NASCAR | Las Vegas: Truex apre i playoff ancora una volta con una vittoria

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Tempo di lettura: 15 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
17 Settembre 2019 - 12:00
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Ormai è diventata una tradizione. Era successo a Chicago nel 2016 e nel 2017, quando vinse il titolo, e infine quest’anno a Las Vegas. Martin Truex Jr. inizia al meglio i playoff conquistando subito un successo che lo qualifica direttamente al secondo round. Non che ne avesse bisogno visto il bottino di punti acquisito, ma è comunque una vittoria che ristabilisce le gerarchie nel Joe Gibbs Racing, visti anche il nervosismo di Kyle Busch, la prestazione negativa (anche per una gomma difettosa, a quanto pare) di Hamlin ed il problema al cambio di Jones. I playoff hanno innalzato il livello della competitività e lo si è visto chiaramente in occasione della ripartenze in cui hanno portato a casa una vettura ammaccata anche Logano e Bowyer mentre Kurt Busch ha terminato addirittura la gara in anticipo.

La gara

Il weekend di Las Vegas è contraddistinto dal grande caldo (ben oltre 35 °C durante il giorno) ed una insolita invasione di cavallette nella giornata di venerdì che colpisce soprattutto Truck e Xfinity Series. La gara che si disputa al tramonto lascia così i team con un dubbio riguardo l’assetto della vettura: c’è chi come lo Stewart-Haas Racing che punta tutto sulla qualifica e chi come Penske e JGR che pensa alla gara. A sua volta Penske punta tutto sul caldo e sul fatto che il calore del sole rimanga “intrappolato” nell’asfalto a lungo anche dopo il tramonto. La griglia di partenza è dunque molto divisa in compartimenti: lo SHR ottiene addirittura un poker con Bowyer in pole, appena la terza in carriera e la prima in addirittura 12 anni esatti, davanti a Suarez, Harvick e Almirola; Penske e JGR, come detto, pagano e nessuno di loro è nelle prime sei file.

Alla bandiera verde Bowyer e Suarez lottano fianco a fianco, anche troppo dato che in un paio di occasioni vengono pure a contatto come se non fossero compagni di squadra, e alla fine a prevalere è il messicano fresco di mancata qualificazione ai playoff. Chi stupisce in una partenza convulsa è Stenhouse che, scattato 12°, si ritrova incredibilmente terzo davanti ad Almirola ed Harvick. Passano pochissimi giri e la prima sorpresa in ottica playoff arriva subito: Kyle Busch (partito 20°) finisce a muro in curva 2 e dopo poche miglia fora la gomma posteriore destra come conseguenza del tire rub; perderà un giro e soltanto grazie agli pneumatici freschi resiste e poi stacca Suarez evitando di perderne un secondo. In realtà avrebbe dovuto essere penalizzato per un intervento irregolare di un meccanico, ma i commissari non se ne accorgono e la prima polemica – sarà nulla in confronto a quella del dopo gara – dei playoff è servita.

Dopo che anche Harvick tocca leggermente il muro, ma per lui non è necessaria una sosta, tutta l’attenzione si sposta su Logano che – qualificatosi 22° – evidentemente ha un assetto solo da gara e dopo 25 giri è già quarto davanti ad un Bowyer che dopo le prime tornate sta lentamente affondando a causa del sovrasterzo. A ereditare così la seconda posizione è Almirola che al giro 31 raggiunge Suarez e lo sorpassa, ma la sua leadership dura appena tre tornate, poi Joey lo sorpassa a sua volta completando così la sua rimonta.

Il giro di soste di metà stage viene aperto da DiBenedetto e in breve tempo tutti i leader effettuano il loro pit stop. Logano per poco non perde la prima posizione prima da Suarez e poi da Almirola, ma il duello in casa SHR lo salva e così Joey può andare in fuga doppiando pure per la seconda volta Kyle Busch. La top6 è composta esclusivamente da Ford, Logano più le quattro dello SHR e Stenhouse, questo fino a quando Ricky finisce a muro ed è costretto ad una sosta supplementare (non si capisce se la foratura sia la causa o la conseguenza dell’incidente). La #22 conquista dunque la prima stage davanti ad Harvick, staccato di oltre 6″, Almirola, Suarez e A.Dillon.

