NASCAR | Kyle Busch nuovo re di Bristol

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
8 Aprile 2019 - 18:30
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La scorsa è stata una settimana densa di emozioni. Le voci erano sempre più insistenti, ma alla fine è arrivata la conferma ufficiale: a 72 anni Darrell Waltrip lascerà il microfono e la cabina di commento della Fox. Darrell voleva annunciare tutto dopo Sonoma, al termine dei suoi impegni, ma il collega – fa strano chiamarlo così – Jeff Gordon lo ha convinto a farlo proprio a Bristol, là dove ha vinto per ben 12 volte – di cui sette consecutive – addirittura più di Richard Petty, là dove c’è addirittura una tribuna col suo nome. E così, dopo anche una conferenza stampa molto emozionante e dopo aver sventolato la bandiera verde, Darrell ha potuto commentare ancora una volta i 500 giri più belli della stagione. E al termine ha visto trionfare il suo erede designato in Tennessee ovvero Kyle Busch, all’ottavo successo qui a Bristol, unico in grado di attaccare il suo record.

La gara

A Bristol il cielo è grigio, ma per fortuna la pioggia – nonostante molti timori – non arriva. Le qualifiche si sono disputate, almeno per questa volta, in relativa tranquillità e grazie al nuovo pacchetto aero Ryan Blaney fa registrare nel secondo round il nuovo record della pista (0.533 miglia completate in 14.528″ a oltre 132 mi/h di media), ma poi nella fase conclusiva sbaglia qualcosa e la pole va a Chase Elliott. Ma i record non sono finiti qua: le prime due file (Elliott, Byron, Blaney e Jones) sono le più giovani nella storia della Cup Series.

Il garage apre presto la domenica mattina e subito arrivano notizie dai controlli tecnici pre-gara. La vettura di Harvick li fallisce per ben tre volte prima dell’ok alla quarta e la lista delle penalità è lunga: partenza dal fondo (era 13°), un drive through da scontare subito la bandiera verde e un ingegnere del team espulso per la gara. La sua corsa sembra già segnata in partenza data la conformazione di Bristol e la sua unica speranza è una caution immediata per non perdere numerosi giri. Verrà esaudito.

Elliott parte bene dalla pole, mentre Byron appare fin da subito molto loose. Al primo giro in curva 3 viene affiancato da Almirola e proseguono così fino in curva 2 quando William perde di nuovo il controllo e allargandosi spedisce Aric a muro; il rallentamento nel gruppo per evitare la #10 causa un tamponamento a catena in cui Stenhouse manda in testacoda proprio Kyle Busch – partito 17° – il quale viene poi toccato anche da Preece che aumenta i danni al posteriore della #18; per Almirola la gara finisce al giro 3 di 500, per Stenhouse arriverà un 33° posto a ben 105 giri dal vincitore. Grazie a questo Harvick perde solo un giro e la sua gara rimane apertissima, considerando anche il fatto che nelle libere sembrava avere il passo per vincere.

Ormai il big one a Bristol nei primissimi giri sembra una tradizione, ma questo è solo l’inizio di una prima stage ai limiti dell’assurdo. Alla ripartenza Elliott scappa via subito seguito da Bowyer, Blaney, Johnson e Logano, ma anche lui è vittima di un incidente. Ryan Preece, che aveva già avuto problemi nelle libere e nella caution del secondo giro, fora e finisce in testacoda a causa di un tire rub proprio davanti a Chase che frena di colpo e viene tamponato da LaJoie. Elliott finisce contro il muro e non solo perde la prima posizione, ma pure accuserà dei problemi al servosterzo. Bowyer passa così in testa, ma è solo questione di un paio di giri, dato che Hamlin salta il primo giro di soste e quindi va lui al comando mentre fioccano già le penalità, in questo caso per Wallace e DiBenedetto, tuttavia saranno i giri successivi a mietere più vittime.

