NASCAR | Kurt Busch si prende la rivincita in Kentucky

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
14 Luglio 2019 - 17:45
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La parola del giorno, o della sera per meglio dire, è rivincita. La ferita di Daytona è ancora fresca per Kurt Busch e il suo team, ma sembra che l’abbiano presa con filosofia quella beffa incredibile dovuta ai fulmini che hanno mandato all’aria una vittoria che sarebbe stata certa. Così il team #1 si è presentato concentrato in Kentucky ma soprattutto con una vettura molto veloce. Il resto ce l’hanno messo un crew chief che si è riscattato alla grande dopo quella chiamata deleteria, e Kurt stesso che ha approfittato della caution finale per battere in un bellissimo duello finale il suo rivale n°1, ovvero suo fratello Kyle.

La gara

Per la prima volta in diverse settimane sulla Cup Series splende il sole e non ci sono preoccupazioni per fulmini e quant’altro. A partire dalla pole, per la seconda volta in carriera, è Daniel Suarez, alla caccia di una gara senza errori per rimediare alle due ultime uscite al di sotto di quanto necessario per conquistare i playoff. Non è chiaro però chi sia il favorito della gara, c’è chi dice lo stesso Suarez, chi Harvick, chi i fratelli Busch. In sintesi ci si aspetta molto da questa notturna. E basta poco perché vengano un po’ deluse, e il colpevole ormai lo sapete.

Al via il messicano mantiene la prima posizione davanti ad Almirola mentre Harvick e Kurt Busch devono lottare con Keselowski in un 3-wide finché il pilota di Penske, mai in gara per problemi al motore, alza il piede. A regalare qualche sorpasso ci pensano i due leader della classifica, Kyle Busch (partito 10°), e Joey Logano (scattato 11°, ma che al via ha perso un paio di posizioni), i quali recuperano posizioni su posizioni fino a rientrare nella top5. Davanti nel frattempo Suarez è sì primo, ma dietro di lui si forma un trenino composto da Almirola, Harvick e Kurt Busch. Ci si aspetterebbe un attacco da parte di Aric, ma non solo non ci prova, addirittura non riesce mai ad avvicinarsi abbastanza per tentare un sorpasso malgrado abbia una vettura più veloce. E il leitmotiv del 2019 e purtroppo ci dobbiamo abituare a questo.

A movimentare la situazione ci pensano le caution, tre in pochi giri. La prima arriva al giro 48 quando Elliott fora in curva 2 ma riesce a riportare ai box la vettura; questo permette a tutti (non a Bowyer e Blaney che si erano appena fermati e perdono rispettivamente uno e due giri) di effettuare la prima sosta. E dato che non si riesce a sorpassare, la posizione in pista, e le conseguenti strategie, diventano fondamentali. Evidentemente il crew chief di Suarez non se ne accorge, dato che fa un pit stop completo mentre quasi tutto il gruppo o solo rabbocca o cambia solo due gomme. Daniel finisce nella pancia del gruppo ed inizia una fase di gara da incubo.

In testa così si portano Keselowski e Kurt Busch (zero gomme) seguiti da Almirola, Harvick, Kyle Busch e Logano; alla ripartenza la #1 si porta in testa, ma la corsa dura poco perché Chastain tocca LaJoie in curva 3 e Corey finisce in testacoda. Dopo un siparietto tragicomico (la Nascar obbliga DiBenedetto ad andare ai box perché credono che perda olio, ma pure sul suo parabrezza ce n’è traccia e quindi non è lui il “colpevole” che alla fine non si scoprirà mai) si riparte ma anche qui c’è subito un contatto, questa volta con Currey che manda Cassill contro il muro senza danni eccessivi. L’ultimo restart è ai -13 e Kurt Busch si difende bene da Logano andando a conquistare la prima stage davanti allo stesso Joey, al fratello Kyle, Hamlin e Almirola.

Secondo giro di soste e secondo ribaltone strategico: Stenhouse, Bowyer, Newman e A.Dillon non si fermano, Ky.Busch, Menard, Suarez, Jones, Wallace e Johnson cambiano solo due gomme, poi seguono tutti gli altri. Alla ripartenza i primi quattro restano davanti, ma Kyle Busch passa subito in quinta posizione. Dopo un momento di assestamento, Rowdy parte alla carica e in 20 giri esatti è già in testa e in fuga. Ad aprire il giro di soste è Suarez, ma solo perché ha forato e nell’effettuare il pit stop viene pure pizzicato per eccesso di velocità e perde due giri. Poco dopo è il turno di Stenhouse che, così come gli altri tre, completa l’ottimo piano strategico anche se pagherà alla distanza. A seguirli in pit lane è Logano, i cui piani originari saltano a causa di una gomma posteriore che si sta sfaldando.

