NASCAR | Rivoluzione nel calendario 2020 della Cup Series

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
27 Marzo 2019 - 09:00
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Nessuno si sarebbe aspettato una rivoluzione del genere, specialmente nella stagione conclusiva del contratto quinquennale fra Nascar e proprietari dei circuiti. Si pensava che il grande cambiamento sarebbe arrivato nel 2021, e invece gli spostamenti (l’unica mossa possibile) sono arrivati e rompono in qualche caso tradizioni lunghe anche diversi decenni. Ma analizziamo nel dettaglio tutte le novità del calendario 2020 della Cup Series, che anticipa ovviamente anche delle modifiche ai calendari di Xfinity e Truck Series che verranno resi noti nei prossimi giorni.

Gran finale a Phoenix

Per la prima volta dal 2002, e quindi anche una novità nel format a eliminazione che porta soltanto quattro piloti a contendersi il titolo, l’ultima gara stagionale non si terrà sull’ovale da 1.5 miglia di Miami-Homestead, bensì a Phoenix, sede finora della penultima gara stagionale. Se da un lato lo spostamento della corsa decisiva su uno short track, seppur anomalo e da 1 miglio, dovrebbe incrementare lo spettacolo, dall’altra dispiace per Homestead, dato che era un ovale da 1.5 miglia diverso dagli altri e che negli ultimi cinque anni (quelli del format attuale) ha garantito cinque vincitori diversi mentre in Arizona nelle ultime stagioni Harvick ha vinto nove volte e Kyle Busch ha portato a casa le ultime due gare consecutive. Infine, l’ovale più rappresentato in Nascar – che piaccia o no – è proprio quello da 1.5 miglia e dunque pareva corretto assegnare il titolo su un circuito dello stesso tipo. Tutto pare essere nato dal contratto non rinnovato dalla Ford per il weekend finale (Ford EcoBoost 200, 300 e 400 per le tre categorie), ma un trasferimento del genere sembra una reazione esagerata. In tutto questo la gara di Miami nel 2020 sarà a inizio stagione, il 22 marzo, subito dopo Atlanta, corsa spostata dopo la trasferta sulla costa Ovest per evitare inutili rischi con il clima di fine febbraio.

Daytona e Indianapolis

4 luglio, Independence Day, e 400 miglia a Daytona Beach. Dal 1959 ad oggi è stato così o quasi. Dal 1959 al 1987 la gara estiva di Daytona si è tenuta sempre il giorno esatto della festa nazionale, poi (escluso il 1998 quando la gara fu rinviata ad ottobre per i devastanti incendi nella zona) fu spostata prima alla domenica e infine al sabato sera più vicino. Dopo 60 anni questa tradizione verrà interrotta, dato che la data di Daytona viene posticipata a inizio settembre come epilogo della regular season e viene scambiata con la Brickyard 400 di Indianapolis che dunque avrà dunque il posto più vicino al 4 luglio. Quindi dopo appena due stagioni (una ancora da disputare) l’esperimento di Indy in chiusura di regular season, e il tentativo di ravvivare una gara diventata un po’ spenta, sembra già fallito. E Daytona a chiudere la prima parte di campionato, magari ancora con qualche posto in palio per i playoff, cosa diventerà? Sarà una gara ancora più estrema degli ultimi anni, ovvero ancora più prudente nelle prime fasi e notevolmente più vivace (eufemismo) negli ultimi giri? Vedremo, ma sappiamo tutti che la speranza da parte della Nascar sarà che l’ultimo qualificato si decida al photofinish, magari con un vincitore a sorpresa.

Pocono

Lo si sa bene, Pocono è uno degli ovali meno amati dai tifosi, tuttavia la sua diversità gli lascia (almeno per il 2020) due date nel calendario. C’è chi vorrebbe togliere una gara e assegnarla a qualche altro ovale, ma fino al 2021 non se ne parla. Inoltre l’estate della Pennsylvania non è delle migliori (basta ricordare la vittoria di Chris Buescher nel 2016, era il 1° agosto ma sembrava il 1° novembre) e infine la NBC, che detiene i diritti della seconda parte del campionato, ha espresso il desiderio alla Nascar di avere non una ma due settimane di pausa nel calendario ad agosto data la concomitanza con i Giochi Olimpici di Tokyo, i cui diritti sono sempre della NBC, per evitare quanto successo nel 2016, quando la gara del Watkins Glen finì addirittura su USA Network, una rete affiliata che non trasmetteva una gara Nascar da circa 30 anni. E dunque, cosa fare? Semplice, Pocono diventa un double-header! Due gare indipendenti (di cui non si conosce ancora la lunghezza) in due giorni, entrambe sull’ovale – dunque niente roval – con al sabato anche la corsa dei Truck e alla domenica la Xfinity Series. Una soluzione innovativa per la Cup Series che ispira curiosità. 

Playoff

Piccola rivoluzione anche nei playoff. Oltre al già citato Homestead, esce dalle ultime dieci gare (in cui era fin dalla nascita nel 2004) Dover, spostato alla settimana prima di Daytona come penultima corsa della regular season. Entrano nella fase decisiva del campionato invece due gare storiche del calendario, la Southern500 di Darlington – come prima gara – dopo la comparsata del 2004 e soprattutto la gara notturna di Bristol che, inoltre, sarà la gara conclusiva del primo round. Lo spettacolo è assicurato.

Dopo le tre gare in apertura molto variegate (Darlington, Richmond e Bristol), ma soprattutto tutte e tre al tramonto o in notturna, il secondo round rimane quasi invariato: Las Vegas prende il posto di Dover e poi seguiranno Talladega e il roval di Charlotte che già l’anno scorso ha creato spettacolo, seppur in chiusura di primo round.

L’ultima fase a eliminazione prenderà il via in Kansas, seguito poi dal Texas e infine dall’ultima grande novità. Andando per esclusione mancava allo show proprio Martinsville che – con lo slittamento di Phoenix – diventa la gara che deciderà i quattro piloti qualificati per il gran finale. Ma non è finita qui: dopo l’installazione dell’impianto di illuminazione nel 2017, i tifosi sognavano una gara in notturna sullo short track più amato dai tifosi. E i fan sono stati accontentati… ma non nella data che si aspettavano. La gara autunnale avrà come negli ultimi due anni la bandiera a scacchi poco dopo il tramonto, mentre la corsa primaverile – spostata da marzo a maggio – si terrà di sera.

Le decisioni prese oggi dalla Nascar lasciano qualche dubbio (specialmente riguardo Homestead e Daytona), ma mantengono viva la speranza di uno show ancora più entusiasmante, specialmente durante i playoff. Ma quello che traspare è che questa sia l’ennesima mossa disperata per attrarre di nuovo sponsor e spettatori. L’ennesima decisione presa più di pancia che di testa, dato che mancava poco, solo un anno, alla rivoluzione già annunciata per il 2021, con le vetture della Gen-7 e – chissà – nuovi o vecchi circuiti.

Questo il calendario completo della stagione 2020 della Cup Series:

Immagine: nascar.com

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