In successione vanno ai box per ruote malfissate Harvick (che quindi cede quanto non aveva perso con la penalità di inizio gara), Jones (in testa per una decina di giri subito dopo la ripartenza), Larson – che si prende pure una penalità – e Bowman. Ad approfittarne è Ryan Blaney che va in fuga davanti a Bowyer e Logano, mentre Kyle Busch rientra già nella top10. I doppiaggi continuano ad essere influenti e quando Blaney raggiunge Byron, Hemric e A.Dillon il suo vantaggio su Bowyer da oltre 2″ si annulla. Clint raggiunge Ryan ai -13, poco dopo lo affianca e in contemporanea Chastain dà una spintarella di troppo allo stesso Hemric (appena doppiato) e arriva un’altra caution con Bowyer che aveva appena messo il muso davanti alla Ford #12.

E le strategie si fanno subito interessanti: Bowyer decide di non fermarsi insieme a Ty Dillon e Menard, mentre tutti gli altri vanno in pit lane. Tutto facile per Clint? Il contrario, dato che la #14 è praticamente ferma sullo short run e alla bandiera verde a due giri dalla fine il piccolo Dillon lo affianca all’esterno e va a vincere la prima stage per pochi millesimi davanti a Bowyer, Keselowski, Logano e Johnson, con questi tre che si prendono le prime posizioni alla successiva ripartenza.

La seconda stage è decisamente più tranquilla della precedente, Keselowski e Logano guidano le prime fasi seguiti da Kyle Busch. La top5 è – come già successo quest’anno – un monologo Penske-JGR, dato che a seguirli ci sono Blaney e un Truex che si fa vedere solo in questa fase di gara. Al giro 145, a 10 dalla ripartenza e dopo un breve duello, Joey sorpassa Brad e si porta in prima posizione. E’ il primo vero long run della gara e Logano arriva ad avere addirittura 3″ di vantaggio sul compagno di squadra, poi deve doppiare Chase Elliott e Joey ci mette almeno 20 giri per completare il sorpasso, tant’è che brucia quasi tutti il margine che aveva su Keselowski. Trascorrono pochi giri e Matt Tifft finisce in testacoda grazie ad una spintarella proprio di Elliott. E Chase si prende pure il free pass in quanto lucky dog. A norma di regolamento, in quanto coinvolto nella caution, non dovrebbe esserne il beneficiario, ma la Nascar non dice nulla. E la polemica – almeno sul web – divampa.

Il giro di soste ai -35 da metà gara cambia di poco le prime posizioni (Logano davanti a Keselowski, con Busch che sorpassa di nuovo Truex) e alla ripartenza Brad scatta male permettendo 5 minuti di gloria a Truex, poi anche lui deve rallentare di colpo per una ruota malfissata. A lungo cercherà di restare in pista, ma poi la situazione diventa insostenibile e decide di fermarsi ai -3; purtroppo per lui Logano nel frattempo taglia il traguardo e quindi la pit lane viene automaticamente chiusa e alla sosta che gli fa perdere due giri si prende pure una penalità. Joey vince la seconda stage davanti a Blaney, Newman, Keselowski e Kyle Busch.

Il nuovo giro di soste causa ancora danni: Keselowski si deve fermare due volte (il motivo è sempre lo stesso), mentre Johnson e Suarez vengono pizzicati per eccesso di velocità, quindi a 240 giri dalla fine alla bandiera verde Blaney sorpassa Logano ed è in testa davanti a Kyle Busch e Bowyer mentre per un posto nella top5 lottano Newman e la sorpresa Buescher, ma una caution per detriti – persi dalla vettura di Truex dopo un contatto con Wallace – ferma tutto dopo soli 10 giri. Elliott intanto è tornato nella top10. Problemi al servosterzo risolti? No, la causa del malfunzionamento risiede nelle temperature del motore, più si scalda e meno il servosterzo fa il suo lavoro e viceversa, dunque questi due short run hanno decisamente aiutato Chase. I leader non si fermano mentre Suarez, protagonista di una ripartenza all’arrembaggio, lo fa e la sua pit crew commette un’infrazione decisamente evitabile e si prende un giro di penalità.