A ereditare la seconda posizione è così Hamlin, ma è addirittura a 8″ dal compagno di squadra Busch dato che ha anche perso del tempo a sorpassare A.Dillon che aveva gomme più vecchie di 20 giri, segno che oltre ad un pacchetto aero che non collabora ci si mette anche un degrado molto basso. Mancano ormai soli 15 giri alla fine della stage e il gruppo in pit lane si divide fra chi cambia due gomme e chi fa solo uno splash&go per recuperare posizioni. Rowdy ha tutto sotto completo controllo e si può permettere addirittura di effettuare una sosta completa e vince lo stesso la stage davanti a Jones, A.Dillon, Logano e Bowyer.

Il giro di soste ribalta ancora la situazione: Bowyer, Kurt Busch, Almirola e Byron non si fermano e Kyle Busch è quinto avendo solo rifornito. Non lo sa, ma Kyle ha perso la gara qua. Ai quattro basta arrivare in buona posizione appena si apre la finestra dell’ultima sosta e per loro la gara svolta. E il piano funziona. Alla ripartenza Clint si tiene dietro Byron e Almirola mentre Kurt deve lottare col fratello per la quarta posizione. Dietro intanto Johnson – appena entrato nella top10 – resiste al sorpasso di Logano e, quando la #22 è al suo interno, finisce in testacoda e a muro ai -87.

Nessuno dei big si ferma ai box e così la gara può riprendere, ma lo fa in maniera convulsa. Bowyer comanda i giochi e decide lui quando accelerare. Entra nella restart box ma aspetta, Byron accelera leggermente ma è costretto a rallentare e si trova Almirola sul paraurti che gli dà una (si pensa) involontaria spinta che fa partire William prima di Clint il quale ha aspettato l’ultimo metro utile per scattare. Malgrado un po’ di discussione fra muretto, pilota e torre di controllo arriva la penalità per Byron che lo esclude dalla lotta per la vittoria. Mentre Almirola perde, Bowyer e Kurt Busch ne approfittano per allungare su Ky.Busch e Logano. Rowdy ne ha di più però e raggiunge la coppia di testa proprio mentre Kurt inizia ad attaccare Clint.

Bowyer fa leggermente da tappo e, proprio mentre Logano raggiunge i tre, prima viene sorpassato da Ku.Busch e poi va ai box dato che si è aperta la finestra dell’ultima sosta. Senza la #14 di mezzo, Kurt dimostra che ne ha ancora e allunga di nuovo sui rivali e dopo sei giri in cui ha dato ha tutto si tuffa in pit lane, cambia 4 gomme (per lui scelta obbligatoria) e riparte. Rimangono dunque Kyle e Joey che possono ancora aspettare di fermarsi.

Si arriva così ai -41, 13 giri dopo la sosta della #1, e i due vanno in pit lane insieme, cambiano entrambi due gomme e ripartono nello stesso ordine. Ma cambia tutto invece: Kyle ha le stesse due gomme di sinistra ormai da più di 100 giri, Logano invece da “soli” 60 e la differenza pian piano si fa sentire. Intanto i due, in attesa che si completi il giro di soste, sono leader virtuali della gara davanti a Jones, Hamlin, Larson ed un Kurt Busch che rimonta con gomme nel complesso più fresche e con anche – forse – la vettura migliore di tutte.

Ai -21 Logano lancia il suo attacco ed è battaglia vera con Kyle, quasi si sportellano, ma dopo mezzo giro di lotta Joey ne esce in testa ed allunga fino ad avere 2″ di vantaggio sul rivale. Sembra ormai fatta per lui ma, come in Michigan, arriva una caution ai -5 (foratura e testacoda di Wallace) che sospende la contesa. Si va dunque in overtime con Logano davanti a Ky.Busch e Jones, tuttavia in quarta posizione, quella buona per lanciare un attacco all’esterno, c’è Kurt Busch.

Alla bandiera verde sembra che Kyle faccia pattinare le gomme ma resiste abbastanza da rimanere attaccato alla fiancata della #22. I due si sfiorano ed è in questo momento che Kurt si toglie dalla scia di Logano e va 3-wide. Joey è nel mezzo ed è costretto ad alzare il piede e vede via i due andar via. Jones ci prova all’interno dei due fratelli e si torna così 3-wide sul rettilineo opposto, poi è costretto a staccare presto in curva 3 per non creare danni e dunque la gara si risolve in un duello all’ultimo giro tra fratelli.

