NASCAR | Kyle Busch senza rivali a Phoenix

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
11 Marzo 2019 - 14:15
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Gli mancava solo la vittoria. Dopo il secondo posto di Daytona, il sesto di Atlanta, il terzo di Las Vegas malgrado una penalità che gli aveva impedito di trionfare in casa, finalmente per Kyle Busch è arrivato il primo successo stagionale. Almeno in Cup Series, dato che sia nei Truck, sia in Xfinity Series aveva già vinto due volte, di cui l’ultima solo 24 ore prima. Busch così ha portato a casa entrambe le gare del weekend, la 198esima e la 199esima della sua carriera e dunque Kyle sabato prossimo a Fontana nella gara della Xfinity Series avrà il primo “match point” per fare cifra tonda.

La gara

Il weekend della Cup Series vive il momento più alto nelle qualifiche: a pochi minuti dalla fine della seconda sessione di libere della Xfinity Series una vettura rompe il motore e in pista c’è prima olio e poi il filler. La pausa fra la Xfinity e le qualifiche della Cup Series è breve e quindi nel primo round (di soli 10 minuti) nessuno vuole fare il proprio tentativo subito per pulire la pista agli altri. Dunque in pratica 36 vetture scendono in pista contemporaneamente a quattro minuti dalla fine su un ovale da un miglio per essere nella top24 e accedere al secondo round. La confusione è scontata: Larson non riesce a fare un tentativo buono (partirà 31°), Bowyer viene eliminato, ma soprattutto McDowell ostacola il giro lanciato di Suarez. Lo spotter del pilota messicano lo istiga a “vendicarsi” e così entrambi vengono eliminati, con Michael 27° e Daniel 28°. Al ritorno in pit lane Suarez cerca un chiarimento con McDowell, ma la discussione si trasforma subito in confronto fisico, completo di mossa da arti marziali e atterramento da parte di Suarez. Sedata la rissa, il giorno dopo – nella migliore delle tradizioni Nascar – dopo un incontro di fronte ai commissari, la situazione torna alla normalità e l’alterco diventa una cosa del passato.

Archiviato il discorso rissa, l’attenzione ritorna sulla competizione. A partire dalla pole è Ryan Blaney, sfortunato protagonista nelle prime gare se messo in confronto ai compagni di squadra Keselowski e Logano, con al suo fianco Chase Elliott. Alla bandiera verde Elliott scatta troppo presto e alla linea è di poco davanti a Blaney e questo (solo all’inizio della gara) è una falsa partenza; per lui arriva un drive through che lo manda in fondo al gruppo seppur senza perdere un giro.

A seguire Blaney è così Kyle Busch mentre Keselowski, terzo, si stacca subito. Sullo short run Ryan sembra in grado di mantenere un margine sulla vettura #18, ma alla lunga Busch si rifà sotto e al giro 36 lo sorpassa andando in testa. Poco dopo Erik Jones, fino a quel momento in decima posizione, fora e bacia il muro. I danni alla carrozzeria non sono eccessivi, ma comunque perde numerosi giri perché il team teme che ci sia anche un problema meccanico; concluderà 29° a otto giri. Siccome siamo a metà della stage, tutti si fermano ai box ed Hamlin, Austin Dillon e Johnson cambiano solo due gomme dato che il degrado delle gomme è molto basso: per gli ultimi due sarà la mossa decisiva che li manterrà nella top10 praticamente per tutta la gara, mentre Truex da quarto scivola in fondo al gruppo per una penalità.

Alla ripartenza Kyle Busch sorpassa in poco più di un giro le tre vetture che ha davanti e torna primo, mentre Blaney non riesce a liberarsi di Hamlin e così rimane terzo ad oltre 3″ da Busch. La coda della top10 non porta fortuna e ad accusare problemi è ora Keselowski, che prima rallenta nettamente il ritmo e poi anche lui finisce a muro per un cedimento ad un elemento della sospensione ad appena 15 giri dalla fine della stage con Preece che riesce ad evitare per un pelo Brad, partito per la tangente in curva 1.

Dato che manca poco alla fine della stage (la ripartenza è ai -6), in 11 – fra cui Blaney – non si fermano ai box per cercare di conquistare i punti. La rimonta di Kyle Busch dal 12° posto è comunque buona, ma non basta e Blaney vince la prima stage davanti ad Almirola, Logano e Bowman, ma poi questi si devono fermare ai box e quindi Busch da quinto ritorna in testa alla gara.

Nella seconda stage succede ben poco: i sette piloti che si erano fermati alla caution causata da Keselowski arrivano al traguardo intermedio nelle prime sette posizioni e sono nell’ordine Busch, Bowyer, Harvick, Truex, Hamlin, Newman e Johnson. L’unico brivido lo regala Bowman che, appena doppiato, fora ai -3, finisce a muro e provoca la caution che congela il finale della stage.

A questo giro di soste non ci sono strategie alternative e Kyle Busch mantiene la testa della gara, ma inizia una fase molto spezzettata che rimescolerà l’ordine di classifica più volte. Pronti via e in curva 2 a McDowell si blocca l’acceleratore in posizione aperta, interviene prontamente il blocco di sicurezza elettronico che spegne automaticamente il motore, ma la conseguenza è che viene tamponato dal compagno di squadra Ragan, che rimedia un muso ammaccato. Altra ripartenza e subito Busch riesce ad allungare su Bowyer e Truex, ma una ventina di giri più tardi Bowman fora di nuovo e per lui la gara finisce qui.