Alla bandiera verde le prime posizioni non cambiano e a 200 giri dalla fine Blaney è sempre in testa davanti a Logano, Bowyer, Kurt Busch ed Elliott mentre Ky.Busch è scivolato dietro a Newman, e Jones – appena tornato a pieni giri dopo i guai della prima stage – accusa altri problemi e si deve fermare ben due volte sotto green. Blaney sul long run ha una vettura abbastanza instabile e quindi crea un piccolo tappo a Logano e Bowyer. Ai -150 cade una goccia di pioggia che mette fretta ai due inseguitori che infatti forzano la mano 5 giri più tardi. Ma alla fine quella goccia rimane unica e non ci saranno più problemi col meteo. I più veloci in pista sono Bowyer ma soprattutto Harvick che – ancora staccato di due giri – è dietro ai leader per sdoppiarsi. Dopo che Ragan finisce a muro, senza caution, in rapida successione prima Harvick si sdoppia, poi Bowyer sorpassa Logano, infine Harvick bacia il muro e viene chiamata una caution – secondo il rapporto ufficiale per detriti – e Kevin viene beffato perché Clint lo sorpassa di nuovo e quindi rimane staccato di due tornate. Chi torna in corsa per la vittoria però col giro di soste che ne consegue è Kyle Busch, dato che si porta in seconda posizione dietro a Bowyer, ma non solo, infatti Bowyer continua ad avere la sua nemesi nello short run e ai -117 Rowdy passa per la prima volta in testa.

A 100 giri dalla fine la situazione è ancora incertissima: Kyle Busch è sì in testa, ma non è il più veloce, dietro di lui ci sono Bowyer – il migliore sul long run – poi Logano, Blaney e Kurt Busch. E ancora una volta Clint ringrazia le caution: appena sorpassa Rowdy (seguito da Joey), Larson tampona un doppiato e finisce a muro coinvolgendo pure Byron. Altro giro di soste e come a inizio gara Hamlin prova il colpaccio cambiando solo due gomme, ma la sua ennesima penalità per speeding lo ricaccia in fondo al gruppo.

A Bristol esce pure il sole e ai -78 Kyle Busch ritorna in testa mentre riemerge in seconda posizione Keselowski seguito da Logano, Bowyer finisce loose e Blaney rimane nel traffico della ripartenza, tant’è che si tocca con Newman il quale rimedia un tire rub. Ma il contatto più importante per il destino della gara arriva ai -68 fra Logano e Bowyer, che è molto sfortunato perché, in un caso molto raro, la valvola della anteriore destra salta e Clint finisce a muro. Altra bandiera verde e la #18 ora è inseguita dal trio di Penske con Keselowski davanti a Logano e Blaney. Brad completa la rimonta e passa in testa ai -54 seguito dal compagno di squadra.

E inizia così un altro duello in casa Penske, ma dura poco dato che a 31 giri dalla fine Logano forza il sorpasso e si porta in prima posizione. Purtroppo per lui ai -22 Larson finisce a muro e arriva una caution che si rivela decisiva: Todd Gordon – il suo crew chief – inspiegabilmente decide di cambiargli 4 gomme, così come succede a Blaney mentre a Keselowski ne sostituiscono solo due. Kyle Busch, insieme al fratello Kurt, Suarez e Menard non si ferma ai box e passa in testa. Per Keselowski si aggiunge inoltre una beffa: i commissari faticano a ristabilire la classifica, poi quando lo fanno Brad non riesce (o non vuole, su consiglio del suo crew chief) a mettersi nella posizione giusta. E il direttore di gara, anziché rinviare la bandiera verde di un altro giro, dà la bandiera verde mentre la #2 è 3-wide e gli assegna un drive through. Nel post gara Brad non è felice – ovviamente – di quanto successo, ma dopo un colloquio con i commissari ritorna la pace.

L’ultimo restart arriva ai -14 e ovviamente Kyle Busch allunga subito, il fratello Kurt sembra già spacciato, poi ai -7 lo riprende, ma non abbastanza, come poi confessato, per un bump&run (perché pur di vincere Bristol si arriverebbe a mandare a muro chiunque, pure tuo fratello). Logano intanto rimonta da ottavo a terzo, ma ai -6 il distacco dal primo posto è 1.4″, decisamente troppi. Ai -3 Kurt sfiora il muro in curva 2 e per Kyle dunque non ci sono più problemi.