Kyle è in testa, ma non riesce a mettersi dietro Kurt che rimonta sul rettilineo principale. I due di toccano, la #18 è all’interno, ma la #1 è all’esterno ed ha la traiettoria migliore in uscita di curva, quella che gli permette prima di rimanere al fianco di Kyle malgrado un tire rub e infine di superarlo definitivamente – dopo un’altra toccata – per soli 76 millesimi.

Dopo un inizio di stagione da leader della Chevy ed un inizio d’estate sottotono Kurt Busch ottiene così la prima vittoria stagionale, la prima con Ganassi (sesto team con cui vince almeno una gara in Cup Series), si guadagna matematicamente un posto ai playoff ma soprattutto batte per la prima volta suo fratello Kyle ed ora il bilancio delle doppiette in famiglia Busch è di 2-1 in favore di Rowdy. Il pilota della #18 conclude dunque secondo davanti a Jones, Larson, Hamlin (malgrado una penalità), Bowyer, Logano (che ha perso tutto nel 3-wide), Suarez (a metà gara nel giro di soste era staccato di tre giri!), Newman e Buescher. In campionato Ky.Busch rosicchia qualcosa a Logano ed è a soli 11 punti di distanza. In coda alla top16 Johnson paga l’incidente e scivola nella zona a rischio viste le buone gare dei suoi rivali diretti.

Le altre categorie

Nella Xfinity Series quinto successo stagionale per Cole Custer, il quale ha ereditato il comando da Christopher Bell dopo che la sua Ford #00 è venuta fuori con il passaggio dal tramonto alla sera. A partire dalla pole è Austin Cindric, malgrado sia senza crew chief titolare in quanto espulso prima delle libere perché la carrozzeria era irregolare. Già al primo giro però Bell è in testa e comanda per tutta la prima stage. Dietro di lui Cindric e Allgaier resistono, ma lo spettacolo lo regalano Gragson, Custer ed i rimontanti Jones e Reddick, attardati per il sovrasterzo a inizio gara. I quattro si sorpassano a vicenda per gli ultimi giri della stage vinta alla fine da Bell davanti a Cindric, Allgaier, Reddick e Jones.

Il primo giro ai box penalizza però Bell (sosta lenta) e riparte solo in settima posizione mentre in testa c’è Haley che ha cambiato solo due gomme. Alla ripartenza Jones passa subito in prima posizione mentre Haley resiste per un paio di giri al ritorno di Gragson e Bell, poi deve cedere. Anche Cindric ci prova, ma perde il controllo della propria vettura all’interno di quella di Justin e finisce a muro. Altra ripartenza e stavolta a portarsi davanti a tutti è Gragson, tuttavia in meno di 10 giri Bell rimonta tutti e torna nella posizione di competenza andando a vincere anche la seconda stage davanti a Jones, Custer, Gragson e Allgaier.

Cala la sera e la pista cambia. Non cambia però la pit crew di Bell che scivola alla sosta in quinta posizione dietro a Briscoe (solo due gomme dopo un contatto col muro), Jones, Custer e Allgaier. Chase cede subito la prima posizione ad un ottimo Jones che allunga sul gruppo, poi all’improvviso è costretto a rallentare: c’è un problema meccanico e del fumo sta entrando nell’abitacolo. Si vede a vista d’occhio che la sua Toyota nella seconda parte dei rettilinei non ne ha, ma in curva resiste ancora. Ben presto il fumo è anche fuori dall’abitacolo e il danno è terminale. Ritiro amarissimo per Jones, che poteva vincere la prima gara in carriera e che invece cede il testimone di nuovo a Briscoe, il quale dopo una decina di giri è costretto a cedere alle gomme più fresche di Custer e Bell.

Mancano 90 giri alla fine e si pensa che Bell come in precedenza ritorni davanti a tutti, ma le condizioni della pista stanno cambiando col calar del sole e Custer guadagna decimo dopo decimo fino ad avere un vantaggio di quasi 3″. Tuttavia non è che Chris che ha ceduto, è Cole che ha alzato il livello. Infatti Allgaier è terzo ma al giro di soste di metà stage ha già un ritardo di quasi 10″. Bell fa un undercut di tre giri su Custer e dopo la sosta della #00 Cole difende a fatica la posizione sull’avversario che ha annullato il distacco, ma l’attacco non arriva e quindi può allungare di nuovo.

Custer vince così, quasi alla sua maniera, imponendo un ritmo insostenibile per gli altri sul lunghissimo run. Bell è secondo a 1.6″ solo perché Cole ha alzato il piede negli ultimi giri, Reddick è terzo a 12.8″, Annett quarto a 26″, Briscoe quinto a 30″, tutti gli altri sono doppiati. In campionato Custer ritorna così in vetta alla griglia playoff mentre Cindric si conferma come “primo degli altri” malgrado la penalizzazione di 10 punti e l’incidente che lo ha relegato al 14° posto finale.

