NASCAR | Matt Kenseth ritorna in Cup Series!

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
25 Aprile 2018 - 17:20
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Il ricambio generazionale che ha segnato lo scorso mercato della Cup Series subisce oggi una brusca frenata. Infatti il 46enne Matt Kenseth ritorna al volante e lo farà part-time a partire dal prossimo 12 maggio in Kansas sulla #6 del Roush Fenway. La prima conseguenza è dunque il parziale stop alla carriera, mai sbocciata totalmente, del 27enne Trevor Bayne, il quale dopo il giorno magico di Daytona nel 2011 non ha più ottenuto grandi risultati di rilievo. Il compito principale di Kenseth, come ha detto lo stesso Jack Roush, sarà lavorare con la squadra per ritrovare la velocità perduta negli ultimi anni.

Ufficialmente il viale del tramonto per Kenseth era iniziato nel luglio dell’anno scorso, quando il Joe Gibbs Racing annunciò che da questa stagione sulla #20 ci sarebbe stato il giovane talento Erik Jones. Matt però non si era arreso all’idea di ritirarsi, ma di fronte alla necessità di far collimare le esigenze economiche di un team da schierare a tempo pieno e le sue richieste in materia di compenso, un sedile per Kenseth non si era materializzato e prima della gara del Texas fu costretto ad ammettere che il 2018 sarebbe stato per lui un anno sabbatico. A smuovere il mercato non servì neanche la vittoria ottenuta a Phoenix la settimana successiva, infatti ormai i giochi per i sedili più prestigiosi si erano già chiusi.

Dopo mesi di assenza dalle scene, nella serata di lunedì è arrivata l’indiscrezione a sorpresa riguardo il suo ritorno in Cup Series e proprio nel team che lo fece debuttare in Cup Series esattamente 20 anni fa a Talladega (DNQ), ovvero il Roush Fenway. Kenseth iniziò a correre a tempo pieno con il team di Jack Roush sulla #17 dal 2000, e non come previsto sulla #6, dato che il suo mentore Mark Martin non si decideva a ritirarsi, e tre anni dopo arrivò il titolo della Cup Series, seppur avendo ottenuto solo una vittoria in tutta la stagione. Al termine del 2012 Kenseth lasciò il team marchiato Ford per passare al Joe Gibbs Racing e alla #20 con cui ha disputato gli ultimi cinque campionati portando il totale dei successi in carriera a 39.

Un anno dopo l’abbandono di Kenseth al Roush Fenway arrivò un giovane pilota, già nell’orbita del team, e che alla seconda gara in carriera, a soli 20 anni e 1 giorno, vinse la Daytona500 sulla #21 del Wood Brothers: Trevor Bayne. Per la squadra però l’epoca d’oro degli anni ’90 e 2000 era finita e gli abbandoni prima di Kenseth e poi di Edwards dovevano far ripartire la squadra da zero. Sarà stato l’abbassamento delle prestazioni del team e la differenza di talento, ma in questi tre anni Bayne ha raccolto appena 2 top5 e 13 top10. Così, dopo due 22esimi posti in campionato e l’attuale 26esimo posto in generale, Trevor viene “retrocesso” e dovrà condividere il sedile con Kenseth per questa stagione e poi si valuterà il suo futuro, dato che il contratto scade a fine 2019. All’orizzonte in casa Roush non si vedono grossi talenti (Ryan Reed non sembra in grado di fare l’ultimo step ed è già al quinto anno Xfinity Series), oppure sono troppo acerbi come Majeski, Cindric e Briscoe, con questi due “in comproprietà” con Penske, oppure non sono stati valorizzati a dovere come Bubba Wallace.

Viste le premesse e anche il periodo difficile dal punto di visto economico del team (sceso in appena 10 anni da cinque a due vetture schierate), culminato quest’anno con la vettura di Bayne coperta dallo sponsor Advocare solo per 15 delle 36 gare, Jack Roush ha preso i classici “due piccioni con una fava”. L’accordo – annunciato anch’esso oggi – con la catena di alberghi Wyndam e la necessità di trovare un pilota esperto per dare una guida tecnica al team non solo sugli superspeedway (dove l’anno scorso Stenhouse ha vinto due volte) e a Bristol, sempre con la #17 protagonista, si è conclusa positivamente dopo un corteggiamento non troppo impegnativo durato pochissimi mesi.

E non è finita qui: Kenseth la settimana successiva al suo “debutto” correrà anche la All-Star Race di Charlotte, gara per la quale è già automaticamente qualificato in quanto vincitore di una corsa nel 2017, e non esclude che l’impegno col team prosegua per il tempo ritenuto necessario, anche oltre il 2018. I problemi per il team arriverebbero solo in caso di vittoria di Bayne e/o Kenseth, grazie alla quale ci sarebbe un biglietto per i playoff non facilmente spendibile dato che nessuno dei due piloti correrebbe più full-time, ma il team ha detto che si augurerebbe di avere grattacapi del genere, dato che al momento non c’è la disponibilità – ovviamente economica – a schierare una terza vettura. L’augurio è sicuramente che il team ritorni ai fasti di un tempo con costanza e non solo in qualche rara occasione.

Immagine: twitter.com/roushfenway

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