La prima sosta di gruppo premia Harvick che batte Logano seppur per poco, dato che alla bandiera verde Joey – dopo un breve triello con lo stesso Kevin e Byron – ritorna in prima posizione. In questa occasione arriva anche il secondo colpo di scena della serata: la vettura di Jones rimane bloccata in seconda marcia ed è costretta a rientrare ai box al rallentatore. Erik tornerà in gara staccato di ben 14 giri, ma esattamente come un anno fa i suoi playoff sembrano essere già pesantemente compromessi. Con Logano in testa davanti a Byron, Almirola, Larson, Harvick e Blaney, al calare della sera emerge prepotentemente Truex. Scattato 24°, nella prima stage era riuscito a recuperare fino all’ottavo posto, ma una sosta al rallentatore lo aveva rimandato indietro in 18esima posizione. Ciò non gli impedisce di recuperare velocemente il terreno perduto e tornare prima nella top10 e poi nella top5. Emerge alla distanza anche Elliott che, poco prima del pit stop, sorpassa il compagno di squadra Byron e si porta in seconda posizione.

Dopo le soste Logano è in testa con 1.5″ su Elliott e 2.5″ su Truex che ha sorpassato Larson ed Harvick, ma la coppia #9-#19 recupera in fretta sul leader della gara e fra i -20 e i -15 c’è pure un momento in cui le tre vetture – di tre costruttori diversi – sono affiancate fra curva 3 e 4, pur mantenendo alla fine le posizioni immutate. Truex sorpassa Elliott e in un attimo piomba su Logano, tuttavia Joey gestisce al meglio i doppiaggi e sembra in grado di poter restare davanti. A fregarlo invece sarà invece l’ultimo sorpasso da effettuare, quello su DiBenedetto ai -3. Logano sbaglia un paio di scelte di linea ed è costretto ad alzare il piede e così Truex lo sorpassa all’esterno conquistando all’ultimo respiro la seconda stage; dietro di loro concludono Larson, Harvick ed Elliott crollato nei giri finali.

Truex rimane in testa anche dopo le soste davanti a Logano, Elliott e Harvick mentre Keselowski, che per tutta la prima parte di gara ha navigato in coda alla top20, passa lungo tempo ai box col cofano alzato per delle estreme modifiche d’assetto. Non è una bella immagine per lo stato di salute del team #2, ma questa sarà la salvezza della sua gara. Anche il team di Larson non se la passa bene, dato che una penalità per una irregolarità della pit crew manda Kyle in fondo al gruppo.

La ripartenza a 100 giri dalla fine innesca un effetto domino che segnerà le sorti della gara: Truex rimane in testa dopo una breve lotta con Harvick e Logano, ma Elliott approfitta della battaglia fra le due Ford e le sorpassa entrambe, ma non solo, infatti dopo un paio di giri scavalca pure Truex andando in testa alla gara. Il sorpasso ha un  motivo di fondo che risulta evidente poco dopo: la vettura di Martin dopo le modifiche in corsia box è diventata sovrasterzante e Truex è costretto ad alzare il piede lasciando passare anche Logano ed Harvick, ma verrà graziato da una caution poco dopo. Byron infatti finisce in testacoda per una foratura a causa di un tire rub nato dopo un side draft troppo ravvicinato di Blaney (che a fine gara si scuserà con William).

Dopo la seconda piccola polemica (Elliott sotto caution rallenta sul traguardo vedendo il compagno di squadra Byron che sta uscendo dai box e facendo così non lo doppia), c’è un altro giro di soste e, dato che lo stint è durato appena 15 giri, si apre il libro delle strategie: Hamlin, Blaney, Newman e Suarez cambiano solo due gomme e si portano in testa alla gara, ma la notizia più interessante per la gara è che Ky.Busch, insieme a Bowyer, ritorna a pieni giri dopo la wave around.

La bandiera verde arriva ai -82, ovviamente i quattro di testa non scattano al meglio e si crea un po’ di tappo che genera ancora più confusione di quella che c’è normalmente e in poco tempo si contano le vittime: Kurt Busch si tocca con Elliott in curva1 ed il tire rub è evidente fin da subito, in curva2 invece Logano viene stretto a muro da Suarez (e Joey si arrabbia parecchio prima delle scuse di Daniel) e la sua fiancata destra è ridotta male. La gomma di Kurt regge un paio di giri poi, prima che il pilota possa rientrare ai box, cede e la #1 finisce a muro in curva3 e la sua gara finisce qua così come la lotta per la vittoria di Logano, costretto alla sosta per riparare le ammaccature.

In tutto questo Harvick è tornato in testa, grazie ad un duello maschio fra Hamlin e Blaney, seguito dallo stesso Ryan e da Newman che – ovviamente – ha evitato tutti i guai. Si riparte ai -72 e Kevin stranamente sceglie la corsia interna ma resiste in testa, tuttavia il problema per lui è che Truex si porta subito alla sue spalle. La gara di Bowyer, partito dalla pole, poi lentamente affondato fino a venire doppiato alla fine della seconda stage e infine tornato a pieni giri, si complica ulteriormente, infatti dopo un contatto con Menard è costretto a rientrare ai box dato che ha anche lui un tire rub.

