Nei panni di Nico Rosberg

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
18 Novembre 2015 - 17:30
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Riflettevo sulla diretta di ieri sera, e sui discorsi relativi agli ultimi comportamenti di Lewis nei confronti di Nico, che tentano di sminuirne le gesta, come se gli avesse lasciato le briciole, come se non valesse niente.

Ed è lì che mi sono chiesto quanto dev’essere difficile mettersi nei panni di Rosberg. Tralasciamo gli aspetti economici e il fatto di correre per il team più forte dell’attuale Formula 1. Voglio dire questo: quanto può essere snervante sentirsi sminuito in questo modo quando si vince, dopo aver già perso un mondiale?

L’andamento della stagione lo conosciamo tutti. Sappiamo benissimo che Hamilton ha fatto tutto quello che ha voluto fino a Monza, sostanzialmente. Da Singapore in avanti è stato lui stesso a dichiarare, ieri, che è cambiato qualcosa sulla vettura, e questo qualcosa ha dato il là all’inversione di tendenza vista da lì in poi. Perchè si dice tanto che Rosberg vince da quando Lewis ha chiuso la pratica mondiale, ma in realtà già dal Giappone Nico era tornato forte anche in qualifica. In Russia era partito in testa per poi doversi ritirare e ad Austin era sempre in testa quando ha regalato la gara (e il titolo) a Lewis.

Mi piacerebbe capire, quindi, se quelle di Lewis sono scuse, accuse velate o se c’è qualcosa di vero. In ogni caso, il continuo ignorare il compagno non è sintomo di ‘tranquillità interiore’, così come una marcata mancanza di rispetto. E, al tempo stesso, fossi un Nico Rosberg della situazione, non so se digerirei con la stessa filosofia un compagno che si comporta come se io avessi vinto per caso o non valessi nulla. Come se mi avesse lasciato il contentino dopo aver vinto il titolo, per intenderci. Dev’essere stressante e, forse, anche un pelo umiliante, sentirsi sminuito ogni qual volta si centra una pole o si porta a casa una vittoria. Questo al di là delle dichiarazioni di facciata delle conferenze stampa. Sono altri, e palesi, gli atteggiamenti irritanti che abbiamo rilevato.

Alla base di tutto c’è, ovviamente, un rapporto ormai logoro tra i due, ed è forse questo che dà a Nico la tranquillità per fregarsene di certi commenti e linguaggi del corpo. In ogni caso, se in pista è stato il 44 a dare lezioni a tutti fino a 2/3 di stagione, fuori è Nico in questo momento a mostrarsi più lucido e tranquillo. E questo contrasta molto con la classifica finale del campionato. A leggerla così, i protagonisti dei comportamenti dovrebbero essere invertiti.

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Un Commento su “Nei panni di Nico Rosberg”
djbill dice:

Mi domando quanto bene fa alla Mercedes un HAM che si comporta così, capisco le difese di Toto Wolff ma saltare la foto delle qualificazioni è un danno d’immagine non da poco…

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