Per Rowdy arriva così la terza vittoria stagionale, l’ottava a Bristol in Cup Series – quattro in meno di Darrell Waltrip, ora dunque decisamente raggiungibile – e la 54esima in carriera, diventando il decimo nella classifica all-time. Dietro a lui taglia il traguardo Kurt (e dunque i fratelli Busch hanno vinto le ultime quattro gare qui), Logano, Blaney e Hamlin. Completano la top10 Menard, Bowyer, gli ottimi Suarez (che ha recuperato il giro perso) e Newman e infine Johnson. Da notare le gare di DiBenedetto, 12° dopo essere stato anche sesto, Harvick, 13° e a pieni giri nonostante tutto, e Buescher, 22° dopo essere stato anche nella top5 fino ad una sosta imprevista nel finale di gara.

In campionato Kyle Busch rimane in vetta alla griglia playoff (e le prime otto gare stagionali sono finite cinque al Joe Gibbs Racing e tre al Team Penske) mentre in coda alla top16 ci sono cinque piloti in cinque punti, con Newman che entra tra i virtualmente qualificati.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series vittoria in rimonta con premio annesso da 100’000$ per Christopher Bell. Quella di Bristol è stata infatti la prima gara nel programma Dash4Cash, corse in cui i big della Cup Series non possono partecipare e il palcoscenico è solo per i regulars. Dalla pole parte Cole Custer davanti a Reddick mentre Bell, subito loose, scivola fuori dalla top10. Il giovane dello SHR allunga, ma poi ha difficoltà ad affrontare i doppiaggi e al giro 25 Reddick lo sorpassa seguito da Allgaier mentre completano la top5 il debuttante Harrison Burton e Cindric. Al giro 43 la prima caution: prosegue la stagione no di Ross Chastain che scivola sull’acqua lasciata dal radiatore rotto di Jeff Green ed è costretto al ritiro. Dopo la ripartenza Reddick e Allgaier vanno in fuga e Tyler sembra destinato a prendersi la prima stage, ma incredibilmente nel turbinio di Bristol e dei suoi giri da 15″ il suo spotter gli comunica la caution programmata con un giro di anticipo e così Justin lo sorpassa e si prende lui i 10 punti. Dietro di loro ci sono Custer e Burton che fra contatti reciproci e con il muro non hanno più vernice sulle fiancate.

La seconda stage è decisamente più tranquilla fino al testacoda di Clements nel finale che rischia di eliminare Bell, risalito fino alla terza posizione, e Allgaier la vince sotto caution sempre davanti a Reddick. La stage finale inizia con Tyler attardato da una sosta lenta e così per Justin sembra tutto in discesa. Ai -100 si forma un trio in testa composto da Allgaier, Bell e il rimontante Reddick siccome Cindric bacia il muro e scivola in ottava posizione, ma la battaglia dura poco, dato che la vettura di Justin implode (sembra quasi che insieme il motore, i freni e una gomma vadano ko) e per lui c’è un amaro ritiro. La gara si riduce così ad un duello per la vittoria e per il premio in denaro fra Bell e Reddick, interrotto solo dalla caution provocata da Burton ai -40. Solo Brandon Jones si intromette non fermandosi ai box, ma prima ai -17 Chris lo passa e poi finisce a muro. Per Bell arriva la seconda vittoria stagionale davanti a Reddick, Custer, Briscoe e Nemechek e in tal modo aumenta il vantaggio in vetta alla griglia playoff.

I risultati odierni

La classifica della “Food City 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 8 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend, l’ultimo prima della pausa pasquale, la Nascar va a Richmond per un altro short track. Venerdì correrà la Xfinity Series – seconda gara del Dash4Cash – e sabato ci sarà la prima gara in notturna della Cup Series. I Truck invece torneranno il 3 maggio a Dover.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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