Mentre Harvick allunga subito su Truex, Blaney, Keselowski (per la prima volta competitivo) e Bowman, non stupisce la rimonta di Kyle Busch che entra nella top10 a 60 giri dalla fine e sembra realmente in lotta anche per la vittoria in caso di caution nel finale di gara. Ai -50 Kevin raggiunge il massimo vantaggio – 4″ – su Martin, poi la #19 inizia pian piano un recupero che al pit stop lo porta a soli 2″ dalla vetta della classifica.

L’ultimo giro di soste che si apre ai -40 non vede scossoni nella classifica e solo tre temerari – DiBenedetto, McDowell e Ty Dillon – provano ad allungare per ribaltare la loro situazione, ma alla fine ai -21 anche Matt si ferma ai box ed Harvick torna in testa, seppur solo per un giro dato che Truex ha completato la rimonta e lo passa subito di slancio andando in fuga non permettendo ad Harvick di rispondere.

La gara sembra che stia scivolando tranquillamente verso la bandiera a scacchi, ma c’è tempo per l’ultimo fuoco d’artificio, la vera grande polemica della giornata. Il protagonista non può che essere Kyle Busch. A 12 giri dalla fine Rowdy è in lotta con Byron per la settima posizione. In curva1 Byron va basso di linea e Busch dunque sceglie la traiettoria a metà pista e trova sulla sua strada il doppiato Smithley staccato di una decina di giri… e lo tampona! Busch, con il muso ammaccato e lo splitter danneggiato è costretto ad alzare il piede e concluderà solo 19°.

Di Truex che vince la gara davanti ad Harvick, Keselowski, Elliott, Blaney, Bowman, Byron, Larson, Logano e Newman (10 piloti dei playoff nella top10) interessa poco a tutti dato che le telecamere ed i microfoni sono rivolti praticamente solo verso Kyle Busch, il quale non delude. Prima rilascia risposte telegrafiche, poi accusa Smithley di essere troppo lento e non aver vinto abbastanza durante la gavetta per meritarsi un posto in Nascar e poi si lancia nel classico rage tweeting contro hater, ma anche i giornalisti. In sintesi si è infilato in un campo minato da solo, non rendendosi conto che la colpa dell’incidente (onestamente il primo di questo tipo in moltissimi anni) è soltanto del suo spotter che non lo avvisato di dove era Smithley, che non ha cambiato corsia né rallentato, e pure sua visto che sì non poteva seguire Byron all’interno, ma allo stesso tempo poteva seguire la linea di Bowman, che era subito dietro di lui, il quale lungo il muro ha evitato l’incidente senza problemi.

Tornando al campionato, Truex ovviamente col successo avanza direttamente al secondo round dei playoff; con Martin sembrano al sicuro anche Harvick e Logano. In coda invece sono già praticamente obbligati alla vittoria Kurt Busch, Bowyer e Jones mentre Newman ovviamente approfitta degli errori altrui per portarsi a soli sei punti dal taglio.

Le altre categorie

Nella Xfinity Series impresa di Tyler Reddick che, seguendo una strategia diversa, riesce a completare 70 giri con un pieno quando gli strateghi prevedevano che questo ne durasse al massimo 55 circa. Malgrado un venerdì difficile, a partire dalla prima fila sono Custer e Bell mentre il favorito Reddick è solo quarto. Alla bandiera verde Cole sceglie incredibilmente la corsia interna e infatti dopo un paio di giri è solo quinto mentre Christopher è già in fuga con Allgaier. Quando Custer ritorna in terza posizione il treno buono è già andato e – come già visto nelle libere – affonda sul long run. Dopo 15-20 giri anche Allgaier cede e così Bell si invola verso la vittoria della prima stage davanti allo stesso Justin, a Reddick, Cindric e Custer.

Per i possibili rivali di Bell il break non va per nulla bene: Reddick perde posizioni in pit lane e alla ripartenza, Cindric si prende una penalità ed Allgaier prima lo attacca e poi finisce largo. E la seconda stage in pratica finisce qui dato che la #20 non verrà più ripresa: Bell conquista altri 10 punti davanti ad Allgaier, Custer, Briscoe e Reddick.

Il giro di soste penalizza ancora una volta Reddick e stavolta pure Allgaier e quindi affiancato a Bell in prima fila c’è di nuovo Custer, ma contro la Toyota del JGR non c’è nulla da fare; malgrado lo stint duri appena 15 giri c’è un’altra fuga, poi ai -88 Martins finisce in testacoda e arriva la prima “vera” caution. Chi si salva è Reddick, il quale pochi momenti prima aveva baciato il muro e stava per fare una sosta sotto green per riparare le ammaccature e invece la fa insieme agli altri dietro alla pace car. La vera sorpresa arriva alla ripartenza ai -84, quando Allgaier riesce a superare Bell, ma l’illusione dura appena 11 giri, poi la #20 ritorna in testa.