Nella Truck Series la situazione già convulsa dopo la vittoria di Chastain è diventata ancora più intrigante con il successo a sorpresa di Tyler Ankrum, il quale è diventato così il primo vincitore nella storia della Nascar (parlando delle tre categorie principali) nato dopo il 1/1/2000. Che la situazione fosse esplosiva lo si capiva già nei momenti precedenti alla gara. Il giovedì è cominciato già prima di scendere in pista, quando i commissari hanno confiscato il Truck di Friesen per irregolarità nella zona posteriore dell’abitacolo (eventuali penalità si conosceranno in settimana) e poi in qualifica Stewart ha rischiato pure di andare a muro col muletto, salvandosi però alzando il piede e ottenendo l’ultimo tempo cronometrato.

A partire dalla pole è Grant Enfinger, leader della generale pur senza successi, ma dietro di lui ci sono due piloti (Creed e Gilliland) obbligati già da ora, a quattro gare dal taglio, a vincere. Alla bandiera verde Creed scatta meglio e tutti gli altri lo rivedono alla fine della stage. Enfinger è l’unico che gli rimane entro i 2″ mentre il resto del gruppo, con Gilliland davanti ad Ankrum e Chastain è a oltre 10″. Una prima stage tranquilla però viene compensata da una di puro caos, una stage in cui su 35 giri a disposizione la fase di green più lunga è di appena tre tornate.

La prima caution è causata da Boyd che taglia la strada alla Decker, la seconda da un testacoda di Finchum, la terza da Harrison Burton che finisce loose e in testacoda alla ripartenza in curva 1 fra Chastain e Moffitt e l’ultima – la più incredibile – è quella che vede protagonisti Brandon Jones ed Enfinger, rispettivamente primo e secondo in quel momento, in cui Grant cerca di infilarsi all’interno dell’avversario in curva 4, ma perde il controllo della vettura ed entrambi finiscono a muro. Nel giro di soste a diverse caution, ripartenze e guai meccanici (A.Hill e Gilliland), a vincere la seconda stage è Crafton davanti a Chastain, Lupton, Ankrum e Davis.

Al break si completa il giro di soste e alla bandiera verde di metà gara in testa c’è il rookie Ankrum davanti a Poole, Dippel, Burton e Sauter, questi ultimi due malgrado qualche ammaccatura di troppo. Tutti pensano che la vettura #17 del DGR, il team di papà Gilliland, sia destinata ad essere ripresa dagli altri, e invece Tyler resiste in testa inseguito da Rhodes prima e da Moffitt poi. Ankrum gestisce la rimonta di Moffitt e così si decide tutto all’ultima sosta attorno fra i -40 e i -30: Tyler cambia due gomme, Brett (come Rhodes) fa solo uno splash&go ed è nettamente in testa.

Ai -25 Moffitt ha 4″ su Rhodes, 15″ su Ankrum e poco meno di 20″ sui pochi altri rimasti a pochi giri. Il problema per i primi due è che viene detto loro che lo splash&go è stato troppo rapido e che sono due giri a corto col carburante. Rhodes inoltre viene toccato da Poole e finisce a muro; a causa di una foratura ai -12 finirà solo 19°. Moffitt inizia a gestire il vantaggio, ma non è abbastanza. A un giro e mezzo dalla fine rimane a secco (e con lui pure Crafton e Gilliland) e così Ankrum, che era arrivato a 5″ di distanza, lo sorpassa poco prima dell’inizio dell’ultimo giro.

Per Ankrum, che ha saltato le prime tre gare in quanto ancora minorenne e ha rischiato di veder svanire la possibilità di proseguire la stagione perché rimasto senza fondi, vince così la prima gara in carriera (dietro di lui concludono Friesen, Burton, Chastain e Lupton) e si qualifica ai playoff soltanto perché il team NEMCO quando era senza soldi gli ha permesso di correre in Iowa e a Gateway con una vettura start&park, mantenendo così verificata la condizione di aver disputato ogni gara in stagione, eccezioni quali età e infortuni escluse. In coda alla griglia playoff rientra pure Chastain – ora nella top20 in generale – e dunque tre big come Burton, Rhodes e Gilliland al momento sarebbero esclusi dalla fase decisiva del campionato.

I risultati odierni

La classifica della “Quaker State 400”

La classifica generale

Così in campionato a 7 gare dai playoff

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar va in New Hampshire con la Xfinity (sabato) e la Cup Series (domenica). Ultimo turno di riposo per i Truck prima dei playoff; torneranno in pista il 27 luglio a Pocono.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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