Alla sosta a 115 giri dalla fine Johnson passa in testa cambiando solo due gomme mentre per Blaney c’è il terzo problema alle gomme in tre gare (dopo la ruota tagliata ad Atlanta, la valvola ko di Las Vegas arriva la gomma malfissata) e perde numerosi posizioni per una sosta supplementare. Contro Busch però c’è ben poco da fare e Jimmie resta in testa per appena mezzo giro, poi Kyle passa e riprende la sua fuga.

La giornata non esaltante di Elliott prosegue: dopo essere ritornato nella top10, alla sosta gli montano male una gomma e a 94 giri dalla fine finisce in testacoda. E le strategie si ribaltano ancora: Hemric non si ferma, Austin Dillon solo rabbocca, Harvick, Blaney e altri cambiano due gomme mentre Kyle Busch va prudente e ne sostituisce quattro scivolando in sesta posizione. Ma le caution continuano ad arrivare: alla ripartenza Suarez si tocca con Preece e Ryan finisce a muro (e, come in uno specchio rispetto a quanto successo prima, Keselowski per evitarlo non solo sfiora il muro, ma pure è il lucky dog e torna a pieni giri), poi alla bandiera verde Preece finisce di nuovo contro le barriere e la sua gara termina qui.

Hemric a questo punto si deve fermare ai box e ai -74 la classifica vede Almirola davanti ad A.Dillon, Blaney, Kyle e Kurt Busch. Stavolta a ripartire bene è Blaney che a 61 giri dalla fine, vedendo la #18 che si avvicina nello specchietto, deve forzare e passare Almirola tornando in testa alla gara. Il suo problema è che è costretto a tirare nonostante sia a rischio col carburante (gli dicono che è a corto di due giri) e ha due gomme fresche contro le quattro di Busch. La resistenza di Ryan è tenace, ma pian piano la Toyota colma il secondo di distacco e il sorpasso arriva a 16 giri dalla fine. A questo punto Blaney cede e Busch si invola verso la vittoria. L’unico in grado di impensierirlo è Truex che, ripartito fuori dalla top10, rimonta posizione su posizione; ai -40 è settimo a 8″, ai -30 quarto con lo stesso distacco, ai -20 – quando passa Almirola – può finalmente sfruttare la pista libera e butta giù decimi su decimi tant’è che a quattro giri dalla fine sorpassa Blaney e Busch è solo 2″ più avanti.

Kyle tuttavia sa gestire il finale e alla bandiera a scacchi mantiene 1.25″ su Truex e conquista la 199esima vittoria in Nascar, la seconda consecutiva a Phoenix dopo quella dello scorso novembre e vola in testa al campionato passando Logano (10° al traguardo). Dietro alla coppia del JGR concludono Blaney, Almirola e Hamlin; completano la top10 Larson, Kurt Busch, Johnson – alla miglior gara da tanto tempo -, Harvick (mai in corsa) e il già citato Logano. Da segnalare la prima top20 in carriera di Matt Tifft e la sfortuna di Austin Dillon (a secco a 5 giri dalla fine e 21° dopo una gara tutta nella top10) e Matt DiBenedetto (28° dopo la batteria ko e una gara costantemente fra 10° e 15° posto).

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series ennesimo successo per Kyle Busch, il 198esimo della carriera, favorito dal ko in contemporanea degli unici suoi due avversari, Bell e Allgaier. Dopo le prime qualifiche disputate dopo Daytona (ad Atlanta e Las Vegas fu protagonista la pioggia) a partire dalla pole è Christopher Bell, il quale sembra imbattibile malgrado la presenza di Busch. E Bell infatti guida la prima stage senza problemi davanti al più titolato compagno di squadra – arrivando anche ad avere 2″ di vantaggio – fino all’incidente di Currey a 15 giri dal traguardo intermedio. I leader si fermano ai box mentre Cindric (in quel momento quinto) no e passa al comando. Nei sei giri rimanenti Bell rimonta da ottavo a secondo, ma non basta per la vittoria e il giovane pilota di Penske conquista la prima stage. Dopo la sosta di Cindric, Bell e Busch riconquistano la prima fila, ma alla ripartenza e sullo short run la vettura di Chris non va e così Kyle passa in testa. Tuttavia Bell alla lunga è più veloce e dopo 15 giri e due tentativi di sorpasso torna primo e allunga come in precedenza prendendosi anche la seconda stage.

La stage finale comincia (a metà gara esatta) con un replay della seconda, Busch passa Bell e va al comando, ma il problema per Chris è che scivola in terza posizione anche dietro ad Allgaier. Ed è qui che perde la gara, anche per un bel po’ di sfortuna. A 70 giri dalla fine Stephen Leicht rompe il motore in maniera esplosiva all’ingresso di curva 3 proprio davanti ad Allgaier e Bell. Nella nube di fumo i due non riescono ad evitare l’olio lasciato in pista dalla vettura #01 e finiscono a muro: per Chris la gara finisce qui, per Justin ci sarà un 14° posto. Senza più rivali, dato che anche Reddick – l’unico che era rimasto vicino al trio di prima – perde la posizione da Ryan Truex, Kyle Busch può dunque viaggiare tranquillo verso la vittoria, l’11esima a Phoenix in Xfinity Series, tante quante ne ottenne Mark Martin a Rockingham (record). Dietro al pilota del JGR concludono Ryan Truex (al debutto stagionale), Reddick, Custer e Cindric. In campionato Bell mantiene la vetta della griglia playoff, mentre nella generale Reddick lo sorpassa di quattro punti approfittando del suo secondo incidente consecutivo.

I risultati odierni

La classifica della “TicketGuardian 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 4 gare

I prossimi appuntamenti

La Nascar completa nel prossimo weekend la sua prima trasferta a Ovest andando a Fontana. Sabato gara della Xfinity e domenica la Cup Series. I Truck torneranno invece fra due settimane, il 23 marzo, a Martinsville.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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