Ai -72 McLaughlin finisce a muro e, dato che sembra impossibile arrivare fino in fondo da qui, ai box ci vanno solo Reddick, R.Truex e Sadler. La gara sembra dunque in mano a Bell dato che nessuno riesce a seguirlo. Christopher rientra ai box per l’ultima sosta ai -31 e rientra in pista staccato di poco più di 15″ da Reddick che invece prosegue sulla sua strategia. La #20 recupera all’inizio da 0.5″ a 1″, ma col passare dei giri il guadagno si riduce fino a soli 3-4 decimi. Fra i -20 e -10 sembra che l’unica speranza per Chris sia che Tyler rimanga a secco ma al muretto #2 sono sicuri di arrivare fino in fondo. Negli ultimi giri Bell ricomincia a guadagnare 1″ al giro, evidentemente le gomme di Reddick sono alla frutta, ma la rimonta si esaurisce ai -2, quando Tyler trova quel tanto che basta per vincere di appena 0.7″.

Reddick vince dunque gara (e regular season) davanti a Bell (staccato di 18″), Jones, Custer e Allgaier. Dato che non c’è stato un vincitore a sorpresa – il migliore è stato Gaulding 7° – i 12 qualificati ai playoff non sono cambiati e Sieg, malgrado la squalifica post-gara, stacca l’ultimo biglietto per i playoff in cui Bell, Custer e Reddick partono con ampio margine su tutti gli altri.

Nella Truck Series terzo successo stagionale per Austin Hill nella gara che ha visto la disfatta del ThorSport, messo ancora una volta ko dall’affidabilità. A conquistare la pole è Eckes ma già al quarto giro Chastain è in testa. Una tornata più tardi il motore di Enfinger va in fumo e per il vincitore della regular season il campionato finisce in pratica qui. Le prime due stage vedono in pratica un triello fra Chastain, Hill e Moffitt che rimonta dal fondo dopo aver sostituito una gomma in parco chiuso. A pochi giri dal primo traguardo intermedio arriva il secondo colpo di scena: pure Friesen accusa problemi al motore ma riesce a proseguire; a conquistare i primi 10 punti è Chastain davanti a Crafton, Hill, Sauter e Moffitt.

Al giro 40 il fatto decisivo: la dinamica non è ancora chiara ma le conseguenze sì visto che in contemporanea i motori di Sauter e Crafton vanno in fumo e per loro la gara è praticamente finita! Matt dice che entrambi hanno centrato dei detriti, ma la affidabilità latente del ThorSport non aiuta a capire la reale causa del doppio ritiro, triplo se ci aggiungiamo quello di Enfinger. A questo punto Grant è già eliminato, visti i punti raccolti dagli avversari nella prima stage, mentre Sauter può ancora sperare visto che Friesen viaggia staccato di un giro con soli sette cilindri funzionanti. Nel frattempo Chastain vince pure la seconda stage davanti a Hill e Moffitt.

La caution decisiva per l’esito della gara arriva a 53 giri dalla fine (Dippel con il motore ko): qui praticamente tutti i big solo rabboccano decidendo di lasciare l’ultimo set di gomme per il finale di gara. Pochi optano per una strategia diversa: Eckes cambia due gomme ed Hill, a causa di alcuni problemi durante la prima sosta, prima della ripartenza ne effettua un’altra e monta quattro pneumatici nuovi. Dopo un duello con Moffitt, Chastain guadagna un paio di secondi preziosi, tuttavia per lui e molti altri non arriva più nessuna caution in loro aiuto e così Hill con gomme fresche rimonta dalla coda della top15 fino alla prima posizione conquistata ad appena 11 giri dalla fine.

Hill vince dunque ancora una volta e si rilancia in ottica campionato; dietro ad Austin chiudono Chastain, Eckes, Creed e Moffitt. Per l’ultimo posto al secondo round dei playoff la sfida è ancora intensa, visto che attorno ai -35 Ankrum comincia ad accusare una perdita di potenza e dalla top5 scivola in 12esima posizione, l’ultima che gli permetterebbe di eliminare Sauter. Alla fine il suo motore regge e con l’11° posto si qualifica insieme a Friesen, 19° a due giri, e Crafton.

I risultati odierni

La classifica della “South Point 400”

La classifica generale

Così la griglia playoff dopo la prima gara del primo round:

La classifica completa

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar va a Richmond per una cruciale gara su uno short track. Venerdì notte inizieranno i playoff della Xfinity Series mentre per la Cup sabato, sempre sotto le luci, ci sarà il giro di boa del primo round. Ultimo lungo riposo invece per i Truck, i quali inizieranno il secondo round a Talladega il 12 ottobre.

Immagine: twitter.com/MartinTruex_Jr

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