cosa: ho capito perché lo adoro. Le sue staccate con ruota di traverso e il suo italiano correggiuto non sono gli unici motivi, bensì anche il suo continuare a rialzarsi e vincere non appena qualcuno lo dà per perso. Il suo combattere le sfortune alla Paolino Paperino con il gas e le imbarcate della Panigale.

E’, per dirla semplice, il Rocky Balboa delle derivate di serie, che si trova di fronte, ancora e ancora, Apollo Creed (ma con la moto verde e la pelle chiara). Al suo primo incontro Rocky le prese fino allo sfinimento, ma tenne lo stesso i pugni alzati dicendosi nella testa che “non faceva male”. Davies è in questa fase: deve rimanere a testa bassa, sotto il cupolino della sua moto, a rispondere a ogni destro che gli arriva da Rea (o da chiunque altro) con dei colpi, delle staccate ancora più forti.

E non sia mai che, prima o poi, qualcuno decida di inserire la cassetta di Rocky II nel grande videoregistratore del mondiale SBK.

Fonte immagine: motoblog.it

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