Per chiudere la questione WEC – F1

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Novembre 2015 - 15:00
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Ultima tranche di un discorso che si è protratto fin troppo. Ho letto tutti i vari commenti giunti ai due pezzi di ieri, sia qui sul sito che su Facebook e Twitter. Ho alcuni appunti da fare per chiudere la questione, che elenco in ordine sparso.

– André Lotterer, dopo Spa 2014, è sceso dalla Caterham e ha detto “Non c’è grip, non puoi spingere”. Se volete leggere il resto (sull’atmosfera del WEC), andate pure qui (articolo del 24 Settembre 2014). Ora, Lotterer è un pilota e i confronti li fa (impietosi, per giunta), non vedo perché non si possa guardare oltre il dito anche da queste parti. Chiudere la porta e urlare “Là fuori siete tutti brutti” non serve a migliorare, ma solo ad aumentare il proprio ego.

– Sul mio primo articolo di ieri credo che ci sia un po’ di confusione. Tanti hanno parlato di paragone, ma si tratta più di una constatazione dolorosa da parte mia. Se il WEC suscita sempre più interesse negli appassionati, c’è qualcosa che non va. E c’è qualcosa che non va perchè i ruoli sono invertiti, con il WEC diventato una gara sprint (da 6 ore) in cui si può sempre spingere al 100% e la F1 una gara di durata (di un’ora e mezza) dove bisogna pelare il gas per non consumare troppo. Il WEC è l’esempio principe, ma ho citato anche la Indycar se ci fate caso. Infine, non capisco perché non si possano mettere a confronto due categorie dello stesso sport. Non stiamo parlando di auto e pallavolo, o auto e moto. Parliamo di auto e auto, diverse certo, ma apprezzate da piloti che in alcuni casi vorrebbero correre in entrambe senza impedimenti. Non dice niente questo?

– Ho letto anche commenti riguardanti lo spettacolo e le gare noiose. Sui concetti di divertimento e noia ho speso non so quanti articoli in cinque anni, chi mi legge da un po’ dovrebbe avere in mente il mio pensiero. Per la maggioranza del pubblico attuale il divertimento coincide con 75 pit stop, continui rimescolamenti di carte, gomme dal decadimento improvviso, DRS e quant’altro. Io sono sempre del parere che è meglio un sorpasso sudato 10 giri che 10 sorpassi serviti sul piatto d’argento. Il mio lamento non deve essere associato a quello che è successo in Brasile, perché la F1 non è in crisi da una gara e non sarà una gara movimentata a ribaltare la situazione. Le radici del mio pensiero di ieri provengono da più lontano, inutile che le ricordi. Spero che ora si sia capito.

– E’ vero, verissimo che le gare erano noiose anche trent’anni fa. Ma erano sincere e, sebbene meno movimentate, al tempo stesso più seguite. Chiedete a chi ha più anni di noi, a chi ha visto correre i grandi del passato, cosa pensa di quello che è ora. Sono tutti ‘nostalgici incalliti’ che non servono a questa F1, o forse è questa F1 che ha bisogno di recuperare anche chi l’ha resa quello che è diventata? Altrimenti, come suggerito mesi fa, la chiamassero “GP1” e si chiudesse definitivamente un ciclo di 65 anni per aprirne uno nuovo.

Insomma, per quanto mi riguarda guardare oltre la barricata non fa male se aiuta a capire dove si sta andando. Sicuramente è meglio che difendere ostinatamente un orto che non può più produrre niente.

Chiusa qui.

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